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Seduzione a cinque stelle: Harmony Destiny
Seduzione a cinque stelle: Harmony Destiny
Seduzione a cinque stelle: Harmony Destiny
E-book156 pagine2 ore

Seduzione a cinque stelle: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

Un nemico nel mio letto...
Quando Elena Royal incontra alle Hawaii Evan Tyler, sa già che la prepotente attrazione che prova per lui la porterà dritta all'inferno. Però anche l'inferno, se vissuto con l'uomo giusto, può rivelarsi estremamente piacevole.

... e nel mio cuore!
Una sola notte passata tra le braccia di Evan è costata davvero cara a Elena. Adesso lei si trova nella situazione di dover vendere la catena di alberghi di famiglia proprio all'uomo che pochi mesi prima l'ha sedotta solo per rovinarla. A questo punto Elena deve prendere una decisione: proteggere l'attività di famiglia o salvaguardare il proprio cuore.
LinguaItaliano
Data di uscita10 apr 2019
ISBN9788858995969
Seduzione a cinque stelle: Harmony Destiny
Autore

Charlene Sands

Risiede nel sud della California con il marito e i loro due figli. Scrittrice dotata di grande romanticismo, è affascinata dalle storie d'amore a lieto fine ambientate nel Far West.

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    Anteprima del libro

    Seduzione a cinque stelle - Charlene Sands

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Corporate Raider’s Revenge

    Silhouette Desire

    © 2008 Charlene Swink

    Traduzione di Alda Barbi

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2009 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5899-596-9

    1

    Elena Royal bevve il secondo sorso del suo Sex on the Beach e si rese conto dell’ironia della situazione.

    Sex on the Beach? Sesso in spiaggia?

    Era proprio quello che avrebbe dovuto fare ora, in luna di miele. Invece se ne stava seduta fuori, sola, sullo sgabello del bar del Wind Breeze Resort. Mentre le fronde delle palme si scuotevano, rubando tracce di calore tropicale hawaiano, lei evitò le occhiate di ammirazione degli uomini nel patio e procedette ad annegare i propri dolori nell’alcol.

    Sarebbe dovuta essere già sposata, a quel punto.

    Con Justin Overton, il fetente che l’aveva convinta di amare lei e non il conto in banca dei Royal. Il giorno previsto per il matrimonio, invece, Elena aveva scoperto che il suo futuro sposo non aveva un solo ossicino onesto in corpo. Era corsa a fare le valigie, abbandonando il matrimonio e gli ospiti che sarebbero arrivati di lì a un’ora.

    Sì, aveva lasciato Justin all’altare, ma con lui aveva lasciato il suo cuore. Non era più la ventiseienne che credeva nel e vissero felici e contenti.

    L’avevano distrutta. Provava ancora brividi di rimpianto e dolore, dentro. Era fuggita in quel villaggio isolato di Maui, sperando di non essere riconosciuta come la figlia di Nolan Royal, il magnate degli hotel della West Coast. Le serviva un riparo, le servivano pace e quiete. Le serviva tempo per rivedere la propria vita. Aveva trascorso le ultime tre settimane in spiaggia a nuotare, leggere e rilassarsi.

    Stava impazzendo.

    La luna di mezzanotte splendeva sulla piscina e, sullo sfondo, le acque delle Hawaii accarezzavano la sabbia con un’eco dolce di onde lievi. Sotto il tetto in paglia del bar, Elena finì il proprio drink, meditando se prenderne un altro prima di tornare alla solitudine del cottage appartato. La notte afosa di giugno la circondava immobile, vanificando il nome del villaggio, Wind Breeze. Altro che brezza, se non fosse stato per i ventilatori, l’aria pesante l’avrebbe soffocata.

    «Un altro drink?» chiese il barista, lanciando uno sguardo ammonitore all’uomo rimasto al bar.

    Elena sorrise. Joe, il barista, proteggeva la sua solitudine come una missione da quando si era reso conto che lei non era come le altre donne single, desiderose di accalappiare uno straniero. «Meglio di no, non ho ancora finito questo.»

    Un tonfo dalla piscina le fece sollevare gli occhi dal bicchiere.

    Il nuotatore notturno si immerse con un tuffo perfetto, poi risalì, emergendo con la testa dall’acqua. L’acqua grondava dai suoi capelli neri e lucenti su due spalle che potevano rivaleggiare con quelle di un atleta olimpionico.

    Elena lo fissò e lui ricambiò lo sguardo quando la mise a fuoco. I suoi occhi scuri erano acuti e indagatori. Il cuore di Elena prese a battere più forte mentre brividi di eccitazione si impossessavano di lei. Era una sensazione totalmente sconosciuta, per lei.

