Innamorata del visconte: Harmony Jolly
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Intrappolati insieme da una tempesta di neve, Tori Edwards e Jasper, visconte di Darlton, ritornano con la memoria al loro bacio di cinque anni prima. A quel tempo Tori aveva quasi messo a repentaglio il proprio cuore rischiando di innamorarsi di Jasper, ma poi lui era partito senza neppure degnarla di un saluto, e lei aveva cercato di dimenticare.
Ora, nonostante fosse convinta di essere riuscita a lasciarsi quella delusione alle spalle, l'attrazione che scorre tra loro è più forte che mai. Lui sa di averla ferita e adesso Jasper è determinato a dimostrare a Tori che il loro amore merita una seconda possibilità.
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Anteprima del libro
Innamorata del visconte - Sophie Pembroke
successivo.
1
Tori Edwards fissò le merlature e le torrette di Stonebury Hall e si chiese quale aristocratico del Settecento avesse avuto la folle idea di costruire un edificio fortificato in mezzo al nulla, al confine nord-ovest del parco nazionale del North York Moors. Da chi temeva di essere attaccato, in quella landa desolata?
Forse la risposta a quella domanda era nel fascicolo che le era stato consegnato al suo arrivo, ma aveva le dita troppo congelate per sfogliarlo in quel momento. Anche l'agente immobiliare che li accompagnava avrebbe potuto toglierle quella curiosità, ma Tori non era lì per una visita guidata. Il suo compito era scoprire come Stonebury Hall avrebbe potuto inserirsi in modo redditizio nell'impero immobiliare del conte di Flaxstone... che l'aveva comprata senza chiedere un parere a lei, la sua consulente.
Ciò che la tenuta era stata in passato aveva un'importanza relativa. Ora Tori doveva farsi un'idea di quel che avrebbe potuto diventare in futuro.
Il vento artico le sferzò la faccia, facendola rabbrividire. Meglio iniziare dall'interno, sperando che facesse meno freddo. Alzò di nuovo lo sguardo sulla severa facciata di pietra massiccia, dello stesso grigio cupo del cielo, e serrò le labbra. Qualcosa le diceva che lì dentro la temperatura sarebbe stata altrettanto inclemente.
Spinse il pesante portone ed entrò in un gelido ingresso. Doveva esplorare le stanze per capire se c'era il potenziale per un hotel, un centro congressi, un ristorante o un centro commerciale di alto livello. Forse un agriturismo con ristorante, se il terreno fosse stato coltivabile.
Se avesse giocato bene le sue carte, il conte le avrebbe finalmente dato l'opportunità di realizzare un progetto in prima persona. Gli avrebbe dimostrato quanto era cresciuta professionalmente da quando l'aveva assunta, e lo avrebbe convinto ad affidarle maggiori responsabilità...
«È più piccola di quanto sembrasse sul sito dell'agenzia» disse una voce decisa, e un attimo dopo il suo proprietario apparve da una porta laterale. Tipico di Jasper, visconte di Darlton e unico figlio del conte, pensare che lei avesse bisogno del suo parere. «Vieni a vedere la cucina» le ordinò, e scomparve di nuovo senza controllare che lei lo seguisse.
Tori serrò le labbra, irritata, ma lo seguì. Non perché lui glielo aveva chiesto e nemmeno per il suo fascino aristocratico, ma perché la cucina era proprio la prima cosa che voleva vedere. Non aveva ancora sviluppato un'idea per quella grande dimora, ma tutte le opzioni comportavano la creazione di un ristorante, o almeno di un bar.
«Uh!» Fermandosi di scatto sulla soglia, si guardò intorno. La cucina era grande ma non enorme, e le attrezzature erano modeste.
«Vedi cosa intendo?» Jasper passò una mano sul tavolo di legno malconcio al centro della stanza. «È più una casa di grandi dimensioni che una proprietà sfruttabile a fini commerciali.»
Può essere entrambe le cose, pensò Tori, ma restò in silenzio. Quelle parole avrebbero forse rivelato qualcosa, del suo passato, che non aveva intenzione di far sapere a nessuno nella sua nuova vita. No grazie, non aveva voglia di rispondere a domande inopportune.
Aveva già permesso una volta a Jasper di avvicinarsi troppo, e non intendeva ripetere quell'errore.
