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Dovere e piacere: Harmony Destiny
Dovere e piacere: Harmony Destiny
Dovere e piacere: Harmony Destiny
E-book184 pagine1 ora

Dovere e piacere: Harmony Destiny

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IL RITORNO DEI WESTMORELAND 3/3

David Holloway, conosciuto come Flipper, è abituato alle missioni delicate, ma l'ultima che gli è stata assegnata a Key West è più difficile delle altre: ingraziarsi Swan Jamison. David deve instaurare un rapporto con la sensuale proprietaria di una gioielleria, coinvolta in un'indagine. Ma corteggiare Swan, bella e dotata di curve voluttuose, come parte della missione lo mette a dura prova: l'attrazione tra i due è istantanea, e man mano che la conoscenza si approfondisce il desiderio diventa sempre più reale.
Finché David dovrà scegliere tra dovere e piacere...
LinguaItaliano
Data di uscita19 apr 2019
ISBN9788858996393
Dovere e piacere: Harmony Destiny
Autore

Brenda Jackson

E' un'inguaribile romantica e ha sposato il suo primo amore. Chi meglio di lei conosce il significato delle parole scritto nel destino?

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    Anteprima del libro

    Dovere e piacere - Brenda Jackson

    successivo.

    Prologo

    Base Navale di Coronado, San Diego, California

    «Ma in che razza di guaio ti sei ficcato?»

    David Holloway, noto a tutti i Navy SEALs che facevano parte della sua squadra come Flipper, scrutò i quattro uomini che gli stavano attorno. Li considerava come fratelli. In più di un'occasione avevano messo a repentaglio la loro vita l'uno per l'altro e sapevano che avrebbero sempre continuato a proteggersi, sia in servizio sia nella vita privata. «Per la verità, spero proprio di non essere in nessunissimo guaio, Mac» disse, passandosi una mano sul viso.

    Doveva ammettere che, al pari di tutti loro, stava chiedendosi lui stesso cosa stesse accadendo. Di solito si veniva convocati nell'ufficio dell'ammiraglio solamente quando si doveva essere ripresi per qualche motivo, e lui si era sempre comportato in modo ineccepibile. Quale figlio di un alto ufficiale dei SEALs e ultimo di cinque fratelli, tutti arruolati nel suo stesso corpo speciale, conosceva bene i doveri di un militare.

    «Forse c'è un ricevimento alla base e vuole che accompagni sua figlia ora che sei rimasto l'unico single del nostro gruppo» osservò Coop, sghignazzando.

    Flipper non rise affatto alla battuta dell'amico. Avevano visto tutti Georgianna Martin, la figlia ventitreenne dell'ammiraglio. Era bella, ma avevano sentito le orribili storie di altri colleghi cui era stato ordinato di farle da accompagnatore in svariate occasioni. Secondo i malcapitati, quelle serate si erano rivelate a dir poco infernali. La ragazza infatti era tremendamente viziata, incredibilmente egoista e aveva un atteggiamento indisponente. Ecco perché Flipper non aveva trovato divertente il commento di Coop. Si augurava con tutto il cuore che non fosse quella la ragione per cui l'ammiraglio voleva vederlo.

    Non lo sorprendeva che fosse stato proprio Mac a chiedergli se si fosse cacciato in qualche guaio. Thurston McRoy, nome in codice Mac, era più grande degli altri quattro uomini della squadra, che si erano arruolati più o meno nello stesso periodo. Mac invece era entrato nei SEALs cinque anni prima del resto della truppa e gli piaceva comportarsi da fratello maggiore, come se li ritenesse incapaci di badare a se stessi. Anche se non richiesti, non faceva che dar loro consigli.

    Oltre a Mac e Flipper, la squadra includeva Brisbane Westmoreland, nome in codice Bane; Gavin Blake, per tutti quanti Viper; e Laramie Cooper, conosciuto come Coop.