    Atteggiò le labbra a un sorriso.

    Lui non ricambiò, ma inarcò appena un sopracciglio.

    Elena sentì la sua eccitazione crescere mentre guardava quell’uomo magnifico uscire dall’acqua con una grazia innaturale per la sua prestanza fisica.

    Trattenne il fiato e lo osservò asciugare le gocce dalle spalle, scuotere i capelli e avvolgersi un telo sui fianchi. L’uomo la guardò di nuovo, gli occhi colmi di promesse. Il cuore di Elena accelerò; sperò che le si avvicinasse, il che la sorprese, visto il giuramento di stare alla larga dagli uomini per i prossimi dieci anni.

    Ne aveva avuto abbastanza di bugiardi, ingannatori, uomini pronti a giurare amore eterno solo per avere accesso ai soldi dei Royal. Justin era stato molto furbo, l’aveva abbindolata facilmente con il suo fascino e le sue promesse. Finché suo padre non aveva fatto ricerche su di lui.

    Elena aveva scoperto in un baleno che Justin Overton non era il ricco consulente finanziario che proclamava di essere quando lo aveva incontrato in Europa sei mesi prima, ma uno spiantato che non aveva finito gli studi, sull’orlo del fallimento.

    Elena era fuggita a nascondersi in quell’angolo tropicale per leccarsi le ferite.

    Guardò di nuovo verso la piscina. Il suo uomo misterioso era scomparso. Così, come d’incanto. Elena sospirò e scosse il capo. Era meglio così. Almeno quella sua attrazione improvvisa dimostrava che non era del tutto morta dentro, scottata forse, ma non un mucchio di ceneri asciutte.

    «Qualcosa non va, signorina?» chiese Joe, pulendo un bicchiere, gli occhi attenti su di lei.

    «Niente, Joe» rispose con un sorriso rapido, rendendosi conto che l’unico sex on the beach della serata per lei sarebbe stato quello rimasto in fondo al bicchiere.

    Il misto di gin alla pesca, vodka e succhi di frutta ingurgitati nei due drink la sera prima le davano alla testa, quel mattino. Non era mai stata una accanita bevitrice, normalmente preferiva un buon bicchiere di vino o di champagne. Ora pagava il prezzo degli stravizi con i postumi da sbornia che le facevano pulsare la testa.

    Sedette in un angolo di spiaggia privato, su una sdraio a righe e sorseggiò il caffè nero, guardando l’oceano attraverso gli occhiali dalla montatura dorata. Nemmeno Yves Saint Laurent poteva bloccare del tutto i raggi solari ed evitarle così il mal di testa.

    Chiuse gli occhi, sperando che la fresca brezza marina la rimettesse in sesto.

    «Ti spiace se occupo questo pezzo di proprietà?» Una voce maschile profonda la sorprese. Aprì gli occhi mentre un’altra sdraio la affiancava.

    Alzò lo sguardo e vide il suo uomo misterioso che le sorrideva, gli occhi nascosti dietro un paio di Ray-Ban. Indossava una camicia tropicale sbottonata sui toni del verde scuro e nero e short scuri. La camicia si gonfiò al vento, aprendosi a mostrarle il fisico muscoloso che aveva attratto il suo interesse la sera prima. «Questa spiaggia è una grande casa aperta» replicò lei, sorseggiando il caffè.

    Lui sedette, allungando le gambe abbronzate. «In effetti c’è una vista degna di nota.»

    Elena annuì, fissando l’orizzonte, poi capì che forse lui aveva inteso farle un complimento. Si girò, ma l’uomo mascherò bene la propria espressione. Sentì il suo sguardo percorrerla da dietro lo scudo metallico degli occhiali.

    «Grazie per avermi prestato un pezzo della tua spiaggia privata. Io sono Ty» disse poi.

    «El... mmh... Laney» replicò lei, lieta di non dover esibire cognomi e sforzandosi di dare anche un nome falso. In realtà, Laney era il soprannome con cui suo padre e la sua migliore amica la chiamavano da piccola. Bevve dell’altro caffè.

    «Troppo Sex on the Beach ieri sera, Laney?»

    Il corpo di Elena emise calore alla parola sex. Era un uomo davvero attraente e la sua voce profonda non nuoceva all’immagine.

    «Emh, sì se ti riferisci al drink e non sono affari tuoi se la domanda andava in un’altra direzione.»

    «No, ti ho vista ieri sera al bar, tutto qui.»

    «Non sono una gran bevitrice.»

    Lui sorrise e per un istante la sua aura misteriosa svanì. «Sei annoiata?»

