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Segreti svelati: Harmony Collezione
Segreti svelati: Harmony Collezione
Segreti svelati: Harmony Collezione
E-book154 pagine2 ore

Segreti svelati: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Avendo costruito la sua immensa fortuna partendo da zero, Marco Aguilar è riuscito nell'impresa di cancellare ogni traccia del suo passato dalla sua immagine, ma nulla ha potuto fare per spazzare via i ricordi dal proprio cuore, e dalla propria anima. Marco ora può avere tutto ciò che desidera, e il suo prossimo desiderio è la bella e giovane Grace Faulkner. Finanzierà l'orfanotrofio che le sta a cuore, alle sue condizioni...
La vicinanza con Grace, però, farà scoprire a Marco sensazioni sconosciute. Che possa essere lei l'angelo che lo salverà dai suoi demoni?
LinguaItaliano
Data di uscita12 set 2019
ISBN9788830504226
Segreti svelati: Harmony Collezione
Autore

Maggie Cox

Quando non è impegnata a scrivere o a badare ai figli, ama guardare film romantici mangiando cioccolato.

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    Anteprima del libro

    Segreti svelati - Maggie Cox

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    A Devilishly Dark Deal

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2012 Maggie Cox

    Traduzione di Carla Maria De Bello

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2013 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eeBook ISBN 978-88-3050-422-6

    1

    Sollevando la falda dell’ampio cappello, Grace Faulkner si accomodò sulla sedia a sdraio e, con un sospiro, lanciò un’occhiata all’oceano scintillante attraverso i grandi occhiali da sole. Avrebbe soltanto dovuto rilassarsi, ma non era facile quando nello stomaco sentiva svolazzare un’infinità di farfalle.

    C’era un motivo per un simile tormento: a breve avrebbe incontrato uno dei più ricchi e stimati imprenditori della zona e aveva ogni intenzione di convincerlo a diventare il sostenitore dell’orfanotrofio africano che tanto le stava a cuore. E poi, se possibile, avrebbe ottenuto una generosa donazione per la realizzazione di un nuovo edificio. L’attuale, infatti, non avrebbe potuto resistere oltre se supportato soltanto da speranze e preghiere.

    Ciò che aveva aumentato la sua determinazione era stato sentire il proprietario del caffè in cui era seduta confidare a un turista americano come Marco Aguilar sarebbe arrivato in città proprio quel giorno. L’uomo aveva affermato di averlo conosciuto da ragazzo e di essere rimasto colpito da come avesse fatto fortuna pur essendo cresciuto in un orfanotrofio locale.

    Quella rivelazione le era parsa un dono della provvidenza, e certo non se lo sarebbe lasciata scappare. Sapeva di avere solo una minima possibilità di catturare l’attenzione di quell’uomo senza essere prima allontanata a forza da un addetto alla sicurezza. Ma se questo faceva la differenza tra migliorare la vita di quei bambini o tornare in Africa e confessare di aver fallito e di non essere riuscita ad assicurare loro i fondi di cui avevano tanto bisogno, una guardia sembrava davvero un piccolo prezzo da pagare. Avendo constatato di persona lo squallore in cui quegli orfani vivevano ogni giorno, Grace aveva giurato che avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di cambiare una simile realtà.

    Il rumore di un elicottero che atterrava la mise in allerta. Doveva per forza essere lui.

    Avendola vista tanto turbata ed esausta dopo il ritorno dall’Africa, i genitori l’avevano convinta a trascorrere qualche giorno di vacanza nella loro casa in Algarve. Per una volta Grace non aveva opposto resistenza, e ora era felice che fosse stato così perché, subito dopo essere arrivata, aveva scoperto che Marco Aguilar avrebbe raggiunto uno dei suoi esclusivi hotel per un meeting, un hotel situato proprio a due passi da lì. E, se le voci erano esatte, sarebbe arrivato proprio quel giorno. L’elicottero, il primo che fosse arrivato al resort fino ad allora, sicuramente lo confermava.

    Con il cuore palpitante si alzò dalla sdraio in giardino e in fretta tornò in casa, prese una bottiglia d’acqua e la infilò in borsa, riposizionò gli occhiali da sole sul naso, controllò di avere le chiavi e uscì correndo dall’edificio...

    L’elicottero era atterrato in uno spiazzo fra i pini e ora, davanti all’hotel, c’era una serie di macchine nere.

