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Il regalo più dolce
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E-book190 pagine2 ore

Il regalo più dolce

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Info su questo ebook

Ti vedo e ti amo. Il mio amore per te è nato nello spazio di un attimo, ma durerà in eterno.
Quando la casa e la pasticceria di Pepper Kane vanno a fuoco proprio le settimane prima di Natale, il milionario Simon Ross - l'uomo con cui ha trascorso una notte indimenticabile - viene immediatamente in suo soccorso! Pepper sa che per Simon le parole per sempre non hanno alcun significato, ma vivere temporaneamente nel suo lussuoso appartamento e prendersi cura insieme a lui di un cane abbandonato le fanno provare emozioni che credeva di aver messo a tacere per sempre. Tuttavia una storia d'amore è fuori discussione per entrambi, almeno fino a quando non si accorgono di aver ricevuto il dono più prezioso di tutti.
LinguaItaliano
Data di uscita20 nov 2020
ISBN9788830522114
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    Anteprima del libro

    Il regalo più dolce - Jennifer Faye

    successivo.

    Prologo

    Ottobre... Ross Tower, New York City

    Sta succedendo davvero?

    Un invito per la festa più esclusiva di New York City. Non poteva andare meglio di così.

    D'accordo, non era proprio un invito. Ciononostante era lì, in mezzo alla crème de la crème di New York – attrici, modelle, politici, la lista era interminabile. Non aveva importanza come c'era arrivata, no?

    E, okay, faceva parte del personale. Non era proprio un'invitata. Comunque quello non era un evento qualsiasi. Era la festa di Simon Ross, all'ultimo piano del grattacielo.

    Pepper Kane soffocò un gridolino di gioia mentre reprimeva l'impulso di pizzicarsi per esser certa che fosse tutto vero. Dopotutto, si era guadagnata quell'opportunità e avrebbe fatto in modo di essere all'altezza del compito. Se avesse fatto buona impressione, avrebbe acquisito nuovi clienti e la sua attività avrebbe fatto un salto di qualità.

    Per la fine della festa, aveva distribuito un'infinità di biglietti da visita. Le dolevano le guance per quanto aveva sorriso. E le facevano male anche i piedi, visto che aveva deciso di mettere i tacchi anziché le ballerine che indossava di solito al lavoro. Non vedeva l'ora di arrivare a casa e accoccolarsi sul divano a guardare un bel film in bianco e nero della sua collezione.

    C'era ancora qualche ospite in giro, e ovviamente il padrone di casa, un proprietario molto sexy. Era al centro del salone, alto, magnifico con quei capelli scuri e quel fisico atletico.

    Pepper ricordava perfettamente il loro primo incontro dell'estate passata. Era una mattina, molto presto, quando Simon era entrato nella sua pasticceria la Polka Dotted Bakery. Un giorno come un altro, ma che aveva segnato una svolta nella sua esistenza. Non c'erano stati fulmini o scosse di terremoto, tuttavia quell'ingresso nella sua vita aveva lasciato un segno indelebile.

    All'epoca aveva pensato che fosse un cliente come tanti. Be', non come tanti, era l'unico a quell'ora, dato che non era ancora sorto il sole.

    Pepper ricordava benissimo quella mattina. Stava lavorando al bancone quando lui si era avvicinato alla vetrinetta per dare un'occhiata alla merce in esposizione – dai croissant alle ciambelle e ai bomboloni... Avevano scambiato qualche parola sulle varie tipologie di ciambelle in vendita, poi lui aveva ordinato due caffè e due sfogliatine alla ciliegia. Dopo aver pagato, le aveva dato uno dei due caffè, insieme a una delle sfogliatine. Nessuno aveva mai fatto una cosa simile, ne era rimasta colpita.

