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Storia militare delle SS
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E-book1.793 pagine22 ore

Storia militare delle SS

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Le battaglie, le operazioni e i crimini del braccio militare nazista

Originariamente ideate come braccio armato del partito nazista, le SS si trasformarono in un vero e proprio corpo militare, passato alla storia per indicibili orrori.
Questo libro ripercorre la storia delle unità delle Waffen SS, il corpo combattente di prima linea impegnato nel consolidamento del dominio di Hitler in Europa. Nel corso della Seconda Guerra Mondiale le Waffen SS diventarono un vero e proprio esercito d’élite – parallelo a quello tedesco –, di fatto la quarta forza armata della Germania nazista. Questo corpo contava oltre quaranta divisioni di vario tipo: granatieri corazzati (Panzergrenadier), divisione da montagna (Gebirgs), di cavalleria e corazzate (Panzer). Queste formazioni combatterono su tutti i fronti, dalla Francia all’Ucraina, dalla Grecia alla Lapponia, macchiandosi di numerosi crimini di guerra contro i reparti nemici e le popolazioni civili. Tanto che, alla fine della guerra, tutto l’apparato militare e organizzativo delle SS fu giudicato come un’organizzazione criminale.

La storia delle unità delle Waffen: di fatto la quarta forza armata della Germania nazista

Le origini: dal 1923 al 1933
SA, SS e SS-VT
Organizzazione e struttura delle formazioni SS
Allgemeine-SS, SS-VT e SS-Totenkopfverbande
Campagna di Polonia, settembre 1939
Einsatzgruppen e reparti combattenti
Campagna sul fronte occidentale, primavera 1940
Formazione della divisione Wiking
Campagna nei Balcani, primavera 1941
Operazione Barbarossa, estate 1941
Il fronte italiano
Il fronte della Normandia
La controffensiva nelle Ardenne
Berlino 1945, l’ultima battaglia
Massimiliano Afiero
È nato ad Afragola nel 1964. Insegnante di informatica, programmatore, ma soprattutto appassionato studioso del secondo conflitto mondiale, ha pubblicato numerosi articoli sulle principali riviste di storia in Italia e all’estero. Collabora con diversi siti web a carattere storico-militare. Ha al suo attivo numerose conferenze tenute in tutto il territorio nazionale.
LinguaItaliano
Data di uscita13 nov 2020
ISBN9788822747419
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    Anteprima del libro

    Storia militare delle SS - Massimiliano Afiero

    Capitolo 1. La guardia del Führer

    La storia delle SS è collegata direttamente a quella del Partito Nazionalsocialista tedesco. Per comprendere bene la genesi di queste formazioni speciali dobbiamo comprendere cosa accadde in Germania subito dopo la Grande Guerra e come Adolf Hitler e i suoi seguaci riuscirono a prendere il potere. Uscita sconfitta dalla prima guerra mondiale, caduta la monarchia, dopo aver subito numerose "mutilazioni’ territoriali come riparazioni di guerra, la nuova Germania, retta da un governo repubblicano, cadde in un periodo di profonda crisi economica e sociale, caratterizzato soprattutto da sommosse e rivolte armate, organizzate dai socialisti tedeschi, ai quali si unirono i rivoluzionari civili spartachisti. Il loro obiettivo era quello di attuare una rivoluzione bolscevica simile a quella realizzata in Russia. Naturalmente il governo tedesco represse queste sommosse, grazie soprattutto ai militari e ai nazionalisti, che ugualmente miravano a prendere il potere con la forza e desideravano instaurare un regime autoritario nel Paese. Nello stesso tempo, ai confini orientali, i ribelli polacchi minacciavano di invadere la Slesia e i territori del Reich nel Baltico. Queste minacce esterne furono eliminate grazie all’intervento deciso e risoluto dei Freikorps, i corpi franchi tedeschi, creati sul modello dei Freiwilligenkorps (corpi volontari) esistenti in Germania fin dal Medioevo per fronteggiare le situazioni critiche. Composti da militanti di destra, ancora con le loro uniformi, le armi e i veicoli di guerra, questi gruppi combattenti impedirono che in Germania fosse instaurato un regime bolscevico, contribuendo a reprimere le rivolte interne e soprattutto difesero i confini del nuovo Stato tedesco. La lotta tra i militanti di sinistra e di destra non ebbe però fine e proseguì sempre più cruenta, nelle città e nelle strade tedesche, soprattutto alla vigilia delle nuove elezioni politiche nella nuova Repubblica tedesca. I vari gruppi politici si combattevano senza esclusione di colpi, sabotando i comizi elettorali degli avversari, facendo ricorso alla violenza.