«È accogliente» disse, invece. «Secondo me c'è comunque del potenziale. Ma adesso è meglio visitare le altre stanze.»
Avrebbe preferito proseguire la visita da sola, ma Jasper la seguì, continuando a fare osservazioni ad alta voce. Irritata, Tori scoprì che spesso la pensavano allo stesso modo, e che questo le dava l'impulso irrazionale di contraddirlo. Sembrava che quei cinque anni lontano da Flaxstone non lo avessero reso meno saccente o cocciuto. O forse, ammise tra sé, era lei a essere particolarmente suscettibile, a causa di ciò che era successo tra loro.
Quella notte di cinque anni prima si era illusa che ci fosse qualcosa di più, in Jasper, di un figlio di papà egocentrico. Che stupida era stata.
«Questa sarebbe una splendida camera da letto padronale» osservò Jasper, al primo piano. Attraversò la stanza fino alla grande finestra panoramica. «Guarda che magnifica vista sulla brughiera.»
Tori esitò. Quel panorama le destava solo brutti ricordi. Sapeva bene che aspetto aveva la brughiera, dato che era cresciuta lì vicino... e ne era fuggita per ottimi motivi, aggiunse tra sé. Non provava la minima nostalgia di quelle lande selvagge. Era molto più felice da quando si era trasferita nel piccolo cottage nella tenuta del conte, a sud di York. Aveva fatto bene ad andarsene.
Doveva ricordarlo sempre, ma soprattutto in quel periodo dell'anno, quando la tentazione di tornare a casa diventava più forte, indipendentemente dalla sua volontà.
«Quelle nuvole sembrano cariche di neve» osservò Jasper, strizzando gli occhi per scrutare il cielo plumbeo. «Cosa dicono le previsioni? Mi sembra di aver letto che è prevista una nevicata.»
«Bene. Verrà ancora più gente al mercatino natalizio alla tenuta» rispose Tori. Il Natale, per lei, significava solo un'occasione per fare affari, si disse severamente. Niente altro. «Tuo padre sarà contento.»
Il viso di Jasper si incupì non appena Tori accennò al conte. Strano...
Cosa lo aveva riportato a Flaxstone, dopo cinque lunghi anni di assenza?, si chiese lei non per la prima volta, mentre esploravano il resto del primo piano per poi scendere di nuovo all'ingresso. Prima della sua improvvisa partenza, Jasper era stato un tipico rampollo dell'aristocrazia di campagna inglese. Raffinato, sportivo, ironico e attraente, aveva portato una sfilza di belle ragazze in visita a Flaxstone Hall.
Probabilmente, il suo animo da playboy aveva considerato l'indifferenza di Tori come una sfida. Altrimenti non avrebbe certo perso tempo con una ragazza qualsiasi come lei.
Era cambiato, in quegli anni?, si domandò ora, lanciandogli un'occhiata in tralice.
Da quando era tornato a Flaxstone, sembrava che Jasper si comportasse come prima, eppure c'era qualcosa di diverso in lui, come un'ombra o una nota stonata. Perché se ne era andato? E perché era tornato?
Per rendere la mia vita un inferno, pensò per un attimo. Ma no, era sicura di non aver mai avuto più di un posto molto marginale nei pensieri di Jasper.
Tranne per una notte, il giorno precedente la sua partenza. Sapeva di essere stata decisamente al centro dei suoi pensieri mentre le tracciava un sentiero di baci sulla pelle nuda, mormorando il suo nome...
Basta così. Quella notte era un altro ricordo che era meglio lasciare nel passato.
«Penso che abbiamo visto tutto ciò che ci serve vedere» disse Jasper all'agente immobiliare, che li attendeva nell'atrio con le mani sotto le ascelle per difendersi dal gelo. «Vero, Tori?»
D'impulso, lei cercò un motivo per contraddirlo, ma non le venne in mente nulla. E in effetti non vedeva l'ora di andarsene da quella ghiacciaia. Annuì.
«Ci faremo vivi per decidere i prossimi passi appena avremo messo al corrente il conte delle nostre idee» disse lei, stringendo la mano all'agente prima di uscire. L'uomo le rivolse un sorriso indifferente. Ormai la vendita era praticamente conclusa, e chiaramente non gli interessava altro.
