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Vendetta e vino rosso: Harmony Destiny
Vendetta e vino rosso: Harmony Destiny
Vendetta e vino rosso: Harmony Destiny
E-book154 pagine2 ore

Vendetta e vino rosso: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

Judd Wilson ha finalmente l'opportunità di vendicarsi del padre, e gli porterà via non solo l'amata azienda vinicola, ma anche la sua incantevole segretaria. Soddisfare il desiderio che prova nei confronti di Anna Garrick non farà altro che rendere la sua rivincita ancora più dolce. Una sola notte, però, non basta per consumare completamente il calice della passione. Pur di averla ancora una volta nel suo letto Judd è costretto a rivedere i suoi piani. Anna, infatti, non è la dolce fanciulla che aveva immaginato, ma una donna disposta a combattere per i valori in cui crede. Se lui è davvero intenzionato a distruggere l'azienda, allora dovrà anche uscire dalla vita di lei. Per sempre.
LinguaItaliano
Data di uscita9 mar 2018
ISBN9788858979860
Vendetta e vino rosso: Harmony Destiny
Autore

Yvonne Lindsay

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Vendetta e vino rosso - Yvonne Lindsay

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Wayward Son

    Harlequin Desire

    © 2012 Dolce Vita Trust

    Traduzione di Eleonora Motta

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2012 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5897-986-0

    1

    Non aveva mai visto niente di più spettacolare in vita sua.

    Nella straordinaria cornice delle colline attorno Adelaide, si stagliava la figura di un uomo che, a torso nudo, spaccava la legna al tiepido sole autunnale. La visione di quei muscoli guizzanti fu sufficiente perché Anna percepisse il risveglio del proprio corpo.

    Ben disposta a indulgere e fermarsi ad apprezzare quelle attraenti forme maschili, decise di dimenticare per un attimo la sua agenda traboccante d’impegni, e si avvicinò di qualche passo. Il brivido che la percorse, provocandole una leggera pelle d’oca, non aveva nulla a che vedere con la brezza che agitava gli alberi. Solo quando si trovò a una ventina di metri da lui, lo riconobbe. Fu come ricevere una secchiata d’acqua gelata in pieno viso.

    Judd Wilson.

    Il motivo del suo viaggio in Australia.

    Sebbene non si fossero mai incontrati, non c’era alcun dubbio che quello fosse il figlio di Charles Wilson. Alto e imponente, capelli scuri e un’invidiabile abbronzatura, Judd racchiudeva in sé tutte le fantasie di qualunque donna. Se quel corpo scultoreo indicava con certezza la paternità, Anna congetturò che anche gli occhi dovessero essere dello stesso azzurro intenso.

    Anna rimase sconcertata al sentire una leggera contrazione della sua parte femminile più intima. Erano secoli che il suo corpo non reagiva in modo così istintivo e immediato. Inoltre, non avrebbe mai pensato di essere attratta dal figlio del proprio capo, quasi un padre per lei stessa.

    Costringendosi a rammentare di trovarsi lì per affari, soffocò quell’attrazione primitiva che rischiava di travolgerla ed esalò un sospiro.

    Le sue istruzioni erano molto chiare. Doveva persuadere Judd Wilson a tornare in Nuova Zelanda prima che suo padre, che non vedeva da più di vent’anni, morisse.

    Con fare incerto, Anna s’incamminò lungo il sentiero tra i filari del vigneto che striavano il lato della collina. I suoi occhi rimasero fissi su quella figura maschile che lavorava alacremente davanti a lei, inconsapevole della bomba che gli sarebbe scoppiata tra le mani di lì a poco.

    Judd aveva solo sei anni quando i suoi genitori avevano divorziato e lui aveva dovuto abbandonare la Nuova Zelanda e sua sorella Nicole per andarsene con la madre. Chissà se si ricordava di suo padre e se sarebbe stato contento di rivederlo...

    L’ansia per la potenziale reazione dell’uomo fu subito seguita da un turbine di stizza e di senso di lealtà nei confronti di Charles. Se non fosse stato per l’inaccettabile comportamento di Cynthia Masters-Wilson, lui non si sarebbe mai sognato di separarsi dal proprio figlio.

    Con una smorfia di disappunto, allontanò quel pensiero per concentrarsi sulla propria missione, imponendosi anche di non assecondare troppo l’attrazione fisica che Judd le suscitava. Non poteva permettersi di distrarsi.

