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La missione dello sceicco: Harmony Collezione
La missione dello sceicco: Harmony Collezione
La missione dello sceicco: Harmony Collezione
E-book152 pagine2 ore

La missione dello sceicco: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Sterling McRae sa perfettamente che ha un'unica possibilità di sottrarre il bambino che porta in grembo al reale destino che lo attende: scappare il più lontano possibile da Rihad al Bakri, potente sceicco.

Rihad ha una sola missione nella vita: trovare e ri-portare a casa, tra le calde dune del deserto, il fi-glio di suo fratello, erede al trono del regno. E per farlo, deve prima rintracciare Sterling McRae.

Quando però Rihad riesce nel suo intento, le cose non vanno come lui aveva preventivato: la bella e audace Sterling riesce infatti a sconvolgere in breve tempo ogni sua certezza.



Miniserie "Una moglie per lo sceicco" - Vol. 1/2
LinguaItaliano
Data di uscita20 dic 2016
ISBN9788858959343
La missione dello sceicco: Harmony Collezione

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    Anteprima del libro

    La missione dello sceicco - Caitlin Crews

    successivo.

    1

    L'ultima volta che aveva dovuto correre per la sua vita, Sterling McRae era un'adolescente con più fegato che buonsenso. Quel giorno, invece, doveva camminare anziché correre, a causa del bambino che aspettava e che doveva proteggere a qualunque costo, ora che Omar era morto, ma il principio rimaneva lo stesso.

    Esci. Vattene. Raggiungi un luogo dove non potranno mai trovarti.

    Almeno questa volta, dopo dodici anni di una vita più saggia di quella di una quindicenne scappata dalla famiglia adottiva a Cedar Rapids, Iowa, non doveva dipendere dagli orari degli autobus Greyhound per fuggire. Questa volta aveva carte di credito illimitate e un SUV a sua disposizione, con tanto di autista che l'avrebbe portata ovunque avesse desiderato.

    Una volta uscita da Manhattan avrebbe dovuto rinunciare a tutto, naturalmente, ma almeno la sua nuova vita sarebbe iniziata con un po' più di stile.

    Grazie, Omar, pensò Sterling. I tacchi che si rifiutava di abbandonare anche in gravidanza avanzata ticchettavano sul pavimento dell'edificio in cui lei e Omar avevano diviso l'attico da quando si erano conosciuti. Un'ondata di dolore minacciò di farle perdere l'equilibrio, ma lei la soffocò con cupa determinazione e strinse i denti, continuando a camminare.

    Non c'era tempo per soffrire. Aveva visto il notiziario del mattino: Rihad al Bakri, il terribile fratello maggiore di Omar e ora sovrano del minuscolo stato sul Golfo Persico da cui Omar era fuggito a diciotto anni, era già arrivato a New York.

    E Sterling era sicura che fosse venuto per lei.

    C'erano buone possibilità che la tenessero già sotto controllo, si ripeté uscendo in fretta dall'ascensore: lo sceicco avrebbe potuto mandare una squadra in avanscoperta a cercarla, anche se la notizia del suo arrivo era stata diffusa solo mezz'ora prima. Quel pensiero spiacevole la costrinse a rallentare, nonostante il cuore a mille, per mantenere almeno una calma apparente, e mentre attraversava l'atrio si impose di sorridere, come se fosse un giorno normale. Non avrebbe onorato Omar se lei o suo figlio fossero caduti nelle grinfie delle stesse persone da cui si era sforzato di fuggire.

    E Sterling aveva un'idea di come i predatori reagivano quando vedevano una preda: più quest'ultima sembrava spaventata, più duro era l'attacco. L'aveva sperimentato sulla sua pelle.

    Quindi cammina. Rilassata.

    Camminava come quando faceva la modella, prima di unirsi a Omar anni prima, come la sensuale e misteriosa amante del playboy internazionale che era stata agli occhi del mondo. Uscì nella luce del mattino di New York, ma non si guardò in giro per assaporare quella città che aveva sempre amato. Non era tempo di addii.

    Non se voleva tenere al sicuro suo figlio.

    Aveva perso Omar, ma non avrebbe perso il bambino.

    La mattina estiva era luminosa e calda, una buona scusa per nascondere il dolore, l'ansia e le lacrime che tratteneva a fatica dietro un paio di enormi occhiali da sole. Impiegò più del previsto a rendersi conto che, anche se il SUV lucido che stava accostando in quella affollata strada nella Upper East Side era di Omar, al volante non c'era l'autista di sempre.

