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Un caldo accordo: Harmony Destiny
Un caldo accordo: Harmony Destiny
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E-book169 pagine2 ore

Un caldo accordo: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

Per ottenere l'affido temporaneo della nipotina, Lana Hale non esita a chiedere aiuto al suo migliore amico e socio, il milionario Kal Bishop: deve diventare suo marito! Kal non ha mai preso in considerazione l'ipotesi di accasarsi, ma non può dire di no a una persona tanto importante per lui. I due, abituati a stare a stretto contatto, non avevano mai oltrepassato il confine della semplice amicizia: ritrovarsi marito e moglie nel lussuoso resort alle Hawaii fa però scoppiare tra loro un'inaspettata passione.
Ma proprio quando il rapporto si fa più ardente, la ragione che li aveva spinti a sposarsi viene meno...
LinguaItaliano
Data di uscita18 ott 2018
ISBN9788858989241
Un caldo accordo: Harmony Destiny

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    Anteprima del libro

    Un caldo accordo - Andrea Laurence

    successivo.

    1

    Stava per cominciare lo spettacolo.

    Il suono ritmico dei tamburi saliva in lontananza. In quel momento prima un riflettore e poi un altro illuminarono il palco al centro del giardino. Con grida ed esclamazioni il corpo di ballo del Mau Loa Maui Resort si fece avanti.

    Kalani Bishop guardava lo spettacolo da un angolino buio. Sul prato del suo resort c'erano centinaia di ospiti. Erano affascinati quanto Kal dai movimenti aggraziati dalle danzatrici hawaiane. Lui era sicuro che le sue ballerine fossero le più brave dell'intera isola di Maui. Non poteva che essere così nel suo hotel.

    Il Mau Loa Maui era stato una creazione di Kal e di suo fratello minore, Mano. L'hotel di famiglia, l'originario Mau Loa, si trovava a Waikiki Beach, a Oahu. Crescendo avevano sognato non solo di rilevare quell'hotel, ma di espandersi anche ad altre isole. Prima fra tutte Ka'anapali Beach a Maui.

    Kal si era innamorato di quell'isola appena ci aveva messo piede. Era così diversa da Oahu, così rigogliosa, di una bellezza rilassante. Perfino le donne erano più sensuali, come frutti maturi in attesa di essere colti.

    Era senza dubbio l'hotel più bello dell'isola. L'espressione sul volto dei nonni quand'erano arrivati al resort la prima volta gli aveva fatto capire che apprezzavano il lavoro.

    I turisti di sicuro. Da quando avevano aperto, l'hotel era sempre al completo, e la gente prenotava anche con un anno d'anticipo. In quel luogo le vacanze da sogno diventavano realtà.

    Parte delle fantasie hawaiane includeva assistere a una festa tradizionale accompagnata da balli. Al Mau Loa Maui la festa tradizionale si svolgeva tre sere la settimana e includeva una cena a base di maiale cucinato alla kalua, un piatto a base di poi, un tubero della zona, ananas, riso al mango e altre tipiche specialità. Gli ospiti sedevano su cuscini attorno a tavoli bassi accanto al palco.

    Kal aveva lavorato sodo per creare l'atmosfera perfetta per il suo hotel. Fiamme si levavano da bracieri posizionati tutt'intorno all'enorme giardino, illuminando lo spazio, adesso che il sole era calato nel mare.

    Il fuoco gettava ombre guizzanti sui volti dei ballerini e dei musicisti.

    Una delle danzatrici si posizionò al centro del palco. Kal sorrise mentre la sua migliore amica, Lanakila Hale, attirava l'attenzione di tutti. Prima ancora che iniziasse il suo assolo aveva ammaliato gli spettatori per la bellezza tipicamente hawaiana. Aveva capelli lunghi e ondulati che le ricadevano sulla pelle dorata, una corona di frangipane sul capo, bracciali e cavigliere. Indossava una gonna di lunghe foglie di palma che lasciava intravedere porzioni di coscia e un top giallo brillante che le fasciava il seno generoso, lasciando l'addome scoperto a evidenziare il fisico tonico.

    Non poteva fare a meno di ammirarla. Erano amici, ma era impossibile ignorare quel corpo da favola. Dopo anni e anni di danza era sodo, scolpito e snello. Mentre si specializzava nei tipici balli hawaiani aveva studiato danza all'università delle Hawaii, e sapeva ballare di tutto: dal classico all'hip-hop.

    Lana prese a muoversi al ritmo dei tamburi che suonavano sempre più velocemente. Roteava i fianchi mentre muoveva le braccia in modo aggraziato.

    L'Hula non era solo un intrattenimento per i turisti; era l'antico modo in cui quella cultura raccontava la propria storia. Lana era fantastica, addirittura migliore della prima sera in cui l'aveva vista danzare a Lahaina e aveva deciso che la voleva come capo coreografo nel suo nuovo hotel.

