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Tra menzogne e verità: Harmony History
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E-book234 pagine2 ore

Tra menzogne e verità: Harmony History

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Info su questo ebook

Inghilterra, 1816
Vedova e senza un soldo, Cecelia Thompson è costretta a contrarre ingenti debiti per poter continuare a frequentare il ton e trovare un altro marito. È una situazione imbarazzante, e lo diventa ancora di più quando incontra a un ricevimento il Marchese di Falconbridge, l'uomo che anni prima l'ha rifiutata proprio per una questione di denaro. L'orgoglio e il timore di soffrire ancora inducono Cecelia a nascondere la verità sulle proprie condizioni, anche se rimanere impassibile di fronte alle dolci attenzioni che Randall le riserva le riesce sempre più difficile. Ma come può fidarsi di un uomo che l'ha già ferita in passato?
LinguaItaliano
Data di uscita9 ott 2020
ISBN9788830521247
Tra menzogne e verità: Harmony History

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    Anteprima del libro

    Tra menzogne e verità - Georgie Lee

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Rescued from Ruin

    Harlequin Mills & Boon Historical Romance

    © 2014 Georgie Reinstein

    Traduzione di Graziella Reggio

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2014 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3052-124-7

    1

    Londra, 1816

    Randall Cheltenham, Marchese di Falconbridge, guardò verso il capo opposto del salone e avvertì una stretta al cuore.

    Cecelia Thompson, la protagonista di tanti suoi sogni, si trovava sulla soglia. Quando l’aveva vista, l’ultima volta? Dieci anni prima?

    Nel momento in cui lei ricambiò il suo sguardo, gli venne in mente un campo assolato, avvolto dal profumo di erba tagliata e terra umida. Per un istante tornò ad avere diciotto anni.

    In passato avrebbe venduto l’anima per vivere quel momento. Adesso, invece, aspettò soltanto che la fragile comunicazione tra loro si spezzasse e che i dolci occhi di lei diventassero freddi e sprezzanti. Poche donne dimenticavano le offese, e lui aveva svolto un ruolo importante nella decisione di Cecelia di partire dall’Inghilterra; del resto, in gioventù, era stato bravo ad allontanare le persone.

    Si immobilizzò in attesa di una smorfia di sdegno che invece non arrivò. L’espressione di Cecelia, infatti, rimase serena e il sorriso sincero. I capelli castani si erano un po’ scuriti e gli occhi nocciola dalle pagliuzze verdi erano quelli della giovane di un tempo, tuttavia rivelavano una nuova maturità che, anziché indurirla, la rendeva ancora più bella, donandole un’aura di mistero più affascinante dell’innocenza.

    Quando il vecchio Lord Weatherly le andò incontro per salutarla, Cecelia distolse lo sguardo.

    «Conoscete già quella giovane donna?» gli domandò sorpresa Madame de Badeau, riportandolo al presente. Randall guardò dall’alto la matura signora francese in abito color lavanda, gli occhi scuri che danzavano per l’eccitazione di aver scoperto qualcosa di nuovo su di lui, benché si frequentassero da anni.

    «Mi è capitato di conversare con lei, anni fa, nella tenuta di mio zio» tagliò corto, a disagio per la propria reazione palese e ansioso di distogliere l’attenzione dell’ex amante. «Cosa ci fa qui? Credevo vivesse in America.»

    «È venuta a cercare un marito per la cugina.»

    Solo allora Randall notò la giovane accanto a Cecelia. «Ed è accompagnata dal consorte?»

    «No. È morto.»

    Alla notizia, comunicata con crudele indifferenza, lui si irrigidì. Cecelia era a Londra, vedova. Randall ricordò quando la zia Ella gli aveva parlato del matrimonio con il proprietario terriero delle Colonie, con parole dolci che lo avevano ferito più delle cinghiate di suo padre. Di quella notte terribile rammentava soltanto il dolore devastante per aver perduto per sempre Cecelia, poiché il resto era stato offuscato dall’alcol. Mai più, da allora, si era concesso di bere.

