Il principe innamorato: Harmony Jolly
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Info su questo ebook
Il principe Alexius di Hellenica ha preso una decisione definitiva: farà arrivare dalla clinica più famosa e all'avanguardia d'America un logopedista per sua figlia. Ha bisogno di qualcuno che si prenda cura della cosa più importante e preziosa che gli è rimasta. Quando la dottoressa Dorothy Richards si presenta il principe Alexius crede di essere vittima di una visione. Non ha mai incontrato una donna più bella e affascinante. Che fare? Lui è il principe reggente e come tale ha delle responsabilità verso il suo popolo. Come uomo, però, deve rendere conto solo a se stesso e a suoi sentimenti.
Rebecca Winters
Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.
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Anteprima del libro
Il principe innamorato - Rebecca Winters
Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:
A Bride for the Island Prince
Harlequin Mills & Boon Romance
© 2012 Rebecca Winters
Traduzione di Silvia Paci
Questa edizione è pubblicata per accordo con
Harlequin Books S.A.
Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o
persone della vita reale è puramente casuale.
Harmony è un marchio registrato di proprietà
HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.
© 2013 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano
eeBook ISBN 978-88-5897-786-6
1
Il Principe Alexius Kristof Rudolph Stefano Valleder Constantinides, Duca di Aurum e secondo in linea di successione al trono di Hellenica, aveva lavorato nel suo ufficio tutta la mattina, quando sentì bussare alla porta. «Sì?» chiese.
«Sua Altezza? Se possibile, potrei scambiare una parola con lei?»
«Cosa c’è, Hector?». Il devoto assistente alla corona fece capolino dalla porta. Hector, che era stato il braccio destro del padre e del nonno di Alex, era parte dello staff amministrativo di palazzo da più di cinquant’anni. Sapeva bene di non dover disturbare Alex a meno che non fosse urgente. «Sto esaminando alcuni importanti contratti. Non possiamo rimandare a dopo pranzo?»
«Il presidente dell’associazione nazionale degli ospedali è qui e desidera ringraziarla per l’aiuto straordinario che ha loro offerto con la costruzione dei quattro nuovi ospedali di cui il paese aveva estremo bisogno. Crede sia possibile concedergli un po’ del suo tempo?»
Alex non dovette neppure pensarci. Quelle strutture avrebbero dovuto essere costruite molto tempo prima. Una migliore assistenza sanitaria per tutti era una questione che gli stava particolarmente a cuore.
«Sì. Certamente. Lo faccia accomodare nella sala da pranzo, Hector, lo raggiungerò tra breve.»
«Ne sarà onorato. E poi, ci sarebbe un altro problema, Altezza.»
«In questo caso entri, Hector.»
L’uomo, dall’aspetto robusto e i cui capelli sale e pepe si stavano diradando, ubbidì. «La regina mi ha dato ordine di informarla che questa mattina la principessa Zoe ha avuto un altro dei suoi momenti.» In altre parole, aveva fatto di nuovo i capricci.
Alex sollevò la testa scura. La figlia di quattro anni significava per lui più della sua stessa vita. Per questa ragione era allarmato dai cambiamenti nel suo comportamento, che rendevano sempre più difficile occuparsi di lei.
Sfortunatamente, la regina non stava bene, e Alex doveva farsi carico delle responsabilità di corte mentre suo fratello maggiore Stasio si trovava all’estero. Sapeva che tutto questo non era di aiuto alla figlia.
Negli ultimi quattro mesi le sue crisi erano andate peggiorando. Aveva passato in rassegna tre tate negli ultimi tempi. Al momento, Alex non ne aveva nessuna che potesse occuparsi di lei. Per la disperazione si era rivolto alla regina Desma, la sua dispotica nonna che, dalla morte del marito, re Kristof, era sovrana nominale di Hellenica, un paese formato da un gruppo di isole del mar Egeo.
La regina aveva un debole per la pronipote e aveva chiesto a una delle sue dame di compagnia, Sofia, di occuparsi di lei fino a quando non si fosse trovata una nuova tata. Ciò che voleva davvero, in realtà, era che Alex prendesse di nuovo moglie. Poiché per decreto reale poteva risposarsi solo con una principessa, invece di poter scegliere una sposa di qualsiasi origine, lui aveva deciso di non risposarsi mai più. Un matrimonio combinato era stato sufficiente.
Ultimamente Zoe aveva trascorso gran parte del suo tempo negli appartamenti della bisnonna, che aveva cercato senza molto tatto di prepararla all’arrivo di una nuova madre. La regina era stata l’artefice dell’incontro tra Alex e la sua defunta moglie, Teresa. Entrambe appartenevano al Casato dei Valleder.
