Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Una bruna tra i marines (eLit): eLit
Una bruna tra i marines (eLit): eLit
Una bruna tra i marines (eLit): eLit
E-book138 pagine1 ora

Una bruna tra i marines (eLit): eLit

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Il sergente dei Marines Davis Garvey è in cerca di un meccanico, ma quando si presenta all'officina che gli è stata consigliata non riesce a credere ai propri occhi. Il proprietario è una splendida bruna, equipaggiata con una carrozzeria da urlo. A Davis basta una sola occhiata a Marie Santini per capire che farà aumentare i giri non solo alla sua macchina! Marie, però, non si fa incantare: sa bene che i soldati di Camp Pendleton non vedono in lei il soggetto ideale per un appuntamento solo amoroso. Riuscirà Davis a farle cambiare idea?
LinguaItaliano
Data di uscita28 feb 2017
ISBN9788858966389
Una bruna tra i marines (eLit): eLit
Autore

Maureen Child

Maureen Child ha al suo attivo più di novanta tra romanzi e racconti d'amore. È un'autrice molto amata non solo dal pubblico ma anche dalla critica, infatti è stata nominata per ben cinque volte come migliore autrice per il prestigioso premio Rita.

Leggi altro di Maureen Child

Autori correlati

Correlato a Una bruna tra i marines (eLit)

Ebook correlati

Narrativa romantica per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Una bruna tra i marines (eLit)

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Una bruna tra i marines (eLit) - Maureen Child

    successivo.

    1

    Capì subito cosa l'aspettava.

    Marie Santini guardò dalla finestra della sua officina meccanica l'uomo che stava percorrendo il vialetto. Non fu facile osservarlo attentamente perché l'agrifoglio e il pupazzo di neve dipinti sul vetro ostacolavano la visuale, eppure lei cercò di fare del suo meglio. Slanciato, pensò. Capelli corvini con taglio cortissimo. Occhiali da sole stile aviatore, nonostante la giornata nuvolosa non li rendesse per nulla necessari. Mascella pronunciata e guance sporgenti.

    Perfetto.

    Esattamente ciò di cui lei aveva bisogno. Un altro maschio con uno spiccato senso di protezione nei confronti della sua automobile! Una donna avrebbe portato all'officina la sua macchina in panne e l'avrebbe ritirata una volta riparata. Un uomo, invece, avrebbe ronzato intorno al preziosissimo veicolo, mettendo in discussione qualsiasi cosa Marie avesse fatto e sussultando a ogni momento.

    A Marie Santini le automobili piacevano più di qualsiasi altra cosa, ma sapeva bene che, quando apriva loro la pancia, non sgorgava sangue come dagli esseri umani. Eppure, si affrettò a dire a se stessa, gli affari non erano andati a gonfie vele negli ultimi tempi. Forse avrebbe dovuto semplicemente scaraventarsi fuori e trascinare mister Nervosismo dentro l'officina. Afferrò la tuta color blu marino, l'indossò senza chiudere la cerniera lampo, in modo tale che s'intravedesse lo slogan sulla sua maglietta rossa: Marie Santini, chirurgo delle automobili.

    «Questo è un garage?»

    Davis Garvey scrutò la piccola ma ordinata officina. In contrasto con il candore delle pareti, che parevano imbiancate di recente, spiccavano la tinta blu elettrico delle persiane e il color porpora dei fiori che erano stati disposti in enormi vasi di terracotta di fianco alla porta. Di fronte campeggiava un lungo scaffale sul quale venivano riposti tutti gli arnesi di cui Marie si serviva per il suo lavoro e se non fosse stato per quello, il luogo avrebbe avuto l'aspetto più di una sala da tè che di qualsiasi altra cosa.

    Lui si sarebbe aspettato un posto più grande. Più appariscente, in qualche modo. Da quello che i Marines a Camp Pendleton dicevano, aveva infatti pensato che l'officina trasudasse soldi ed esperienza. Eppure era nel posto giusto: ne dava conferma l'insegna rossa con la scritta: Da Santini appesa fuori dall'edificio.

