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Un Natale tra le sue braccia: Harmony Collezione
Un Natale tra le sue braccia: Harmony Collezione
Un Natale tra le sue braccia: Harmony Collezione
E-book160 pagine2 ore

Un Natale tra le sue braccia: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Un regalo di Natale che non potrà rifiutare.

Niccolò De Conti ha tutto quello che un uomo desidera: donne, automobili di lusso e un vero e proprio impero economico. Ma l'inaspettato incontro con Alannah Collins, dopo tanti anni di lontananza, ha risvegliato in lui sensazioni e desideri sopiti e mai soddisfatti. Le darà un lavoro, la sedurrà e se la leverà dalla testa una volta per tutte!

Alannah sa bene quanto pericoloso sia lavorare a stretto contatto con Niccolò, ma sarebbe folle da parte sua rifiutare l'offerta che le è appena stata avanzata. Con Niccolò deciso a conquistarla, però, ogni sua difesa è minacciata.

LinguaItaliano
Data di uscita20 gen 2016
ISBN9788858944295
Un Natale tra le sue braccia: Harmony Collezione
Autore

Sharon Kendrick

Autrice inglese, ama le giornate simili ai romanzi che scrive, cioè ricche di colpi di scena.

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    Anteprima del libro

    Un Natale tra le sue braccia - Sharon Kendrick

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Christmas in Da Conti’s Bed

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2014 Sharon Kendrick

    Traduzione di Valentina Lucia Ruggiero

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2015 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5894-429-5

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    Niccolò De Conti odiava il matrimonio, il Natale e l’amore, ma soprattutto s’infuriava quando le persone non facevano quello che lui voleva.

    Uno strano senso di frustrazione gli fece trattenere a stento un’imprecazione mentre camminava nella grande suite del suo hotel di New York. Fuori grattacieli e stelle brillavano nel cielo color indaco, sebbene non fossero tanto luminosi quanto le luci natalizie che già adornavano la città.

    Niccolò era estraneo all’atmosfera di festa, o meglio a quell’odiato periodo dell’anno. L’unica cosa a cui riusciva a pensare era sua sorella e si domandava perché fosse diventata così disobbediente.

    «Non voglio che una qualunque volgare modella» cominciò, «ricordata solo perché ha posato in topless su una rivista ti faccia da damigella. Ho lavorato duramente per regalare un certo livello di rispettabilità alla tua vita, Michela. Capisci che cosa intendo? E non permetterò che tutto questo venga spazzato via in un secondo.»

    Dal lato opposto della suite, l’espressione di Michela rimase immutata mentre lo fissava. «Ma non puoi impedirmi di avere lei, Niccolò» disse con caparbietà. «La sposa sono io e faccio quello che mi pare.»

    «Lo pensi davvero?» A quelle parole le sue labbra divennero sottili e sentì montare la rabbia dentro di sé. «Potrei rifiutarmi di pagare questo matrimonio, tanto per cominciare.»

    «L’uomo che sto per sposare è ricco abbastanza da poterne sostenere i costi, qualora tu volessi prendere una decisione così drastica...» Michela esitò. «Anche se dubito tu voglia che tutti sappiano che Niccolò De Conti si è rifiutato di sostenere le spese del matrimonio della sua unica sorella solo perché disapprova la scelta della damigella d’onore. Non sarebbe di certo una buona mossa, nemmeno per un uomo all’antica come te, dico bene?»

    Niccolò strinse le mani a pugno, desiderando un sacco da boxe contro il quale poter sfogare la rabbia crescente. In genere riusciva a esprimere qualunque pensiero senza sforzo, non era abituato a dover ricercare a fatica le parole giuste. Senza contare che quella mina vagante di Alannah Collins era lì e avrebbe dovuto affrontarla.

    La sua bocca si contrasse in una smorfia quando pensò a sua sorella e ai sacrifici che aveva fatto per lei. Troppo a lungo aveva combattuto per l’unità della famiglia e non era preparato a perdere il controllo a causa sua proprio adesso. Le vecchie abitudini erano dure a morire. Aveva affrontato la vergogna e la rovina, e aveva vinto.