    Simon aveva un sorriso così devastante che avrebbe potuto sciogliere senza sforzo la glassa dei suoi famosi cupcake al cioccolato. E aveva quel genere di occhi sognanti che non ti saresti mai stancata di guardare. Con i capelli dal taglio ordinato e l'abito di sartoria avrebbe potuto abbellire la copertina di una qualunque rivista di moda o di un romanzo d'amore.

    Parlando con lui, si era resa conto che aveva qualcosa che lo angustiava. C'era un'ombra di dolore nel suo sguardo. Benché fossero due estranei, lo aveva invitato a sedersi a un tavolino e a bere il caffè con lei – c'era il suo staff a occuparsi che tutto procedesse in cucina.

    Simon non aveva detto granché all'inizio, poi una parola tira l'altra, la conversazione diventò meno superficiale. Le aveva rivelato di aver appena ricevuto la notizia della morte di un caro amico d'infanzia. Avendo perso la mamma e la nonna, lei aveva attinto alla sua esperienza per dirgli qualche parola di conforto. Era come se quella mattina avessero formato un legame nato dalla perdita e intriso di speranza.

    Nei cinque mesi successivi, Simon aveva preso l'abitudine di passare dal negozio almeno un paio di volte alla settimana, la mattina presto, per bere un caffè e mangiare una sfogliatina alle ciliegie con lei.

    Pepper aspettava con ansia quei momenti in cui chiacchieravano di quello che succedeva nel mondo, della pasticceria o di qualunque argomento passasse loro per la testa. Si era fatta un nuovo amico – un buon amico.

    Poi, dal nulla, Simon le aveva offerto l'opportunità di fare catering al party organizzato per festeggiare l'espansione della Ross Toys. L'aveva presa del tutto alla sprovvista – non sapeva nemmeno quale fosse il suo cognome. Perciò, scoprendo che era Simon Ross della Ross Toys, era rimasta senza parole. Per lei era un colpo incredibile. Era una delle compagnie più grosse e conosciute del paese.

    Oggi il signor Ross – come aveva continuato a chiamarlo per tutta la durata della festa – era il padrone di casa e lei la pasticciera. Oggi non erano amici, non bevevano il caffè insieme. Ciascuno aveva un suo ruolo e degli obiettivi da raggiungere. L'annuncio dell'apertura di una nuova catena di magazzini – la Ross Pet Playground – era stato dato al mondo. Erano stati fatti discorsi, tributati encomi, fatti ringraziamenti. E sbandierate previsioni, mentre lei e il suo staff si preoccupavano di tenere sempre pieni i vassoi del buffet.

    Pepper era appena rientrata nel salone, dopo aver finito di aiutare a caricare i vassoi vuoti sul furgone delle consegne. Tra i due dipendenti, i carrelli e i vassoi, il furgone era pieno. Sarebbe tornato al negozio, per scaricare tutto quanto, dopodiché i dipendenti avrebbero potuto andare a casa.

    Lei si era recata al party con la sua auto, quindi era indipendente, ma prima di andarsene doveva finire di pulire.

    Perciò si affrettò verso la porta sul retro e lì si fermò di colpo. C'era Simon. Che non era solo uno dei tanti uomini d'affari della City. Lui era stato eletto Scapolo più affascinante, oltre che Uomo d'affari dell'anno, ed era CEO e fondatore della Ross Toys. Un gran bel partito.

    In quel momento, Simon stava conversando con un uomo. Mentre lei li oltrepassava con discrezione, intercettò il suo sguardo. Fu solo un attimo, ma bastò a farle battere più forte il cuore e farla arrossire. Che diavolo le stava succedendo? Perché non riusciva a gestirlo come qualunque altro cliente?

    Una vocina carica di scherno le ricordò che Simon non era come qualunque altro cliente. All'inizio era stato un amico. Poi era diventato l'uomo più sexy sulla faccia della terra.

    Pepper si spostò verso i tavoli del buffet, ancora coperti dalle tovaglie di lino. Sollevò il bordo di una tovaglia e...

    «Vuoi una mano?»

