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Chi si bacia è perduto (eLit): eLit
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E-book174 pagine2 ore

Chi si bacia è perduto (eLit): eLit

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Info su questo ebook

HOT CHEF - D'accordo, lei si stava mettendo il rossetto, ma è stato lui a tamponarla. È inutile che ora faccia tutta quella scenata. Così, quando alla fine Callum Westmore la invita a cena, Ruby Delisantro accetta solo perché è determinata a rendergli la vita difficile. Ma difficile sarà invece resistergli, perché quel completo da uomo tutto d'un pezzo nasconde in realtà fuoco e fiamme.
LinguaItaliano
Data di uscita31 mag 2017
ISBN9788858970683
Chi si bacia è perduto (eLit): eLit
Autore

Heidi Rice

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Chi si bacia è perduto (eLit) - Heidi Rice

    successivo.

    1

    Prenditi un calmante, bello. Questa è un'emergenza trucco.

    Sporgendo le labbra verso lo specchietto retrovisore, Ruby Delisantro se ne infischiò altamente del clacson che strombazzava alle sue spalle, tutta concentrata a stendere un leggero velo di lucidalabbra rosa a lunga durata per distendere i nervi tesi.

    La piccola ma esclusiva catena di brasserie di Hampstead era nella sua lista di potenziali clienti da più di un anno. Le ci erano voluti mesi per riuscire a ottenere l'appuntamento di quel pomeriggio con il loro chef e voleva essere perfetta prima di iniziare la lunga ricerca del parcheggio.

    Decisamente più difficile, però, fu ignorare lo stridio di freni seguito dal tremendo scossone che le fece schizzare il lucidalabbra da quaranta sterline dritto nel naso.

    «Porca miseria!»

    Staccandosi il rossetto dalla narice sinistra e sistemandosi in fretta, Ruby saltò fuori dalla macchina. Non era il massimo prepararsi ad affrontare un momento cruciale per la sua carriera con un bestione alle calcagna. Come se non bastasse, aveva appena sborsato duecento sterline per far riparare e revisionare Scarlett. Se il suo adorato Maggiolino aveva subito danni, qualcuno sarebbe morto.

    «Ehi, pallone gonfiato, qual è il tuo problema? Non sai dov'è il pedale del freno?» urlò al tizio dietro il parabrezza dell'elegante decappottabile italiana schiacciata contro il suo paraurti.

    Tipico. Soltanto a Hampstead. Il pirata sbarbatello al volante di una macchina più grande di lui.

    Serrando la presa sul parabrezza, il Pirata Sbarbatello si raddrizzò di scatto e balzò fuori dalla macchina con un movimento atletico. I polmoni di Ruby cessarono di funzionare e per un rapido istante desiderò ardentemente di essersi sbarazzata di quei tre chiletti che meditava di perdere da quasi dieci anni.

    Altro che sbarbatello. Quello era un uomo fatto e finito.

    Uno schianto d'uomo alto, forte e slanciato con capelli scuri rasati, spalle ampie e fianchi snelli evidenziati con grande perizia da jeans logori a vita bassa. Gli occhi erano nascosti dietro un paio di occhiali da sole costosi, ma la fossetta virile sul mento e l'ombra della barba corta e ispida che contornava le guance cesellate non alleviarono di un pelo le difficoltà respiratorie di Ruby, soprattutto quando il fusto abbassò la testa.

    Mi sta facendo i raggi X?

    «Qual è il mio problema?» Alzò le mani al cielo, facendo increspare il torso muscoloso sotto la maglietta con la scritta Gli avvocati lo fanno con giudizio. «Qual è il tuo problema, signorina. Hai parcheggiato nel bel mezzo della strada.»

    Lei incamerò aria per rimettere in moto i polmoni e si concesse qualche istante per riflettere sulla sua reazione.

    La bella notizia era che Ruby Delisantro adorava flirtare, ed era anche piuttosto brava. Le piaceva un sacco la scintilla elettrica generata dall'attrazione sessuale, la tensione seducente dei preliminari verbali... e l'occasione di fare la civetta con un bocconcino del genere non si presentava ogni giorno. Inoltre il vestito aderente che aveva comprato al mercato di Camden la settimana prima rendeva i chili di troppo che si portava appresso dall'età di diciassette anni un gran punto di forza.

    La brutta notizia era che Mr. Bellissimo era anche un grandissimo rompiscatole con le donne al volante, nonché, a quanto pareva, del tutto insensibile al suo fantastico vestitino. Il che poteva significare tre cose: era gay, misogino o gli mancava il senso dell'umorismo. Qualunque delle tre ipotesi era un gran deterrente.

    Per fortuna che non stavano flirtando. Non proprio.

    Scollò lo sguardo dai suoi pettorali. Cosa le saltava in testa? Non aveva tempo per stare a fare la smorfiosa con quel tizio, per quanto fosse da infarto. Doveva vedersi con un cliente importante.

