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L'enigma di un genio
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E-book157 pagine1 ora

L'enigma di un genio

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Info su questo ebook

La storia vera di Alan Turing, il matematico inglese che decrittò il codice nazista

In uscita il film sulla vita di Alan Turing The Imitation Game

Alan Turing ha dato il più grande contributo alla vittoria degli alleati sulla Germania nazista con la sua macchina per decrittare il famigerato Codice Enigma, il segreto sistema di crittografia con cui i nazisti comunicavano tra di loro.
Ma il mondo è altresì in debito con il genio di Turing per molte delle intuizioni che hanno portato all’invenzione del computer moderno, è infatti considerato da molti il padre della scienza informatica.
Figlio di un alto funzionario de l’Indian Civil Service, dato a balia a una rispettabile famiglia ritiratasi nella campagna inglese, fu chiaro fin dalla sua prima infanzia che il piccolo Alan fosse dotato di una mente prodigiosa. Imparò a leggere in appena tre settimane e la preside della scuola elementare che frequentava affermò: «Ho avuto ragazzi intelligenti e laboriosi, ma Alan ha del genio puro». Ma la vita di Turing non fu solo ricca di riconoscimenti per il suo lavoro svolto durante la guerra: a causa della sua omosessualità (considerata ancora un reato nella Gran Bretagna dell’epoca) fu incriminato e sanzionato con la castrazione chimica. Le umiliazioni fisiche e psicologiche che dovette subire lo segnarono profondamente.
Il 7 Giugno 1954, a soli quarantuno anni e nel pieno della sua vita accademica, morì mangiando una mela avvelenata con cianuro di potassio. Questa è la sua storia.

La straordinaria vita del genio matematico che aiutò il mondo a sconfiggere i nazisti

Alan Turing riuscì a decodificare il segretissimo Codice Enigma durante la Seconda Guerra Mondiale e dare un contributo determinante per la vittoria della guerra sui nazisti da parte degli alleati.

Nigel Cawthorne
è autore di circa ottanta libri e di un importante contributo ad altri venti. Vive nel quartiere di Bloomsbury, un’area letteraria di Londra, e spesso si trova a scrivere nella mitica British Library.
LinguaItaliano
Data di uscita17 ott 2014
ISBN9788854175853
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    Anteprima del libro

    L'enigma di un genio - Nigel Cawthorne

    es

    292

    Titolo originale: Alan Turing: The Enigma Man

    Copyright © 2014 Arcturus Holdings Limited

    All rights reserved

    Traduzione dall'inglese di Fabio Bernabei

    Prima edizione ebook: dicembre 2014

    © 2014 Newton Compton editori s.r.l.

    Roma, Casella postale 6214

    ISBN 978-88-541-7585-3

    www.newtoncompton.com

    Realizzazione a cura di Corpotre, Roma

    Nigel Cawthorne

    L'enigma di un genio

    La storia vera di Alan Turing

    Il matematico inglese che decrittò il codice nazista

    omino

    Newton Compton editori

    Introduzione

    La svolta di Bletchley Park

    Nel 1940, nel corso della seconda guerra mondiale, il centro di crittoanalisi di Bletchley Park, nel Buckinghamshire, istituito dal governo inglese per decifrare il codice rosso utilizzato dall’aviazione tedesca, cominciò a registrare qualche successo. Grazie a una macchina detta Bomba, perfezionata da Alan Turing, il dipartimento della Hut 6 riuscì a decodificare i messaggi inviati dalla Luftwaffe e consentire alla Royal Air Force di contrattaccare e abbattere gli aerei tedeschi, spingendo Adolf Hitler prima a rimandare l’Operazione Leone marino, il piano di un’invasione via mare della Gran Bretagna, poi ad abbandonarlo del tutto.

    Ma il Regno Unito rimaneva comunque sull’orlo del baratro. Mentre la battaglia dell’Atlantico era in pieno svolgimento, gli U-boat tedeschi, che attaccavano con la tattica del branco di lupi, continuavano ad affondare i mercantili che trasportavano cibo, carburante, munizioni e materie prime da cui dipendeva il sostentamento del paese: gli inglesi erano sul punto di dover scegliere tra arrendersi o morire di fame. I sottomarini tedeschi erano guidati da messaggi scritti in un complesso codice navale generato dalle celebri macchine Enigma, da poco aggiornate e potenziate, d’aspetto simile alle macchine per scrivere, portatili e alimentate da batterie.

