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Notturno viennese: Harmony Destiny
Notturno viennese: Harmony Destiny
Notturno viennese: Harmony Destiny
E-book149 pagine4 ore

Notturno viennese: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

Jasmine Cooper, ereditiera in incognito, è disperata.
Il padre versa in condizioni critiche e solo saperla sistemata allevierà le sue pene. Quanto in là è disposta a spingersi Jasmine per accontentare il genitore? Fino a trovarsi un promesso sposo fasullo, naturalmente.
E la scelta cade sul peggiore di tutti, il fratello del suo capo, Adam Thorne.

Spudorato donnaiolo e asso della finanza, Adam sa riconoscere una buona opportunità quando gli viene offerta.
Per questo non esita ad accettare la proposta di Jasmine di trasformarsi nel suo affettuoso partner durante le feste natalizie. In cambio lei potrà fornirgli un contatto essenziale per i suoi affari.
Così, complice una fiabesca notte a Vienna, la sciarada ha inizio.
LinguaItaliano
Data di uscita11 giu 2018
ISBN9788858983836
Notturno viennese: Harmony Destiny
Autore

Jan Colley

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Notturno viennese - Jan Colley

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    His Vienna Christmas Bride

    Silhouette Desire

    © 2009 Jan Colley

    Traduzione di Roberta Canovi

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2010 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5898-383-6

    1

    Bene, bene, considerò Adam Thorne rilassandosi sulla poltrona e squadrando la donna appena entrata nel suo ufficio. Maometto era andato alla montagna.

    Si sentì gonfiare dalla soddisfazione, e bloccò la palla da rugby che si stava lanciando da una mano all’altra. Il mese prima, dopo una magica notte di passione, lei l’aveva messo alla porta in fretta e furia, ma ora si trovava lì, sulla soglia del suo ufficio di Londra, in carne e ossa. Tenne a freno l’istinto di sorridere: poteva solo sperare che lei fosse pronta a strisciare, o a scucire qualcosa di buono – non era un uomo abituato alle offese e alle promesse vuote.

    «Ciao, Adam.»

    Con tutta calma, lanciò un’ultima volta la palla per aria, la afferrò e fece scivolare i piedi giù dalla scrivania. «Non dovresti essere a dodicimila miglia di distanza, a lavorare sodo per il mio fratellone?»

    Jasmine Cooper, assistente del fratello Nick, inglese attualmente residente a Wellington, Nuova Zelanda. Fredda, composta, e senza alcun dubbio la donna più affascinante nel considerevole catalogo di Adam.

    «Avevo delle ferie arretrate.»

    Adam distese la lunga figura, si alzò e girò intorno alla scrivania, gettando la palla da rugby in uno scatolone aperto.

    Lei si avvicinò, sbottonando il lungo cappotto nero, e lui si concesse di godere di quella vista. Come sempre, era vestita in modo impeccabile, con un tailleur di lana blu la cui severità era mitigata da una maglia gialla brillante e dalle scarpe coi tacchi da dieci centimetri che amava indossare. Gli occhi di Adam ne furono attratti come calamite: anni e anni di ballo da sala le avevano regalato le gambe più sensazionali che avesse mai visto. Fu assalito da un lampo improvviso di desiderio e sentì fremere le dita, ricordando distese infinite di pelle morbida come seta, gambe sode e forti mentre si allacciavano intorno alla sua vita, mentre le modellava con le mani...

    «Vuoi darmi il cappotto?»

    Le tese la mano mentre Jasmine lo sfilava, guardandosi intorno con curiosità. Il suo ufficio sembrava reduce da un’esplosione, pieno com’era di scatole e scatoloni. Adam si stava godendo l’ultimo giorno alla Croft, Croft & Bayley. Con l’arrivo del nuovo anno, avrebbe aperto la propria attività nei Docklands, abbandonando la Borsa per un’impresa decisamente differente.

    Appeso l’indumento all’attaccapanni, si voltò verso di lei, invitandola ad accomodarsi. «A cosa devo questo piacere decisamente inaspettato?»

    Jasmine sollevò la mano aggraziata per passarla sui lunghi capelli castani, legati come sempre. Adam li preferiva sciolti, ricordando come gli solleticavano il petto quando lei si chinava su di lui, baciandolo sulla bocca; aveva scoperto che i suoi occhi dalla forma allungata passavano dal grigio nebbioso all’azzurro limpido, a seconda del suo grado di eccitazione.