«Stavolta tocca a me guidare.» Mentre percorrevano il vialetto di ghiaia fino a dove avevano posteggiato il fuoristrada circa un'ora prima, Jasper tese la mano per farsi dare le chiavi.
Le dita di Tori si chiusero intorno alle chiavi nella tasca. «Non occorre. Posso guidare anche al ritorno.»
«Certo che puoi. Ma dato che hai già guidato all'andata, è giusto che sia io a farlo ora» insisté lui, con un tono ragionevole che la irritò. Poi, vedendo che lei esitava ancora, inarcò un sopracciglio scuro. «Non ti fidi? Temi che vada a schiantarmi in un fosso? O che ti rapisca e ti porti a cena in una locanda di un villaggio dei dintorni? In effetti questa non sarebbe una cattiva idea. Sto morendo di fame.»
Dipende dalla locanda, fu tentata di ribattere lei, ma si trattenne. A malincuore, gli porse le chiavi.
«Grazie.» Jasper le rivolse un ampio sorriso luminoso, il tipo di sorriso che solo qualcuno cresciuto nel privilegio poteva esibire.
Tori provò un'ondata di sordo risentimento verso di lui. «Muoviamoci» disse, aprendo la portiera dal lato del passeggero. «Voglio tornare a casa.»
Adesso era Flaxstone, la sua casa. E una volta al sicuro nel suo grazioso cottage, da sola, sarebbe riuscita a smettere di pensare all'unica notte che aveva trascorso con Jasper e all'accogliente locanda nella brughiera che per tanto tempo aveva chiamato casa.
Jasper si sedette al volante e accese al massimo il riscaldamento dell'auto. Fuori l'aria era gelata... come era stata l'accoglienza di suo padre quando era tornato a Flaxstone, una settimana prima.
Il conte aveva chiaramente deciso che il loro screzio era stato colpa di Jasper e della sua testardaggine, non una conseguenza del proprio comportamento. Del resto, era sempre stato abituato ad allungare la mano per prendere ciò che voleva, senza pensare ai sentimenti altrui.
Be', c'era una cosa che non avrebbe potuto avere mai più: il rispetto di suo figlio. L'aveva perso cinque anni prima, quando Jasper aveva scoperto la verità.
Basta pensare a lui, si impose. Doveva concentrarsi sul motivo per cui era tornato.
Era soddisfatto della vita che si era costruito negli Stati Uniti, e non avrebbe mai rimesso piede a Flaxstone se non fosse arrivata quella mail. In essa, suo padre gli comunicava che, data la sua prolungata assenza, intendeva legittimare il suo altro figlio e intestargli l'azienda. Il conte specificava che il titolo nobiliare e la tenuta a esso collegata sarebbero rimasti a Jasper per legge, ma ribadiva di essere libero di lasciare il proprio patrimonio privato a chi voleva.
Quindi, avrebbe riconosciuto pubblicamente il figlio illegittimo che aveva avuto dalla governante. Il fratellastro di cui Jasper aveva scoperto l'esistenza per caso. Il motivo per cui se n'era andato.
Il suo migliore amico, Felix.
Jasper non era tornato per i soldi o per l'azienda. Era tornato per proteggere la sua reputazione e, soprattutto, sua madre.
Era per questo che aveva insistito per accompagnare Tori a Stonebury Hall.
Se non fosse riuscito a dissuadere il conte dall'annunciare pubblicamente la paternità di Felix, Stonebury Hall sarebbe stata la casa perfetta per la madre. Jasper non era nemmeno sicuro che la donna sapesse di Felix, e non sapeva se il conte avesse intenzione di dirglielo, prima dell'annuncio pubblico.
Lady Flaxstone era una donna dolce quanto svagata, che sembrava sempre con la testa tra le nuvole. Nonostante ciò, era una padrona di casa impeccabile, perfetta quando accoglieva gli ospiti ai ricevimenti, inaugurava hotel e faceva in modo che il loro piccolo angolo d'Inghilterra restasse sospeso nel tempo ai primi anni del secolo scorso.
Purtroppo, le cose cambiano.
Il conte sembrava convinto che annunciare di avere un figlio illegittimo cresciuto in casa loro e avuto con una dipendente non fosse affatto scandaloso, di questi tempi. Si era persuaso che a nessuno sarebbe importato sapere che il ragazzo con cui Jasper era cresciuto, i cui compleanni erano a poche settimane di distanza, era in