    Aveva protetto Michela con tutte le sue forze e adesso lei stava per sposarsi, cosa che l’avrebbe tenuta al sicuro per il resto della sua vita. L’attento esame dei potenziali pretendenti da lui condotto si era dimostrato proficuo, tanto che adesso la sorella era in procinto di accasarsi con il rampollo di una delle più potenti famiglie italoamericane di New York. Avrebbe avuto quell’aria casta che lui aveva sempre desiderato per lei e niente avrebbe potuto rovinare quel momento.

    Niente e nessuno.

    Specialmente Alannah Collins.

    Il solo pensiero di lei accese in Niccolò un desiderio così forte da fargli quasi perdere il suo proverbiale autocontrollo. Una potente combinazione di desiderio e rimpianto prese il sopravvento, ma Niccolò riuscì a controllarsi, facendo prevalere il sentimento preponderante. La rabbia. «Non posso credere che abbia avuto il coraggio di venire qui...» borbottò.

    «L’ho invitata io.»

    «Ero convinto che non la vedessi più da quando ti ho tolta da quella pessima scuola.»

    Michela esitò. «In realtà... be’, siamo rimaste in contatto negli anni» mormorò, «ci siamo scritte via mail e sentite al telefono. Ci vedevamo quando io mi trovavo in Inghilterra. L’anno scorso poi lei è venuta a New York, abbiamo fatto un viaggio alle isole Keys ed è stato come ai vecchi tempi. Era la mia migliore amica a scuola, Niccolò, ci conosciamo da una vita.»

    «E perché non mi hai detto niente prima?» chiese. «Mantieni un’amicizia segreta e poi mi sbatti tutto in faccia alla vigilia del tuo matrimonio? Non hai considerato quanto possa essere sconveniente avere qualcuno di così noto, come questa esibizionista da quattro soldi, al tuo matrimonio?»

    Michela si portò le mani alle tempie. «Ti sorprende il fatto che non ti abbia detto niente, quando poi reagisci in questo modo?»

    «Che cosa ne pensa Lucas di questa tua amicizia?» le domandò lui.

    «È successo secoli fa. È preistoria ormai, Niccolò. Quasi nessuno negli Stati Uniti ha mai sentito parlare dello Stacked, è chiuso da anni. E sì, so anche che il video originale è stato messo su YouTube

    «Cosa?» esplose lui.

    «Ma è abbastanza insulso per gli standard attuali» aggiunse Michela prontamente. «Se lo paragoni ai video musicali di oggi, può andar bene solo per l’asilo! E comunque Alannah non fa più quella roba. L’hai completamente fraintesa, Niccolò, lei è...»

    «È una sgualdrina!» urlò lui. Il suo accento siciliano divenne più pronunciato e la sua ira riemerse. «Una precoce, piccola sgualdrina a cui non dovrebbe essere permesso di avvicinarsi alle persone per bene. Quando ti ficcherai in testa, Michela, che Alannah Collins è una...»

    «Ops...» Una voce si insinuò tutt’a un tratto fra quelle parole rabbiose.

    Niccolò si voltò e vide una donna entrare nella stanza senza nemmeno preoccuparsi di bussare. All’improvviso, dimenticò quello che stava dicendo, e se qualcuno gli avesse chiesto il suo nome avrebbe addirittura avuto qualche problema a ricordarselo. Sulle prime quasi non la riconobbe. Nei suoi ricordi infatti indossava sempre ben poco, mentre la donna che gli stava di fronte aveva a malapena un centimetro di pelle scoperta.

    Fu il suono di quella voce naturalmente passionale a risvegliare la sua memoria e soprattutto il suo desiderio. I suoi occhi non ci misero molto a riabituarsi alle curve di quel corpo magnifico, riconoscendo la sensualità che sprigionavano in modo così tangibile.

    Alannah indossava un paio di jeans e un maglioncino bianco a collo alto, ma quell’abbigliamento castigato non poteva celare le sue curve accattivanti.

    Lunghi e folti capelli corvini le ricadevano lucenti sulle spalle e occhi del colore del mare lo studiavano con una punta di sarcasmo. Niccolò deglutì a fatica. Aveva scordato la sua pelle candida e le sue labbra rosee. Si era dimenticato di come quella ragazza per metà irlandese e senza padre riusciva a insinuarsi fin sotto la sua pelle.

    Quando lei si mosse poté scorgere il bagliore proveniente da un piccolo drago blu che aveva al collo, in perfetta sintonia con il colore dei suoi occhi. E benché la disprezzasse, non poteva fare nulla per l’improvviso desiderio che si stava impossessando del suo corpo.