    Corrugò la fronte, mentre ricordava quello che gli avevano raccontato: Se Marie Santini non riesce a sistemarti la macchina, allora puoi anche buttarla. Nessuno ne sarà in grado.

    Eppure, pensò Davis, l'idea che una donna mettesse mano alla sua macchina era difficile da mandar giù. Quasi quasi avrebbe preferito aggiustarsela da solo, se ne avesse avuto il tempo.

    Dal vicino oceano sferzava un vento freddo e lui cercò riparo mettendo le mani nelle tasche dei Levi's ormai sbiaditi. Inclinò la testa, osservò le nuvole color grigio che si stavano radunando e si chiese che fine avesse fatto l'assolata California di cui aveva così spesso sentito parlare. Dannazione, era a Camp Pendleton da una settimana e non aveva visto altro che pioggia e nuvole.

    La porta si aprì e l'attenzione di Davis fu catturata dalla donna che si dirigeva verso di lui. Lunghi capelli corvini raccolti dietro le orecchie, per lasciare in bella mostra un paio di orecchini d'argento. Una maglietta rossa infilata nei jeans. Un paio di scarpe da tennis. Una tuta da meccanico con la cerniera lampo aperta.

    «Salve» disse lei, con un caloroso sorriso che in qualche modo allontanò il grigiore di quella giornata.

    «Salve» rispose mentre il suo sguardo veniva catalizzato dal più bel paio di occhi verdi che avesse mai visto prima di allora. Non sapeva ancora se Marie Santini ne sapesse qualcosa di macchine, eppure ingaggiare questa donna per dare il benvenuto ai clienti era stata un'ottima mossa per fare affari. Non era proprio quella che si poteva definire una bellezza esplosiva, ma aveva un nonsoché di aggraziato e seducente che non poteva passare inosservato, neanche al più distratto degli uomini. C'era infatti un qualcosa che risplendeva nei suoi occhi, un qualcosa di vitale.

    Trascorsero un paio di secondi prima che lei chiedesse: «Posso esserle d'aiuto?».

    Davis socchiuse gli occhi e d'improvviso ricordò il motivo che l'aveva spinto lì. Scoprire se la meravigliosa Santini di cui i commilitoni gli avevano raccontato era degna di intervenire sul guasto della sua automobile. In ogni caso questo non sarebbe stato possibile fin quando non avesse incontrato Marie Santini.

    «Non credo» disse, «devo parlare con Marie Santini.»

    Lei emise un profondo respiro. «È qui di fronte a lei.»

    Lei? Neanche per sogno! «Lei?» La scrutò da capo a piedi, incredulo. «Lei è un meccanico?»

    Marie sorrise. «Stando a quel che si dice in giro, sono il meccanico.»

    «Lei è Marie Santini?» Quando i ragazzi gli avevano parlato di un meccanico donna, lui si era immaginato una specie di marcantonio dai modi rudi e dall'imprecazione facile.

    Lei lo fissò mentre indicava la propria maglietta. «È quello che dice la mia T-shirt.»

    «Ecco... non ha l'aspetto di un meccanico» commentò lui.

    «Forse lei si aspettava un uomo grande e grosso, coperto di grasso da capo a piedi?»

    Incrociò le braccia e Davis, seguendone il movimento, si ritrovò a fissarle il seno generoso. Maledizione! Stava interrogando un meccanico, cosa c'entravano i seni in quel momento?

    «Mi dispiace di aver deluso le sue aspettative» disse lei. «Comunque, io sono un meccanico molto bravo!»

    «Sembra davvero sicura delle sue capacità.»

    «Devo esserlo per forza. Passo la metà del mio tempo a cercare di convincere gli uomini come lei di quanto io sia in gamba.»

    «Cosa intende dire con uomini come me

    «Uomini che sono irrimediabilmente convinti che una donna non possa intendersene di macchine quanto un uomo.»

