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Romantica vacanza: Harmony Jolly
Romantica vacanza: Harmony Jolly
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E-book190 pagine1 ora

Romantica vacanza: Harmony Jolly

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Info su questo ebook

Vacanze milionarie 1/3
Un viaggio può cambiare la vita, soprattutto se lo si fa con un affascinante milionario

Quando Abby Grant viene invitata dal tenebroso e malinconico milionario Raoul Decorvet nel suo castello in Francia, dentro di lei qualcosa scatta: Abby si scopre, per la prima volta, davvero innamorata. Tuttavia, non può permettersi di offrire il proprio cuore a un uomo che sembra non aver mai superato la perdita della moglie. Se Raoul vuole che Abby resti con lui, facendo durare per sempre l'incanto di questa romantica vacanza, dovrà mostrarle chiaramente che il suo cuore appartiene unicamente a lei.
LinguaItaliano
Data di uscita20 giu 2019
ISBN9788858998939
Romantica vacanza: Harmony Jolly
Autore

Rebecca Winters

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Romantica vacanza - Rebecca Winters

    successivo.

    Prologo

    «Nigel?»

    Alcuni colpi discreti battuti alla porta dell'ufficio richiamarono l'attenzione di Abby Grant, seduta dietro alla scrivania.

    Per il semestre estivo e autunnale, lei e Nigel Belmont, un professore di Cambridge invitato a svolgere alla San José State University in California alcuni cicli di lezione, avrebbero occupato due uffici attigui nel dipartimento di letteratura.

    Si erano fidanzati tempo prima, e spesso, durante le pause di lavoro, facevano progetti per le nozze fissate la primavera successiva.

    «Il professor Belmont è in aula in questo momento» rispose Abby, all'ennesima studentessa comparsa quella mattina sulla soglia dell'ufficio. In quel caso si trattava di una bruna molto carina. Indossava un elegante tailleur e non aveva affatto l'aria della studentessa, notò lei con una certa sorpresa. «La lezione finirà a mezzogiorno. Se vuoi, puoi lasciargli un messaggio. Ci penserò io a consegnarglielo.»

    «Non è necessario» rispose la giovane con un accento britannico molto simile a quello di Nigel. «Sono Lucy Belmont, la moglie di Nigel e ho bisogno di parlargli di persona. Lo aspetterò qui.»

    Stupefatta per la risposta, Abby rimase alcuni istanti senza parole.

    «Forse... non stiamo parlando della stessa persona» riuscì a dire alla fine. «Il professor Belmont non è sposato.»

    «Invece lo è, e ha anche due figli» ribatté Lucy con un sorriso forzato. «Due bambini che si aspettano che il padre torni a casa almeno per Natale. Queste sono alcune foto scattate la scorsa primavera» aggiunse, aprendo la borsetta ed estraendo un piccolo album che tese ad Abby.

    Abby lo aprì e guardò le foto che ritraevano Nigel con moglie e figli.

    Cos'era? Uno scherzo di pessimo gusto? si chiese, notando che le tremavano le mani. Forse quella donna era solo una sorella o una parente di cui Nigel non le aveva mai parlato.

    Non era possibile che fosse sua moglie!

    Lei e Nigel stavano organizzando il loro matrimonio!

    Rifiutandosi di discuterne con la ragazza prima di averne parlato con Nigel, Abby si alzò.

    «Non immaginavo» disse, assumendo il tono più formale che le riuscì. «Naturalmente può attendere nell'ufficio di suo marito. È quello attiguo a questo. La lezione terminerà fra un quarto d'ora. Adesso se vuole scusarmi...»

    Senza attendere la risposta di Lucy, Abby uscì in fretta dall'ufficio e infilò il corridoio che portava verso le aule del dipartimento di letteratura.

    Entrò nella grande stanza dove Nigel stava facendo lezione e si sedette negli ultimi banchi, in attesa che lui terminasse.