    Lana raffigurava una contraddizione vivente. Era sia un'atleta che una donna raffinata: forte e aggraziata. Rappresentava la perfezione fisica. Ed era anche una persona meravigliosa. Intelligente, talentuosa e senza peli sulla lingua.

    Si voltò a osservare la folla mentre sentiva il proprio corpo reagire all'attrazione che provava per lei. Non capiva perché si ostinasse a guardare lo spettacolo se sapeva quali erano le conseguenze. A ogni movimento del bacino di Lana sentiva i muscoli tendersi e il cuore battere sempre più forte.

    Si allentò la cravatta e respirò a fondo per scacciare quell'attrazione. Accadeva troppo spesso per i suoi gusti, tuttavia chi poteva biasimarlo?

    Poteva anche essere la sua migliore amica, ma era decisamente il suo tipo. In effetti, era il tipo di ogni uomo, ma rappresentava tutto quello che Kal cercava in una donna. Se ne avesse avuta una ideale... Non era così, perché Kal non era fatto per le relazioni. E una relazione avrebbe rovinato la loro amicizia, per non parlare del resto.

    Per esempio non gli interessava avere una famiglia e Lana invece la desiderava. Kal non poteva rischiare di assaggiare il frutto proibito, perché lei avrebbe voluto che lo mangiasse tutto.

    Lasciarsi trasportare dall'attrazione che provava per l'amica avrebbe potuto rivelarsi un disastro perché volevano cose diverse, e questo a cosa li avrebbe portati?

    A distruggere un'amicizia.

    Non era accettabile. Così non ci sarebbe stato nulla tra loro. Sperava solo di riuscire a convincere anche le sue parti basse. Erano amici da più di tre anni e finora non c'era riuscito. Quindi ogni tanto si concedeva la cosiddetta doccia fredda.

    Le altre ballerine raggiunsero Lana per completare la danza. Un'utile distrazione. Quando finirono i ballerini presero il loro posto e le donne si allontanarono in fretta dal palco per il cambio di costume. Al Mau Loa lo spettacolo ripercorreva l'intera storia dell'Hula, ricorrendo a diversi vestiti. Kal non voleva solo una performance banale per intrattenere gli ospiti; voleva che conoscessero e apprezzassero la sua gente e la loro cultura.

    «È di suo gradimento, capo?» gli chiese una voce femminile alle spalle.

    Kal non aveva bisogno di voltarsi per riconoscere il tono basso e caldo di Lana. La vide al suo fianco. In qualità di coreografa faceva qualche ballo e sostituiva colleghe ammalate o assenti, ma non partecipava a tutti i numeri.

    «Alcune ballerine sì» le rispose, focalizzandosi su di lei. A dire il vero l'unica che riusciva davvero ad attirarlo era proprio lì accanto. «Alek stasera non è in gran forma.»

    Lana voltò di scatto la testa verso il palco e fissò lo sguardo sui ballerini. Guardò il collega con occhio critico. «Credo siano i postumi della sbornia. Oggi pomeriggio durante le prove ho sentito che raccontava a uno degli altri ballerini che si è dato alla pazza gioia stanotte a Paia. Domani mattina gli farò un discorsetto. Sa benissimo che non deve fare bagordi la sera prima di uno spettacolo.»

    Questo era uno dei motivi per cui Kal e Lana erano ottimi amici. Erano entrambi dei perfezionisti, lei soprattutto. A Kal piaceva la perfezione, ma anche prendersi del tempo per sé. Lana invece era sempre super concentrata e meritava quello che aveva. Non tutti erano in grado di emanciparsi dalla povertà e fare della propria vita esattamente ciò che volevano. Ci voleva grinta, e lei ne aveva da vendere.

    A volte si divertiva a farle notare delle imperfezioni solo per vederla andare fuori di testa. Arrossiva e sbuffava rabbiosa sollevando il seno fasciato nei top succinti. Questo non lo aiutava certo a diminuire l'attrazione ma rendeva sicuramente le cose più interessanti.

    «Tutti gli altri però vanno alla grande» aggiunse per tranquillizzarla. «Bel lavoro.»

    Lana incrociò le braccia e gli diede una spallata. Non era una persona affettuosa, era molto indipendente. Il massimo per lei era una pacca sulla spalla o dare il cinque. Quando qualcosa la innervosiva voleva sempre e solo un abbraccio da Kal. Lui era felice di stringerla, godendosi quel poco d'affetto che era disposta a dare.

    Il resto del tempo Lana era una donna pratica. Kal era sollevato di non essere uno dei suoi ballerini. L'aveva vista quando li allenava, ed esigeva il massimo che, peraltro, dava anche lei.

    Era sicuro che, per quanto fossero amici, se si fosse preso delle libertà si sarebbe beccato un ceffone.

