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Il bacio della sirena: Harmony Collezione
Il bacio della sirena: Harmony Collezione
Il bacio della sirena: Harmony Collezione
E-book157 pagine2 ore

Il bacio della sirena: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

LA BAIA DEI SOGNI - Una pesca così, Hugh non l'aveva mai fatta. Non solo la preda rimasta impigliata al suo amo è molto più longilinea di quelle che abboccano di solito, ma anche più chiacchierona e impertinente. E incredibilmente bella. Dopo lo shock iniziale, Hugh accetta il fatto di aver pescato una ragazza di nome Sydney, finita in mare per fuggire da un uomo insopportabile. E non resiste alla tentazione di tenere con sé per qualche giorno quella splendida sirena dagli occhi verdi. Sydney accetta di andare a vivere nel bungalow di Hugh, anche perché, nel frattempo...

LinguaItaliano
Data di uscita10 feb 2016
ISBN9788858945728
Il bacio della sirena: Harmony Collezione
Autore

Anne McAllister

Autrice di grande versatilità, ha vinto il premio RITA per la letteratura romantica ed è acclamata dai fan di tutto il mondo.

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    Anteprima del libro

    Il bacio della sirena - Anne McAllister

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    In McGillivray’s Bed

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2004 Anne Mcallister

    Traduzione di Maria Paola Rauzi

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2005 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5894-572-8

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    Non era esattamente il paradiso. Sicuramente non era lo Iowa.

    Tuttavia, era quanto di più simile alla perfezione ci fosse, decise Hugh McGillivray appoggiandosi al sedile della sua imbarcazione mentre lanciava la lenza, sperando di pescare ancora qualcosa alla fine di quella bella giornata caraibica.

    A poppa aveva posizionato un’altra canna per aumentare le possibilità di successo. Ma se anche non avesse pescato più nulla, sarebbe andata bene lo stesso: era stato un giorno perfetto.

    Erano giornate come quella che aveva sognato durante gli anni trascorsi in Marina, quando ogni minuto era scandito da ordini e severi regolamenti. Era per quel motivo che, dopo cinque anni, aveva deciso di lasciare l’esercito e tornare a casa per iniziare un’attività di charter nella piccola isola di Pelican Bay, fondando la Fly Guy.

    La maggior parte della settimana era impegnato nel trasporto di merci e passeggeri tra le isole, spingendosi fino alle città sulla costa degli Stati Uniti. Amava il suo lavoro, la possibilità di incontrare gente diversa e cambiare sempre destinazione.

    «A dire il vero, il tempo di annoiarmi proprio non ce l’ho» aveva detto a suo fratello Lachlan qualche tempo prima.

    Però non era del tutto vero. C’erano dei giorni meravigliosi in cui nessuno voleva andare a spasso o spedire merci, e Hugh li amava ancora di più perché, finalmente, era completamente libero.

    Proprio come in quel momento, si disse ammirando lo splendido tramonto, la brezza marina che gli scompigliava i capelli.

    In realtà, avrebbe potuto aiutare sua sorella Molly a sistemare i motori, oppure mettere ordine tra le scartoffie, ma tutto poteva aspettare, compresa Molly, che sarebbe stata felice di non averlo tra i piedi per qualche ora. Erano buoni amici, oltre che soci da quattro anni, tuttavia, quando lavoravano allo stesso progetto, correvano il rischio di strozzarsi a vicenda.

    Insomma, era stata proprio una buona idea quella di salutare la sorella dal molo, e uscire in barca per una battuta di pesca in compagnia di Belle, il suo border collie.

    Aveva pescato al largo e raggiunto alcuni dei suoi posti preferiti, poi, verso l’ora di pranzo, aveva gettato l’ancora a Pistol Island, che si trovava alcune miglia a est rispetto Pelican Bay.

    Lì aveva mangiato un panino e bevuto un paio di birre, aveva fatto un bagno con Belle, e infine aveva ripreso lentamente la rotta verso casa.

    Nessuno era più felice di Hugh McGillivray nella sua barca di legno, neppure le persone che stavano festeggiando sullo yacht lussuoso che aveva incrociato qualche istante prima. Aveva ancora nelle orecchie il suono della musica da ballo proveniente dall’imbarcazione che si dirigeva a nord.

    Allungò una mano nella borsa termica e prese un’altra birra. Quando aveva lasciato il porto, quella mattina, la borsa era piena di panini e bibite; adesso, invece, era colma di pesce. Ne aveva pescato abbastanza da dividerlo con Molly, suo fratello Lachlan e Fiona, sua cognata.

    Sperava in un’ultima cernia che superasse in peso e dimensione quella che aveva pescato Lachlan la settimana precedente. Da quando erano andati a vivere a Pelican Bay, da ragazzini, erano sempre stati in competizione per quanto riguardava la pesca.

    Ma ora che suo fratello era impegnato nel business del turismo e non aveva più molto tempo da dedicare a quello sport, si augurava di riuscire a battere il record che Lachlan deteneva dall’età di diciannove anni. Per non parlare poi di sua moglie Fiona che aspettava il loro primo bambino.

    Hugh sorrise al pensiero di sua cognata. Si conoscevano da molti anni, erano amici, ed era sicuro che sarebbe stata una bravissima mamma.

    Suo fratello, invece, era più difficile da immaginare nella veste di padre e marito. Era stato un giocatore professionista di football, i giornali ne parlavano come dello splendido portiere e le donne facevano a gara per farsi vedere con lui. Ma Lachlan, ora, era interessato soltanto a Fiona, e si era lasciato addomesticare come un cagnolino fedele.