    «Come mai conoscete Mrs. Thompson?» domandò a Madame de Badeau. Per caso incrociò lo sguardo pudico di Miss Thornton, che venne subito nascosta da quel drago di sua madre. Comunque Randall non si esponeva a rischi con le debuttanti; non ne valeva la pena, anche perché tante signore compiacenti facevano a gara per richiamare la sua attenzione.

    «La madre di Cecelia e io frequentavamo la stessa scuola di buone maniere, in Francia. La sua famiglia commerciava in seta e ai tempi era benestante. Aveva stretti rapporti d’affari con mio padre, quando il paese era ancora civile. Maledetti rivoluzionari!»

    Randall allacciò le mani dietro la schiena, infastidito dall’idea che Madame de Badeau avesse qualche legame con Cecelia, per quanto tenue. «Non mi è facile immaginarvi a scuola.»

    «C’era qualcosa di piacevole. Ah, la curiosità delle ragazze! Una delizia.» Tastò il pendente di diamanti, posato sul seno prosperoso. Nonostante l’età, era ancora molto attraente. Non pochi giovani nobili, nuovi in città, si lasciavano ammaliare dalla sua bellezza, oltre che da altri talenti più carnali.

    Da tempo Randall non ne era più attratto, tuttavia manteneva l’amicizia con lei perché lo divertiva. «E adesso?»

    Madame de Badeau aprì il ventaglio con uno scatto del polso. «L’aiuto a lanciare la cugina in società.»

    «Perché? Non fate mai favori a nessuno.»

    Il sorriso di lei divenne un po’ teso. «Lord Falconbridge, come siete serio, questa sera!» Lo prese sottobraccio. «Venite. Vi presento di nuovo alla nostra vedovella.»

    Attraversarono la sala, passando accanto al pianoforte suonato da Miss Marianne Domville, la sorella molto più giovane di Madame de Badeau, la quale teneva il capo chino sui tasti, indifferente ai damerini che l’attorniavano. La sala era affollata dai soliti amici e conoscenti di Lady Weatherly. Randall non provava per loro alcuna curiosità. Gli interessava soltanto Cecelia e si domandava che opinione avesse di lui, dopo tanti anni. Madame de Badeau, nota amante dei pettegolezzi, le aveva di sicuro parlato della sua reputazione di libertino e degli scandali che lo vedevano protagonista.

    Tra tutte le occhiate severe che aveva ricevuto a feste simili, per lui contava solo quella di Cecelia.

    Randall strinse i denti per contrastare i sensi di colpa, che si illudeva di aver sepolto insieme al padre. Per la prima volta in dieci anni, fu tentato di prendere un calice di champagne da un cameriere di passaggio e di bere fino a dimenticare tutto.

    Invece proseguì, reprimendo la brama di oblio e le emozioni che l’alimentavano.

    A braccetto con Madame de Badeau superò un gruppo di signore, che tentavano invano di nascondere commenti ed esclamazioni dietro i ventagli aperti.

    «... ha vinto un duello con Lord Calverston...»

    «... la Stagione scorsa è stato l’amante di Lady Weatherly...»

    Lui le mise a tacere con uno sguardo ostile.

    Nel frattempo il padrone di casa si allontanò da Cecelia e lei lanciò di nuovo un’occhiata a Randall. Il sorriso divertito era lo stesso di un tempo, quando lo scherniva mentre giocavano a carte a Falconbridge Manor. Allora le bastava solo guardarlo per farlo balbettare, ma ormai non ci sarebbe più riuscita.

    «Mia cara Mrs. Thompson, di sicuro ricordate Lord Falconbridge» esordì Madame de Badeau con un sorrisino d’intesa, come se avesse condiviso un segreto con Randall. Lui la guardò strizzando gli occhi, ma subito fu distratto dalla voce melodiosa di Cecelia.