    La sola vista di quella ragazza gli faceva venire in mente pensieri che avrebbe preferito evitare.

    «Pronunciavate il mio nome invano?» domandò lei con leggerezza. «Preferite che esca poi rientri come se niente fosse?»

    «Sentiti pure libera di uscire» rispose lui freddamente, «ma risparmiaci la parte in cui poi rientri.»

    Lei sollevò la testa, facendo ricadere i capelli scuri dietro le spalle come una magnifica cascata e gli sorrise con distacco. «Vedo che non hai perso il tuo fascino, Niccolò» osservò acidamente, «avevo dimenticato la tua capacità di dare alla parola insulto un significato tutto nuovo.»

    Niccolò sentì il sangue pulsargli alle tempie e all’altezza dell’inguine, dove la sua virilità cresceva di pari passo con il desiderio. Avrebbe voluto scacciare a forza di baci quelle parole dalle sue labbra insolenti poi farsi strada dentro di lei fino a farle urlare il suo nome, ancora e ancora.

    Dannata lei e dannata la sua morale, e ancora dannate le sue curve sensuali che avrebbero potuto portare un uomo adulto a strisciare su vetri infranti solo per poterle accarezzare!

    «Perdonami» borbottò lui, «ma così vestita per un attimo non ti ho riconosciuta.» Scorse un velo di tristezza calare sul volto di lei e una primitiva e intensa sensazione di piacere lo pervase al pensiero di averla ferita. Esattamente come lei aveva ferito la sua famiglia, mettendo a rischio il loro buon nome.

    Ma lei mutò subito la sua espressione in un sorriso luminoso. «Non sono qui per rispondere a questo genere di bassezze» ribatté, rivolgendosi poi a Michela. «Sei pronta per la prova dell’abito?»

    Quest’ultima annuì, ma i suoi occhi continuavano nervosamente a fissare Niccolò. «Vorrei che voi due vi comportaste in maniera civile, almeno fino a dopo il matrimonio. Potete farlo per me? Poi non sarete costretti a vedervi mai più...»

    Niccolò incontrò lo sguardo di Alannah e il pensiero di lei in un abito da damigella gli fece ribollire il sangue. Come poteva non rendersi conto dell’ipocrisia che c’era nel voler giocare il ruolo della piccola innocente dai grandi occhioni in un’occasione importante come quella? Come poteva non capire che sarebbe stato molto meglio per lei confondersi tra la folla piuttosto che interpretare una parte così di rilievo?

    Pensava ai nonni del futuro sposo, persone ricche e influenti, e alla loro reazione nel momento in cui avessero realizzato che quella era la stessa ragazza che si accarezzava i capezzoli indossando un completino succinto in quelle vecchie foto. La sua bocca si seccò. Come poteva convincerla del fatto che era una persona non gradita?

    Rivolse un veloce sorriso a sua sorella. «Perché non ci lasci scambiare due parole in privato, sorellina, per capire se riusciamo a trovare un compromesso che vada bene per tutti?»

    Michela rivolse uno sguardo interrogativo all’amica, ma Alannah annuì.

    «Va tutto bene, non devi preoccuparti di lasciarmi sola con tuo fratello, sono sicura che non morde.»

    Niccolò si irrigidì quando Michela lasciò la stanza e il suo desiderio cominciò a riemergere prepotentemente. Si domandò se Alannah avesse detto quella frase con l’intenzione di provocarlo. In effetti, avrebbe davvero voluto morderla.

    Avrebbe voluto affondare i denti in quel collo esile e assaporare quella carne delicata.

    «Forza, Niccolò» cominciò lei a quel punto con noncuranza, «fai del tuo peggio. Butta fuori tutto quello che hai dentro e togliamoci il pensiero una volta per tutte, così tua sorella potrà finalmente avere il matrimonio che si merita.»

    «Perlomeno siamo d’accordo su una cosa» replicò lui. «Mia sorella si merita un matrimonio perfetto e che non coinvolga una donna che attirerebbe su di sé tutta l’attenzione. Sei sempre stata una ribelle, persino prima di decidere di spogliarti davanti a una macchina fotografica. Sarebbe inaccettabile se gli invitati passassero il tempo a immaginare la damigella d’onore nuda, invece

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