    Flipper consultò l'orologio. «Dato che ho un paio di ore libere prima dell'incontro con l'ammiraglio, andiamo a vedere di mettere qualcosa sotto i denti» suggerì.

    «Ottima proposta» concordò Bane.

    Meno di un'ora più tardi, Flipper e i suoi quattro commilitoni stavano condividendo hamburger, patatine fritte e milk-shake in quello che era lo spaccio più popolare all'interno della base. Essendo una splendida giornata di maggio, anziché all'interno, avevano deciso di sedersi a uno dei tavolini all'aperto.

    Nessuno accennò più alla convocazione con l'ammiraglio, né alla possibilità che gli venisse affibbiato il compito di fare da cavaliere alla figlia dello stesso. Flipper ne fu felice. Tanto più che i ragazzi avevano cose più importanti di cui parlare, come per esempio delle loro famiglie.

    La moglie di Bane, Crystal, l'anno prima aveva messo al mondo tre gemelli e l'orgoglioso padre cominciò a far girare il cellulare per mostrare le foto.

    La moglie di Viper, Layla, era invece in dolce attesa della nascita prevista di lì a pochi mesi di Gavin Blake IV. Naturalmente, Viper era eccitatissimo alla prospettiva di diventare papà.

    Al pari di Bane, Mac aveva un sacco di foto da mostrare. Sposato a sua volta, era padre di quattro figli.

    In quanto a Coop, aveva un figlio di due anni di cui aveva ignorato l'esistenza fino a quando non aveva incontrato casualmente la sua vecchia fiamma circa sei mesi prima. Riallacciata la relazione, si erano sposati e ora erano una famigliola felice.

    Pochi giorni prima avevano appreso dal loro diretto superiore che la settimana successiva avrebbero iniziato tutti quanti un periodo di congedo temporaneo di quattro mesi. Per Flipper, questo significava tornare a casa a Dallas, dove non vedeva l'ora di arrivare. Sua madre avrebbe compiuto gli anni a breve ed era contento di poter essere in zona per festeggiare con i suoi cari.

    «Non me ne frega niente di come intendete passare le vostre licenze, basta che teniate ben presente il compleanno di mia mamma. Capisco che, con un figlio in arrivo, tu non sarai della partita, Viper. Ma, per quanto riguarda gli altri, non accetto scuse.»

    «Tranquillo» disse Bane, sogghignando. «Ci saremo.»

    E poi si misero a parlare dei programmi che avevano per i mesi in cui sarebbero stati in congedo.

    Due ore più tardi, lasciati gli amici, Flipper fece il suo ingresso nell'ufficio dell'ammiraglio. E fu sorpreso di trovare anche il Comandante Shields a presenziare l'incontro. Flipper fece il saluto militare a entrambi i superiori.

    «Riposo. Si accomodi pure, Tenente Holloway.»

    «Grazie, signore» disse Flipper, prendendo posto a sedere. Era abituato a essere sottoposto all'attento esame del suo comandante, ma c'era una luce strana nei penetranti occhi verdi dell'Ammiraglio Norris Martin che lo mise in qualche modo a disagio.

    «Lei mi è stato caldamente raccomandato dal suo superiore qui presente, Tenente Holloway. E se le ho chiesto di incontrarla è perché abbiamo bisogno di lei. Il suo paese ha bisogno di lei.»

    Le parole che udì non poterono che far piacere a Flipper. Era un Navy SEAL e, come suo padre e i suoi fratelli, si era arruolato per proteggere il suo paese. «E che cosa dovrei fare, signore?»

    «I nostri servizi segreti hanno stilato un rapporto in cui si denuncia una rete di spionaggio con base a Key West. Qualcuno sta passando preziose informazioni segrete alla Cina.»

    Flipper non rispose subito.

    Odiava i traditori, ma aveva scoperto che tutto aveva un prezzo e che c'era un certo numero di cittadini statunitensi disposto a vendersi al nemico. Questo lo capiva. Ciò che non capiva era perché era stato scelto per questo incarico. Faceva parte di una squadra di SEALs. Non lavorava per l'Intelligence della Marina.

