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Una stella sotto l'albero: eLit
Una stella sotto l'albero: eLit
Una stella sotto l'albero: eLit
E-book155 pagine2 ore

Una stella sotto l'albero: eLit

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Info su questo ebook

Il bello di avere un maggiordomo inglese è che si viene serviti con la massima efficienza e la minima invadenza. La parola discrezione è impressa a fuoco nel DNA di qualunque maggiordomo degno di questo nome. Così, quando Joshua Hawkley, attore hollywoodiano di fama internazionale, esce dalla doccia con solo un asciugamano intorno alla vita è Donald che si aspetta di trovare, con il suo solito caffè. Al suo posto c'è invece una splendida rossa. Come ha fatto a entrare? E perché le fan non lo lasciano in pace, almeno a Natale?

LinguaItaliano
Data di uscita28 nov 2014
ISBN9788858931875
Una stella sotto l'albero: eLit
Autore

Carole Mortimer

Carole Mortimer is a USA Today Bestselling author. She is the recipient of the 2015 Romance Writers of Amercia Lifetime Achievement Award, and 2017 Romantic Times Career Achievement Award. In 2012 she was recognized by Queen Elizabeth II for her ‘outstanding service to literature’. To date she has written 240 books, in contemporary, paranormal and Regency romance, 198 with a traditional publisher and 42 as a #1 Bestselling indie author.

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    Anteprima del libro

    Una stella sotto l'albero - Carole Mortimer

    Copertina. «Una stella sotto l'albero (eLit)» di Mortimer Carole

    Immagine di copertina: svetikd / E+ / Getty Images

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    His Christmas Eve Proposal

    Mills & Boon Promo-Anthologies

    © 2007 Carole Mortimer

    Traduzione di Alessandra De Angelis

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    © 2008 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5893-187-5

    www.eHarmony.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    Frontespizio. «Una stella sotto l'albero (eLit)» di Mortimer Carole

    1

    «Lascia pure il caffè sul comodino, Donald, grazie» gridò Hawk dal bagno.

    Aveva sentito bussare alla porta della camera ed era sicuro che si trattasse del suo factotum inglese che, puntuale come sempre, gli aveva portato la colazione. In altri tempi si sarebbe chiamato maggiordomo, ma la sostanza era la stessa: Hawk non avrebbe potuto fare a meno dell’efficientissimo Donald, che scandiva le sue giornate e lo aiutava a gestire i suoi impegni con la precisione di un orologio svizzero.

    «Un minuto e arrivo!» continuò, frizionandosi i capelli bagnati dopo aver fatto la doccia.

    Donald non disse niente, ma Hawk non si aspettava una risposta. La discrezione era un altro dei pregi del suo factotum, che era sempre a sua disposizione, pronto a soddisfare ogni sua esigenza ma senza essere invadente. Donald aveva la capacità di sapersi confondere con lo sfondo e scomparire, se necessario. Erano ormai dieci anni che era al suo servizio e non c’era giorno che Hawk non ringraziasse il cielo per aver avuto la fortuna di trovarlo e assumerlo.

    Canticchiando tra sé, finì di asciugarsi i capelli poi si passò l’asciugamano intorno al collo e lo lasciò sulle spalle, mentre si soffermava per un istante ad ammirare il panorama dalla finestra del bagno. La vista era spettacolare; un manto candido di neve ricopriva le colline circostanti, su cui incombeva in lontananza la sagoma maestosa del versante canadese delle Montagne Rocciose.

    Hawk era finalmente a casa. Il clima invernale contrastava nettamente con il calore e il sole che si era lasciato alle spalle a Los Angeles, da cui era partito il giorno prima. Appena messo piede a terra all’aeroporto di Calgary la sera prima, aveva immediatamente sentito la morsa del gelo che gli aveva attanagliato le tempie e tolto il respiro, provocandogli più di un brivido per il brusco passaggio dal caldo al freddo.

    Per fortuna, quando si era vestito per la partenza, aveva adottato un abbigliamento adeguato al clima che avrebbe trovato all’arrivo. Il giaccone di pelle imbottito, i jeans pesanti e gli stivali con la suola di gomma erano fuori posto a Los Angeles, ma erano ideali per la temperatura della sua città natia.

