Un mese tra le tue braccia: Harmony Collezione
Di Miranda Lee
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Info su questo ebook
Miranda Lee
Scrittrice romantica, e moglie fortunata di un uomo molto, generoso!
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Anteprima del libro
Un mese tra le tue braccia - Miranda Lee
successivo.
1
Rico Mandretti salì a bordo della scintillante Ferrari rossa e partì, non alla volta dell'ippodromo di Randwick, ma verso la casa dei suoi genitori. Aveva cambiato programma. Lo aveva deciso la sera prima.
«Oggi no» mormorò tra sé mentre attraversava a tutta velocità la periferia occidentale di Sydney, ignaro delle occhiate delle donne che gli si fermavano accanto a ogni semaforo.
Una sola donna monopolizzava i suoi pensieri. L'unica che lo credeva un playboy capriccioso e privo di spina dorsale.
Per più di cinque anni aveva sopportato le frecciatine di Renée Selinsky, ogni venerdì sera al tavolo da gioco e ogni sabato pomeriggio alle corse.
Eppure doveva confessare che i loro battibecchi lo avevano sempre divertito in modo perverso, benché di solito fosse Renée ad avere la meglio. Ma la sera prima lo aveva provocato una volta di troppo.
Che fosse dannato se le avrebbe permesso di avere l'ultima parola anche quel giorno alle corse.
Scattò il verde e lui pigiò a fondo sull'acceleratore. La Ferrari fece un balzo in avanti e sfrecciò lungo la strada. Ma dati i limiti in vigore su quel tratto e la costante presenza di semafori, Rico non poté trovare conforto nella velocità, che in genere usava come via di fuga dai propri pensieri.
Ben presto raggiunse l'ennesimo semaforo e con la mente tornò alla sua nemesi.
Doveva già trovarsi alle corse ormai, seduta al bar nella tribuna, a sorseggiare un bicchiere di champagne con il suo solito contegno algido ed elegante, fregandosene bellamente dell'assenza di Rico, mentre lui era lì bloccato in macchina, già pentito della propria decisione. Adorava le corse. E le adorava anche lei, purtroppo.
Era così che l'aveva conosciuta, attraverso la comune passione per le corse di cavalli. Più di cinque anni prima era diventata la terza socia nel consorzio che lui e il suo migliore amico, Charles, avevano fondato con l'aiuto di Ward Jackman, uno dei più promettenti allenatori di cavalli da corsa di Sydney.
Rico riusciva ancora a ricordare il giorno in cui aveva conosciuto l'allora misteriosa signora Selinsky. I tre comproprietari si erano dati appuntamento alle corse di Randwick per assistere alla gara del loro primo cavallo, una puledra saura di nome Flame of Gold.
Prima di quel giorno, Rico la conosceva soltanto di fama. Non aveva idea che fosse la Renée proprietaria dell'agenzia di modelle Renée's e la vedova di Joseph Selinsky, un banchiere molto facoltoso che aveva quasi quarant'anni più della moglie, e che era morto l'anno prima. Sapeva che era una ricca vedova, ma si era immaginato una matrona sovrappeso di sessanta o settant'anni con più soldi di quanti ne potesse spendere in un salone di bellezza e una predilezione per le scommesse.
Nulla aveva preparato Rico per la sofisticata, elegante e intelligente trentenne che si era rivelata essere la signora Selinsky. E di certo nulla lo aveva preparato per l'immediata antipatia che lei aveva provato nei suoi confronti. Di solito veniva adulato dall'altro sesso.
Lui invece era stato attratto da lei sin dal primo istante, nonostante quel giorno si trovasse in compagnia di un'altra donna. Per esser precisi, la sua fidanzata Jasmine. Aveva creduto di amarla, e l'aveva sposata un mese dopo.
Un matrimonio destinato a fallire fin dall'inizio. Dio, se solo avesse saputo allora quel che sapeva adesso.