    Dieci minuti più tardi lui annunciò che la lezione era finita e augurò buone vacanze di Natale a tutti gli studenti. Dopo che i ragazzi se ne furono andati, mise alcuni fogli nella valigetta e si diresse verso di lei.

    «A cosa devo questa inaspettata visita da parte della mia bellissima fidanzata?» le domandò dopo averle dato un bacio sulle labbra.

    Abby lo guardò un istante negli occhi, rifiutandosi ancora di credere alla notizia che aveva appena ricevuto.

    «C'è una donna che ti sta aspettando in ufficio, e sostiene di essere tua moglie» rispose freddamente. «Dice di chiamarsi Lucy Belmont e mi ha mostrato le foto dei vostri due figli. Per favore, dimmi che si tratta solo di uno scherzo.»

    Nigel non rispose, ma l'espressione luminosa che aveva dipinta in volto un attimo prima cambiò improvvisamente.

    Quel mutamento fu sufficiente a confermarle che quella ragazza aveva detto la verità. Il dolore e lo shock la resero quasi incapace di reagire. Indietreggiò, per prendere le distanze da lui.

    «Quindi è vero... Lei è... tua moglie

    Nigel scosse il capo. «Ascoltami, Abby... È una lunga storia. Io e Lucy siamo separati quasi da un anno e presto divorzieremo. Prima o poi te lo avrei detto e...»

    «Ma che razza di uomo sei?» lo interruppe Abby, in tono gelido. «Siamo fidanzati da mesi e mi hai nascosto una parte così importante della tua vita!» aggiunse con l'impressione che il suo piccolo mondo felice fosse andato in frantumi.

    Eri innamorata di un astuto, subdolo bugiardo! pensò lei con orrore.

    Ricordò di avere letto frasi di quel tipo nei romanzi rosa, ma non aveva mai pensato che un giorno le avrebbe addirittura sentite di persona. Oltre a lei e alla moglie, quante altre donne aveva tradito Nigel? E quei poveri bambini?

    Sfilò l'anello di fidanzamento e glielo gettò addosso prima di uscire di corsa dall'aula. Raggiunse il suo ufficio, e quando vide che Lucy se n'era andata, ne approfittò per prendere in fretta borsetta e giacca. Cinque minuti dopo lasciò il campus universitario a bordo della sua auto.

    Era come inebetita per lo shock e la sofferenza, e aveva bisogno di parlare con qualcuno che le volesse veramente bene e di cui si fidava.

    E così si diresse verso l'abitazione dei suoi genitori a San José.

    Abby rimase alcuni giorni a casa dei suoi genitori, senza volere vedere nessun altro. Si limitò a contattare per telefono il professor Stewart, responsabile del dipartimento di letteratura. Gli raccontò quello che era accaduto e gli chiese il permesso di assentarsi per il prossimo semestre.

    Con suo grande sollievo, non solo Stewart glielo concesse, ma le offrì anche l'opportunità di una trasferta in Europa fino all'estate successiva per compiere alcune ricerche.

    Dopo quell'esperienza così dolorosa, niente avrebbe potuto esserle più gradito di un cambio di scenario. Ma, cosa migliore di tutte, Stewart la informò che Nigel Belmont non avrebbe più fatto parte del corpo docente della San José State University, perché gli era stata proposta una cattedra in un'altra università sulla costa est degli Stati Uniti.

    In altre parole, non avrebbe più rivisto Nigel.

    Dopo le festività natalizie e prima di partire per l'Europa, Abby si trasferì una settimana a Los Angeles per organizzare insieme a due colleghe il progetto di cui le aveva parlato il professor Stewart.

    Con Ginger Lawrence e Zoe Perkins, che avevano una preparazione letteraria simile alla sua – la prima da Stanford e la seconda da UCLA – Abby fece amicizia con molta facilità.

    La prospettiva di trascorrere un periodo insieme a Ginger e Zoe le infuse la forza necessaria per dimenticare la dolorosa parentesi con Nigel e di guardare con ottimismo al futuro.

