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L erede nascosto: Harmony Collezione
L erede nascosto: Harmony Collezione
L erede nascosto: Harmony Collezione
E-book169 pagine2 ore

L erede nascosto: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Enzo Cardinali, amministratore delegato di una società milionaria, si trova alla festa di Harry St George per parlare di affari quando la sua attenzione viene catturata da un bambino che fa irruzione nella sala, seguito da una bellissima, giovane donna. Il ragazzino ha gli stessi occhi dorati che appartengono alla sua famiglia da generazioni, mentre la ragazza che lo ha rincorso ha i lineamenti delicati e inconfondibili della donna con cui ha trascorso due giorni di intensa passione quattro anni prima. La stessa che lo ha lasciato senza una spiegazione e che ora è la signora St George. Matilda potrà anche essere la moglie di Harry, ma il piccolo - Enzo ne è sicuro - è suo figlio. E una cosa è certa: tornerà a casa con lui!
LinguaItaliano
Data di uscita20 mag 2020
ISBN9788830514409
L erede nascosto: Harmony Collezione

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    Anteprima del libro

    L erede nascosto - Jackie Ashenden

    successivo.

    1

    Enzo Cardinali non era sicuramente un amante delle feste e delle riunioni conviviali. Erano, a suo parere, solo un pretesto per perdere tempo, parlando di banalità, bevendo troppo e superando spesso i confini della maleducazione.

    Tutte cose che detestava.

    Si trovava in un angolo dell'elegante salotto di Henry St George e rigirava lo stesso bicchiere di scotch che teneva tra le mani da un'ora, osservando le persone che ridevano per ogni minima sciocchezza. Si sentiva spazientito e irritabile.

    Aveva la sensazione che il party al quale era stato invitato durasse da un'eternità e ne aveva abbastanza.

    Non sopportava le attese, ma sembrava che al momento non potesse fare altro. Enzo non conosceva la pazienza e nonostante suo fratello Daniele lo avesse esortato diverse volte a coltivarne un po', lui non riusciva a trovare un solo motivo per farlo.

    Non era venuto al mondo per mettere gli altri a proprio agio e se non potevano tenere il passo con lui, era solo un problema loro.

    Avrebbe dovuto occuparsi Daniele di quel particolare affare, in Inghilterra, ma all'ultimo minuto Enzo aveva deciso che era troppo importante e che doveva gestirlo di persona. Così, adesso si trovava invischiato in un festoso weekend, nella sontuosa villa di St George, nel bel mezzo delle Cotswolds.

    St George era un ricchissimo industriale, con una vera passione per le feste vecchio stile, durante le quali trattava gran parte dei suoi affari. Un modo di gestire le cose che Enzo non condivideva, ma si era imposto di sopportare, perché St George possedeva, tra l'altro, un'isola al largo della costa di Napoli, su cui lui voleva disperatamente mettere le mani.

    Quella tortura non era stata del tutto inutile. Era anche quasi riuscito a convincere il padrone di casa a vendergli l'isola. Adesso dovevano soltanto stabilire le condizioni, ma aveva la netta sensazione che, per qualche motivo, St George stesse temporeggiando. A lui interessava solo firmare il contratto, prima della fine di quel maledetto weekend.

    Enzo vide, al lato opposto della grande stanza, la testa bianca di St George, china ad ascoltare una donna, al suo fianco. Chiaramente era un padrone di casa molto amato e popolare, tra gli esponenti dell'alta società, che ambivano ricevere i suoi inviti.

    Si spostò nervosamente di qualche passo. Stava aspettando il momento opportuno per raggiungere St George e presentargli l'offerta finale, ma l'uomo era sempre accerchiato dai suoi ospiti.

    Daniele gli aveva raccomandato di essere gentile e diplomatico, ma suo fratello poteva anche andare all'inferno. Lui voleva quell'isola, e basta!

    L'Isola Sacra. Era la più vicina all'isola Monte Santa Maria, il piccolo regno indipendente nel mar Tirreno, che un tempo era stato la sua casa. Prima che il re, suo padre, esagerasse con i suoi giochi di potere e i suoi eccessi. Aveva esacerbato così tanto gli animi, che alla fine il parlamento del paese aveva deciso di averne abbastanza di regalità. Era stata dichiarata la repubblica e la famiglia reale era stata cortesemente invitata ad andarsene per sempre.

    Dopo aver lasciato Monte Santa Maria, i Cardinali si erano trasferiti a Milano, ma Enzo, che all'epoca aveva quindici anni, non si era mai più sentito a casa.

    Un tempo, era stato erede di un regno. Ora, non aveva niente.

    Be', non proprio niente. Aveva creato dal nulla una multinazionale, che operava nel campo immobiliare ad altissimo livello e in diversi altri settori, ma per lui non era la stessa cosa.