Ma sarebbe cambiato qualcosa?, si domandò mentre mandava su di giri il motore della Ferrari in attesa che scattasse il verde. E se si fosse reso conto prima del matrimonio che Jasmine era interessata solo ai suoi soldi? O che l'amore che aveva creduto di provare per lei era stato il risultato di un abile raggiro e di una costante adulazione? E se avesse rotto il fidanzamento per conquistare l'enigmatica Renée?
L'atteggiamento di Renée nei suoi confronti sarebbe stato molto diverso se cinque anni prima fosse stato single e disponibile.
Dopotutto, lui era Rico Mandretti, il produttore e la star di Una passione per la pasta, il più acclamato programma di cucina della tv. La vedova allegra – così aveva ribattezzato Renée – non doveva essere insensibile al denaro, visto che si era già sposata una volta per interesse. Rico non poteva concepire che una donna giovane e bella come lei potesse sposare un uomo di sessant'anni per amore.
A quei tempi Rico non era ricco come il defunto marito di Renée, ma era comunque piuttosto benestante, con ottime possibilità di sfondare in tv... cosa che era avvenuta. Il suo programmino di cucina – come lo chiamava Renée per sfotterlo – adesso veniva trasmesso in più di venti paesi e i soldi arrivavano a palate, dai libri di cucina al brevetto di vari prodotti, fino all'imminente inaugurazione di una catena di ristoranti Una passione per la pasta in tutte le grandi città d'Australia.
A parte le sue potenzialità di guadagno, allora aveva solo ventinove anni, era tutto sfrontatezza e testosterone. Al culmine della potenza sessuale, per così dire.
Gli piaceva pensare che Renée si sarebbe gettata tra le sue braccia, ma sapeva di ingannare se stesso. Aveva lasciato Jasmine da due anni ormai, il divorzio era stato firmato un anno prima, e l'atteggiamento negativo di Renée nei suoi confronti non era cambiato di una virgola. Anzi, era diventata più ostile.
Lo faceva soffrire il pensiero che non trovasse nulla di attraente in lui. Era evidente che lo disprezzava. Perché? Cosa le aveva fatto per provocare una tale ostilità? Erano le sue origini italiane? Si lamentava spesso del fatto che Rico era il classico latin lover, tutto ormoni e niente cervello.
Sapeva di valere. Ma non quando lei era nei paraggi, ammise pietosamente. Quando Renée gli posava addosso quegli occhi verdi e faceva uno dei suoi mordaci commenti, Rico si trasformava nel genere di macho senza cervello che lei vedeva in lui. La sua abilità a poker ne risentiva. Accidenti, la capacità di fare qualunque cosa ne risentiva! Il fascino per cui era famoso scompariva, insieme alle sue facoltà mentali.
Ah, ma i sensi funzionavano alla grande. Anche se il sangue gli ribolliva per il rancore, il suo corpo bruciava di un desiderio incandescente. Era per questo che quel weekend aveva deciso di evitare la sua nemesi. Perché sospettava di essere vicino all'autocombustione quando si trattava di lei. Chissà cosa avrebbe detto o fatto all'ennesima frecciatina come quella della sera prima?
«Ecco, se avessi sposato una donna come Domique» aveva puntualizzato Renée quando Charles aveva annunciato che la moglie era incinta «avresti già dodici figli. Se desideri tanto un matrimonio tradizionale e una famiglia numerosa, allora per amor del cielo smettila di gingillarti con tutte le Leanne di questo mondo e trovati una brava ragazza in grado di darti ciò che dici di volere.»
Rico aveva dovuto letteralmente mordersi la lingua per impedirsi di ribattere che si portava a letto donne come Leanne nel vago tentativo di sfogare la frustrazione che provava per il fatto di non riuscire ad avere lei.
In un modo o nell'altro, aveva esibito un sorrisetto enigmatico, e aveva provato una certa soddisfazione nel vedere che anche i suoi occhi verdi si erano incupiti per la frustrazione.
Un punto per Rico, una volta tanto!
Ma per quanto ancora sarebbe riuscito a mantenere l'autocontrollo? Non molto, sospettava.
Era nato e cresciuto a Sydney, ma era pur sempre un italiano, con il temperamento mutevole tipico di molti italiani.
