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Baci tentatori: Harmony Destiny
Baci tentatori: Harmony Destiny
Baci tentatori: Harmony Destiny
E-book145 pagine1 ora

Baci tentatori: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

Per inseguire il padre James, ladro di gioielli per hobby, e controllare che non si sia rimesso nei guai la bella Claire parte alla volta di un'incantevole isola caraibica. Ma, invece dello scapestrato genitore, incontra l'affascinante Luke Dalton, misterioso e intrigante quanto basta per attirare la sua attenzione e far breccia nel suo cuore. Il primo sguardo è fatale anche per lui, che inizia a corteggiarla e a non perderla più di vista. E se il suo interesse non fosse sincero? Certo il fatto di scoprire che è un agente dei servizi segreti...
LinguaItaliano
Data di uscita9 giu 2017
ISBN9788858967256
Baci tentatori: Harmony Destiny

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    Anteprima del libro

    Baci tentatori - Debra Carroll

    successivo.

    1

    Claire affrettò il passo, attraversando la hall del Rangoon House Hotel.

    Si fermò per prendere fiato e ne approfittò per scrutare con ansia il lussureggiante giardino inondato di sole che si stendeva all'interno dell'albergo.

    Doveva trovare James. Qualunque fosse il prezzo di quella ricerca, doveva scovarlo prima che lui si ritrovasse in prigione o, peggio, che venisse ucciso.

    Non sarebbe stato un compito facile. I cinque chilometri quadrati dell'isola appartenevano tutti all'immenso complesso alberghiero. Gli ospiti potevano scegliere se soggiornare nelle lussuose camere oppure nei più appartati bungalow, disseminati nella vegetazione tropicale, il che rendeva ancora più ardua l'impresa di Claire.

    Alcuni turisti sostavano davanti al bancone della reception, mentre altri si perdevano nel via vai che animava la hall, ostentando con noncuranza i simboli del loro benessere economico.

    D'altro canto, James non aveva scelto a caso il terreno di caccia per il grande rientro: come al solito, aveva mirato al meglio.

    Claire era partita per le isole Grenadines senza pensare troppo a come avrebbe potuto rintracciare un uomo in mezzo a più di cinquecento villeggianti. E, per giunta, si trattava di un uomo che non voleva essere scovato.

    Si sentì sospingere e, per un attimo, credette di perdere l'equilibrio.

    «Mi dispiace, sono stato sbadato. Spero che non si sia fatta male» si scusò una voce maschile molto profonda. osservare

    Claire alzò lo sguardo e notò negli occhi che la scrutavano con curiosità, una profondità inconsueta. Erano del colore dei ghiacci artici, evidenziati da folte sopracciglia scure dal taglio arcuato, che conferiva allo sguardo un tocco sottilmente satanico. Claire si sentì turbata.

    «No... no, sto bene. Non avrei dovuto fermarmi all'improvviso.»

    L'uomo era alto e bruno, l'unica nota che spiccava in quella figura scura era lo scintillio di quei suoi occhi che come diamanti erano incastonati in un volto dai lineamenti squadrati, l'espressione sicura e forte.

    «Al contrario, io non stavo guardando dove andavo. Altrimenti l'avrei di certo notata» rimarcò lui, con un lieve sorriso, i denti bianchissimi, mentre con lo sguardo indugiava sulla figura di Claire. Un campanello d'allarme suonò dentro di lei. L'istinto le suggeriva che, con quegli occhi, lui era in grado di scoprire molte cose sul suo conto. E l'esperienza le suggeriva di fuggire lontano da quell'estraneo. Era proprio il tipo d'uomo che avrebbe provocato solo guai con la g maiuscola: un uomo come James.

    «Non si preoccupi, è tutto a posto» lo rassicurò, sforzandosi di sorridere.

    «Ne è sicura?» insistette lui, corrugando leggermente la fronte mentre la osservava.

    «Sicurissima, grazie. E ora mi scusi, ma devo andare.»

    Attraversò il giardino soleggiato, dirigendosi verso la reception, contenta di essere riuscita ad allontanarsi da quell'estraneo. C'era qualcosa in lui che la turbava, qualcosa di molto intenso...

    «Buongiorno, signora. Posso esserle d'aiuto?» la salutò il giovane dietro al bancone con un gentile sorriso.