    Non era il suo caso: da quando Carin Campbell si era sposata con Nathan Wolfe, due anni prima, aveva deciso di fare del celibato la sua ragione di vita.

    Nessuno aveva mai saputo quanto fosse coinvolto da quella donna. Probabilmente l’amava ancora, ma ormai si limitava ad apprezzare la sua amicizia e aveva abbandonato il campo sentimentale.

    Certo, non gli dispiaceva flirtare con le ragazze carine che capitavano a Pelican Bay. Si divertiva tanto quanto a pescare. A volte poteva anche succedere di finire in camera da letto, purché nessuno prendesse la cosa troppo seriamente.

    Hugh sospirò, e desiderò che anche Lisa non si facesse troppe illusioni. Aveva flirtato con lei, ma non erano mai finiti a letto insieme, né mai sarebbe successo. Andava contro i suoi principi.

    Non si tirava mai indietro con donne compiacenti che volevano solo divertirsi. Non lo avrebbe mai fatto, invece, con ragazze che pensavano di portarlo all’altare.

    E non c’era bisogno di essere un indovino per capire che era esattamente quello che aveva in mente Lisa.

    Lisa Milligan era una giovane ingenua. Aveva diciannove anni ed era la nipote di Tony, il fornaio. Si era presa una pausa dal college, e adesso lavorava alla reception del Mirabelle, una locanda discreta ed elegante, di proprietà di suo fratello Lachlan.

    All’inizio lui aveva giocato un po’ con lei, ma questo non significava che la volesse sposare.

    Purtroppo, invece, era esattamente quello che si aspettava Lisa. Lo aveva confessato apertamente a miss Saffron, la più grande pettegola dell’isola.

    «È solo una questione di tempo» gli aveva comunicato miss Saffron qualche tempo prima.

    Mai!, aveva pensato Hugh rabbrividendo.

    Da quel momento aveva cercato di stare alla larga da quella ragazza, ma non era servito a niente. Neppure quando le aveva dichiarato senza mezzi termini che non era tipo da matrimonio.

    Lei aveva riso e gli aveva risposto: «Allora non mi resta che farti cambiare idea».

    Ed era quello che aveva cercato di fare nell’ultimo mese. Ovunque andasse se la trovava davanti: al negozio, alla pista d’atterraggio, al porto e... sull’amaca sotto il suo portico, proprio quella mattina.

    «Volevo chiederti se ti andava di fare una nuotata insieme» gli aveva detto.

    «Non posso» le aveva risposto, gentile ma brusco allo stesso tempo. Non voleva ferirla, però gli premeva farle capire che non era per nulla disponibile.

    «Allora ci vediamo più tardi?» aveva insistito lei.

    «Starò fuori tutto il giorno» aveva borbottato lui.

    «Potrei venire con te. È il mio giorno libero.»

    «Mi spiace, si tratta di affari.»

    Be’, non era stata proprio una bugia; in fondo doveva sapere quali erano i luoghi migliori per la pesca se voleva accontentare i suoi clienti.

    E in effetti, quel giorno si era preoccupato di individuare ricchi banchi di pesce con la sola compagnia del suo cane, e senza essere assillato da ingombranti pretendenti.

    Hugh si stirò i muscoli della schiena, si lasciò andare contro il sedile e diede uno strappo alla lenza. Che si tese. «Wow!» Si raddrizzò e sorrise. La sua pazienza era stata premiata. «Ehi, Belle, abbiamo preso qualcosa di grosso!» esclamò felice rivolgendosi al suo cane, che aprì un occhio poco interessato, per poi richiuderlo subito dopo.

    Doveva trattarsi davvero di una preda di grandi dimensioni dal modo in cui tirava la lenza. Hugh stava stringendo la canna con forza. Ma cosa diavolo aveva pescato? Una balena per caso?

    Iniziò a recuperare adagio per non rompere il filo finché, all’improvviso, davanti ai suoi occhi apparve l’ambito trofeo.

    Una donna fuori di sé dalla rabbia lo aggredì sputando acqua salata: «Per l’amor del cielo, smettila di strattonare quella lenza! Finirai per strapparmi completamente il vestito!».

    Hugh strabuzzò gli occhi. Aveva pescato una donna? Non era possibile!

    Scosse il capo, temendo di aver preso un’insolazione o di avere bevuto troppe birre.

    Eppure non aveva le traveggole. Era tutto reale. A meno che non si trattasse di una sirena!

    «Piantala di starnazzare!» intimò alla rara preda.

    «Sto solo cercando di togliermi questo maledetto amo di dosso» ribatté l’altra, furiosa, scomparendo sott’acqua.

    Hugh fissò l’oceano deserto e silenzioso e, per la seconda volta in pochi minuti, dubitò della sua sanità mentale.

    Belle si affacciò fuori dalla battagliola proprio nel momento in cui la donna riemergeva dall’acqua con la lenza in mano.

    «Maledizione a questo vestito di perline!» borbottò spazientita.

    Vestito di perline?

    Alle spalle della sconosciuta Hugh riusciva a intravedere delle spalline d’argento. Ma chi diamine poteva decidere di farsi una nuotata con addosso un vestito di perline?

    La giovane smise di lottare con l’amo e si accostò alla barca. «Hai un coltello?» domandò a Hugh.

    «Certo che ce l’ho.»

    «Allora dammelo, oppure taglia la lenza e tirami fuori da qui» gli ordinò con un tono di voce che a lui ricordò quello del suo comandante quand’era in Marina. L’aveva soprannominato Achab perché era irrazionale e cocciuto come il leggendario capitano di Melville.

    Hugh avrebbe potuto allungarle il coltello in un attimo, ma non aveva alcuna

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