Un bifolco, lo aveva definito una volta Renée. Il che in un certo senso era vero. Era di origini contadine. E ne andava fiero!
Gli altri due compagni di poker di Rico erano gentiluomini di sangue blu al confronto. Uno era il suo migliore amico, Charles Brandon, di qualche anno più vecchio e proprietario della Brandon Beer, la più grande fabbrica di birra d'Australia. L'altro era il principe Ali di Dubar, l'ultimogenito di uno sceicco, mandato in Australia un decennio prima per gestire gli interessi della famiglia reale araba. Entrambi erano cresciuti nell'agiatezza, ma nessuno dei due aveva dormito sugli allori.
Charles aveva impiegato anni per salvare l'azienda di famiglia dalla bancarotta dopo la morte di un padre dissoluto che aveva lasciato la Brandon Beer nei guai fino al collo.
Quel risultato aveva richiesto grinta, determinazione e lungimiranza, tutte qualità che Rico ammirava.
Nemmeno Ali agiva come un principe viziato. Lavorava sodo, dirigeva l'allevamento di purosangue che occupava un'estensione enorme nella Hunter Valley. Rico aveva visto con i propri occhi quanto fosse pragmatico l'amico nella gestione di quello stabilimento complesso ed estremamente vasto.
Era stato proprio Ali a riunirli tutti per la serata del poker. Era il suo allevamento che ospitava Flame of Gold. Dopo che la puledra aveva vinto la Silver Slipper Stakes, i tre entusiasti proprietari e l'euforico allevatore avevano festeggiato insieme con una cena. Con un banchetto a base di frutti di mare, avevano scoperto una seconda passione in comune, le carte. Avevano giocato a poker insieme quella sera stessa e avevano deciso di giocare insieme ogni venerdì sera.
La malattia e i viaggi di lavoro erano l'unica scusa accettabile per non presentarsi alle otto nella suite presidenziale del Regency Hotel dove Ali alloggiava ogni weekend.
Rico pensò all'anno prima, quando era stato ricoverato in ospedale per un incidente sulle piste da sci e aveva insistito perché gli altri venissero nella sua camera d'ospedale per il solito poker del venerdì.
Non era riuscito a sopportare il pensiero di non vedere la vedova allegra quella settimana.
Il livello di stress di Rico diminuì leggermente una volta lasciatosi la città alle spalle. Respirò profondamente attraverso le narici, annusando l'aria più pulita mentre superava luoghi familiari. La piccola scuola elementare che aveva frequentato da bambino. L'insenatura dove andava a nuotare d'estate. Il vecchio centro comunitario dove aveva preso lezioni di ballo, con gran disappunto di suo padre.
Da che aveva memoria, Rico era sempre stato determinato a diventare una star. Quando aveva compiuto dodici anni, aveva immaginato una carriera teatrale nei musical. Ma mentre la sua tecnica di ballo era eccellente, era diventato troppo alto e troppo grosso per sembrare elegante e aggraziato come i ballerini più bassi e asciutti. D'altro canto, la sua voce lasciava parecchio a desiderare. Una volta che quel percorso si era fatto impraticabile, si era concentrato sulla recitazione, considerandosi una specie di John Travolta australiano. La gente diceva spesso che gli assomigliava.
Gli inizi erano stati molto incerti, specie dopo aver fallito gli esami di ammissione a una qualunque delle selettive scuole di recitazione australiane. Era riuscito a ottenere una piccola parte in qualche soap opera, un paio di spot televisivi e un ruolo minore in un film per la TV, ma alla maggior parte delle audizioni gli veniva detto che era troppo muscoloso, e che aveva un aspetto troppo italiano.
Benché non del tutto convinto, alla fine Rico aveva deciso di optare per una carriera dietro la macchina da presa. La produzione e la regia erano diventati la sua nuova ambizione, sia per la televisione sia per l'industria cinematografica australiana in espansione. Si era impratichito come cameraman e tecnico del suono, lavorando per la Fortune Productions, che allora era responsabile dei più popolari programmi televisivi. Guardava, osservava e imparava... finché non aveva deciso