Ora, con la morte di Teresa, la nonna stava negoziando con il Casato di Helvetia un matrimonio tra il nipote e la principessa Genevieve, ma le sue macchinazioni erano sprecate con Alex.
«Ho fatto colazione con lei questa mattina e sembrava stesse bene. Cos’è accaduto perché esplodesse con Sofia?»
«Non si tratta di Sofia» chiarì Hector, «ma sono sorte due nuove questioni. Se mi è concesso parlare francamente...»
Solo due? Alex strinse i denti per la preoccupazione e la frustrazione. Aveva sperato si trattasse di una fase di passaggio, ma la situazione stava peggiorando. «Lo fai sempre.»
«Il nuovo insegnante americano, il signor Wyman, ha presentato le dimissioni, e quello greco, Kyrie Costas, minaccia di dimettersi. Come sa, erano in disaccordo sul programma di studi adatto alla principessa. Il signor Wyman è nell’ingresso e chiede una breve udienza con lei.»
Alex si alzò in piedi. Due settimane prima era stato costretto a ritirare Zoe dalla scuola materna che frequentava tre volte a settimana, perché l’insegnante non riusciva a coinvolgerla nelle attività della classe. Temendo che avesse qualche problema fisico, Alex aveva chiesto al suo medico personale di visitarla attentamente. Ma il dottore non aveva trovato nulla di strano.
Ora l’insegnante di inglese aveva dato le dimissioni? La moglie di Alex, che aveva trascorso parte dell’adolescenza in America, era morta per un grave problema di cuore. Prima di andarsene, gli aveva fatto promettere che Zoe avrebbe parlato un inglese fluente. Alex aveva fatto tutto quanto era in suo potere per mantenere la promessa, aveva persino assunto un precettore americano. Lui stesso si era sforzato di parlare in inglese con la figlia ogni giorno.
Prese un profondo respiro. «Lo faccia entrare.»
Il quarantenne insegnante americano era stato vivamente raccomandato dopo che aveva lasciato il suo impiego presso il cugino di secondo grado di Alex, re Alexandre Philippe di Vallader, sovrano di un principato confinante con il cantone svizzero di lingua romancia. Non avendo più bisogno di un precettore per suo figlio, il re, che era il migliore amico del fratello di Alex, aveva raccomandato Wyman come insegnante per Zoe.
«Altezza.» Fece un inchino.
«Professor Wyman? Hector mi ha riferito che avete dato le dimissioni. Mia figlia è davvero così difficile per voi da indurvi a rinunciare all’incarico?»
«Ultimamente scappa ogni volta che mi vede» rispose onestamente l’uomo. «Ritengo sia spaventata da qualcosa e quasi non parla affatto. E quando lo fa non capisco cosa dice. Il signor Costas ritiene sia il mio metodo io, ovviamente, non sono d’accordo. Qualcosa non va, ma sono solo un insegnante.»
Dopo la visita medica di Zoe, Alex aveva preso in considerazione la possibilità di rivolgersi a uno psichiatra infantile per un consulto. Wyman diceva che era terrorizzata. Alex era d’accordo. Quel comportamento non era normale. Finora aveva pensato si trattasse di un ritardo dello sviluppo, perché Zoe era nata prematura. Ma forse non avere una madre aveva causato dei problemi psicologici non riconoscibili fino a quel momento.
«Se fosse sua figlia, cosa farebbe?»
«Be’, prima di portarla da uno psichiatra infantile, cercherei di scoprire se c’è un problema fisiologico che le impedisce di parlare quanto dovrebbe. In tal caso, si scoprirebbe che cosa realmente la terrorizza.»
«A chi potrei rivolgermi per un consulto in tal senso?»
«L’Istituto Stillman a New York. La loro clinica ha alcuni dei migliori logopedisti degli Stati Uniti. Porterei mia figlia lì per una valutazione.»
«Prenderò in considerazione la possibilità. Grazie per il suo suggerimento e il suo aiuto con la principessa Zoe. Lascerà il palazzo con le migliori referenze.»
«Grazie, Altezza. Spero abbia presto delle risposte. Le sono molto affezionato.»
Anche io.
Dopo che il dottor Wyman se ne fu andato, Alex controllò l’orologio. Per l’ora in cui avesse terminato il pranzo con il capo dell’associazione degli ospedali, la clinica di New York sarebbe stata aperta. Alex avrebbe chiamato e parlato con il direttore.
Dottie Richards non era mai salita su un elicottero prima di allora. Dopo che il jet era atterrato ad Atene, le era stato detto che per raggiungere Hellenica c’era solo un breve tragitto.
Il capo dell’Istituto Stillman aveva scelto lei per occuparsi di un’emergenza. Doveva trattarsi di sottoporre il prima possibile a test diagnostici un’importante bambina di quattro anni. Dottie aveva ricevuto un visto provvisorio per lasciare il paese senza dover aspettare i tempi abituali per il passaporto.