    Fu in questo clima di estrema violenza, che iniziò a emergere sulla scena politica tedesca Adolf Hitler, prima membro e poi capo del Partito Tedesco dei Lavoratori (dal febbraio 1920, Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori). Infatti proprio Hitler, preoccupato dai continui attacchi verbali e fisici da parte dei suoi oppositori, decise di creare un servizio d’ordine per proteggere le adunate politiche dei nazionalsocialisti. A tal scopo, furono reclutati giovani agili e forti, ex combattenti, pieni di spirito d’iniziativa, ai quali fu assegnato il compito di proteggere i capi politici del partito durante i comizi elettorali. Nacquero così i primi nuclei arditi in camicia bruna.

    Adolf Hitler nacque il 20 aprile 1889 a Braunau sull’Inn, un villaggio austriaco alla frontiera bavarese, al confine tra l’Austria e la Germania. Seguì suo padre, impiegato della dogana, da Braunau a Passau, Lambach e Linz. Frequentò le scuole elementari e le tecniche di Lambach, mostrando una tendenza spiccata per il disegno e l’arte. A soli tredici anni perse il padre e due anni dopo, anche la madre. A sedici anni Hitler, orfano e povero, fu costretto a guadagnarsi da vivere e raccolte le poche cose che aveva, partì per Vienna, dove sperava di lavorare e di iscriversi all’Accademia di Belle Arti. Iniziò a lavorare come operaio, facendo anche esperienza come disegnatore, acquarellista, decoratore di stanze. Nella capitale austriaca iniziò a interessarsi anche alla politica, individuando negli ebrei e nei marxisti i veri nemici da combattere. Nella primavera del 1912, Hitler lasciò Vienna per trasferirsi a Monaco, dove rimase fino al 1914, continuando a lavorare come decoratore. Allo scoppio della Grande Guerra, pur essendo cittadino austriaco, il 10 ottobre 1914 decise di arruolarsi volontario nel reggimento List di Monaco. Impegnato sul fronte francese, nelle Fiandre e sulla Somme, il caporale Hitler si batté valorosamente e rimase ferito per ben due volte in combattimento. Il 4 agosto 1918, fu decorato con la Croce di Ferro di Prima Classe. Il 21 ottobre 1918, gravemente ferito agli occhi dai gas, Hitler fu ricoverato nell’ospedale di Pasewalk, in Pomerania, dove rimase fino al 19 novembre dello stesso anno. La notizia della disfatta fu un duro colpo per l’ancora convalescente Adolf, che fece ritorno a Monaco. Proprio nella capitale bavarese i bolscevichi, approfittando del caos postguerra, instaurarono per un breve periodo una Repubblica comunista. Hitler, ancora al servizio nell’esercito come confidente, nel settembre 1919 fu incaricato di spiare in abiti civili, per conto dell’esercito e della polizia, gli incontri di un piccolo partito nazionalista, il Partito Tedesco dei Lavoratori (DAP). Proprio durante una riunione del DAP, intervenne in una discussione e fu notato da Anton Drexler, fondatore e segretario del partito, che lo volle con sé. Nei suoi discorsi, attaccava gli ebrei, i socialisti, i liberali, i capitalisti e i comunisti. Nel febbraio 1920, passò a guidare il partito, cambiandone il nome in Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori (National Sozialistische Deutsche Arbeiterpartei, NSDAP). Il partito adottò come emblema la svastica, come simbolo del sole, e il saluto romano usato dai fascisti italiani.