    Quel giorno, era composta ed elegante, leggermente truccata, il perfetto bianco e rosso di una vera bellezza inglese con una sfumatura calda e intensa su quelle labbra adorabili. Come se non fosse stato assalito dagli stessi suoni e dalle stesse immagini dozzine di volte nelle ultime settimane, ricordò ancora una volta quegli occhi annebbiati dalla passione, le corte unghie curate che si conficcavano nei suoi fianchi, spronandolo.

    I disperati ansimi che le sfuggivano dalla gola al preannuncio dell’orgasmo, per i quali era certo che la pudica e formale signorina Cooper, a mente fredda, si sarebbe sentita mortificata.

    Peccato che avesse rovinato tutto. Adam era ancora decisamente urtato per il modo in cui l’aveva trattato dopo. C’erano voluti sei appuntamenti per portarla a letto, e a farlo intestardire era stata proprio la sua assoluta certezza che non sarebbe stata un’altra delle sue innumerevoli conquiste. Lui aveva insistito perché era in vacanza, non aveva di meglio da fare e aveva apprezzato la sua compagnia più di quanto si fosse aspettato, considerato che non era affatto come le donne con cui usciva di solito. Se esisteva un tipo per ogni uomo, Jasmine Cooper non era affatto il suo.

    Per la miseria, si era impuntato perché lei gli aveva detto di no.

    «Ho parlato con Nick la settimana scorsa» osservò. «Non mi ha detto che saresti venuta.»

    Aveva anche sfidato l’ira del fratello, che sembrava personalmente interessato a tenerlo lontano dall’assistente, arrivando al punto di dirgli che una donna come Jasmine non gli avrebbe mai concesso la propria attenzione.

    Adam non resisteva mai a una sfida, ma in effetti il fratello non aveva avuto tutti i torti. Dopo un’incredibile notte di passione scatenata, era stato cacciato fuori. Come se lei non vedesse l’ora di liberarsi di lui. Forse l’aveva considerato un’imperdonabile sbandata, o forse temeva che potesse essere poco discreto, arrivando addirittura a raccontarlo al suo capo. Un istante era appiccicata a lui, e l’altro gli porgeva il cappello indicando la porta.

    Adam era un maestro nel mantenere gli incontri casuali, ma per lo meno lo faceva con fascino e buone maniere. Quell’elegante donna che aveva di fronte poteva anche apparire raffinata, con il suo accento colto che sarebbe stato di casa nel castello di Windsor, ma aveva intaccato la sua altrimenti solida autostima e la cosa non gli piaceva affatto.

    E ora se la ritrovava seduta davanti, le mani strette in grembo, tanto da far sbiancare le nocche. Interessante dimostrazione di nervosismo.

    «Di solito torno a casa per Natale.»

    Logico. Natale era alle porte, lei era inglese e presumibilmente aveva famiglia in Inghilterra. Ma perché darsi la pena di passare a trovarlo quando poche settimane prima era stata ansiosa di liberarsi di lui?

    «E ti è capitato di passare di qua?» domandò lui asciutto.

    Le sue labbra si addolcirono. «Non proprio.»

    Jasmine era una donna di poche parole. Educata, di classe, non avrebbe mai detto qualcosa di inappropriato – anche se al solo ricordo di cosa sapeva fare con quella bocca oltre che parlare...

    Adam tornò dietro la scrivania, perché si sentiva eccitato come un ragazzino di diciott’anni. Da quando era tornato dalla Nuova Zelanda aveva lavorato venti ore al giorno, chiudendo le pratiche allo studio, andando a caccia di investitori, organizzando i nuovi locali. Non era uscito con nessuno da quando aveva rimesso piede in città. Le debuttanti di Londra che solitamente costellavano la sua agenda sembravano essersi allontanate da lui – e quello, si disse fermamente, non aveva niente a che fare con il problema che stava incontrando nel rimuovere il pensiero di una certa donna dalla propria mente. Stava ancora pensando a Jasmine Cooper solo perché l’aveva fatto imbestialire!

    «Ho bisogno di chiederti un favore» riprese lei, lo sguardo fisso sul suo volto.

    Adam sollevò un sopracciglio. Però. Anche lui le aveva chiesto un favore, uno che poteva fare una bella differenza nella sorte dell’impresa che stava avviando. Lei aveva promesso di aiutarlo, eppure ogni volta che l’aveva chiamata da Londra, l’aveva praticamente ignorato, sostenendo di essere troppo occupata per parlare con lui.