    In realtà, comunque, non era infastidito da quel brusco cambiamento climatico. Anzi, trovava il freddo di quella zona corroborante, oltre che molto più consono all’imminente periodo natalizio. I pupazzi di neve nelle vetrine, i Babbo Natale infagottati nei costumi di velluto rosso e gli alberi addobbati stonavano con il sole abbacinante della California. I paesaggi natalizi non si adattavano molto bene a donne in bikini succinto. Invece Hawk si sentiva molto più pervaso dallo spirito delle feste, ora che le condizioni meteorologiche vi si accordavano.

    Era impensabile per lui progettare di trascorrere le vacanze lontano da casa. Era sempre in giro da un continente all’altro ma, in qualsiasi parte del mondo si trovasse, saltava sempre su un aereo per recarsi a passare le vacanze natalizie in quella che un tempo era la casa di famiglia.

    I suoi si erano trasferiti in Florida, perché il clima meno proibitivo era molto più sopportabile per il padre, che soffriva di artrite dopo essersi spezzato la schiena lavorando la terra per molti anni.

    I genitori di Hawk sarebbero arrivati fra tre giorni nella casa circondata da tre acri di terra, tutto ciò che rimaneva della fattoria.

    La sorella minore di Hawk, con il marito e i due bambini, invece, sarebbero venuti da Vancouver non prima del fine settimana, anche loro per trascorrere il Natale in famiglia.

    Hawk sorrise tra sé al pensiero di quanto sarebbero rimaste deluse le sue fan più accanite se avessero saputo che il famoso attore Joshua Hawkley passava il Natale in modo tanto banale. Sicuramente lo immaginavano disteso al sole su una spiaggia esotica a sorseggiare un cocktail decorato da un ombrellino colorato, oppure su una sdraio a bordo piscina in qualche villaggio vacanze di lusso ai Caraibi, sempre in compagnia di una o magari anche due belle ragazze procaci e seminude.

    A essere sincero la presenza di una bella ragazza provocante al suo fianco non gli sarebbe dispiaciuta affatto; quanto al resto, a Hawk non importava un accidenti di essere circondato da lusso, fasto e mondanità. Preferiva di gran lunga gli affetti veri e sinceri al mondo dorato, scintillante e assolutamente falso del jet set.

    Si voltò verso lo specchio sopra il lavandino, appannato dal vapore. Lo pulì passandovi una mano e scrutò il proprio riflesso, strofinandosi poi l’ombra di barba sul mento mentre decideva se radersi o meno.

    Alla fine la pigrizia prevalse; aveva ancora tre giorni di pace e relax assoluto prima dell’arrivo dei suoi e aveva proprio l’intenzione di riposare e prendersela comoda. Aveva bisogno di tranquillità dopo il pandemonio che aveva accompagnato, come al solito, l’uscita del suo ultimo film. Il sabato precedente c’era stata la prima e Hawk aveva dovuto sottostare a una miriade d’impegni. Non farsi la barba, ora, era la sua piccola ribellione privata, visto che non doveva presentarsi a nessuna apparizione ufficiale e non era costretto a tirarsi a lucido.

    Sicuramente sua madre avrebbe avuto da ridire sulla lunghezza dei capelli, anche se l’avesse visto perfettamente rasato, pensò passandosi una mano sulle ciocche umide che gli ricadevano sulle spalle ampie e muscolose. A gennaio avrebbe cominciato a girare il tanto atteso sequel del suo grande successo, Il re dei pirati, per cui si stava facendo crescere i capelli per prepararsi alla parte.

    Sempre che le riprese fossero iniziate senza intoppi, si disse. Mancava la protagonista ed era necessario trovare una sostituta, visto che l’attrice che avrebbe dovuto sostenere il ruolo dell’eroina aspettava un bambino. Una piratessa al quinto mese di gravidanza sarebbe sembrata un po’ troppo spregiudicata, ma l’agenda di Hawk era fitta di impegni e non sarebbe stato possibile ritardare l’inizio delle riprese fino alla nascita del pargolo.

    Comunque era un problema di Nik Prince, il regista, pensò Hawk scrollando le spalle mentre usciva dal bagno.