    Appena sceso dal veicolo, l'uomo si era appoggiato alla fiancata del SUV con un atteggiamento quasi regale. La sua attenzione era concentrata sul cellulare che aveva in mano, e il modo in cui scorreva le immagini sullo schermo gli dava un'aria insolente. O forse fu il modo in cui si spostò e sollevò lo sguardo, incrociando il suo con aria di disapprovazione.

    Sterling dovette fermarsi per non inciampare, e questa volta non c'entrava il dolore.

    Perché quello sguardo fu come una carezza, intima e seducente. E la verità era che Sterling non amava essere toccata. Mai. Anche da una carezza che sembrava vera.

    Quell'autista era troppo alto, troppo solido. Troppo vero. Indossava un completo scuro che rendeva quel corpo snello letale. Inoltre aveva folti capelli neri, tagliati corti come a nascondere i riccioli naturali, una pelle ambrata e la bocca più sensuale che Sterling avesse mai visto in un uomo, anche se era serrata. Era, insomma incredibilmente attraente, come una spada d'acciaio temprato dall'impugnatura incastonata di diamanti.

    Sterling però non aveva scelta: sentiva il telefono squillare insistentemente in tasca e sapeva cosa significava.

    Rihad al Bakri, il re in persona, salito al trono qualche anno prima alla morte del padre, alla fine era arrivato a Manhattan, come lei aveva temuto, e ora gli amici di Omar le stavano inviando SMS di avvertimento, o la chiamavano per assicurarsi che fosse consapevole della minaccia imminente. Perché, qualunque cosa fosse avvenuta, il fratello maggiore di Omar non avrebbe dovuto scoprire del bambino.

    Ecco perché si era data da fare per nascondere il fatto di essere incinta. Avrebbe agito come l'ultima volta: una città lontana, un nuovo colore di capelli e un taglio diverso. Un nuovo nome e un nuovo guardaroba. Non era difficile cominciare una nuova vita, era solo difficile attenervisi una volta scelta, perché i fantasmi del passato erano potenti e seducenti, soprattutto quando si era soli.

    Ma Sterling lo aveva già fatto, quando aveva avuto meno motivi per farlo. Ora era spinta da importanti ragioni. E certo non aveva tempo di esaminare quel dannato autista, o chiedersi come mai il primo uomo che attirasse la sua attenzione da anni sembrava non avere simpatia per lei. Non era una bella notizia. Ma forse parlava solo il suo dolore.

    «Dov'è Muhammed?» chiese secca, costringendosi ad avanzare sul marciapiede.

    Il nuovo autista si limitò a fissarla, e avvicinandosi lei rimase colpita dalla linea regale del naso e dagli occhi scuri, resi dorati dalla luce del mattino: Sterling si sentiva senza fiato e non riusciva a capire perché lui sembrasse offeso. Il telefono continuava a vibrarle nella tasca, e lei era sul punto di scoppiare a piangere, così ignorò la bellezza di quell'uomo silenzioso e spalancò la portiera del SUV.

    «Non mi importa dove si trova» sbottò, rispondendo alla propria domanda mentre il panico le cresceva nell'intimo. «Andiamo. Mi dispiace, ma vado di fretta.»

    Lui si appoggiò al finestrino del guidatore, improvvisamente stupito e pensieroso, e la studiò mentre Sterling gettava all'interno il borsone. Non era mai stata una diva, nonostante il denaro che Omar le aveva messo a disposizione, ma quella era una giornata difficile, la fine di una settimana anche peggiore dopo la telefonata in piena notte della polizia francese che le aveva annunciato che Omar era morto in un terribile incidente d'auto fuori Parigi. E non stava usando nessuna delle formalità sociali che aveva appreso, compreso un linguaggio educato.

    Non per un uomo del genere, comunque, che la fissava come se fosse lui a decidere quando e dove andare, e non lei. Qualcosa le scattò nell'intimo: in fondo un autista scontroso era un bersaglio migliore di lei stessa o del terribile fratello di Omar, che poteva apparire da un momento all'altro e distruggere tutto.

    «Come hai avuto questo lavoro?» chiese, riversando la rabbia e la paura sullo sconosciuto di fronte a lei. «Perché non credo tu sia all'altezza. Sai che dovresti aprire la portiera per i passeggeri, vero?»