    Così, prima di tornare a San José per fare i preparativi per il viaggio in Europa, decise per un cambio radicale anche del suo aspetto ed entrò in un salone di bellezza.

    La receptionist la fece accomodare in uno degli eleganti camerini e mentre aspettava il suo turno, Abby sfogliò alcune riviste di moda.

    Qualche minuto dopo una delle parrucchiere comparve sulla soglia.

    «Cosa posso fare per te?» le domandò con un sorriso.

    «Vorrei un taglio di capelli così» rispose Abby, indicandole la modella in una delle foto della rivista. Si trattava un caschetto corto, sfilato ai lati fra il mento e le spalle.

    «Sei sicura di voler accorciare così drasticamente questi lunghi e stupendi capelli biondi?» replicò la ragazza, come se le avesse chiesto di commettere un peccato mortale.

    Abby annuì convinta.

    Tre settimane prima aveva eliminato Nigel Belmont dalla sua vita con una decisione e una rapidità che aveva sorpreso anche se stessa.

    Dopo Natale, lui le aveva telefonato, ma lei lo aveva mandato all'inferno senza mezzi termini.

    Una scelta che non aveva minimamente rimpianto.

    Cambiare look era l'ultimo atto per separarsi da qualsiasi somiglianza con la donna ingenua e fiduciosa che era stata fino a qualche settimana prima. Una donna che aveva giurato di non lasciarsi mai più abbindolare da un uomo.

    La parrucchiera scosse il capo, ma fece quanto Abby le aveva chiesto.

    Mezz'ora più tardi, Abby sorrise guardandosi allo specchio.

    Faceva fatica a riconoscersi.

    Il nuovo taglio di capelli le metteva in risalto il delicato ovale del viso e gli occhi verdi, facendola sembrare più giovane dei suoi ventisei anni.

    Sì, era stata una buona idea cambiare pettinatura, pensò soddisfatta mentre usciva dal salone di bellezza.

    Adesso i suoi lunghi capelli biondi erano solo un ricordo e niente e nessuno glieli avrebbe fatti rimpiangere.

    1

    Svizzera. Cinque mesi dopo

    Con il computer portatile infilato fra gli indumenti del suo bagaglio, Abby lasciò il piccolo alloggio a Cologny dove aveva abitato nelle ultime due settimane e prese un taxi per raggiungere la stazione ferroviaria di Ginevra.

    Aveva ultimato il progetto di ricerca e adesso poteva finalmente concedersi una meritata vacanza. E per l'occasione aveva optato per dei jeans e una camicetta, anziché uno dei soliti tailleur che indossava per lavoro.

    I suoi piani prevedevano di trascorrere il mese di giugno in viaggio per l'Europa prima di tornare a casa negli Stati Uniti e rivedere gli amici di sempre. Si era tenuta in contatto con loro per telefono, email e via Skype, ma sarebbe stato magnifico riabbracciarli di persona.

    Conseguita la laurea, aveva frequentato il dottorato di ricerca ed era diventata assistente alla didattica nel dipartimento di lettere moderne, specialista negli scrittori romantici dei primi decenni del diciannovesimo secolo. Dopodiché aveva iniziato a tenere lezioni nell'ateneo. Era stato proprio in coincidenza di quell'avvenimento che aveva conosciuto Nigel. Col senno di poi, poteva dire che quell'incontro si era rivelato un vero e proprio disastro.

    L'unica cosa che riusciva a consolarla era che Zoe stava peggio di lei. Reduce da un divorzio a causa dell'infedeltà del marito, l'amica non faceva che ripetere che non voleva più saperne degli uomini.

    La stessa cosa valeva per lei, perché era stato devastante dover ammettere che Nigel non era una persona degna di fiducia. Quando aveva scoperto che l'aveva ingannata, era stato come se il mondo le fosse crollato addosso.