    «Dovrebbe esserci una prenotazione a nome Claire Sterling.»

    «Certo, signora Sterling.»

    Mentre l'uomo della reception provvedeva a registrare il suo nome, Claire estrasse la carta di credito dalla borsa e la posò sul lucido bancone di legno. E, all'improvviso, alle sue spalle risuonò quella voce ormai familiare.

    «Vorrei inviare un fax, per cortesia.»

    Claire si voltò per ritrovarsi davanti allo sconosciuto con cui si era scontrata poco prima. Soffermò lo sguardo sui leggeri pantaloni color sabbia che si appoggiavano morbidi sui suoi fianchi, sulla camicia a maniche corte da cui trasparivano le forti e ampie spalle e indugiò poi sul suo volto che pareva intagliato nel marmo. Nonostante lui stesse scribacchiando qualcosa su un foglio, Claire ebbe la sensazione che la sua attenzione fosse incentrata su di lei.

    Infastidita, tornò a rivolgersi all'uomo della reception. Era assurdo che si sentisse in dovere di nascondersi agli occhi degli altri, ma non riusciva a liberarsi da quel senso di colpa che le derivava, in realtà, dalle colpe di James. Non resistette alla tentazione di lanciare un'ultima occhiata all'uomo dietro di lei, e lo fece proprio nel momento in cui anche lui aveva sollevato lo sguardo. Il cuore che batteva forte, Claire abbassò gli occhi. Aveva la sensazione che lui le avesse lanciato uno sguardo duro, quasi intimidatorio.

    Il terrore che tutti i suoi piani potessero andare in fumo la assalì. Chiuse gli occhi per concentrarsi meglio sul da farsi e dare una spiegazione a ciò che le stava succedendo. Forse quell'uomo stava solo cercando di abbordarla. Questa idea le diede un profondo senso di sollievo. In circostanze normali, si sarebbe sentita infastidita, ma quella non era esattamente una circostanza normale.

    Ancora una volta osservò l'uomo, ma con maggior controllo di sé, nella speranza di riuscire a trasmettergli il chiaro messaggio che non era interessata a nessun tipo di approccio. Ma lui, per tutta risposta, le sorrise e annuì con il capo.

    Claire si sentì attraversare da un brivido e si girò di scatto.

    «Potrebbe per cortesia dirmi se ha una prenotazione anche a nome di James Sterling?» chiese al ragazzo dell'albergo in un sussurro.

    Questi controllò le prenotazioni sullo schermo del computer. «Mi dispiace, ma non mi risulta.»

    Naturalmente, si disse Claire. Quel diavolo di un uomo, di certo, viaggiava sotto falso nome.

    Guardò l'orologio. Erano le sei e aveva tutto il tempo per disfare i bagagli e prepararsi per la cena. James non avrebbe certo perso l'occasione di una cena a cinque stelle e lei era sicura che l'avrebbe scovato nel sofisticato ristorante dell'albergo. Ciò che contava di più, comunque, era trovarlo prima che lui si mettesse all'opera.

    «Ecco fatto» il ragazzo della reception interruppe i suoi pensieri, porgendole le chiavi. «Le auguro una buona vacanza.»

    «Grazie.»

    Dirigendosi verso l'ascensore, Claire dovette passare accanto a quell'estraneo che, in così poco tempo, era riuscito a turbarla. Si rese conto di provare un lieve tremore e questo la infastidì: era sempre stata in grado di tenere a bada gli importuni.

    Si concentrò sui volti dei turisti che si aggiravano per la hall, nella speranza di intravedere James. Era di importanza vitale trovarlo al più presto: quindi doveva mantenere il sangue freddo e la mente sgombra da qualunque distrazione.

    Claire si slacciò i primi bottoni della camicia di cotone bianco. Era partita da Toronto otto ore prima, in una fredda e umida mattina di febbraio. Ora, si trovava sulla terrazza di una lussuosa camera con vista sul giardino sottostante, dove sentieri in pietra si perdevano nella lussureggiante vegetazione tropicale. In lontananza, si scorgeva il biancore della spiaggia e il luccichio dell'oceano.