    Una certa confusione doveva essersi riflessa in volto perché l'Ammiraglio Martin riprese la parola. «Detto fra noi, non ritengo attendibile il rapporto che mi è stato consegnato.»

    Flipper inarcò un sopracciglio. «Non ritiene attendibile un rapporto che segnala che a Key West vengono illegalmente scambiati documenti riservati con rappresentanti di un altro paese?»

    «Oh, non metto in dubbio ciò che denuncia il rapporto, ma mi rifiuto di credere che chi viene indicato come sospettato sia colpevole di alcunché.»

    «C'è un motivo per cui si è formato questo convincimento, signore?»

    «Queste sono le informazioni raccolte. Giudichi lei stesso» disse il Comandante Shields, intervenendo per la prima volta e porgendo una cartelletta di plastica a Flipper.

    Flipper la aprì per trovare innanzitutto la fotografia di una bella donna di colore. Doveva essere attorno ai ventitré-ventiquattro anni, con degli occhi scuri in cui brillava una luce sensuale e delle labbra piene e ben delineate. Aveva una massa di capelli mossi che le ricadeva sulle spalle, incorniciando un luminoso viso color cioccolato. Un paio di vistosi orecchini le pendevano dai lobi delle orecchie e attorno al collo portava una collana con un ciondolo d'oro.

    Flipper si rese conto che stava passando un po' troppo tempo a studiare l'immagine che teneva tra le mani, ma non poteva farci niente. La ragazza era un tale schianto da togliere il fiato.

    A malincuore, distolse lo sguardo dal volto della giovane per controllare lo sfondo della fotografia. Dalla vegetazione tropicale, pareva che si trovasse su un'isola non meglio specificata. Si stagliava davanti a una distesa di acqua scintillante e, in calce alla foto, erano vergate le seguenti parole:

    Mi manchi, Padrino 1

    Con amore, Swan

    Swan? Era un nome insolito, ma le si addiceva, pensò prima di passare al documento successivo del dossier. Era una piccola foto di famiglia che mostrava un uomo alto di razza caucasica con dei capelli color sabbia e occhi castani che se ne stava accanto a una donna che somigliava molto a Swan. Sua madre. Davanti alla coppia c'era una ragazzina molto carina che doveva essere attorno agli otto anni.

    Flipper studiò il volto della bambina ed ebbe la conferma che era la stessa persona che si era trasformata nella splendida donna della prima foto. La forma del volto era uguale, come pure gli occhi. Anche da piccola, Swan aveva gli stessi capelli lunghi e ricci.

    La foto che ritraeva il quadretto familiare era graffata a un profilo della giovane donna. Come aveva immaginato, aveva ventiquattro anni. Si chiamava Swan Jamison ed era americana, di Key West. Attualmente, possedeva una gioielleria sull'isola. Queste erano tutte le informazioni fornite dal documento.

    Flipper alzò lo sguardo per sorprendere l'ammiraglio e il diretto superiore intenti a fissarlo. «Suppongo che sia questa la persona su cui l'Intelligence della Marina ha puntato il dito.»

    «Già» confermò l'Ammiraglio Martin. «È la mia figlioccia. Padrino 1 sono io.»

    «Ed è figlioccia anche mia» aggiunse il Comandante Shields. «Io infatti sono Padrino 2.»

    Lo sguardo di Flipper si spostò dal primo al secondo uomo. «Capisco, signori.»

    L'Ammiraglio Martin annuì. «Il padre di Swan faceva parte della nostra squadra nei SEALs ed era il nostro migliore amico. Si chiamava Andrew Jamison.»

    Flipper aveva sentito dire che l'Ammiraglio Martin e il Comandante Shields erano nella stessa squadra un certo numero di anni addietro.