    Forse quello non era il momento migliore per avvicinarlo e per affrontare l’argomento. La questione era delicata e necessitava di tatto e di accortezza se voleva riuscire nell’impresa. Lo doveva a Charles.

    L’anziano uomo aveva fatto molto per la sua famiglia e il minimo che lei potesse fare era ricambiarlo, riuscendo nell’impresa di riportare Judd a casa.

    Dopo un attimo di pausa tra le viti, decise di porre una certa distanza tra lei e il giovane. Avrebbe avuto il tempo e l’occasione per incontrarlo durante il suo soggiorno all’Azienda Vinicola e Agriturismo Masters.

    Stava per svoltare in un sentiero laterale, quando udì una voce, calda e profonda, alle sue spalle.

    «Ehi, non è una serata fantastica?»

    Anna non poté ignorare quel richiamo, soprattutto dal momento in cui era vitale che lei facesse una buona impressione. Quindi si volse, con un sorriso smagliante, verso il figlio del suo capo.

    Doveva essere una nuova cliente dell’agriturismo, considerò Judd intanto che osservava la donna avanzare verso di lui. All’inizio di ogni settimana, sua cugina Tamsyn era solita spedire a lui e a tutto lo staff l’elenco degli ospiti e degli alloggi occupati. Peccato che nella nota non avesse menzionato che quella visitatrice era così attraente.

    Strinse le palpebre e osservò con attenzione le movenze della donna in abito blu. Camminava con grazia sul terreno dissestato, oscillando con sensualità i fianchi. Alzò un sopracciglio in segno di puro apprezzamento maschile. Un vero schianto.

    «Benvenuta da Masters. Sono Judd Wilson» l’accolse lui, sostenendo l’ascia con la mano sinistra per poter offrirle l’altra da stringere.

    Anna sorrise con sorniona lentezza, il che, per qualche recondito motivo, gli fece ribollire il sangue di primitivo desiderio. Caspita. Interessante, molto interessante. Forse aveva trovato una soluzione alla noia che lo soffocava da settimane.

    «Salve, sono Anna Garrick» si presentò lei, con tono seducente.

    Judd notò una strana luce nei suoi occhi. Lo stava fissando come se stesse cercando qualcosa, forse un segno di riconoscimento da parte sua. Curioso atteggiamento...

    Non c’era che dire. Capelli castani, corpo snello e proporzionato, la ragazza davanti a lui rappresentava la sua donna ideale. Persino la voce possedeva una tonalità, bassa e graffiante, in grado di risvegliare all’istante i suoi sensi.

    «Piacere di conoscerti. Sei arrivata oggi?»

    «In effetti, sì» rispose troppo rapidamente, conscia di avergli istillato qualche sospetto per il suo singolare atteggiamento. «È meraviglioso qui. Sei fortunato a vivere in un luogo simile. Lavori qui da molto?»

    La domanda era innocente, tuttavia Judd colse una leggera esitazione come se, in realtà, lei volesse domandargli qualcosa di diverso.

    «Lo puoi ben dire» ribatté lui, con un sorriso che le fece tremare i polsi. «È l’azienda della mia famiglia. Sono cresciuto in questo posto.»

    «Il tuo nome, però...»

    Già, il suo nome. Il ricordo di suo padre, che lo aveva cacciato tanti anni addietro, gli fece serrare rabbiosamente la mascella. A causa sua, alcuni suoi cugini lo trattavano ancora oggi con distacco e altezzosità.

    «Mia madre è Cynthia Masters-Wilson» le spiegò, senza addentrarsi nei dettagli. C’erano argomenti più piacevoli da trattare con quella donna.

    «Tutti i Masters spaccano la legna?»

    «Naturalmente! Ci diamo tutti da fare per rendere il soggiorno dei nostri ospiti il più gradevole possibile» recitò a dovere Judd, evitando di menzionare la frustrazione di giornate come quelle.

    A volte la tensione giocava brutti scherzi perciò, piuttosto che scaricarla contro Ethan, preferiva sfogarla spaccando la legna nel vigneto. Non che questo gli facesse passare la voglia di usare l’ascia contro suo cugino. Sebbene fosse un abile imprenditore, Ethan si era fossilizzato nel voler mantenere l’integrità e la superiorità dei vini Masters. Judd, invece, dato l’andamento del mercato, suggeriva di diversificare. Niente da fare. Suo cugino era testardo come un mulo.

