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Segreti e baci: Harmony Bianca
Segreti e baci: Harmony Bianca
Segreti e baci: Harmony Bianca
E-book151 pagine2 ore

Segreti e baci: Harmony Bianca

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Info su questo ebook

Sydney Harbor Hospital 1
Benvenuti al Sydney Harbor Hospital.
Qui ognuno nasconde un segreto, ma i segreti in questo ospedale non sono destinati a rimanere tali a lungo.

L'infermiera Lily Ellis si è trasferita temporaneamente a Sydney per sfuggire ai pettegolezzi che hanno rovinato la reputazione sua, e di sua madre. Alla fine del primo, massacrante turno in reparto, Lily si rifugia tra le braccia rassicuranti e sensuali del chirurgo Luke Williams, ma al Sydney Harbor Hospital nessuno riesce a tenere un segreto e i due vengono scoperti in atteggiamenti compromettenti. Luke, per proteggere la sua nuova collega, finge di avere una relazione seria con lei. Solo temporaneamente, si dicono. Nessuno però sa dove finisce la finzione e dove comincia l'amore.
LinguaItaliano
Data di uscita10 ago 2018
ISBN9788858985786
Segreti e baci: Harmony Bianca
Autore

Marion Lennox

Marion Lennox is a country girl, born on an Australian dairy farm. She moved on, because the cows just weren't interested in her stories! Married to a `very special doctor', she has also written under the name Trisha David. She’s now stepped back from her `other’ career teaching statistics. Finally, she’s figured what's important and discovered the joys of baths, romance and chocolate. Preferably all at the same time! Marion is an international award winning author.

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    Anteprima del libro

    Segreti e baci - Marion Lennox

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Sydney Harbour Hospital: Lily’s Scandal

    Harlequin Mills & Boon Medical Romance

    © 2012 Harlequin Books SA.

    Special thanks and acknowledgement are given to Marion Lennox

    for her contribution to the Sydney Harbour Hospital series

    Traduzione di Giacomo Boraschi

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2013 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5898-578-6

    1

    Luke Williams aveva operato per tutto il giorno. Ora avrebbe voluto solamente fare una buona dormita, invece doveva vedersela con una storia di ragazzi ustionati, il direttore chirurgico e la nipote di un fondatore dell’ospedale.

    «Ustioni multiple, hai detto? Quattro ragazzi? Ho passato quasi tutta la notte a occuparmi di un bambino con pneumotorace e adesso mi svegli per questa scemenza?»

    Il capo di Luke, il taciturno direttore chirurgico al Sydney Harbour Hospital sembrava furibondo, ma la dottoressa Evie Lockheart, medico di Pronto Soccorso, rispose a tono. «Mi hanno detto che quattro ragazzi sono caduti in un tino di sego bollente. Credi che non valesse la pena di chiamare te e Luke? Volevo i migliori.»

    Luke aveva altro da fare. Dormire, per esempio. «E chi ti ha detto che il sego era bollente? Forse era appena tiepido. Avresti dovuto controllare.»

    «E perdere tempo prezioso? Fammi il piacere, Kennedy, prima di parlare connetti il cervello alla bocca.»

    Luke trasse un sospiro. Quelle persone erano l’anima dell’ospedale. Evie Lockheart, sempre a caccia di finanziamenti, e il direttore chirurgico Finn Kennedy avevano personalità che esprimevano tutto il loro orgoglio. Grande intelligenza, grande impegno, grandi... conflitti. Da qualche tempo questi ultimi stavano prevalendo.

    Poteva andarsene?

    No.

    Vacanze scolastiche. Un procedimento di lavorazione della carne in un quartiere periferico con un inadeguato servizio di sicurezza. Quattro ragazzi si erano sfidati a percorrere con i pattini a rotelle una passerella sospesa su un enorme tino pieno di grasso.

    Per fortuna avevano appena cominciato a riscaldarlo, così erano caduti nell’equivalente di un bagno un po’ troppo caldo.

    Visti dalla finestra dell’ufficio, i ragazzi e i loro genitori sembravano isterici. Il fetore del sego era intollerabile, ma poteva andare molto peggio. Un’infermiera bionda stava togliendo il fetido grasso dalla gamba di un ragazzo, rivelando soltanto una leggera scottatura.

    Non poteva andarsene, decise Luke, non prima che la situazione si fosse normalizzata. Nel frattempo poteva partecipare alla discussione, visitare i ragazzi e soprattutto guardare l’infermiera. Ne valeva la pena.