    «Andrew era il migliore. Ha perso la vita per salvare le nostre» spiegò il Comandante Shields. «Non è morto subito e, prima di spirare, ci ha fatto promettere di prenderci cura di sua moglie, Leigh, e di sua figlia Swan.» L'uomo fece una pausa, prima di continuare. «Più di ventotto anni fa, mentre stavamo prendendoci un periodo di riposo in Giamaica al termine di una missione piuttosto impegnativa, Andrew ha conosciuto Leigh, che era una modella giamaicana. Si sono sposati l'anno seguente, e lei è venuta a stare a Key West, dove eravamo di base. Dopo la morte di Andrew, Leigh ha fatto ritorno in Giamaica. Swan invece, dopo essersi diplomata, ha voluto tornare alle Keys, e si è sistemata nella casa che era stata dei genitori.»

    «Quanti anni aveva quando suo padre è stato ucciso?» si informò Flipper.

    «Quindici» rispose l'Ammiraglio Martin. «Swan era molto legata al padre. Come pure Leigh che, dopo la scomparsa di Andrew, non ha più voluto vivere negli Stati Uniti senza di lui e ha deciso di rientrare in Giamaica. È morta due anni fa.»

    Il comandante di Flipper si incaricò di riprendere il filo del discorso. «Leigh ci ha mandati a chiamare prima di arrendersi a un cancro allo stomaco e lo ha fatto per chiederci di badare a Swan dopo la sua scomparsa. Lo avremmo fatto comunque, visto che ci eravamo sempre tenuti in contatto con Leigh e Swan. Infatti, Swan ha sempre passato l'estate con noi e le nostre famiglie anche dopo il ritorno di Leigh in Giamaica. Insomma, abbiamo preso seriamente il nostro ruolo di padrini, tanto è vero che eravamo presenti sia quando Swan si è diplomata, sia quando si è laureata.»

    «Swan ha dei nonni americani?» chiese Flipper.

    Per tutta risposta, vide entrambi gli uomini serrare le labbra e corrugare la fronte. «Sì. I nonni paterni, però, non hanno mai approvato il matrimonio del figlio con Leigh» spiegò il Comandante Shields.

    «E così non hanno mai accettato la nipote.» Più che una domanda, quella di Flipper fu una constatazione.

    «No, non l'hanno mai fatto» confermò l'Ammiraglio Martin. Quasi a voler cambiar discorso, aggiunse: «Per arrivare alla verità, ci è stato concesso del tempo, ma non più di tanto. Per fortuna, Padrino 3 occupa una posizione molto elevata nella gerarchia dell'Intelligence della Marina. Altrimenti, non avremmo saputo dell'indagine in corso. Abbiamo trenta giorni per scagionare Swan e individuare il vero traditore. È per questo che abbiamo bisogno del suo aiuto, Tenente Holloway. Invece di lasciarla andare a casa in congedo come stiamo per fare con gli altri membri della sua squadra, le affideremo una missione speciale. La informo quindi che sta per essere inviato a Key West».

    1

    Key West, Florida

    Swan Jamison era fuori di sé per l'eccitazione mentre apriva il grosso pacco appoggiato sulla sua scrivania. Sebbene non contenesse altro che forniture per la realizzazione dei gioielli che creava personalmente, il plico era un po' la conferma che la vita sull'isola stava tornando alla normalità dopo il tremendo uragano che l'aveva colpita otto mesi prima, sebbene l'opera di ricostruzione fosse ancora in atto in determinate zone.

    «C'è niente per me?» chiese Rafe, infilando la testa fra battente e stipite della porta dell'ufficio.

    Il negozio si trovava in un quartiere molto trendy e, per alleggerire i costi, Swan aveva dato in affitto uno degli spaziosi locali sul retro. Rafe era il suo inquilino, che aveva convertito l'ambiente in locazione in un laboratorio di tatuaggi. Certi giorni, aveva più clienti di quanti ne vedesse lei.

    «No, non c'è niente per te, Rafe. Solo forniture per me.» Lei consultò l'orologio. «Ehi, sei in anticipo oggi.»

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