Per ragioni di sicurezza non le era stata comunicata l’identità della bambina, fino a quando non era stata accolta ad Atene da un portavoce di palazzo di nome Hector.
Pareva si trattasse della principessa Zoe, unica figlia del principe Alexius Constantinides, vedovo e con funzioni di reggente su Hellenica.
«Funzioni di reggente, dice?»
«Sì, signora. L’erede al trono, il principe della corona Stasio, è all’estero per affari. Al suo ritorno, sposerà la principessa Beatriz. Il matrimonio è fissato per il cinque luglio. In quel momento la regina Desma, bisnonna di Zoe, rinuncerà alla corona e il principe Stasio diventerà re di Hellenica. Nel frattempo il principe Alexius si sta occupando degli affari di stato. Ha messo a disposizione il suo elicottero privato per offrirle una vista panoramica durante il viaggio fino al palazzo, che si trova sulla maggiore delle isole, anche questa chiamata Hellenica.»
Dottie capì che era un privilegio riservato a pochi. «È molto gentile da parte sua.» Salì a bordo e l’elicottero decollò, ma nel momento in cui si staccò da terra, Dottie si sentì stordita e cercò di opporsi a quella sensazione. «Sa dirmi cosa c’è che non va esattamente nella principessa Zoe?»
«Questo è un argomento di cui dovrà parlare con il principe in persona.»
Wow. «Certamente.»
Dottie stava entrando in un mondo, dove il silenzio era molto più che semplice discrezione. Senza dubbio questo era il motivo per cui Hector era stato scelto per quel compito. Dottie non riusciva a immaginare che quel vecchio fosse tipo da lasciare la famiglia reale e scrivere un libro in cui rivelare gli oscuri segreti della centenaria Casata Constantinides. Dottie ammirava la sua lealtà e glielo avrebbe detto, ma in quel momento iniziò a soffrire il mal d’aria e aveva troppa nausea per poter continuare a parlare.
Molti anni prima, aveva visto delle immagini dei fratelli Constantinides in diversi programmi televisivi. Entrambi avevano una reputazione da playboy, come molti altri giovani nobili. Apparivano attraenti, ma visti all’interno di una limousine o a bordo di uno yacht era difficile coglierne davvero l’aspetto.
Dottie non si era mai avvicinata a un membro di una famiglia reale e non conosceva nulla del loro mondo, a parte il continuo essere esposti ai media, che non sempre ne davano un’immagine positiva. Se fosse nata in un’altra famiglia, avrebbe potuto essere una principessa. Chiunque avrebbe potuto esserlo. I nobili erano esseri umani, dopotutto. Venivano al mondo, mangiavano, dormivano, si sposavano e morivano come il resto dell’umanità. Era ciò che facevano, dove lo facevano e come lo facevano che li distingueva dalla massa.
Allevata da una zia ormai deceduta, che non si era mai sposata ed era, oltre che una libera pensatrice, dotata di grande senso pratico, Dottie non aveva mai trovato posto per molte fiabe nella sua vita. Tuttavia, c’erano stati momenti durante i quali, crescendo, aveva provato curiosità su cosa significasse essere una regina o una principessa. Ora le si presentava un’occasione per scoprirlo.
Dottie aveva visto e sentito storie di reali coinvolti in avventure e scandali quanto bastava per dispiacersi per loro. Il fatto di essere costantemente esposti doveva essere ben peggiore di una fama che aumentava grazie all’adulazione e alla curiosità pubblica, per poi scemare fino a sparire.
Un nobile restava tale per tutta la vita, ed era controllato fino alla nausea. Un principe o una principessa non potevano neppure nascere o morire senza che ci fosse una folla presente. Ma, come Dottie aveva imparato presto nella sua vita, anche i problemi più comuni potevano diventare così terribili da attirare l’attenzione del pubblico. Come per il re Giorgio VI d’Inghilterra... i suoi problemi di balbuzie erano stati una vera agonia. In ogni caso, essere dei regnanti metteva doppiamente in pericolo.
A ventinove anni e ormai da tempo libera dai propri problemi di comunicazione, Dottie amava il suo anonimato. In questo senso, provava compassione per la piccola principessa che ancora non aveva incontrato. La poverina era già sotto la lente di un microscopio e ci sarebbe rimasta per il resto dei suoi giorni. Che si trattasse di un problema di linguaggio, o di qualcosa di più grave, alla fine avrebbe parlato.
Un giorno, quando la principessina fosse stata abbastanza grande, avrebbe capito che il mondo parlava di lei e che non l’avrebbe mai lasciata in pace. Se aveva un problema fisico o un problema psicologico, la stampa sarebbe stata impietosa. Dottie promise a se stessa che avrebbe