    La facciata moderna dava su un prato verde smeraldo, e su di esso già si affrettavano giornalisti e fotografi. Quando tutti furono scomparsi all’interno dell’hotel, Grace vide una scintillante Jaguar nera fermarsi davanti al prato perfettamente rasato.

    Una robusta guardia dai capelli corti scese dall’auto e aprì la portiera mentre l’uomo, che chiaramente era il suo capo, usciva dal veicolo.

    Considerato il suo fenomenale successo negli affari e l’enigmatica natura che, indiscutibilmente, attraeva ammiratori ovunque, le fotografie di Marco Aguilar erano una caratteristica costante di giornali e riviste in tutto il mondo. E, senza ombra di dubbio, la persona appena arrivata era proprio lui.

    La prima impressione di Grace riguardo a quell’uomo che aveva fatto fortuna nel campo degli sport e dello svago, in particolare con i complessi golfistici come quello, era che la sua presenza fisica fosse notevole quanto la reputazione.

    L’impeccabile completo di lino che indossava enfatizzava alla perfezione il fisico muscoloso, e l’aura di potenza che irradiava dalla punta dei capelli fino a quella dei piedi suggeriva quanto fosse infallibile nello scegliere il meglio di ogni cosa. Notò che i suoi occhi avevano la calda lucentezza del cioccolato eppure, nonostante il bruciante sole mediterraneo, lui appariva freddo come il ghiaccio.

    Aveva la mascella serrata e le labbra tirate... possibile che fosse arrabbiato? Perché, in tal caso, avvicinarlo sarebbe stato ancora più difficile, riconobbe in preda al panico. Poi, respingendo l’agitazione, strinse la borsa e, con nonchalance, si diresse verso l’entrata dell’hotel come fosse lei stessa un’ospite.

    La reputazione di quell’uomo poteva anche essere ostile, ma questo non l’avrebbe fermata. E comunque, ormai, sarebbe stato troppo tardi per tornare indietro.

    «Signor Aguilar!» Quando fu a circa un metro e mezzo da lui sul vialetto rovente lo chiamò per nome. Subito la guardia del corpo mosse la propria minacciosa mole verso di lei per impedirle di avvicinarsi ulteriormente. «Signor Aguilar... La prego, posso avere solo un attimo del suo tempo? Le prometto che non la tratterrò a lungo.»

    «Il signor Aguilar non parla con nessuno della stampa a meno che l’incontro non sia stato preventivamente organizzato.»

    La voce della guardia del corpo si rivelò quasi un ringhio, mentre la raggiungeva per intercettarla fisicamente. Nel momento in cui l’afferrò per le braccia, lei trasalì.

    Il fatto che le avesse messo le mani addosso aveva scatenato la sua indignazione.

    «Come osa afferrarmi in questo modo? Per sua informazione io non sono una giornalista!»

    «Allora non ha motivo di parlare con il signor Aguilar.»

    «Per l’amor del cielo! Le sembra che possa minacciare in qualsiasi modo il suo capo?» Grace non riuscì a trattenere la propria frustrazione. Arrivare tanto vicino all’uomo con cui aveva così disperatamente bisogno di parlare e poi essere allontanata di forza era molto più che deprimente.

    «Lasciala andare, José.»

    L’uomo alle loro spalle lo ammonì perentorio, e il cuore di lei prese a battere ancor più violentemente fra le costole. La guardia del corpo la lasciò andare, e Grace si ritrovò al suo fianco, finalmente faccia a faccia con la propria preda.

    «Se davvero non fa parte di coloro che mi costringono a rispondere a domande sulla mia vita privata per poi romanzarle a beneficio di un pubblico privo di discernimento, cosa vuole esattamente da me, signorina...?»

    L’accento era chiaramente portoghese, ma l’inglese che parlava rasentava la perfezione. L’intensità dello scrutinio di Marco Aguilar per un attimo le tolse il respiro. Quegli occhi color cioccolato e le loro insondabili profondità parvero quasi stregarla.

    «Faulkner» rispose, la voce meno ferma di quanto avesse sperato. «Grace Faulkner. E, giusto per rassicurarla, io non sono interessata alla sua vita privata, signor Aguilar.»

    «Che sollievo!» Il commento risuonò simile a una sardonica frustata. Incrociò le braccia in attesa.