    «Capisco. Sono solo io, o anche tu percepisci l’ironia della cosa?»

    Per la prima volta, Jasmine ebbe la decenza di apparire contrita. Non molto, solo una breve ombra nello sguardo, un lieve schiarirsi la voce.

    Suo fratello, Nick, amava proclamare di avere la migliore assistente del paese: assolutamente efficiente, professionale in tutto ciò che faceva, perfettamente composta. Ma Adam conosceva il segreto per frantumare quella compostezza: gli bastava avvicinarsi per suscitare la sua reazione. Si appoggiò al piano della scrivania, proprio davanti a lei.

    «Se ti sono sembrata un po’ distante dopo...» cominciò lei.

    Tenendo il sopracciglio inarcato, non distolse lo sguardo. Diavolo, voleva quelle scuse.

    «Dopo la nostra indimenticabile notte insieme?» aggiunse lui.

    Sorrise quando lei deglutì, notando il lieve rossore sulle sue guance.

    «Ti chiedo scusa» offrì austera. «Temo di non essere molto esperta in queste faccende.»

    «Il che è uno degli aspetti più affascinanti e indimenticabili di quella notte» considerò Adam. E diceva sul serio. Per essere una donna intorno ai venticinque anni, era inaspettatamente timida e inesperta. «Non sei rimasta soddisfatta?» aggiunse poi, ben sapendo che la domanda l’avrebbe messa ancor più in imbarazzo, dato che era stata soddisfatta diverse volte.

    Infatti il suo viso si colorì ulteriormente, e Jasmine si ritrovò a mordicchiarsi l’interno della guancia.

    «Mi dispiace molto, Adam» si scusò sinceramente. «È stata una notte speciale, che non dimenticherò mai.»

    Adam sostenne il suo sguardo ancora per qualche secondo, poi annuì. Non meritava di meno, ma le scuse sembravano sincere e la sua collera si dissolse. Tra l’altro, vederla strisciare gli aveva sicuramente dato il controllo della situazione.

    Era andata da lui, e lui voleva qualcosa che solo lei poteva dargli.

    «Che cosa posso fare per te, Jasmine?» domandò, indietreggiando per concederle un po’ più di spazio. Incrociò le braccia, incuriosito, ora che il suo orgoglio era stato placato.

    Jasmine deglutì di nuovo e lo guardò fisso negli occhi. «Voglio che tu trascorra il Natale con me nella tenuta della mia famiglia, nel Lincolnshire» rispose. «Come mio fidanzato.»

    Nel silenzio scioccato che seguì, Jasmine si costrinse a tenere gli occhi sul suo bel viso. Doveva restare calma, controllata, comportarsi come se fosse una richiesta qualunque e non la cosa più assurda che avesse mai fatto in vita sua.

    Sotto i capelli corti e scuri, la fronte gli si corrugò per la sorpresa. I suoi occhi del colore del caramello erano sbarrati per lo stupore. La barba lunga di proposito e le basette di solito la disturbavano alquanto, ma nel momento in cui aveva conosciuto Adam Thorne, playboy, ambizioso, e – secondo suo fratello – spudorato dongiovanni, era rimasta incantata: aspetto da modello, costituzione alta e snella che gli faceva fare un figurone negli abiti eleganti e nelle modaiole camicie col colletto sbottonato che portava... praticamente irresistibile.

    Ora ogni traccia del suo sorriso mozzafiato era svanita, le sue labbra piene erano serrate mentre la fissava intensamente. Cielo, perché era stata così diretta? Avrebbe dovuto prepararlo, prima di lanciare quella bomba.

    Jasmine si mordicchiò il labbro, incolpando il lungo volo che sembrava averle ovattato il cervello lasciandola tutt’altro che in forma.

    Per qualche ragione, poche settimane prima, quell’uomo così interessante e sensuale l’aveva trovata attraente; quel giorno, lei si sentiva opaca e monotona come la giornata invernale che incombeva fuori dalla finestra.

    «Forse dovrei elaborare un po’» aggiunse Jasmine a quel punto.

    Non era solita offrire dettagli sulla propria famiglia, e non l’aveva fatto né con Adam né con Nick. In quel modo era più facile restare a distanza, evitare i rapporti personali. Era scappata dall’Inghilterra cinque anni prima per sfuggire al proprio passato colorito, ma non c’era bisogno che loro lo sapessero.

    Quando finalmente erano finiti a letto

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