    Nascono i reparti d’assalto

    Verso la fine del 1920, grazie a un giovane orologiaio, Emil Maurice¹, fu istituita una prima formazione regolare e permamente per proteggere le riunioni del Partito Nazionalsocialista, la Saalschutz (letteralmente guardia di sala). Successivamente, per ingannare le forze di polizia e continuare ad addestrare i suoi elementi, nell’estate del 1921, la Saalschutz fu trasformata sempre da Maurice in una società per la ginnastica e lo sport, la Sportabeitlung (squadra sportiva): tra i primi atleti a frequentare gli allenamenti ci furono: Rudolf Hess², Joseph Dietrich, Hermann Hesse, Julius Schreck, Julius Schaub, Joseph Berchtold e soprattutto Ernst Röhm. Eroe di Verdun, faccia segnata dalle cicatrici, questi si era già occupato di organizzare il corpo franco bavarese del colonnello von Epp per combattere i marxisti e i separatisti. Nell’autunno del 1921, il servizio d’ordine del partito fu ampliato e trasformato in un nuovo corpo, quello delle Sturmabteilung (SA, squadra d’assalto), che come recitava il nome, non furono impegnate solo nella difesa, ma soprattutto nell’attacco contro gli avversari politici.

    Ernst Röhm nacque il 28 novembre 1887 a Monaco di Baviera. Fu avviato alla carriera militare fin dalla gioventù: il 23 luglio 1906, si arruolò volontario nel 10° Reggimento di Fanteria Principe Ludovico dell’esercito bavarese, diventando ufficiale il 12 marzo 1908. Nell’agosto 1914, allo scoppio della prima guerra mondiale, Röhm servì al fronte come aiutante di campo del I Battaglione del 10º Reggimento di Fanteria König. Nel settembre 1914, rimase gravemente ferito al viso durante un combattimento nel bosco di Chanot, in Lorena. Nell’aprile 1915, fu promosso tenente e il 20 giugno 1916 fu decorato con la Croce di Ferro di Prima Classe. Tre giorni dopo, venne ferito al petto durante un attacco nell’area di Verdun. Trascorse il resto della guerra in Francia e Romania come ufficiale di Stato Maggiore. Nell’aprile 1917 fu promosso capitano e nell’ottobre 1918 contrasse la Spagnola, a cui sopravvisse dopo una lunga convalescenza. Alla fine della guerra, fece ritorno in Germania dove si unì a un corpo franco nella lotta contro la Repubblica Sovietica Bavarese. In seguito, entrò a far parte della Reichswehr, entrando in contatto con gli ambienti dell’estrema Destra nazionalista. Nel 1919, fu uno dei primi ad aderire al Partito dei Lavoratori tedeschi, fondato dal fabbro Anton Drexler, nucleo originario del futuro Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori.

    Nell’autunno del 1922, un altro ex-militare decise di seguire Adolf Hitler dopo aver assistito a una riunione del suo partito: Hermann Göring. Ex-pilota della celebre squadriglia von Richtofen, era stato decorato con la rarissima Pour le Mérite. Si iscrisse al partito insieme al suo amico Alfred Rosenberg, un tedesco di origine baltica amante della filosofia, ritenuto l’ideologo del nazionalsocialismo. Pochi mesi dopo, fu nominato da Hitler capo delle SA. Alla fine del marzo del 1923, la SA era già una vera formazione militare: gli uomini armati di fucili, mitragliatrici e qualche mortaio, furono organizzati in compagnie e reggimenti. Anche l’uniforme era di tipo militare: camicia bruna, pantaloni grigi e un berretto di tipo austriaco.