    Non ebbe bisogno di voltarsi per riconoscere la voce calda e profonda di Simon. Con lo stomaco chiuso per il nervosismo, gli gettò uno sguardo da oltre le spalle. «Grazie, ma ce la faccio da sola. Non devi salutare i tuoi ospiti?»

    Simon corrugò la fronte.

    «Mi dispiace» si scusò lei, rendendosi conto di essersi espressa in tono più duro di quanto avesse inteso. «Non volevo liquidarti. È solo che non voglio sottrarti ai tuoi invitati.»

    «Se ne sono andati tutti» ribatté lui, tornando a sorridere. «Allora, dimmi, cosa c'è da fare?»

    Poteva tranquillamente piegare le tovaglie da sola. Lo aveva fatto un'infinità di volte, ma era tutta la sera che sperava di passare un po' di tempo con lui.

    «Potresti aiutarmi a piegare la tovaglia» disse dunque.

    Simon si spostò sull'altro lato del tavolo e sollevò gli angoli della tovaglia. Si avvicinarono, guardandosi negli occhi. E Pepper sentì le gambe farsi di gelatina. A fatica continuò a muovere un passo dopo l'altro, chiedendosi nel frattempo se lui fosse in grado di sentire il martellare furioso del suo cuore.

    Quando accostarono i bordi della tovaglia le loro dita si sfiorarono. Con un fremito di consapevolezza, lei abbassò lo sguardo sulla bella bocca di Simon.

    Per un lunghissimo istante, nessuno dei due si mosse. Era come se il tempo si fosse fermato. Un'ondata di energia la percorse...

    Santo cielo, era ridicolo. Credeva, che quell'uomo bellissimo e ricchissimo fosse interessato a lei? Lei che era solo una pasticciera con indosso un grembiule a pois e i capelli raccolti. Ed era solo un'amica. Niente di più. Era soltanto qualcuno con cui cominciare la giornata davanti a una tazza di caffè.

    «Mi pare che la serata sia stata un successo, signor Ross» disse, spezzando l'incantesimo.

    Lui inarcò un sopracciglio. «Non sono più Simon?»

    Pepper si guardò intorno, per accertarsi che non ci fosse nessuno nei paraggi. «Qui è diverso. Qualcuno potrebbe sentirci.»

    «E sarebbe un problema?»

    Simon aveva ragione. Stava esagerando riguardo al protocollo e alle apparenze. Nonostante ciò, non resistette all'impulso di dare un'altra occhiata in giro, per esser sicura che fossero soli. Poi, appurato che non c'erano pericoli, cominciò a rilassarsi.

    «Congratulazioni per la nuova catena di negozi» continuò, prendendogli di mano la tovaglia per finire di piegarla. «I tuoi ospiti sembravano elettrizzati.»

    «Grazie. Non manca molto ormai. Il primo negozio aprirà prima di Natale.»

    «Posso farti una domanda?»

    Simon si strinse nelle spalle. «Certo.»

    «Se ti piacciono così tanto gli animali da aprire una catena di negozi, come mai non ne hai uno?»

    Simon non voleva pensare al passato e a quanto avesse desiderato un cucciolo. Eppure la porta era stata dischiusa e i ricordi cominciavano a sgusciar fuori, affollandosi nella sua mente.

    Si ricordava benissimo il cucciolo nero di cui si era innamorato. La cagnetta dei vicini aveva partorito. E il suo miglior amico, Clay, gli aveva dato uno dei cuccioli. Lo aveva portato a casa di nascosto, perché non voleva che lo scoprissero – se non si fossero accorti di nulla non avrebbero potuto rovinargli quel meraviglioso regalo.

    Purtroppo, due giorni dopo suo padre aveva visto il cucciolo e il prezzo che gli aveva fatto pagare era stato molto alto...

    Massaggiandosi distrattamente il braccio destro, Simon allontanò con decisione il flusso dei ricordi. Non aveva intenzione di parlare con qualcuno del suo passato terribile, nemmeno con la splendida donna che gli stava davanti.