    Il procedimento era piuttosto semplice. Premendo il tasto di una lettera, se ne accendeva un’altra sul pannello luminoso in alto. Il collegamento tra i tasti e il pannello passava attraverso una serie di rotori che si muovevano ogni volta che veniva premuto un tasto, così anche pigiando più volte lo stesso tasto, si accendeva di volta in volta una lettera diversa. Le macchine Enigma erano dotate anche di un pannello a prese multiple che criptava ulteriormente il codice. Una volta codificato, il messaggio veniva trasmesso in alfabeto Morse. Se il ricevente aveva una macchina Enigma con la stessa configurazione, per decifrare il messaggio era sufficiente dattilografare le lettere ricevute e annotare quelle che apparivano sul quadro luminoso. Considerate le innumerevoli possibili combinazioni di rotori e pannello a prese multiple, i tedeschi erano certi che il codice Enigma fosse pressoché inviolabile. Solo che non avevano fatto i conti con Alan Turing.

    Il giovane e brillante matematico arrivò a Bletchley Park agli inizi del conflitto mondiale, e in breve tempo aveva già progettato la Bomba, un calcolatore in grado di leggere tutte le possibili configurazioni della macchina Enigma. Il problema era che le dieci postazioni d’ascolto incaricate di intercettare i messaggi Morse tedeschi per Bletchley Park producevano tanto materiale che era impossibile gestirlo e tradurlo per intero. E quando le macchine crittografiche tedesche furono potenziate, il processo di decodificazione si fece tanto laborioso che le misure prese sulla base delle informazioni prodotte arrivavano sempre troppo tardi.

    Ma gli inglesi furono comunque assistiti dalla buona sorte perché riuscirono a entrare in possesso della documentazione che accompagnava le macchine Enigma della Marina tedesca. Da quel momento, Turing si mise subito al lavoro per restringere il numero di possibili configurazioni da utilizzare per l’elaborazione di un messaggio in codice. Si tenga conto che uno dei punti deboli dell’Enigma era che nessuna lettera veniva codificata come tale: premendo A, si accendeva qualsiasi lettera, salvo la stessa A. Spesso infatti gli operatori tedeschi aprivano o chiudevano i messaggi con frasi standard (crib), che finivano per suggerire indizi preziosi agli inglesi. Per esempio, le navi meteorologiche inviavano regolarmente il tempo per la notte – reso senza spazi come Wetterfuerdienacht, oppure la situazione Canale Manica orientale, trasmessa come Zustandostwaertiger-Kanal. Se una frase del genere era trasmessa insieme a un messaggio in codice, talvolta era possibile trovare un punto in cui nessuna lettera corrispondeva, consentendo così una possibile traduzione di quella parte del messaggio e restringendo dunque il numero di possibili configurazioni usate nella prima parte (vedi par. Il progetto della bomba nel capitolo 4).

    I tedeschi usavano inoltre frasi comuni, quali nulla di speciale da riferire, oppure i classici Heil Hitler e Führer, che comparivano al principio o alla fine dei dispacci, magari insieme a eventuali riferimenti geografici. E non era tutto: da una comunicazione captata per caso dagli inglesi, si scoprì che se la trasmissione veniva interrotta per qualsiasi motivo, riprendeva con Fort, abbreviazione di Fortsetzung, o continua, seguita da un numero che identificava il messaggio precedente, di norma l’ora dell’invio. Così, per esempio, 23:00 veniva compitato in lettere come Zweidreinulnul (duetrezerozero). Questi dati spinsero Turing a studiare anche la sequenza delle lettere in tedesco. Per esempio, eins e sch erano sequenze comuni, ma non jgt, ammesso che esistesse.

    Per sfruttare tali lacune, Turing, ormai a capo della Hut 8, la struttura preposta a violare i messaggi in codice della Marina tedesca, elaborò un sistema detto Banburism, dal nome del suo laboratorio a Banbury, nell’Oxfordshire, che produceva speciali strisce di carta perforata. Sovrapponendo due sezioni del testo, era possibile individuare delle corrispondenze. Il metodo riduceva i milioni di possibili configurazioni dell’Enigma a centinaia di migliaia, numero che la Bomba era in grado di gestire e tradurre.

    Si avvaleva inoltre della statistica bayesiana, sviluppata nel xviii secolo dal matematico inglese Thomas Bayes, per calcolare le configurazioni iniziali più probabili, così da verificarle fin da subito, invece di dedurle attraverso decine di migliaia di prove.

    Ormai ben strutturato, nell’aprile del 1941 il team di Bletchley Park iniziò a decodificare i messaggi man mano che arrivavano. A giugno era già in grado di violarli a qualche ora di distanza dall’intercettazione. Frattanto, gli strateghi del primo ministro Winston Churchill avevano previsto che la Gran Bretagna sarebbe stata ridotta alla fame quello stesso mese. Tuttavia, grazie agli Ultra – denominazione delle informazioni raccolte dalle decodificazioni dei messaggi nemici – i mercantili inglesi riuscirono ad aggirare con tale abilità la morsa dei lupi tedeschi che per ventitré giorni di seguito gli U-boat dell’Atlantico del Nord non avvistarono nemmeno un convoglio.