    «Lord Falconbridge, è passato tanto tempo...» Una lieve pronuncia nasale, tipica delle Colonie, contrastava con la cadenza che lui rammentava bene.

    «Davvero troppo.» Le rivolse un inchino e ne approfittò per osservarla. L’abito rosso scuro era poco scollato rispetto alla moda londinese, ma lasciava comunque scoperti in parte i seni. Randall moriva dalla voglia di tempestarli di baci, di trovare una camera da letto appartata e portare a termine quanto avevano iniziato tanti anni prima. Si raddrizzò, irritato dalla propria debolezza. «Vi prego di accettare le mie condoglianze per la perdita di vostro marito.»

    «Grazie.» Cecelia tastò il braccialetto d’oro e tornò per un istante seria, poi sorrise di nuovo e indicò la giovane al suo fianco. «Vi presento Miss Theresa Fields, mia cugina.»

    Con riluttanza, lui distolse gli occhi dal suo viso per guardare la giovane. Era piuttosto graziosa, e dimostrava una sicurezza che di solito mancava alle ragazze. L’abito di cotone pregiato aveva un taglio semplice ed era privo delle balze e dei nastri di moda tra le debuttanti della Stagione.

    «Piacere di conoscervi, Lord Falconbridge» dichiarò con un marcato accento americano.

    «Miss Fields, mia sorella muore dalla voglia di rivedervi.» Madame de Badeau la prese a braccetto per trascinarla via con sé, scoccando a Randall un’occhiata maliziosa. Cosa stava tramando? Si sbagliava di grosso se intendeva manipolarlo come un ingenuo signorotto di campagna.

    «Siete diventato Marchese di Falconbridge?» gli domandò Cecelia. La sua dolce voce, simile al gorgoglio del fiume Stour a Falconbridge Manor, cancellò ogni pensiero riguardo all’intrigante francese.

    «Sì. Mio zio Edmund non poteva vivere in eterno.»

    «Le mie condoglianze.» La partecipazione era sincera. «Lo ricordo con affetto.»

    «Eravate una delle poche persone a godere della sua simpatia.»

    «Allora mi dispiace ancora di più che sia mancato.»

    «Non è il caso. È morto com’era vissuto, con un grande appetito per i piaceri della vita.»

    «Senza dubbio inveendo contro l’alta società. Cosa diceva sempre?»

    «Non si guadagna niente a cercare di conquistare il favore del bel mondo» citò Randall, ripensando allo zio seduto a capotavola che batteva le grosse dita sul piano di legno laccato. «Ti rende solo schiavo dei desideri e dei capricci altrui.»

    «Sii te stesso e sarai la persona migliore» concluse per lui Cecelia, parodiando il tono basso e imperioso di Edmund.

    Randall rise dell’imitazione. «Volevo farlo incidere sulla sua pietra tombale, ma la zia Ella si è opposta. Non era così che voleva ricordare il fratello.»

    «Come sta Lady Ellington?» si informò lei, accettando un calice di champagne da un valletto.

    Randall invece declinò l’offerta. «È diventata la vera padrona di Falconbridge Manor. Ha deciso di trasferirsi là dopo il decesso dello zio. La diverte amministrare la tenuta.»

    «Verrà a Londra per la Stagione?» Era evidente che sperava di incontrarla, e a Randall dispiacque deluderla.

    «Mia zia è propensa ad avventurarsi in città quanto mio zio era disposto a vivere da rispettabile gentiluomo di campagna.»

    «E nemmeno voi sembrate pronto a condurre un’esistenza tranquilla. Ho sentito tante storie sul vostro conto da render fiero Lord Edmund.» Si portò il calice alla bocca sensuale.

    Lui puntò lo sguardo sulle labbra umide, quasi invidioso del bicchiere. «Come affermava lo zio, un pizzico di scandalo crea un’aura di mistero.»