    Hermann Wilhelm Göring nacque il 12 gennaio 1893 a Rosenheim, figlio del politico e diplomatico tedesco Ernst Heinrich Göring. Fu avviato alla carriera militare nel 1913, entrando alla scuola ufficiali. Iniziò la Grande Guerra come sottotenente di fanteria nel 1914, per poi passare nel 1915 alla neonata Luftstreitkräfte, l’aeronautica militare dell’impero tedesco. Diventò in poco tempo uno dei più famosi assi dell’aviazione, entrando a far parte della celebre squadriglia da caccia di Manfred von Richthofen, il leggendario Barone Rosso, la Jagdstaffel 11, inquadrata in seguito nella formazione d’élite Jagdgeschwader 1. Alla morte del Barone Rosso nel 1918 e del suo successore, Göring, che già vantava ventidue vittorie all’attivo nei duelli aerei, subentrò al comando della squadra. Pluridecorato, fu tra l’altro insignito della medaglia al valore Pour le Mérite, massima decorazione militare tedesca. Göring aveva già ottenuto nel 1915 la Croce di Ferro di Seconda e Prima Classe. Alla fine della guerra, lavorò come pilota dell’aviazione civile prima in Danimarca e poi in Svezia. Dopo il matrimonio con la baronessa Carin von Kantzow, Göring, insieme alla moglie, si stabilì a Monaco di Baviera per studiare economia all’università. Nel 1921, conobbe Hitler e aderì al suo partito, dedicandosi anche all’organizzazione delle SA, collaborando con Ernst Röhm, per assumerne poi il comando nel 1922.

    Nasce la SS

    Dalle SA, trasse origine una piccola formazione, con l’incarico speciale di fare da guardia del corpo al Führer (capo) ed agli altri capi del partito. Hermann Göring propose di chiamarla appunto Stabswache (guardia del corpo). Per legarla maggiormente alla protezione della persona di Hitler, la formazione fu ribattezzata subito dopo come Stosstrupp Hitler (Truppa d’assalto Hitler), agli ordini di Joseph Berchtold. Lo stesso Berchtold scelse come insegna per i suoi uomini il teschio, il simbolo degli ussari imperiali e come suo aiutante scelse Julius Schrek. Tutti gli elementi più duri e fidati delle squadre d’assalto si concentrarono nelle file della Stosstrupp.

    La scelta del teschio non fu casuale o solo per incutere terrore ai nemici, ma fu dettata da una sorta di continuità storica con le formazioni di élite dell’esercito imperiale prussiano, in particolare con gli ussari imperiali. Il teschio con le ossa incrociate era stato utilizzato anche da molti Freikorp dopo la prima guerra mondiale, dipinto sui loro elmetti e sui loro carri. In particolare Berchtold scelse il teschio dei colbacchi degli ussari imperiali, privo della mandibola. Quando, nel 1934, questo simbolo cominciò a essere adottato dalle prime formazioni corazzate tedesche, fu coniata una nuova Totenkopf esclusiva per le SS: una testa di morto sogghignante e completa della mandibola. La versione senza mandibola fu adottata dalle unità corazzate dell’esercito. La divisione SS Totenkopf adottò il teschio come simbolo di identificazione divisionale utilizzandolo anche come mostrina al posto delle doppie rune SS.