    «Aspetti un attimo» disse lui in tono piccato. Nessuno poteva dargli dello sciovinista e cavarsela con così poco. Diavolo, lui lavorava ogni giorno alla base fianco a fianco con delle donne, tutte ottimi Marines. Perché avrebbe dovuto aver problemi con una donna meccanico? In realtà lui aveva problemi con qualsiasi meccanico mettesse le mani sulla sua adorata automobile. Uomo o donna che fosse.

    «No» l'interruppe lei. «È lei a dover aspettare un attimo!» Scosse la testa e alzò le mani al cielo. «È lei che è venuto a cercarmi. Non sono certo io che le ho chiesto di aggiustare la sua macchina!»

    «È vero, ma...»

    «Allora ha cambiato idea?»

    «Non lo so ancora...»

    «Be'» intervenne lei, «allora perché non lo scopriamo?» Si diresse verso la Mustang parcheggiata lungo il marciapiede.

    Lui la seguì dappresso. «È sempre così carina con tutti i clienti?» chiese in tono sarcastico.

    «Solo con quelli cocciuti.» Si voltò e lo guardò.

    «Sono sorpreso che ne abbia ancora, di clienti intendo dire» mormorò, evitando di proposito di guardarla.

    «Lei non lo sarà più, una volta che avrò riparato la sua macchina.»

    Marie non volle nemmeno pensare a quante volte avesse già affrontato conversazioni del genere. Da quando aveva cominciato a occuparsi dell'officina di suo padre due anni prima, ogni nuovo cliente, appena varcata la soglia, l'aveva investita con quello sguardo di incredulità.

    Se all'inizio poteva sembrare divertente, da molto tempo aveva smesso di esserlo.

    Allora, si domandò, perché si stava divertendo in quel momento?

    Si fermò di fianco alla Mustang e lo scrutò nuovamente da capo a piedi o meglio da piedi a capo per soffermarsi sui suoi profondi occhi blu. Una reazione squisitamente femminile si stava facendo largo in lei, ma la smorzò sul nascere. A essere sincera, mai prima d'allora, aveva visto spalle così ampie e un torace così possente. Eppure si affrettò a dire a se stessa che lei era lì in veste di meccanico, non di donna. «Mi faccia indovinare... lei non ha mai visto una donna meccanico prima d'ora.»

    «Non negli ultimi tempi» ammise.

    Doveva riconoscerlo. Si stava riprendendo dalla sorpresa molto più velocemente di quanto avesse fatto la maggior parte dei suoi clienti. Del resto, lui era diverso dalla maggior parte degli altri uomini. Spalle più ampie, corpo più muscoloso, gambe più lunghe e quegli occhi blu che sembravano essere in grado di leggerle l'anima.

    Aveva imparato anni prima che gli uomini non vedevano il loro meccanico come un compagno per le uscite galanti. Piuttosto per concitate partite a poker. Per loro non era una donna reale, in carne e ossa, né una potenziale moglie o la madre che avrebbero voluto per i loro figli.

    «C'è sempre una prima volta per tutto, sergente» disse lei.

    Le sopracciglia di Davis scattarono verso l'alto e Marie fece appena in tempo ad abbozzare un sorriso di fronte allo sguardo sorpreso di lui.

    «Come fa a sapere che sono un sergente?» chiese lui.

    Non era difficile da indovinare per qualcuno che aveva sempre vissuto lì a Bayside. Camp Pendleton era a meno di un miglio di distanza e la città pullulava di Marines. Erano così facili da identificare, persino quando non indossavano la divisa.

    «È abbastanza facile capire che lei è un Marine» replicò Marie, gustando fino in fondo la sorpresa di lui. «Il taglio di capelli...» Fece una pausa per poi aggiungere: «In più sta sull'attenti come se qualcuno l'avesse appena ripresa».

    Lui aggrottò le sopracciglia. Di scatto cambiò posizione assumendo una postura più rilassata.

    «Per quanto riguarda il grado...» continuò lei sorridendo, «è troppo vecchio per essere un soldato semplice e non sembra abbastanza arrogante per essere un ufficiale.» Si fermò

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1