    Cecelia rise. «Da quanto ho saputo da Madame de Badeau, nel vostro caso è ben più di un pizzico

    Randall si irrigidì, sforzandosi di continuare a sorridere. «Non dovreste credere a tutto ciò che sentite, in particolare da lei.»

    «Mi inganno, oppure il famigerato Marchese di Falconbridge è in imbarazzo?» gli chiese con finto stupore. Lui serrò la mascella. Non ricordava quando una donna avesse osato prenderlo in giro a quel modo.

    «Avete una cattiva reputazione, Mrs. Thompson?» scherzò, a suo agio con lei come in passato.

    Un’ombra le oscurò il volto mentre rigirava il braccialetto d’oro sul polso. Poi però sollevò il mento e rispose con un sorriso: «Anche se fosse così, è rimasta in Virginia, lontano da qui. E, con ogni probabilità, verrà scoperta dopo la fine della Stagione».

    Randall si avvicinò di un passo e aspirò il profumo della sua pelle calda, mescolato a una fragranza floreale. «Magari io ci riuscirò prima...»

    Cecelia lo guardò da sotto le ciglia. «Solo con una nave molto veloce.»

    «La mia nave non va mai troppo in fretta» mormorò lui con voce profonda e sensuale. «Sarei felice di condurvi in mare con me.»

    Lei lo fissò per un istante negli occhi e si inumidì le labbra con la punta della lingua, ma subito dopo tornò a sorridere. «La proposta mi tenta, però temo di restare delusa. In fondo è solo l’inizio della Stagione.»

    Randall tossì per celare una risatina amara. «Sarà la Stagione a deludervi, e molto presto.»

    «Dopo aver sopportato una traversata così faticosa, mi auguro che vi sbagliate.»

    «Non mi capita mai.»

    «Allora siete un uomo fortunato.»

    «Non proprio.» Per un istante la corazza che si era creato da quando viveva in città si dissolse e lasciò esposto il ragazzo di un tempo, solo con lei nello studio di Falconbridge Manor, libero dal titolo nobiliare e dalle bravate londinesi. «Persino la vita di un marchese ha qualche momento buio.»

    «Come quella di tutti» notò Cecelia con improvvisa dolcezza.

    Randall, che aveva guardato con freddezza amanti in lacrime e schivato con disinvoltura il lancio di statuette di porcellana, fu colpito al cuore da quel semplice commento. Per la seconda volta nel giro di pochi minuti provò vergogna per il proprio passato.

    «Bene» concluse con falsa allegria. «A Londra è utile annoverarmi tra i conoscenti, soprattutto se si è lasciata la cattiva reputazione sull’altra sponda dell’Atlantico.»

    «Lo terrò presente. Buona serata, Lord Falconbridge.»

    Cecelia lo salutò con una cortese riverenza, quindi si diresse verso un gruppetto di matrone radunato davanti a una finestra.

    Randall la seguì con lo sguardo. Il ragazzo che c’era in lui moriva dalla voglia di richiamarla, mentre l’adulto che era diventato rimaneva inchiodato sul posto.

    «Un bel bocconcino, non vi pare?» commentò vicino a lui una voce grave. Randall si girò appena. Christopher Crowdon, Conte di Strathmore, era al suo fianco, un calice di vino rosso stretto tra le dita grassocce.

    «Fate attenzione a come parlate di lei, Strathmore» ringhiò Randall, innervosito dal suo sguardo lascivo. «È una mia vecchia conoscente.»

    «Vi chiedo scusa» borbottò il conte. Negli occhi pallidi brillava una luce insolita. «È vero che possiede vasti terreni in America?» si informò, continuando a guardare Cecelia.

    «Perché? Siete così malridotto da dover dare la caccia alle ricche ereditiere?»

    «Certo che... no» farfugliò l’altro. «Tuttavia c’è qualcosa da dire sulle vedove» aggiunse, riprendendosi. «Ci sanno fare con gli uomini. Meglio lasciare una perla simile a un gentiluomo più esperto.»