    Voleva una casa. Era consapevole di non poter tornare nella sua terra, ma almeno sperava di riuscire ad avvicinarsi il più possibile.

    Il vociare e le risate degli ospiti lo irritavano.

    St George stava ancora parlando con quella donna. Decise che, se non avesse finito entro un paio di minuti, si sarebbe avvicinato e gli avrebbe lanciato pubblicamente la sua offerta, in barba all'etichetta!

    Non era più il quindicenne, rannicchiato in un appartamentino, a Milano. Era l'amministratore delegato di una società da milioni di dollari, con uffici sparsi in tutto il mondo.

    Forse non regnava su un paese, ma per quanto riguardava il mondo degli affari, era ancora un re.

    All'improvviso, si aprì una porta all'altro capo della sala, catturando la sua attenzione. Un bambino, che poteva avere quattro o cinque anni, entrò in salotto e cominciò a guardarsi intorno, con gli occhi spalancati.

    Enzo lo osservò attentamente. Cosa ci faceva in giro a quell'ora? Erano quasi le undici.

    Il bimbo fece qualche passo incerto nella stanza. Indossava un pigiama blu e aveva i capelli neri scompigliati. C'era qualcosa di familiare in lui. Qualcosa che Enzo non riusciva a mettere a fuoco.

    Doveva essere il figlio di St George. Una bella sorpresa, a quasi sessant'anni. Quasi cinque anni prima, aveva sposato una donna che aveva circa la metà dei suoi anni. La gravidanza della moglie, subito dopo le nozze, aveva suscitato molto clamore. Enzo non era mai stato interessato ai pettegolezzi. Chissà perché gli era tornato in mente quel particolare.

    Comunque, c'era qualcosa di strano in quel bambino, che continuava a scrutare intorno, con gli occhi spalancati. Gli occhi! Avevano un colore particolare. Oro. Quel dettaglio attirò ancora di più la sua attenzione. Non c'erano molte persone con gli occhi di quel colore. Infatti ne conosceva solo due: suo padre e lui stesso. Gli occhi dorati erano una caratteristica della famiglia Cardinali e a Monte Santa Maria erano considerati un segno di regalità. Strano che anche quel bambino li avesse. Una curiosa coincidenza.

    La porta si spalancò e apparve un'altra figura, in piedi sulla soglia. Una donna che indossava un semplice paio di jeans e una maglietta blu scuro. I suoi capelli, legati disordinatamente sulla testa, erano rossi come il fuoco.

    La sensazione di familiarità raddoppiò di colpo.

    Quei capelli sparsi sul suo petto, morbidi come seta, mentre lui vi passava le dita. Quella bocca rossa e calda, che aveva baciato...

    La donna si guardò intorno ed Enzo riuscì a vedere il suo viso. Fronte alta, naso piccolo, mento appuntito... Lentiggini sugli zigomi ben disegnati. Lentiggini che si erano accentuate, al sole dei Caraibi. Lentiggini sparse come polvere d'oro, tra le curve sensuali dei suoi seni, che lui aveva baciato a una a una.

    Non può essere!

    Lei diede un altro sguardo alla stanza e poi, inevitabile come il sorgere del sole, finì per fissare su di lui gli occhi di un grigio puro e trasparente, come quello del ghiaccio, che smentivano la sua natura passionale.

    Una passione che Enzo aveva sperimentato per due giorni, finché svegliandosi la terza mattina, non si era accorto che lei era sparita.

    Cinque anni prima, nel nuovo resort di suo fratello, su un'isola caraibica, aveva incontrato una donna con i capelli rossi e le lentiggini, che lo aveva trasformato dentro. Che gli aveva fatto dimenticare, solo per un paio di giorni, il costante dolore che portava nel cuore, per ciò che aveva perso.

    E che lo aveva lasciato senza nemmeno un saluto.

    Quando incontrò il suo sguardo, la donna spalancò gli occhi, sconvolta. Enzo capì in quell'istante che, sì, era proprio lei.

    Pensava di averla dimenticata, ma mentre lo fissava, sgomenta, capì di aver mentito a se stesso.

    Non l'aveva dimenticata. Non aveva dimenticato la passione che li aveva uniti e la rabbia che aveva provato, due giorni dopo, scoprendo di averla persa.

    Quella stessa rabbia lo colpì di nuovo, come un forte pugno nello stomaco. Il che, mescolato alla vampata di desiderio incontenibile, gli impedì di respirare per qualche istante.

    Per cinque anni l'aveva sognata, desiderando qualcosa che nemmeno tutti i soldi del mondo avrebbero potuto comprare. Qualcosa che solo lei era stata in grado di dargli.

    L'orgoglio gli aveva impedito di andarla a cercare. Si era detto che qualsiasi donna avrebbe potuto rimpiazzarla, sapendo di mentire.