    Era molto carina, pensò Luke, anche con il largo camice del Pronto Soccorso. I suoi riccioli biondi sfuggivano da sotto la cuffia. Mentre la guardava, l’infermiera se li ravviò, poi sbirciò attraverso la finestra dell’ufficio.

    Luke incrociò il suo sguardo e vi scorse un sorriso. L’infermiera doveva avere visto il battibecco, anche se non l’aveva sentito. Rideva di quei due? Una pessima idea, pensò Luke. In quel momento ridere era altamente controindicato, anche per lui che lavorava in quell’ospedale da dieci anni. Represse l’impulso di ricambiare il sorriso.

    Dovette lottare anche contro l’impulso di turarsi il naso. Il fetore si stava spandendo per tutto il piano.

    «Con questa maledetta epidemia di gastroenterite, siamo a corto d’infermiere» stava dicendo Evie. «Non avevo personale disponibile per ripulire quei poveri ragazzi prima di chiamarti. Forse sono ustionati e traumatizzati. Dovevo chiamare rinforzi.»

    «Non sono traumatizzati» ribatté Finn.

    Invece lo erano, concesse Luke mentre guardava i ragazzi. I loro genitori dovevano essere stati terrorizzati, poi avevano manifestato la paura sotto forma di collera. Nel suo lavoro lo aveva visto spesso: la paura si sfogava nell’ira.

    Due ragazzi stavano piangendo. Erano giovanissimi, scottati e spaventati. Avevano bisogno di qualche parola gentile.

    Ma prima doveva arrestare la Battaglia dei Titani. Come mettere fine alla Terza Guerra Mondiale senza provocare un’escalation fatale?

    «Credi che il potere ti dia ogni diritto» stava dicendo Finn Williams all’erede Lockheart.

    Ci siamo, pensò Luke con un sospiro. La piccola infermiera bionda era scomparsa nel magazzino. Se l’avesse seguita? No, nemmeno a pensarci. Finn era il suo capo, Evie la nipote del fondatore dell’ospedale. Se teneva al posto, doveva assistere allo spettacolo dei due titani che si scannavano a vicenda.

    A dire il vero, non temeva per il proprio posto. Come primario di Chirurgia plastica all’Harbour, le sue credenziali lo rendevano inamovibile. Ma oltre a essere il suo capo, Finn era suo amico, almeno per quanto lo permettevano la gerarchia e il carattere. Nel corso delle ultime settimane Luke aveva visto la sua già scarsa pazienza diminuire a vista d’occhio.

    Finn ed Evie avevano fatto scintille fin dal loro primo incontro. Come medico di Pronto Soccorso, Evie aveva contestato una decisione di Finn. Aveva sbagliato e si era scusata, tuttavia Finn aveva schernito il suo diritto ereditario al potere e da allora il loro rapporto era stato... interessante. Ma ora Finn stava esagerando. Non valeva la pena di prendersela in quel modo per una chiamata intempestiva. Quelle reazioni furibonde minavano il morale dello staff. Era una situazione preoccupante e Luke non amava preoccuparsi. Solitario per natura, tendeva a sfuggire la gente.

    Ma adesso era preoccupato per il suo amico. E dalla finestra...

    Era la prima volta che vedeva quell’infermiera.

    Molto carina. Occhi favolosi. Di un azzurro che dava l’impressione di tuffarsi nella limpida acqua del mare in una giornata di sole. Doveva essere il suo primo turno serale, decise. Avrebbe certamente notato quegli occhi, se li avesse visti prima.

    Dov’era andata? Forse a prendere una pompa per lavare quei ragazzi.

    «Sotto quella poltiglia possono esserci ustioni di secondo o terzo grado» stava dicendo Evie, quasi sibilando per l’ira.

    «Non c’è traccia di shock. Hanno bisogno solamente di una buona lavata.»

    «E di una visita» aggiunse Evie decisa. «Vuoi darti da fare, allora?»

    «Non occorre. Nel peggiore dei casi prevedo ustioni di primo grado.»

    «Possiamo dare un’occhiata?»

    Era Occhi Azzurri, appena uscita dal magazzino. Si era intromessa nella loro guerra privata portando una bracciata d’indumenti di plastica.

    «Scusate» aggiunse come se non avesse notato nessuna lite. «So che dovrei stare al mio posto, ma negli ultimi due anni ho lavorato in un ospedale di campagna dove all’occorrenza interveniva tutto lo staff. Abbiamo quattro ragazzi e quattro membri del personale, me compresa. Potremmo indossare una tuta protettiva, mettere ogni ragazzo sotto la doccia e fare una visita individuale cercando eventuali ustioni. Che cosa ne dite?»