    «Avevi tutto lo spazio del mondo per superarmi» replicò acida, lanciandogli un'occhiataccia. «E comunque si trattava di un'emergenza.» Più o meno.

    Il suo sguardo si abbassò verso la bocca e Ruby cassò mentalmente la parola gay dalla lista mentre la lingua guizzava fuori a lambire le labbra improvvisamente incartapecorite.

    Vietato flirtare, Ruby. O così o così.

    Lui emise una risata stizzosa. «Da quando in qua mettersi il rossetto è un'emergenza?»

    «Avevo le luci di stazionamento» continuò Ruby, ignorando la frecciatina. Gli uomini proprio non ci arrivavano a capire l'importanza del rossetto come potenziatore della fiducia negli affari, quindi era inutile perdersi in spiegazioni. «E tu mi sei venuto addosso.» Gli si avvicinò impettita, felice che i suoi dieci centimetri di tacco correggessero in qualche modo la differenza di altezza. Anche se non aveva tempo per civettare, di sicuro aveva tempo per tormentarlo un po'. «E se ti fossi preso la briga di leggere il codice stradale, sapresti che hai torto» aggiunse. «Per quanto testosterone tu abbia in corpo.»

    Lanciò un'occhiata sprezzante al cavallo dei pantaloni per sottolineare il concetto, ma lo sguardo rimase incagliato sulla notevole protuberanza messa in bella mostra dai jeans abbondanti. Una vampata le infiammò la nuca, sorprendendola ancora di più: Ruby Delisantro non era mai stata il tipo da arrossire.

    L'uomo fece un passo in avanti verso di lei, rendendola fin troppo consapevole della sua notevole statura.

    «Quelle sono le luci di emergenza» precisò, la calda voce virile bassa e divertita. «Non quelle di stazionamento.» Incrociò le braccia, facendo contrarre i bicipiti sotto le maniche corte della sua stupida t-shirt e Ruby perse completamente il filo. «E se ti fossi presa la briga di leggere il tuo codice stradale, lo sapresti» continuò. «Per quanti estrogeni tu abbia in corpo.» Abbassò di nuovo la testa. Il riflesso della luce agostana sulle lenti scure degli occhiali non servì ad occultare l'occhiata diretta al décolleté. «E anche se ne vedo parecchi, non è una buona scusa per non rispettare le regole stradali» concluse con un sorrisetto di superiorità che gli incurvava le labbra sensuali.

    I capezzoli di Ruby si inturgidirono e qualcosa di caldo e molesto pulsò con forza tra le cosce. Represse l'impellente bisogno di contorcersi. A malapena.

    Okay, c'era qualcosa che proprio non andava. Quell'uomo la stava strigliando ed eccitando al tempo stesso. Flirtare la divertiva un mondo, certo, ma non era masochista.

    Si diede una pacca sul fianco.

    «Me ne infischio delle regole» sussurrò, puntandogli un'unghia color corallo al centro del petto. Lui contrasse un muscolo della mascella e Ruby si sentì improvvisamente potente. «Rendono la vita così noiosa, non credi?»

    Staccò il dito, soddisfatta della vittoria, ma subito restò a bocca aperta quando la sua mano si allungò di scatto e le lunghe dita le attanagliarono il polso. Si tolse gli occhiali da sole e lei rabbrividì senza volere, colpita dal verde intenso delle sue iridi.

    «Mi sa tanto che ti ci vuole ben altro che qualche semplice lezione di guida» mormorò, l'occhiata smeraldina così penetrante da ridurle in poltiglia i muscoli delle cosce.

    Ruby liberò la mano con uno strattone, nella speranza che non avesse sentito il polso battere a velocità stratosferica sotto il suo pollice. «E come tutti gli uomini, immagino ti consideri abbastanza maschio da offrirti come insegnante» lo schernì. E se stava giocando con il fuoco? I suoi occhi ardevano e la scarica di adrenalina era così inebriante da non lasciare molto spazio alla cautela.

    Lui emise una risata aspra. «Io non sono come gli altri uomini» disse piano, la sicurezza di sé che faceva il paio con gli occhi invitanti.

    Ruby si massaggiò il polso nel punto in cui la pelle pizzicava. «Dicono tutti così.»

    «Non ne dubito» rispose tutt'altro che intimidito. «Ma posso dimostrartelo. La domanda è se sei abbastanza donna da permettermelo.»

    Quell'invito roco fece esplodere il peso opprimente che già pulsava nelle parti intime.

    Ruby sbarrò gli occhi e indietreggiò.

    Wow. Vedi di tirare il freno.

    La situazione le era sfuggita di mano e non capiva come.

    Per quanto fosse un'inguaribile civetta, non aveva intenzione di uscire con un ragazzo che conosceva da dieci secondi scarsi, anche se aveva la straordinaria capacità di mandarle in corto circuito gli ormoni.