    «Non vendiamo animali» precisò. «Solo giocattoli per animali.»

    «C'è differenza?»

    Simon annuì. «Non venderemo cibo e roba simile. Ci occuperemo dell'intrattenimento dei nostri amici a quattro zampe.» A quel punto si accigliò. «Quanto al fatto che non ho animali, mi va bene così.»

    «Scusa. Non volevo farmi gli affari tuoi.»

    Simon si schiarì la gola. «La serata è stata un successo per entrambi» continuò. «Hai dato tutti i tuoi biglietti da visita?»

    «Quasi tutti» rispose lei, tirandone fuori una dozzina dalla tasca.

    «A breve sarai molto impegnata.»

    «Lo spero.»

    «Fidati di me. Vedo un brillante futuro per te» ribatté Simon, sorridendo.

    Pepper sentì chiudersi lo stomaco. Non era giusto che avesse un sorriso così devastante.

    Di cosa stavano parlando? Le ci volle qualche secondo per riprendere il filo del discorso. Incontrò il suo sguardo e il cuore prese a martellarle in petto. «Io... volevo ringraziarti per avermi dato questo incarico... per aver chiesto il catering della... mia pasticceria...»

    Dannazione, perché mi impappino? Non c'è motivo di sentirsi così a disagio, così in imbarazzo...

    Simon sorrise di nuovo. «Non occorre che mi ringrazi. Volevo il meglio. E tu sei il meglio che la piazza offre.»

    Pepper ebbe la sensazione di sollevarsi da terra. Simon pensava che fosse la migliore? Un sorriso lento, raggiante, quasi ebete, le si dipinse sulle labbra mentre il cuore continuava il suo bum-bum-bum frenetico. Era come una sorta di segnale Morse...

    «Sì, invece, devo ringraziarti» replicò. «Significa molto se consideri i miei prodotti così buoni da farli servire a una festa.»

    Simon continuava a guardarla intento. «Te lo ripeto, trovo eccezionali i tuoi dolci.»

    «Grazie» ripeté lei, arrossendo. «Ora sarà meglio che vada» aggiunse poi. «Avrai senz'altro degli impegni.»

    Avrebbe voluto chiedergli se aveva una ragazza, ma non erano fatti suoi. E poi non voleva pensasse che ci stava provando – sarebbe stata la fine della loro amicizia. Senza contare che al momento non avrebbe potuto prendere in considerazione altro. Il solo pensiero di affezionarsi a qualcuno – di perdere un'altra persona – la riempiva di terrore.

    «Per una volta, non ho altri impegni» disse Simon indugiando accanto alla tavola, mentre lei riponeva la tovaglia piegata in una scatola con altri oggetti. «Devi essere sempre molto indaffarato» ribatté lei. «Non riesco nemmeno a immaginare come sia dirigere una compagnia di queste proporzioni. La mia piccola attività mi impegna da mattina a sera.»

    Pepper era a corto di argomenti e Simon non accennava ad andarsene.

    «Di solito passo le serate in ufficio» replicò lui.

    «Ti piace avere tutto sotto controllo?»

    «Sì» le rispose, aiutandola a sistemare. «Proprio come te, che sei venuta di persona stasera.»

    Di nuovo Pepper arrossì. Simon si stava riferendo al fatto che aveva supervisionato lei il lavoro quando avrebbe potuto mandare qualcuno del suo staff. «Be', preferisco gestire di persona questo genere di eventi» gli spiegò.

    «Vuoi creare una rete di conoscenze ed espandere il tuo giro d'affari» osservò lui. «E il tuo staff non è in grado di farlo bene come lo fai tu. Ti capisco perfettamente. Non siamo poi così diversi noi due. Se mai volessi dei consigli, io ci sono.»

    Pepper non riusciva a credere alle sue orecchie. Simon Ross, il

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