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La tela di Charlotte
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E-book69 pagine50 minuti

La tela di Charlotte

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Info su questo ebook

In una Amsterdam di fine ‘900 la piccola Charlotte cresce nell’agio di una famiglia benestante, in cui, però, manca l’elemento fondamentale dell’amore. Il suo tentativo di costruire una mappa del mondo circostante trova sbocco nella pittura: scorci fanciulleschi che immortalano l’attimo della metamorfosi in atto, da bimba a ragazza. La sua mano in erba tratteggia spazi vuoti, una città idealizzata, un padre perduto nei vicoli bui della sua esistenza e una madre fredda e distante. Eppure, perdersi, a volte è l’unico modo per ritrovarsi.
LinguaItaliano
Data di uscita14 giu 2021
ISBN9791220814904
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    Anteprima del libro

    La tela di Charlotte - Giorgia Ferioli

    dell’editore

    1

    Charlotte guardava fuori dalla finestra l’abbondante nevicata dal terzo piano di un appartamento presso Eeerste Jan Vander Heijdenstraat. La visuale era perfetta, seguiva con sguardo curioso il viaggio dei fiocchi di neve che dal cielo grigio sfumato al bianco scendevano lentamente.

    Era una giornata particolarmente tranquilla rispetto alla quotidianità del quartiere, la neve aveva spento per un attimo la caoticità della città, ma aveva risvegliato l’animo dei bambini che non vedevano l’ora di giocare a palle di neve, tenendo conto che erano diversi anni che non si registrava un evento atmosferico del genere nella capitale olandese.

    De Pijp è un quartiere situato nella parte meridionale della città, nello stadsdeel di Amsterdam-Zuid; il quartiere a sua volta si divide in due sezioni, la parte nuova e quella vecchia. Allisone e Charlotte abitavano nella parte vecchia: Oude Pijp.

    Allison era abbastanza contenta del quartiere dove viveva. La zona offriva diversi servizi e sebbene fosse cresciuta in campagna era riuscita ad ambientarsi; la cosa che le piaceva tanto era passeggiare lungo la sua via, per poi giungere in un percorso alberato di fianco al canale, spesso trafficato da barche.

    L’appartamento era stato un acquisto fatto con David quando decisero di andare a vivere insieme, quella casa per lei aveva sempre avuto importanza, segnava un traguardo importante nella sua vita, ma ora… non era sicura neanche più di quello.

    All’improvviso Charlotte corse nella stanza della mamma e cominciò a urlare: «Mamma svegliati, sta nevicando, sta nevicando, guarda fuori, dai, mamma, guarda!».

    La madre si svegliò a fatica e, senza dire neanche una parola, si diresse verso la finestra della stanza da letto. Non appena vide il manto bianco appoggiarsi sulla città trasalì, come se avesse avuto un ricordo dolce ma altrettanto doloroso e dandone ormai poca importanza, ritornò fra le calde lenzuola girandosi su un fianco e cercando di ignorare le pesanti insistenze della bambina.

    Charlotte allora ritornò nella sua stanza e mestamente cominciò a vestirsi, continuando a osservare la neve che scendeva.

    Si diresse in cucina per fare colazione. Prese dal frigo il latte e dalla credenza gli stroopwafel e spalmò lo stroop sulle sottili cialde. Charlotte andava ghiotta di quei biscotti inzuppati di sciroppo al caramello, per quanto la mamma le diceva di non esagerare, lei continuava a rimpinzarsi scaturendo l’arresa della madre; nonostante fosse nata in una famiglia benestante non le mancava niente, tranne una cosa, che ogni bambino dovrebbe ricevere dai genitori: affetto e presenza.

    Allison proveniva da una nota famiglia dell’agiata borghesia e malgrado qualche resistenza iniziale, aveva intrapreso gli studi per diventare una stilista. Con grande impegno e sacrificio raggiunse a breve il suo obbiettivo, riuscendo ad aprire una propria attività e ad avere alle proprie dipendenze un nutrito gruppo di persone. Tutto cambiò quando incontrò David. Era una sera rigida e i primi fiocchi di neve cominciarono a scendere, era appena finita una dura settimana di lavoro, quando Allison e alcune sue amiche decisero di cenare insieme in un ristorante ad Amstelveenseweg, un ristorante rinomato e un po' costoso.

    Il tavolo era già stato prenotato con il dovuto anticipo, poiché era spesso pieno di clienti ed era raro poter trovare posto. Le ragazze si sedettero e subito arrivò il cameriere per prendere le ordinazioni, quando a un certo punto Brenda disse in modo esaltante ad Alison: «Ehi, guarda quel ragazzo seduto all’angolo del tavolo con la camicia bianca, è da quando siamo arrivate che non ha fatto altro che osservarti».

    Allison rispose imbarazzata: «Ma che dici, non è vero, è la tua impressione, è impossibile che stia guardando me». Volse il suo sguardo timidamente verso David che rispose con un sorriso sbarazzino.

    David Jansen era il primogenito di una famiglia benestante, proprietaria di una nota casa automobilistica. Il padre, ormai anziano, decise di affidare le sorti della propria azienda, la creatura come amava definirla, al figlio. David, in un primo momento si sentì fortunato, era convinto di poter rendere orgoglioso suo padre, tuttavia l’anziano Vittorio ebbe qualche perplessità, conoscendo il carattere troppo spregiudicato del figlio.

    David volle fare di testa sua, senza ascoltare nessun consiglio paterno e in breve tempo l’azienda finì fuori controllo: i debiti e i costi aumentavano, le banche non furono più disponibili a

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