    Inoltre il suo sesto senso sbraitava che quello non era il suo tipo neanche per sbaglio. Sotto quei pettorali da infarto e quella sicurezza sexy e misurata, Ruby percepì un controllo attento e rigoroso a dir poco snervante.

    Diede un colpetto ai lunghi riccioli della chioma castana sulla spalla. «Che offerta allettante» disse più sarcastica che poté. L'egocentrismo di quel tizio era già abbastanza monumentale. «Purtroppo ho un altro appuntamento questo pomeriggio.» Si assicurò che l'appuntamento con lo chef del Cumberland sembrasse una faccenda personale. «E non mi vanno i ménage à trois

    Il suono potente e argentino della sua risata le si propagò lungo la spina dorsale quando tornò alla macchina con passo leggero, ondeggiando i fianchi tanto per chiarire che si era trattato di una ritirata dignitosa e non certo di una sconfitta.

    «Peccato» le urlò alle spalle. «E pensare che ti facevo una ragazzaccia.»

    Ruby lo guardò di sfuggita mentre apriva la portiera. «Sei di nuovo in errore» lo rimbeccò, soffocando un pungente rammarico. Doveva proprio essere così favoloso mentre si appoggiava alla macchina sportiva con il sole che donava ai corti capelli scuri un riflesso ebano e la sfida in quegli occhi verdi sensazionali pressoché irresistibile?

    «Non sono una ragazza, sono una donna.»

    Callum Westmore rise non appena quella bellezza statuaria risalì sulla macchina rosso fuoco e la mise in moto. «Puoi scommetterci» mormorò con tono di apprezzamento.

    Quell'auto si addiceva in pieno alle sue curve raffinate e sfacciatamente provocanti. Fece una smorfia sentendo il rumore delle marce che grattavano. E, proprio come la sua proprietaria, non era avvezza a essere guidata.

    Quando Ruby sventolò un braccio fuori dal finestrino, ricambiò il saluto con un sorriso, anche se non era facile con il calore che gli pulsava sempre più forte nell'inguine.

    Che sorpresa.

    Quando mai aveva conosciuto una pasionaria così desiderabile, che oltretutto lo aveva snobbato senza alcun motivo? Perché l'appuntamento di cui aveva parlato non esisteva, ci avrebbe scommesso un mese di stipendio. Aveva notato lo sguardo esitante... il classico indizio di un testimone inattendibile.

    Il sorriso si spense quando la macchina si fermò in fondo alla verdeggiante London Lane e lui notò la luce dei freni crepata e il paraurti penzolante. Mentre svoltava in Hampstead High Road lesse la scritta Un tocco di glassa: dolcetti su ordinazione, un sito web e un numero telefonico impressi a lettere rosa luccicanti sulla portiera.

    Appena scomparve nel traffico, Callum si voltò a esaminare il davanti della macchina, sorpreso nel constatare che era stato così distratto da quella schermaglia da non preoccuparsi neanche di controllare gli eventuali danni alla sua preziosa Ferrari nuova.

    Per fortuna c'era soltanto un graffietto sul paraurti. Lo sfregò via con il pollice prima di rimontare e tirare fuori il cellulare dal vano portaoggetti.

    Per quanto si fosse divertito a disquisire con quella ragazza, il tamponamento era principalmente colpa sua. Anche se era parcheggiata in doppia fila, lui aveva girato a velocità troppo sostenuta, e il codice stradale parlava chiaro a tale riguardo... come aveva giustamente sottolineato la fanciulla. Digitò il suo numero di targa.

    Cal rispettava sempre le regole. Oltre ad aver fatto della legge la sua professione, esigeva ordine e senso di responsabilità anche nella vita privata. Quindi avrebbe dovuto rintracciare la ragazza e pagare i danni.

    Il sorriso tornò mentre inforcava di nuovo gli occhiali da sole. Il pensiero di rivederla non era del tutto sgradevole, anche se di solito preferiva uscire con donne prevedibili e accomodanti. Per questo l'attrazione immediata per l'avvenente Miss Incoscienza lo sconcertava un po'. Si vedeva lontano un miglio che la ragazza amava fare la primadonna.

    E la sua vita sociale era pressoché inesistente da quando, un mese prima, Gemma aveva deciso di porre fine ai loro incontri notturni occasionali... solo perché si era categoricamente rifiutato di accoglierla in casa. Gli piaceva il suo spazio, la sua solitudine, era tanto difficile da capire? Con due casi di grande rilievo che lo attendevano per il mese successivo, ormai si era rassegnato a un'estate di castità.

    Ma adesso sentiva il richiamo elettrizzante della caccia... e aveva l'intero ponte di Ferragosto per giocare.

    Tamburellò il pollice sul volante al ricordo della pelle delicata

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