    «Ieri sera lo ero» rispose sincera. «Cioè, sono venuta qui per rilassarmi, leggere e non fare niente.» Riprendermi da un fidanzamento interrotto.

    «Ma da quel poco che ho potuto vedere, non è nel tuo stile non fare niente, sbaglio?»

    Lei scosse il capo. «Pare di no.»

    Lui affondò nella sedia a sdraio e osservò le onde. «Non è nemmeno il mio stile. Immagino sia una cosa che ci accomuna.»

    «Sei in vacanza?» chiese Elena, chiedendosi se fosse solo sull’isola. Non che le importasse. Era solo per fare un po’ di conversazione.

    «Qualcosa del genere» rispose lui alzando le spalle. «Con un po’ di affari in mezzo. Alloggio sempre al Wind Breeze quando sono da queste parti.»

    Quando lei si abbandonò sulla sedia a sdraio, Evan Tyler la osservò a lungo. Accidenti, era bellissima. Al solo pensiero di come quei profondi occhi blu lo avevano quasi divorato la notte prima si sentiva ribollire il sangue. Era uscito dalla piscina e aveva trovato quella bionda mozzafiato che lo studiava dallo sgabello del bar con uno sguardo di pura lussuria. Ciò che lo aveva eccitato ancora di più era il fatto che lei, probabilmente, non si rendeva conto di come apparisse. Con quel linguaggio del corpo sarebbe riuscita a mettere in ginocchio qualsiasi uomo.

    Poi Evan aveva capito chi era.

    Elena Royal.

    L’aveva riconosciuta dalle poche fotografie viste sui giornali. Sebbene la ricca ereditiera non fosse molto nota, aveva da poco rotto un fidanzamento finendo sulle pagine di tutti i giornali scandalistici del paese.

    Elena Royal era l’unica figlia del suo rivale nell’industria alberghiera, Nolan Royal, e normalmente manteneva un basso profilo. Immaginò che fosse venuta lì per riprendersi dallo scandalo seguito all’abbandono del fidanzato all’altare. Hollywood si era buttata subito sulla notizia, ma Nolan Royal aveva messo a tacere i media in fretta con qualche bustarella ai giornalisti giusti.

    Il denaro parlava e la gente ascoltava. Ed Evan quasi non poteva biasimare Nolan Royal per avere cercato di tenere alla larga i media dalla vita di sua figlia.

    Quasi.

    Ma poiché Nolan Royal era stato una reale seccatura negli ultimi tempi, battendolo con l’inganno sull’acquisto di un hotel al quale aveva lavorato per due anni, non poteva neppure concedergli l’attenuante di aver voluto proteggere la figlia. A Evan bruciavano ancora le tattiche meschine di Royal. Aveva perso due anni della sua vita e un bel gruzzolo di entrate future per colpa di Nolan Royal. Inoltre quell’uomo astuto aveva coperto bene le sue tracce ed Evan non poteva fornire alcun indizio tangibile del fatto che Royal fosse ricorso a mezzi quantomeno dubbi per rilevare la catena alberghiera degli Swann’s Inns.

    Ora, Evan era in cerca di sangue per vendicarsi.

    Intendeva farla pagare cara a Royal.

    Si girò verso Elena, notando il due pezzi rosso acceso che copriva a malapena il seno abbondante e le curve lussuriose. «Vuoi disannoiarti?»

    Lei sollevò le sopracciglia, evidentemente intrigata. «Che cos’hai in mente?»

    Evan si alzò, si tolse i vestiti restando in calzoncini da bagno e la prese per mano. «Si va a nuotare.»

    A Elena piacque così tanto la nuotata con Ty che quando lui la invitò a pranzo non riuscì a trovare un motivo per rifiutare. Mangiarono al Moose McGillycuddy’s, un locale sulla Front Street a Lahaina conosciuto per il prelibato Ono Pupus, alette di pollo così piccanti da fare lacrimare gli occhi.

    Il posto era stracolmo di gente, ma in qualche modo Ty riuscì ad avere un tavolo d’angolo in veranda, affacciato sulla città storica sottostante, affollata di turisti. Di solito Elena aborriva la folla ed evitava i luoghi che calamitavano persone peggio dei concerti degli Stones, ma Ty le aveva promesso nulla di noioso. E nulla di noioso era esattamente ciò che aveva avuto. Avendo studiato fotografia all’estero, Elena amava osservare la gente. C’erano soggetti fantastici per la macchina fotografica e lei aveva catturato scatti di persone ed eventi sin da quando suo padre le aveva regalato una Canon per i suoi dodici anni, quattordici anni prima.

    Quando fece per ordinare una semplice insalata di pollo, Ty intervenne e le fece provare qualcosa di un po’ più audace dal

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