    Il mese dopo, Turing e i suoi colleghi furono convocati a Whitehall, sede del governo inglese, dove vennero ringraziati ufficialmente e ricevettero un bonus di duecento sterline dell’epoca, circa settemilacinquecento euro. Churchill volle visitare di persona Bletchley Park. Fu condotto, in particolare, alla Hut 8, dove incontrò Turing, che era molto nervoso. Quanto a Churchill, descrisse la squadra di hacker come «oche dalle uova d’oro che non schiamazzano mai».

    Mentre gli U-boat continuavano a perlustrare invano l’Atlantico del Nord, si temeva che i tedeschi potessero capire che i loro codici erano stati violati, così fu fatta trapelare la notizia che gli inglesi avevano sviluppato un nuovo radar a lungo raggio capace di localizzare i sottomarini a centinaia di chilometri di distanza, anche sott’acqua. In realtà ciò non era necessario, perché nell’ambito del paranoico regime nazista si dava per scontato che qualche spia passasse agli inglesi i dettagli dei movimenti degli U-boat.

    Insomma, la battaglia era vinta, ma la guerra proseguiva. Ormai i messaggi intercettati arrivavano in quantità tale che i crittoanalisti di Bletchley Park cominciavano a ritrovarsi inondati di informazioni. Nell’ottobre del 1941, Turing e i suoi colleghi scrissero a Churchill:

    Egregio Primo ministro,

    qualche settimana fa ci ha onorato d’una Sua visita e siamo certi che Lei apprezzi davvero il nostro lavoro. Avrà visto che […] siamo stati equipaggiati con le bombe, macchine in grado di violare i codici dell’Enigma tedesco. Riteniamo, nondimeno, che Lei dovrebbe essere al corrente delle difficoltà che vive questa operazione, la quale continua ad accumulare ritardi, quando non viene svolta affatto, in primo luogo perché siamo sprovvisti di personale sufficiente a gestire la mole di messaggi in arrivo. Abbiamo deciso di scriverLe direttamente perché ormai da mesi facciamo tutto ciò che è nelle nostre facoltà attraverso i canali ordinari, e dubitiamo che il quadro possa migliorare senza un Suo intervento.

    Churchill rispose senza indugio con un breve promemoria: «Agire oggi stesso. Accertarsi che abbiano tutto il necessario con estrema priorità e mi confermino l’attuazione delle mie direttive».

    Più tardi il primo ministro inglese avrebbe scritto: «L’unica cosa che mi terrorizzò davvero durante la guerra fu il pericolo degli U-boat».

    Con la sconfitta dei lupi dell’Atlantico del Nord, e l’adesione degli Stati Uniti alla coalizione degli Alleati (dicembre 1941), la Gran Bretagna era senz’altro salva dal pericolo della fame, ma soprattutto riuscì ad ammassare sul proprio territorio uomini e munizioni, che in seguito sarebbero stati utilizzati nell’invasione della Normandia del 1944. Tutto questo grazie ad Alan Turing.

    1. Nascita di un genio

    Alan Turing fu il classico figlio dell’Impero. Il padre, Julius Mathison Turing, era un alto funzionario amministrativo e magistrato della provincia di Madras, nell’India britannica. La madre, Sara, era figlia dell’ingegnere capo delle Ferrovie di Madras. Nata nella stessa Madras e cresciuta in Irlanda, aveva studiato alla Sorbona di Parigi, prima di incontrare Julius, laureato in Storia presso il Corpus Christi College di Oxford, durante una crociera in Oriente. Quando toccarono il Giappone, lui la invitò a uscire insieme: pochi mesi più tardi si sarebbero sposati a Dublino nel 1907. Nel 1908, Sara diede alla luce John, primogenito della coppia, nella casa paterna di Coonoor, stazione climatica collinare indiana.

    Tempi duri

    Nel 1912 Sara era di nuovo incinta. Ormai l’instabilità politica aveva reso l’India un luogo pericoloso per i funzionari britannici. Il viceré, lord Charles Hardinge, era già stato oggetto di diversi attentati da parte dei nazionalisti indiani e quello stesso anno fu ferito da una bomba durante il suo ingresso ufficiale a Delhi. Di conseguenza, Julius si mise in congedo e la famiglia tornò in Inghilterra. I Turing affittarono una casa a Maida Vale, nel nord di Londra, e il 23 giugno 1912 nacque il secondo figlio a Warrington Lodge, una clinica privata

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