    Giungevano sino a lei gli schiamazzi dei bagnanti sul bordo della piscina, mentre in sottofondo si alzavano le note di Banana Boat. Claire era accecata dall'intensa luce del cielo azzurro, mentre il calore del sole tropicale quasi le toglieva il respiro.

    Stava forse sognando? Quello scenario era per lei irreale, come un sogno che fosse divenuto all'improvviso realtà. Ma non si trovava in quel luogo per sognare. Passandosi una mano tra i capelli, li sollevò dalla nuca imperlata di sudore. Aveva bisogno di una bella doccia che le ristorasse il corpo e la mente. Proprio mentre rientrava nella stanza, che l'aria condizionata rendeva più fresca, qualcuno bussò alla porta. Era forse James? Albert gli aveva rivelato che lei lo stava cercando? Claire corse alla porta e la spalancò. Il sorriso le morì sulle labbra quando vide davanti a sé quel paio di occhi di ghiaccio che ormai conosceva bene.

    «Lei!» esclamò esasperata.

    «Sì, proprio io» le confermò lui, lasciando indugiare lo sguardo sulle labbra di Claire per poi farlo scorrere lungo tutto il suo corpo.

    Con i capelli biondi scompigliati e la pelle accaldata, Claire aveva l'aria di essersi appena alzata dal letto dopo un intero pomeriggio d'amore. Molto sexy, pensò lui. Ma, senza dubbio, anche questo faceva parte dei piani di quella donna.

    «C'è qualcosa che posso fare per lei?» domandò Claire secca.

    «Direi che è vero il contrario: io posso fare molto per lei» replicò lo sconosciuto.

    «Senta, sono sicura che qui intorno ci sono tante altre donne che sarebbero felici di vivere una romantica avventura. Ma io non sono una di quelle, quindi la prego di andarsene e di lasciarmi in pace.»

    «È sempre così presuntuosa?»

    Lei sgranò gli occhi. «Scusi?»

    «È proprio sicura di sapere il motivo per cui mi trovo qui?» Lentamente, l'uomo estrasse un passaporto canadese dalla tasca dei pantaloni e lo aprì. «Claire Sterling?»

    La osservò in volto, poi abbassò lo sguardo sul documento. «Molte persone hanno un aspetto orribile nelle foto tessera, ma non è il suo caso.» La verità era che quella donna molto difficilmente sarebbe potuta apparire poco attraente. Era bella, e ciò spiegava perché si sentisse tanto sicura di sé. Il fatto poi che si trattasse di una ladra spiegava tutto il resto.

    «Ma è il mio passaporto!» esclamò lei, strappandoglielo dalle mani. I suoi occhioni azzurri si levarono su di lui, adombrati dal sospetto. «Come ha fatto a impossessarsene?»

    Invece di risponderle subito, l'uomo si strofinò il mento con aria meditabonda. «Claire Sterling... Claire... » ripeté tra sé e sé. Le labbra della donna, rosee e delicate, si strinsero in una smorfia e il suo volto delicato impallidì. Sembrava un angelo. Ma lui sapeva che non lo era affatto. «Ti dà un'idea di chiarezza, pulizia, ingenuità. È impressionante come i nomi possano trarre in inganno, vero?»

    «Non ci ho mai pensato. E, se permette, ora avrei altro da fare.»

    «Non mi ringrazia?»

    «Per che cosa?»

    «Le ho restituito il passaporto.»

    «Probabilmente me lo aveva sottratto di proposito!» replicò lei con sdegno. «E ora, se non le dispiace, desidero disfare i miei bagagli!»

    «Ci vediamo dopo.»

    «Ne dubito.»

    «Non dovrebbe mai dubitare di ciò che dico io.» Lui le sorrise, conferendo alle proprie parole un suono deliberatamente minaccioso. Per tutta risposta, Claire gli chiuse la porta in faccia. Lui rimase davanti alla porta ancora per qualche istante, soddisfatto della propria opera. L'aveva messa in guardia e ciò, per il momento, era sufficiente.

    «Ci rivedremo, Claire Sterling» mormorò tra sé allontanandosi. «Sono sicuro che ci vedremo molto spesso.» Scosse la testa e pensò che, in certi momenti, odiava davvero il proprio lavoro.

    Claire fece il suo ingresso nella lussuosa

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