    «Donald, stavo pensando che forse...» cominciò. Si bloccò di colpo sulla soglia, impietrito, e si interruppe. «Chi diavolo è lei?» esclamò, strabuzzando gli occhi per la sorpresa.

    Invece di Donald, nella sua camera c’era una ragazza. Era davanti alla finestra e stava scostando le tende con piglio deciso.

    Che fine aveva fatto Donald?, si chiese Hawk, perplesso, mentre fissava la donna, colpito dalla massa fulva dei capelli che le arrivavano fin quasi alla vita. La ragazza indossava una maglia nera aderente e la chioma fiammante le accarezzava la schiena flessuosa. Alta, con le gambe lunghe inguainate in un paio di jeans attillati, era decisamente attraente. Eppure, bella o no, non avrebbe dovuto violare la privacy della sua camera da letto, specialmente considerato che lui era nudo come un verme.

    I paparazzi sarebbero andati in brodo di giuggiole se avessero potuto coglierlo in flagrante in una situazione piccante come quella, pensò, irritato. Hawk immaginava già i titoli dei giornali scandalistici. Famoso attore accusato di molestie sessuali per essersi presentato nudo davanti a una sconosciuta.

    Sentendo una voce maschile, Rosie si era voltata verso la direzione da cui proveniva. Le era sembrata una voce familiare, e quando aveva visto a chi apparteneva aveva capito il perché.

    Quel timbro caldo, vellutato e baritonale era inconfondibile; quante volte Rosie aveva sospirato sentendo vibranti parole d’amore uscire da quelle belle labbra! E quante volte aveva chiuso gli occhi immaginando di essere la fortunata di turno che da quelle stesse labbra riceveva un bacio appassionato, per poi essere strapazzata a dovere per ore ed ore tra le lenzuola arroventate!

    Eh, sì, la voce che aveva appena sentito apparteneva inequivocabilmente al bellissimo Joshua Hawkley, l’attore più sexy del mondo, più affascinante di George Clooney e più aitante e sensuale di Brad Pitt.

    Rosie rimase senza fiato quando, voltandosi, si accorse di un particolare tutt’altro che irrilevante: Joshua Hawkley era nudo.

    Avrebbe potuto recitare a memoria la filmografia della trentacinquenne stella del cinema, che era in cima ai sogni più peccaminosi di tutte le donne del mondo e risiedeva in pianta stabile sulle copertine di tutte le riviste patinate. E ora Joshua Hawkley si offriva alla sua contemplazione in tutto lo splendore impudente e atletico della sua nudità.

    Con la gola secca, Rosie cercò di inghiottire per ripristinare un minimo di salivazione, ma era assolutamente inebetita e non era in grado di compiere anche il movimento più elementare. I suoi occhi verdi erano come due fanali puntati sul magnifico corpo nudo di Joshua Hawkley.

    Da ragazzina non le era stato permesso di appendere alle pareti della sua cameretta i poster dei cantanti e degli attori ma, se avesse potuto, l’immagine di Joshua Hawkley avrebbe campeggiato al posto d’onore a pieno titolo. Rosie era convinta che non esistesse al mondo un uomo altrettanto capace di fare bella figura in costume adamitico.

    Joshua Hawkley, che tutti chiamavano semplicemente Hawk, era alto e affascinante. Oltre a un bel viso, aveva un fisico che avrebbe fatto invidia ad Adone, con spalle ben tornite, torace ampio e solido, bicipiti possenti, fianchi stretti e lunghe gambe atletiche. Oltretutto, solo la vergogna e il pudore impedirono a Rosie di fissargli spudoratamente l’inguine, nonostante quell’uomo avesse validi argomenti per farsi guardare proprio lì.

    Hawk era rimasto immobile, pietrificato nel vederla, tanto stupito quanto lei dalla sua presenza inaspettata. Tuttavia si riebbe in fretta e, come se si fosse improvvisamente reso conto della direzione del suo sguardo avido, si tolse l’asciugamano dalle spalle con un gesto apparentemente disinvolto e se lo avvolse intorno ai fianchi.

    Lei batté le palpebre più volte, quasi si stesse svegliando da

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