    Perciò, aveva proprio bisogno di una distrazione. E la signorina Garrick sembrava fare al caso suo.

    «Comunque, sono a tua completa disposizione, per qualunque cosa di cui avessi bisogno» aggiunse, infine.

    «Lo terrò a mente. Al momento, è mia intenzione godermi una bella passeggiata tra le vigne prima che faccia buio.»

    «Allora, non ti voglio trattenere oltre. Ci vediamo a cena.»

    «A cena?»

    «Certo. Organizziamo sempre una cena di benvenuto per i nostri nuovi ospiti. Avresti dovuto esserne informata quando ti sei presentata alla reception. Prima, ci sarà un aperitivo formale nel salone della casa padronale alle sette.» Judd si avvicinò e le prese una mano con fare intimo. «Parteciperai, vero?»

    «Ne sarò felice.»

    «Eccellente» mormorò lui, sfiorando con le labbra le nocche delle sue dita.

    Colta alla sprovvista, Anna fece un involontario passo indietro, poi si riprese e gli regalò il più affascinante dei suoi sorrisi.

    Intanto che le prime ombre della sera iniziavano a scendere sulle colline, lui la osservò allontanarsi, appoggiato alla pesante ascia. Spostando lo sguardo, accarezzò il profilo della villa neogotica che si ergeva su una cima, poco distante. Le rovine carbonizzate erano tutto ciò che rimaneva della prima casa padronale, ancora oggi simbolo della passata gloria della famiglia, e della sua forza d’animo e volontà nel voler ricostruire un intero mondo, devastato da un terribile incendio boschivo.

    Era orgoglioso di fare parte di quella dinastia. Era più Masters lui di qualsiasi altro suo cugino. Anche se spesso si era sentito un escluso, un outsider, aveva lavorato sodo per dimostrare di valere, portando l’azienda di famiglia oltre le aspettative nel momento in cui era stato nominato a capo di essa.

    Gli impegni e il super lavoro lo avevano assorbito completamente e forse era giunto il momento di rallentare. Un piacevole intermezzo era proprio ciò di cui sentiva la necessità e Anna rappresentata la perfetta antitesi alle fatiche e alle frustrazioni quotidiane.

    Abbandonò l’ascia e si diresse verso le sue stanze per una meritata doccia rilassante. La prospettiva di trascorrere una piacevole serata in buona compagnia, gli fece quasi scordare l’ultimo alterco con Ethan.

    I capelli di Judd erano ancora umidi quando si presentò nel salone dove erano radunati tutti i membri del clan dei Masters per il cocktail di benvenuto agli ospiti. Era un’antica abitudine, ancora ricca di fascino, che risaliva ai tempi in cui la casa padronale era ancora quella sulla collina.

    Il tramonto aveva portato con sé la fresca brezza della sera, rendendo ancora più piacevole soffermarsi accanto alle fiamme che crepitavano nell’imponente camino in pietra.

    Judd scambiò uno sguardo severo con Ethan e un sorriso con sua madre che era seduta, con la consueta eleganza, accanto al fuoco. Della nuova ospite, nemmeno l’ombra.

    Si versò un bicchiere di pinot nero dei loro vigneti e, proprio in quel momento, Anna fece ingresso nel salone. Era sul punto di andarle incontro, ma fu preceduto dalla madre.

    «Mi auguro di non importunarla con la mia schiettezza, ma il suo viso mi sembra familiare. È già stata qui prima?» le domandò Cynthia.

    «No» rispose l’altra, esitante e agitata. «È la prima volta che visito l’Australia meridionale e mi auguro anche che non sia l’ultima.»

    Che strano, rimuginò Judd. Quell’ombra di sorpresa e di shock nei suoi occhi non aveva alcun senso. Forse nascondeva qualcosa. Il caso della signorina Garrick stava diventando sempre più intrigante.

    «Forse lei ha una sosia. Dicono che tutti ne abbiamo uno, da qualche parte» concluse Cynthia, con diplomazia, arcuando le sopracciglia. «Che cosa possiamo offrirle da bere, mia cara?»

    «Un bicchiere di sauvignon bianco, per favore. Ho saputo che avete vinto due premi grazie a quel vino.»

    «Esatto! Siamo

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