    Durante il tentato golpe del 9 novembre 1923, passato alla storia come Putsch di Monaco, i reparti di assalto accompagnarono fedelmente Hitler, sin da quando, partendo dalla birreria Bürgerbräu, la marcia dei rivoltosi mosse verso il centro della città. Al fianco del futuro Führer c’erano il generale Erich Ludendorff, eroe della Grande Guerra e Hermann Göring. Alle loro spalle, gli uomini del corpo franco Oberland e le squadre d’assalto del Partito Nazionalsocialista. Giunti davanti al municipio, si scontrarono con i reparti della polizia bavarese, che aprì il fuoco contro i ribelli. I caduti furono quattordici, studenti, operai e impiegati. La bandiera della 6a sezione della SturmAbteilung di Monaco, portata da Heinrich Trambauer, fu macchiata con il sangue dei caduti, principalmente quello di Andreas Bauriedl, caduto morente proprio sulla bandiera. Quel vessillo, la Blutfahne (bandiera del sangue), macchiato con il sangue dei martiri della rivoluzione, divenne l’emblema più sacro del movimento e fu utilizzato negli anni successivi nelle cerimonie per consacrare gli altri stendardi del Partito Nazionalsocialista.

    La rivolta fu dunque stroncata nel sangue e Adolf Hitler fu arrestato. Il NSDAP fu bandito, le SA e la Stosstrupp furono sciolte. Il primo aprile 1924, Hitler entrò nella fortezza di Landsberg, condannato a cinque anni di reclusione, ma il 20 dicembre di quello stesso anno, ritornò in libertà. Nella solitudine del carcere Hitler scrisse il suo libro La mia battaglia (Mein Kampf), in cui tracciò le linee guida della sua politica, rivelando tra l’altro il suo odio per il comunismo, l’ebraismo e sostenendo apertamente la necessità per la Germania di espandersi verso est, a scapito della Russia.

    Uscito di prigione, Hitler si diede da fare per riorganizzare le fila del suo partito e della sua guardia armata. Ma oltre alla ricostituzione delle SA, Hitler si preoccupò soprattutto della sua guardia personale. Nell’aprile del 1925, affidò al fedele Julius Schreck il compito di riorganizzare la sua guardia del corpo partendo dai vecchi elementi della Stosstrupp. Inizialmente fu chiamata Schutzkommando, poi Sturmstaffel e infine, il 9 novembre 1925, Schutzstaffel der NSDAP (squadra di protezione). Il nome fu suggerito da Göring, in riferimento agli aerei che facevano da scorta durante il suo servizio con la famosa squadriglia Richtofen nella prima guerra mondiale. All’inizio i membri furono solo otto: portavano l’uniforme della SA, ma con un berretto nero con l’emblema del teschio. Sul braccio sinistro il bracciale del partito, rosso con la croce uncinata su un disco bianco.

    Svastica: la croce a quattro braccia terminanti con un segmento ad angolo retto volto a sinistra, o croce uncinata, ebbe origine 6.000 anni fa in Medio Oriente. Era un simbolo riferito al tempo e allo spazio (4 punti cardinali, 4 stagioni, le quattro posizioni dell’Orsa Maggiore rispetto alla stella polare) e in India in particolare era inteso come simbolo solare (ruota solare). La parola svastica deriva dal sanscrito e significa oggetto di prosperità. In seguito fece la sua comparsa in tutta Europa e in Asia, su diversi tipi di oggetti ornamentali. Gli studiosi tedeschi dell’Ottocento arrivarono a sostenere che questo simbolo di buon auspicio fosse un antico segno teutonico. Dal 1910, divenne il simbolo più utilizzato dai gruppi ultranazionalisti tedeschi. Nel 1920, Hitler richiese delle idee per la bandiera del suo partito e i suoi seguaci lo sommersero di bozzetti in cui figurava la svastica. Hitler ne scelse una versione con le braccia rivolte a destra e da quel momento, la bandiera bianco-rossa con la croce uncinata divenne l’insegna ufficiale del Partito Nazionalsocialista.

    Nel settembre 1925, ogni sezione del Partito Nazionalsocialista ricevette l’ordine di costituire una guardia del corpo locale, composta da un comandante e dieci uomini. Non tutti però erano ammessi: i candidati dovevano avere un’età tra i 25 e i 35 anni, essere cittadini tedeschi, non aver riportato condanne penali ed essere in buona salute. Il compito di queste Zehnerstaffeln (squadre di dieci) era semplice: proteggere le riunioni e i capi del partito, ricercare nuovi abbonati per il giornale e reclutare nuovi elementi. Queste guardie del corpo locali furono utilizzate in seguito anche al fianco della polizia, in compiti di sicurezza.