    «Se ne troverò uno, mi farò volentieri da parte.» Randall girò sui tacchi e si allontanò a passi decisi.

    Cecelia tentò di concentrarsi sui pettegolezzi delle signore, però non ci riuscì. Non poteva ignorare la voce di Randall, che spiccava nel brusio delle conversazioni, e strinse forte lo stelo del calice imponendosi di non girarsi a guardarlo.

    Quando lo aveva scorto al centro del salone, saldo come una quercia in mezzo a un campo brullo, si era sentita divisa tra l’impulso di scappare e quello di affrontarlo a viso aperto. La fanciulla che anni prima, nella serra di Falconbridge Manor, era stata rifiutata da un giovane nobile niente affatto disposto ad abbassarsi al livello della figlia di un modesto mercante aveva voglia di fuggire. La donna che aveva aiutato il marito a ricostruire Belle View dopo l’uragano, invece, restava ferma dov’era. Anche se le ricchezze e la piantagione non c’erano più, la persona che era diventata esisteva ancora e desiderava mostrarsi.

    Finì di bere lo champagne, che le parve amaro come la sua situazione attuale. Nonostante gli anni trascorsi in Virginia, non era tornata a Londra più ricca di prima, e il suo avvenire era ancora più incerto di quando si era imbarcata accanto a un consorte che, ai tempi, le era estraneo quanto la gente in quella sala. Benché ostentasse con Randall una calma sicurezza di sé, mentiva su tutto. Si domandò per quanto tempo ancora sarebbe riuscita a mantenere il segreto e a nascondere le malvagie dicerie che si era lasciata alle spalle. Abbastanza a lungo, sperava, perché lei o la cugina Theresa trovassero un buon partito, disposto a salvarle.

    Posò la coppa vuota sul vassoio di un cameriere e, guardando oltre, vide Randall insieme a un gruppo di gentiluomini; risaltava tra tutti con la sua mascella squadrata, il naso diritto, i capelli scuri e l’espressione da londinese annoiato. E quando si voltò, la trapassò con gli intensi occhi azzurri. Lei toccò di nuovo il braccialetto d’oro e prese fiato. Tornò di colpo ad avere sedici anni, sconvolta dal desiderio, come se non fosse mai stata sposata e non avesse trascorso tanto tempo ad amministrare una piantagione. Lo aveva amato da impazzire, ma lui non aveva ricambiato i suoi sentimenti.

    Distolse lo sguardo, rimproverandosi per avergli già accordato troppa confidenza, quella sera. Non aveva importanza che le riuscisse facile scherzare insieme a lui, come in passato. Non poteva permettersi di apparire spavalda, con un uomo simile, poiché rischiava di rovinarsi del tutto.

    «Mrs. Thompson, ho sentito che abitate in America.» Una voce femminile la riportò al presente.

    «Sì. Ho una piantagione in Virginia.» La menzogna le fece contrarre lo stomaco.

    «Cosa vi ha richiamata a Londra insieme a Miss Fields, dopo tutto questo tempo?» le domandò incuriosita Lady Weatherly.

    Cecelia provò lo stesso imbarazzo che l’aveva quasi fatta ammutolire quando Daniel, al ballo del governatore, l’aveva presentata alle famiglie più importanti di Richmond. Come allora, raddrizzò le spalle e rispose con calma: «Ho accompagnato mia cugina nella speranza che possa sistemarsi».

    «Non aveva corteggiatori in Virginia?» indagò la padrona di casa con l’insistenza di un terrier determinato a stanare la preda. Cecelia trattenne a stento una risposta brusca. Nonostante la dubbia reputazione, la giovane e bella contessa era una colonna della buona società e conveniva rendersela amica. Reprimendo l’orgoglio, ripeté la storia ripassata tante volte con Theresa durante la traversata.

    «Sì, ma quando gli Inglesi hanno incendiato Washington, non siamo più state viste con favore, benché frequentassimo da anni la migliore società locale. A quel punto non

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