    «Sì, naturalmente» le rispose lui, e Sterling sussultò per quella voce calda e ironica. «Ho sbagliato. Servire donne americane come lei è il mio unico scopo nella vita.»

    Se lo avesse detto in un altro modo, avrebbe potuto ignorarlo, ma la guardava con un'intensità e una forza appena celate sotto un'apparenza civile. Le fece ricordare di essere una donna. Non solo madre del figlio del suo migliore amico, ma una femmina.

    Il bambino scelse quel momento per scalciare con forza, e Sterling si disse che era quello il motivo per cui non riusciva a respirare. Per quello il suo corpo era teso e dolorante, quasi estraneo.

    «Allora la tua deve essere una vita di forti delusioni» gli replicò appena riprese fiato. «Dato che non sei all'altezza.»

    «Mi scuso» rispose l'autista con voce morbida. «Chiaramente mi sopravvaluto.»

    Poi si raddrizzò, si allungò verso la maniglia della portiera e piegò la testa verso l'interno del SUV, come se fosse la sua auto e le stesse facendo un favore. Immagini impossibili le vorticarono in testa, una più inappropriata e nuda dell'altra. Cosa le prendeva? Sterling non faceva pensieri del genere. Non le piaceva essere toccata, figurarsi poi... quello.

    «Be'...» borbottò rigida. Si sentiva debole e non riusciva a distogliere lo sguardo. «Cerca di non rifarlo.»

    Lo sguardo si fece ancora più intenso, e quella bocca meravigliosa assunse un'espressione cinica.

    «Ma ora dobbiamo muoverci.» Decise di addolcire il tono della voce, come aveva imparato a fare negli anni. Alla fine era diventata un'arte, anche se la vita con Omar l'aveva spinta a credere che non avrebbe più dovuto farlo. Non esiste il lieto fine, si ricordò. Non per te. «La strada è lunga e sono già in ritardo.»

    «Certamente» le replicò l'uomo. «Salga. Odierei l'idea di averle causato problemi.»

    Poi le prese la mano per aiutarla a salire.

    E furono fuochi d'artificio.

    Pura follia.

    Una miriade di sensazioni la percorse, avvolgendola. Facendo sparire la città. Facendole dimenticare la propria storia come se non fosse mai avvenuta. Facendole desiderare...

    Avrebbe dovuto sottrarre la mano, come faceva sempre quando qualcuno la toccava senza permesso, ma per la prima volta Sterling voleva continuare a toccarlo.

    «Non posso servirla se non sale in auto» disse l'autista dopo un attimo, socchiudendo gli occhi. «E sarebbe una tragedia, no?»

    Sterling non riusciva a respirare: non era panico. Era una sensazione più profonda. Più intensa.

    Cambiava la vita.

    Ma l'unica cosa a cui riusciva a pensare ora era il suo bambino, così si liberò per quanto possibile di quelle sensazioni e cercò di salire in auto e di allontanarsi da lui prima che le gambe cedessero.

    O prima di fare qualcosa di cui si sarebbe pentita.

    C'era una serie di cose che Rihad al Bakri, sceicco e sovrano del regno del Bakri, non comprendeva.

    Come aveva fatto il fratello defunto a non informarlo di aver messo incinta la sua amante, e anche da tempo, a giudicare dal suo stato? Com'era riuscita quella delicata donna americana a eludere le sue guardie di sicurezza e ad andare in giro per la città come se fosse ancora su quelle passarelle che frequentava da adolescente? Ed era anche abbastanza arrogante da chiedersi come potesse averlo scambiato, lui, lo sceicco, per un autista in uniforme.

    Per non parlare del suo infinito dolore per la scomparsa di suo fratello, che dopo aver perso molti anni della sua vita a corteggiare quella donna, era sparito nello spazio di una sera.

    Rihad non riusciva ad accettarlo.

    Ma tutto questo svanì quando lui le prese la mano con il solo intento di aiutarla a salire nel SUV, come avrebbe fatto qualunque altro dignitoso servitore.

    La mano di lei era delicata e insieme forte, e questo a Rihad non piaceva. Né gli piaceva il modo in cui la bocca si serrava nel guardarlo, come se stringesse le labbra per celarne il tremore.

    I capelli biondi, pur spettinati e

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