    E ora era lì, anni dopo, a migliaia di chilometri dalla loro isola. Era lì in piedi, sulla soglia del salotto di un inglese e lo fissava come se stesse provando le stesse cose che provava lui.

    Che ci faceva lì? Dov'era stata?

    Inconsciamente aveva fatto un passo verso di lei, quando il bambino si voltò all'improvviso. «Mamma!» esclamò, correndo ad abbracciarle le gambe.

    Enzo si fermò pietrificato. Mamma...

    La donna appoggiò la mano sulla testa del bambino, ma il suo sguardo scuro rimase inchiodato a quello di Enzo, come se non fosse in grado di distoglierlo.

    Era il figlio di St George che la chiamava mamma. Significava che... lei era sua moglie. Era sempre più sbigottito, ma in fondo, cosa gliene importava, dopo tutto quel tempo?

    E pensare che non avrebbe nemmeno dovuto andarci lui, nel villaggio di Daniele.

    Aveva appena perso la sua prima opportunità di comprare l'Isola Sacra, dopo che qualcuno gliel'aveva soffiata sotto il naso, e l'ultima cosa che avrebbe voluto fare era un controllo gestionale del resort, per conto di suo fratello, gravato da altri impegni.

    Aveva odiato quel posto dal momento in cui era sceso dall'aereo.

    Qualcosa nella densa aria caraibica e nel blu brillante del mare gli si era insinuato sotto la pelle e lo aveva turbato. Forse aveva riportato a galla i ricordi della terra in cui era nato e della casa che non aveva mai dimenticato.

    Si era fermato sotto le palme, con il manager del resort, che gli elencava tutti i problemi che stavano affrontando. Mentre sudava copiosamente nel suo abito firmato e le sue scarpe fatte a mano si riempivano di sabbia, aveva desiderato solo tornarsene a casa.

    E poi l'aveva vista.

    Una donna pallida e formosa, con un bikini rosso acceso, che in qualche modo si abbinava ai suoi capelli. Stava andando verso la piscina, con un asciugamano intorno alle spalle e un libro in mano. Gli aveva lanciato un'occhiata, passando. Aveva il corpo di una ragazza anni Cinquanta e una bocca fatta per il peccato, che si era piegata in una piccola smorfia, quando i loro sguardi si erano incrociati. E questo era stato sufficiente ad afferrarlo per la gola.

    Enzo incuteva timore e le persone non lo guardavano quasi mai negli occhi. Lei lo aveva fatto. Aveva uno sguardo leggermente divertito, come se non avesse visto il gelido, potente amministratore delegato che tutti gli altri vedevano. Era come se avesse guardato oltre e avesse scorto l'uomo che si nascondeva dietro la cortina di ghiaccio.

    All'improvviso, Enzo aveva avuto la sensazione che i pantaloni gli si fossero ristretti di un paio di taglie. Non ci aveva pensato due volte. Aveva congedato temporaneamente il direttore e l'aveva seguita in piscina.

    La ragazza si era sistemata su un lettino e quando lui le si era avvicinato, aveva sollevato uno sguardo freddo, dall'alto del suo libro.

    Non era rimasto freddo a lungo, però.

    Quando i loro occhi si erano incontrati, erano rimasti folgorati da una scarica elettrica.

    Un'ora dopo, Enzo l'aveva seguita nel suo villino.

    Un minuto dopo, i suoi vestiti erano finiti sul pavimento, a far compagnia al bikini di lei.

    La prima volta l'aveva presa contro la parete del soggiorno. L'avevano fatto in fretta, senza sottigliezze, come due disperati. Era rimasta senza fiato quando si era spinto dentro di lei, con le gambe strette intorno ai suoi fianchi e gli occhi grigi luccicanti, senza ombra di paura. Colmi solo di meraviglia. Come se non avesse mai provato nulla di simile, in tutta la sua vita. Niente lo aveva mai eccitato di più. Poi, quando aveva cominciato a muoversi dentro di lei, quella meraviglia si era trasformata in piacere, portandoli entrambi alla follia.

    Avevano passato insieme solo due giorni. Due giorni in cui aveva toccato e assaporato ogni centimetro di lei, in cui l'aveva tenuta tra le braccia, raccontandole cose che non aveva mai detto a nessuno, dandole un pezzo della sua anima.

    In quei giorni, aveva capito di essersi sbagliato, associando la parola casa solo a un luogo. Casa poteva anche significare una persona.

    Finché lei non l'aveva lasciato, senza una parola.

    Ma cosa gliene importava, ormai? Niente.

    «Matilda?» St George si allontanò dalla donna con cui stava parlando, con un'espressione confusa. «C'è qualcosa che non va?»

    E la rossa... la sua

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