    Come avrebbe potuto fidarsi in futuro di un altro uomo?

    Ginger, invece, era rimasta prematuramente vedova. Un male incurabile le aveva strappato l'uomo della sua vita e stava ancora cercando di elaborare il lutto.

    Di positivo c'era che, in poco tempo, fra lei, Zoe e Ginger, era nata una sincera amicizia e adesso non vedeva l'ora di rivederle.

    Ritrovato il suo buon umore, entrò nella stazione ferroviaria di Ginevra trascinandosi dietro di sé la valigia. Mancava ancora un quarto d'ora all'arrivo del suo treno, così si diresse verso un chiosco che vendeva generi alimentari e acquistò sei piccole quiches, due per lei e due per ognuna delle sue amiche.

    Quando fu a bordo della carrozza, si sedette in uno scompartimento assieme a un sacerdote e una coppia di ragazzi che parlavano in tedesco.

    Appena i vagoni si mossero, diede un'occhiata all'orologio. Erano partiti in perfetto orario e previde che di lì a un'ora sarebbe arrivata a St. Saphorin, dove la aspettavano le sue amiche.

    Mentre il treno costeggiava il lago di Ginevra, Abby si rilassò osservando dal finestrino i graziosi villaggi che sorgevano sulle rive dello specchio d'acqua e a cui facevano da sfondo le cime innevate delle Alpi.

    A un certo punto comparve alla vista St. Saphorin. Il piccolo centro abitato sorgeva sulle sponde del lago immerso tra le file di vigneti che coprivano la collina retrostante.

    Appena il treno si fermò davanti alla banchina, scese in fretta dal vagone, ansiosa di rivedere le sue amiche. Tuttavia quando uscì dalla stazione, si accorse che di Zoe e Ginger non c'era traccia.

    Probabilmente erano in ritardo, pensò. E così, per ingannare l'attesa, si sedette su una panchina e si mise a contemplare le cime del Jura.

    Dopo venti minuti, provò a telefonare a Ginger, ma fu costretta a lasciare un messaggio in segreteria. Zoe, invece, rispose subito.

    «Abby? Sei a St. Saphorin?» le chiese l'amica.

    «Sì, e voi dove siete?»

    «L'auto a noleggio che ci avevano promesso per stamattina non è ancora pronta. Troppi turisti in questa stagione... Ginger sta parlando adesso con l'impiegato della concessionaria» le spiegò Zoe. «Probabilmente tarderemo un po', per cui ho telefonato al castello dove avevamo il soggiorno prenotato. Mi hanno detto che manderanno qualcuno a prenderti alla stazione. Ho dato loro la tua descrizione. Non vedo l'ora di rivederti!»

    «Lo stesso vale per me» rispose Abby, prima di chiudere la telefonata.

    Stando a quello che le aveva appena detto Zoe, un autista sarebbe venuto a prenderla per accompagnarla al castello, ma probabilmente l'attesa si sarebbe prolungata ancora un po'. Per quella ragione prese una quiche e assaporò ogni boccone del suo spuntino.

    Anziché le cime del Jura, adesso si mise a contemplare sulle colline i muri di pietra grigia che delimitavano i famosi vigneti di Lavaux, ai quali si alternavano i sentieri per le escursioni, uno degli sport preferiti degli svizzeri.

    Adorava quel paese e considerava una vera fortuna il fatto che il suo capo le avesse concesso l'opportunità di lavorare alcuni mesi in Europa.

    Magda Collier, una delle più note registe di Hollywood, aveva affidato a lei, Zoe e Ginger, le ricerche per un film che aveva in progetto.

    All'inizio dell'anno, Magda aveva incontrato Abby, Zoe e Ginger a Los Angeles. I preliminari del progetto erano durati una settimana, durante la quale avevano scoperto che si trattava di un film storico, una biografia della movimentata esistenza di Lord Byron, il famoso poeta romantico inglese.

    La regista aveva assegnato

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