    Heinrich Himmler

    Nel dicembre del 1925, le SS contavano già un migliaio di elementi, sparsi in tutta la Germania. Nell’aprile del 1926, il tenente Josepf Berchtold ritornò dall’esilio per riprendere il comando delle Schutzstaffel. Poco dopo però, il comando passò ad Erhard Heiden, che scelse come suo aiutante un certo Heinrich Himmler. Proprio Himmler si preoccupò di trasformare le SS in una truppa perfetta. Questo giovane discreto, timido, dai piccoli baffi e con gli occhiali, si distinse subito per la sua inesauribile energia, fin dai tempi del Putsch di Monaco. Adolf Hitler, pensando di poter contare sulla sua fedeltà, il 6 febbraio 1929 gli affidò il comando di tutte le SS, nominandolo Reichsführer-SS. Paventando una presunta superiorità della razza nordica, Himmler fece suo il mito ariano di Gobineau e di Chamberlain, unendolo al pangermanesimo del periodo imperiale di Bismarck. Le sue teorie furono rese attuali con le tesi enunciate da Adolf Hitler nel suo Mein Kampf, arricchite con libri ed articoli di tre intellettuali la cui influenza sarà determinante per il movimento nazionalsocialista: il filosofo Alfred Rosenberg, l’etnologo Hans Gunther e l’agronomo Richard Walter Darré. Himmler comunicò a questi intellettuali quali sarebbero state le basi dell’ideologia SS: una religiosità non cristiana, la coscienza della razza nordica, gli ideali di nobiltà e di devozione. Nelle fila delle SS potevano essere inquadrati solo tedeschi di pura razza ariana che rispondessero a severi requisiti fisici e morali.

    Heinrich Himmler nacque a Monaco di Baviera il 7 ottobre 1900, secondo di tre figli. Suo padre, Gerhard Himmler, era insegnante di scuola superiore e sua madre, Anna Maria Heyder, una casalinga, figlia di un uomo d’affari e fervente cattolica. Troppo giovane per partecipare alla Grande Guerra, dall’aprile del 1919 Himmler entrò a far parte di diversi Freikorps, per tentare di cancellare l’onta di Versailles e abbattere la dittatura marxista. Terminati gli studi universitari nel 1922, con un diploma in agraria, trovò immediatamente lavoro presso una ditta di concimi. Si iscrisse al Partito Nazionalsocialista nel 1923 (tessera n° 156) e quello stesso anno partecipò al fallito Putsch di Monaco. A differenza di Röhm e Hitler che furono arrestati, Himmler riuscì a evitare il carcere. Nella primavera del 1925, decise di entrare nella nuova formazione politica Movimento di liberazione nazionalsocialista di Erich von Ludendorff. In quello stesso periodo conobbe Gregor Strasser, il quale, dopo lo scioglimento d’autorità del movimento nazionalsocialista, stava tentando di ricostruire il partito. Himmler divenne poco dopo il suo segretario personale. Dopo la ricostituzione del NSDAP, il 27 febbraio 1925, Himmler riuscì rapidamente a scalare i vertici del partito. In qualità di funzionario del Gau della Bassa Baviera, con sede a Landshut, riuscì a rivitalizzare le sezioni nazionalsocialiste della zona. Sempre nel 1925, fu promosso vice-Gauleiter della Bassa Baviera-Alto Palatinato. L’anno seguente, fu nominato facente funzioni di Gauleiter dell’Alta Baviera-Svevia, poi vice responsabile nazionale della propaganda del partito e, infine, nel 1927, facente funzione di dirigente nazionale delle Schutzstaffel. Le SS, che negli anni Venti contavano poche decine di uomini, crebbero insieme all’avanzare della carriera di Himmler. Il 6 gennaio 1929, Hitler nominò Himmler Reichsführer delle Schutzstaffel. La piccola formazione paramilitare era ancora una formazione marginale all’interno delle SA, diventate un vero e proprio esercito al servizio del partito. Himmler si mise subito al lavoro. Secondo i suoi progetti, mentre nelle SA contava la quantità, le SS si sarebbero contraddistinte per la qualità, per formare una guardia élitaria, sull’esempio dei pretoriani della Roma imperiale, vincolando gli uomini con un giuramento personale a Hitler.