    «Sono qui perché vorrei parlarle di un orfanotrofio in Africa che ha disperatamente bisogno di aiuto... specificatamente di un aiuto economico... per ricostruire il fatiscente edificio che lo ospita e fornire una scuola e un insegnante. Ci sono stata di recente, ed è incredibile come quei poveri bambini vivano... anzi, sopravvivano. All’esterno c’è una fognatura a cielo aperto, e molti di loro sono già morti per aver bevuto acqua contaminata. Siamo nel ventunesimo secolo, per amor del cielo! Siamo così ricchi in Occidente... perché continuiamo a permettere certe cose senza far nulla, senza che ognuno di noi si senta quotidianamente indignato?» gli disse.

    «Ammiro la passione e la dedizione che mostra per la sua causa, signorina Faulkner, ma aiuto finanziariamente già molte associazioni nel mondo. E comunque, le sembra giusto bloccarmi in questo modo quando sto per prendere parte a un incontro per me molto importante?»

    Grace sbatté le palpebre. Correva voce che fosse lì per sovrintendere all’acquisizione dell’ennesimo resort. Era in questo che eccelleva... comprare modeste proprietà e renderle fiorenti, raccogliendone in tal modo i benefici. Se i giornali avevano ragione, i guadagni aiutavano la sua vita da playboy. Ma di quanto altro denaro e potere aveva bisogno quell’uomo per decidere che fosse abbastanza?

    L’indignazione si impossessò della parte migliore di lei. Passandosi le dita fra i capelli biondi che le coprivano la fronte, Grace incrociò lo sguardo di lui senza battere ciglio. «Se mi sembra giusto?» echeggiò adirata. «E lei crede sia giusto che questi bambini muoiano perché manca loro la forma più basilare di igiene o, più importante ancora, l’amore e l’attenzione di una famiglia? Possibile che il suo importantissimo incontro sia più rilevante di questo?»

    In meno di un battito di ciglia Marco Aguilar le si era posizionato davanti. La breve contrazione su un lato della mascella la ammonì che aveva toccato un nervo dolente e, al tempo stesso, il soffocante calore del sole sopra di loro parve amplificare l’effetto ipnotico della sua colonia speziata.

    Sentendosi più che leggermente stordita da quel mix di calore e pura mascolinità, Grace si chiese dove avesse trovato l’audacia - o forse la stupidità - di immaginare, anche se per un istante, che quello fosse il modo giusto per avvicinare un uomo tanto influente. Perché chiaramente non lo era.

    «Mi permetta di darle un consiglio, signorina Faulkner. La prego, non cerchi di far carriera in un campo che richiede estrema diplomazia. E si ritenga fortunata, se ho impedito alla mia guardia del corpo di allontanarla fisicamente dal complesso.» Gli occhi scuri di lui la scrutarono da capo a piedi per poi tornare a incrociare il suo sguardo. «E ora, se vuole scusarmi, ho un incontro a cui presenziare. I miei colleghi possono anche non essere bisognosi quanto i suoi orfani, ma le assicuro che mi mangeranno vivo se non mi presenterò al più presto.»

    «Mi scuso se le sono parsa scortese, signor Aguilar; di certo non volevo offenderla.» Grace si mordicchiò il labbro nel tentativo di tenere sotto controllo le proprie emozioni, ma questo non le impedì di continuare. «Sono venuta qui per una ragione soltanto: i bambini orfani di cui le ho parlato. Sì, mi sono appassionata a questa causa, ma sfido chiunque a non esserlo dopo aver vissuto ciò che io ho sperimentato nelle ultime settimane. Spero davvero che lei potrà aiutarci... soprattutto considerato il fatto che lei stesso è cresciuto in un orfanotrofio.»

    Lui rimase immobile, il viso improvvisamente cereo. «Dove ha sentito una cosa simile?» le chiese con un filo di voce.

    La bocca di Grace si fece improvvisamente asciutta.

    «L’ho sentito proprio l’altro giorno.» Scoprendosi leggermente a disagio e non volendo mettere nei guai il proprietario del caffè, Grace sollevò il mento e affrontò il suo sguardo gelido. «Non è forse vero? Non è vero che lei è orfano, signor Aguilar?»

    Lui espirò profondamente, quasi a farsi forza, quindi scosse la testa confuso.

    «Ha detto di non

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