    Be', gli piaceva che Lana fosse così. La maggior parte delle donne di Maui lo conoscevano, e sapevano quanto fosse ricco. Erano attratte da lui come api dal miele, e avrebbero fatto di tutto pur di avvicinarlo. Gli piaceva il carattere tosto di Lana.

    Il palcoscenico divenne buio e silenzioso per un momento, catturando l'attenzione di entrambi. Quando si riaccesero le luci gli uomini se n'erano andati e le donne erano tornate sul palco nelle loro lunghe gonne di foglie, reggiseni fatti con noci di cocco e grandi copricapi. Kal chiamava scherzosamente questa parte lo sculettamento. Non aveva idea di come facessero le ballerine a muoversi così velocemente.

    «C'è parecchia gente stasera» notò Lana.

    «Alla domenica sera facciamo sempre il pienone. Lo sanno tutti che questa è la migliore festa hawaiana di Maui.»

    Lana lo guardò, poi tornò a voltarsi verso il palco. Kal si era stancato delle danze, quindi si focalizzò su di lei. Una leggera brezza gli fece arrivare il profumo dei frangipani che indossava e della sua crema al burro di cacao. Inspirò a fondo, godendo di quella fragranza che gli ricordava le serate passate a ridere sul divano mangiando sushi.

    Passavano molto del loro tempo libero insieme. Ogni tanto uscivano entrambi con qualcuno, ma non erano storie serie. Lui lo faceva per scelta. Lana perché aveva gusti pessimi in fatto di uomini. Le voleva bene, ma attirava le persone sbagliate. Non avrebbe mai avuto il marito e la famiglia che voleva con gli uomini con cui sprecava il proprio tempo. E ne sprecava parecchio.

    La famiglia di Kal si trovava a Oahu. Lana ogni tanto andava a trovare la sorella, Mele, e la nipote, Akela, ma tornava sempre al resort di pessimo umore.

    Pensare alla famiglia e al tempo libero gli fece venire in mente una cosa. «Hai programmi per Natale?» le chiese. Mancava meno di un mese, ma il tempo scorreva veloce.

    «Non proprio» rispose lei. «Sai che qui c'è il caos in quel periodo. Ho detto ai musicisti di lavorare sulle musiche natalizie, e stiamo aggiungendo un nuovo medley di balletti per la festa della prossima settimana, quindi dovremo fare prove extra. Non oserei mai chiedere ferie sotto Natale. E tu?»

    Kal rise. «Sarò qui, ovviamente, ad aiutare gli ospiti a celebrare il Natale lontano da casa, facendoli, però, sentire come se lo fossero. Ci scambiamo anche quest'anno i regali alla vigilia mangiando sushi accanto al mio nuovo caminetto?»

    Lana annuì. «Mi sembra una buona idea.»

    Ne fu sollevato. Non sapeva cosa avrebbe fatto se mai la giovane avesse trovato l'uomo dei suoi sogni. Se si fosse innamorata, costruendosi una famiglia e facendosi una vita lontano dal Mau Loa, si sarebbe ritrovato da solo. Era stata al suo fianco fin da quando avevano costruito l'hotel e si era abituato ad averla sempre accanto.

    Aver scoperto che il fratello si era fidanzato e stava per diventare padre gli aveva fatto scaturire quella paura. Mano non aveva mai voluto impegnarsi, eppure Paige lo aveva conquistato. Se n'era innamorato senza nemmeno rendersene conto. Kal non credeva gli sarebbe mai successa una cosa simile, era troppo testardo per concedere a qualcuno di avvicinarsi così tanto.

    Tuttavia Lana meritava di più che mangiare sushi con lui la vigilia di Natale. Meritava la famiglia che voleva. Sapeva che aveva avuto un'infanzia infelice. Lei non l'avrebbe mai detto, Kal, però, era sicuro che una famiglia per lei significasse ottenere quello che non aveva avuto. Doveva trovare il modo di superare la solitudine e la gelosia quando se ne fosse andata.

    La guardò e notò che se ne stava appoggiata al muro. Sembrava stanca. «Tutto bene?» le chiese.

    «Certo» rispose. «È stata solo una lunga giornata. Vado in camera a cambiarmi. Ti va di cenare dopo lo spettacolo?»

    «Sì.»

    Non ricordava quand'era stata l'ultima volta che aveva mangiato. Riusciva a farsi assorbire totalmente dal lavoro.

    «Ci vediamo al bar tra mezz'ora. Fammi sapere come va lo spettacolo.»

    «Ovvio.»

    Lanakila salì in camera, nell'angolo più lontano dell'hotel. La considerava casa sua. Kal di recente aveva ultimato la costruzione della sua residenza privata sul lato opposto del campo da golf del Mau Loa. C'era voluto un bel po' per ultimare quell'enorme casa

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