    All’inizio del 1930, le SS, pur contando solo duemila uomini, erano organizzate gerarchicamente e ben ripartite su tutto il territorio tedesco. Himmler aveva infatti adottato una perfetta organizzazione militare. I soldati di Himmler adottarono l’uniforme nera, per distinguersi dalle SA, ma la struttura dei loro reparti rimase la stessa. L’unità di base era la sezione (Rotte), che comprendeva tra i 4 e i 5 uomini ed era comandata da un Rottenführer, poi c’era la squadra (Schar) che comprendeva 3 sezioni, quindi tra i 5 e i 15 uomini, agli ordini di uno Scharführer. Tre Schar formavano un plotone (Trupp) agli ordini di un Truppführer. Tre plotoni costituivano una centuria o compagnia (Sturm), guidata da uno Sturmführer. Tre centurie formavano un battaglione (Sturmbann), agli ordini di uno Sturmbannführer. Più battaglioni erano raggruppati per formare un reggimento (Standarte), con una forza oscillante tra i 1.000 e i 4.000 uomini, sotto la direzione di uno Standartenführer. Più tardi si decise di raggruppare diverse Standarten in un Untergruppe, comandato da un Brigadeführer. Due o tre Untergruppen formavano allora un Gruppe, guidato da un Gruppenführer. Himmler decise in seguito di sostituire questa organizzazione con una struttura geografica, con la creazione degli SS-Oberabschnitte (Comandi militari), sull’esempio delle regioni militari dell’esercito tedesco (Wehrkreise). Ciascun SS-Oberabschnitte era diretto da un Höhere SS-und-Polizeiführer (HSSuPF), un alto comandante delle SS e della polizia, quando la polizia passò sotto l’autorità delle SS. Questi SS-Oberabschnitte comprendevano più SS-Abschnitte, che corrispondevano a dei distretti militari, ciascuno guidato da un SS-und-Polizeiführer.

    Le doppie rune

    Oltre alla croce uncinata o svastica (Hakenkreuz), le SS adottarono la Sig-Rune, che simboleggiava la vittoria ed era allo stesso tempo il simbolo della forza vitale del sole. Nel 1931, l’SS-Sturmführer Walter Heck, un disegnatore impiegato nella ditta per la fabbricazione di distintivi Ferdinand Hoffstätter di Bonn, disegnò due Sig-runen affiancate, creando così le famose doppie rune SS. Dal 1933, queste furono adottate da tutta l’organizzazione SS. Resasi necessaria la presenza di una polizia interna di partito, Hitler decise di affidarne il compito alle SS, provocando l’inevitabile scontento delle SA. Con il ritorno di Ernst Röhm dalla Bolivia, i contrasti tra SS e SA si acuirono maggiormente. A Berlino, il 2 aprile 1931, alcuni reparti di SA tentarono una rivolta interna, subito sedata dalla ferma determinazione di Kurt Daluege, il capo locale delle SS. Per ringraziarlo, Hitler gli inviò una lettera in cui affermava: «[…] il tuo onore è la tua fedeltà». Questa frase diventò il motto delle SS: «Mein Ehre Heisst Treue».