    Luke la fissò a bocca aperta. Sapeva chi c’era nella stanza? I tre medici più influenti dell’ospedale. Il direttore di Chirurgia, il primario di Chirurgia plastica, l’erede della famiglia Lockheart.

    L’infermiera non portava l’uniforme dell’ospedale. Che sia un’infermiera volante? Tendeva le tute di plastica come aspettandosi che le prendessero.

    Ma... non avevano alternative. Non c’erano infermiere libere. L’epidemia di gastroenterite aveva messo l’ospedale sotto pressione e come se non fosse stato abbastanza ogni sera dovevano vedersela con una rissa. Feriti e ubriachi. Significava cure intensive a persone bisognose di punti e ancora sotto l’effetto dell’alcol. Così Evie si ritrovava con una sola infermiera e quattro ragazzi con possibili ustioni. Un Pronto Soccorso pieno di pazienti isterici, genitori disperati e fetore. Non c’era da stupirsi che Evie avesse chiamato aiuto, anche se aveva mirato un po’ troppo in alto. Forse l’infermiera aveva ragione, quella era la soluzione più rapida. E poi quegli occhi...

    «Prendo quello grosso con l’aria immusonita» annunciò, indossando una tuta protettiva.

    Evie lo fissò attonita. «Prendi...»

    «Mi hai chiamato, no?» le ricordò lui. Prese un’altra tuta e la gettò a Finn. «Ci farà bene» aggiunse. «Ci aiuterà a rilassarci. Vuoi occuparti di quello piccolo con le lentiggini?»

    Finn prese la tuta. Sembrava ammutolito.

    «Io mi occupo del magro» annunciò Occhi Azzurri, poi gettò l’ultima tuta a Evie.

    Vi fu una pausa carica di tensione. Occhi Azzurri indossò con calma la tuta impermeabile, poi si chinò per calzare gli stivali.

    Alcuni riccioli biondi sfuggivano dalla cuffia per accarezzarle il collo, notò Luke. Gli parvero molto seducenti.

    Fu per quel motivo che anche lui calzò gli stivali? No, li calzava per motivi pratici. Non soccombeva al testosterone quando vedeva una donna carina... non più, ma quel luogo era pieno di ragazzi maleodoranti. Dovevano essere visitati, non c’erano infermiere libere e così... Occhi Azzurri aveva ragione, nel tempo che avevano passato a discutere avrebbero potuto visitarli tutti e dimetterli. «Chiamo il personale delle pulizie, così potranno lavare il pavimento mentre facciamo la doccia» disse Occhi Azzurri, ora avviluppata nella tuta impermeabile. Aprì la porta, permettendo il contatto fra i medici e i pazienti. Prima ancora che Finn avesse approvato.

    «Ross, va’ con il dottor Williams. Robbie, tu vai con la dottoressa Lockheart. Craig, va’ con il dottor Kennedy e tu vieni con me, Jason.» L’infermiera si rivolse ai genitori. «Volete lasciarci i ragazzi? Saranno in buone mani, qui ci sono i migliori medici dell’ospedale. Li ripuliremo, ci accerteremo che non abbiano ustioni e ve li renderemo. Magari potrete passare da un supermercato aperto di notte per comprare qualche indumento pulito. Okay?»

    Prima che i genitori potessero rispondere, vi fu un’interruzione. «Scusatemi» disse la centralinista, entrando nel Pronto Soccorso come un coniglio spaventato. Non c’era da stupirsi che fosse nervosa, pensò Luke. Finn Kennedy innervosiva tutti. «C’è la polizia» spiegò.

    Prima che potesse continuare, fu oltrepassata da due agenti. Ahi, ahi, pensò Luke, non sapevano di essere entrati nel regno di Finn Kennedy. Avrebbero rischiato meno ad affrontare una banda di rapinatori.

    «Questi giovanotti sono accusati di violazione di proprietà privata ed effrazione» dichiarò il poliziotto più anziano, guardando i ragazzi come se avessero realmente cattivo odore. «Il vigile ha detto che non sembrano troppo malridotti. Potremmo sbrigare la pratica al più presto? Così potremo dedicarci alle faccende serie.»

    Ahi, ahi. Luke trattenne il fiato. Finn sarebbe esploso e adesso aveva una vittima.

    «Violazione di proprietà privata ed effrazione?» domandò gelido.

    «Sì, dottore.»

    Il poliziotto non aveva intuito il pericolo, così fu colto alla sprovvista.

    «Questi ragazzi sono caduti in un tino pieno di grasso bollente»

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