    Il termine runa deriva dall’antica parola nordica run, che sta per scrittura segreta. Le rune erano i caratteri inclusi negli alfabeti delle tribù germaniche dell’Europa precristiana e venivano utilizzate sia per la scrittura corrente sia per i riti magici. All’inizio del xx secolo, le rune furono oggetto di ricerca da parte di storici e associazioni come la società Thule, specializzata nella ricerca delle origini delle popolazioni germaniche. Himmler decise di adottare per le sue SS le rune come simbolo di identificazione per le sue formazioni.

    Dovendo svolgere anche funzioni di polizia, in seno alla SS fu organizzato un Servizio di Sicurezza (SD, Sichereit Dienst) affidato a Reinhard Heydrich. Le SS assoldarono spie per eliminare tutti i loro avversari, ma soprattutto per controllare l’operato delle SA e del loro capo Röhm, sempre più insofferente e in contrasto con Hitler.

    Reinhard Heydrich nacque a Halle, in Germania, il 7 marzo 1904, figlio del musicista e compositore Richard Bruno. Giovanissimo, si arruolò volontario nei Freikorps. Nel 1922, entrò in marina, all’accademia navale di Kiel. Nel 1928 fu promosso sottotenente di vascello della Reichsmarine, tuttavia l’anno successivo fu congedato per aver abbandonato la sua fidanzata, figlia di un suo superiore. Nel 1931 fu chiamato da Himmler al comando dell’unità di controspionaggio interna alle Schutzstaffel, con il compito di costruire un archivio di notizie riservate su tutte le persone che potevano minacciare il Reich, ma anche su alti ufficiali e personalità politiche di spicco. Nel 1932, la sua divisione fu ribattezzata Sicherheitsdienst (SD). Dopo la presa del potere da parte di Adolf Hitler nel 1933, Heydrich fu posto nel 1934 al comando della gestapo. Raggiunto il grado di Gruppenführer, nel 1939 Himmler lo mise a capo del Reichssicherheitshauptamt (rsha, che comprendeva SD, gestapo e le Einsatzgruppen).

    Durante la campagna elettorale del 1932, ci fu una breve tregua: gli uomini delle SA e delle SS al momento della lotta si ritrovarono uniti. I conservatori, insieme ai marxisti fecero di tutto per sbarrare la strada verso il potere ad Adolf Hitler. Le sue riunioni pubbliche furono sabotate o vietate. Le SS della guardia protessero il Führer per tutta la campagna: Hans Baur pilotò il suo aereo, Julius Schreck la sua auto e Joseph Dietrich, il fedele Sepp fu sempre al suo fianco come guardia del corpo personale.

    Joseph Sepp Dietrich nacque a Hawangen, in Svevia, il 28 maggio 1892. Nell’ottobre del 1911, entrò come volontario nell’esercito servendo prima nel 1° Reggimento reale bavarese e poi nella seconda batteria del 4° Reggimento di artiglieria. Il 17 novembre dello stesso anno, venne esonerato dal servizio in seguito a una brutta caduta da cavallo. Ritornò sotto le armi solo nell’agosto del 1914, inquadrato nel 7° Reggimento di artiglieria bavarese. Un mese dopo, restò ferito in combattimento e dopo essere ritornato al fronte l’anno successivo, rimase nuovamente ferito nella primavera del 1915. Tornò a essere impegnato con un reggimento di artiglieria fino al febbraio del 1918, quando fu trasferito al 13° Reparto corazzato, una delle prime unità di carri dell’esercito tedesco. A bordo del suo carro A7V battezzato Moritz partecipò alla battaglia di St. Quentin e agli altri scontri che videro impegnati per la prima volta i mezzi corazzati fino al maggio del 1918, quando il suo carro fu distrutto in combattimento. Per l’alto valore dimostrato sul campo di battaglia, fu insignito al termine della guerra di entrambe le classi della Croce di Ferro, del Distintivo per Feriti di Guerra in Nero e del Distintivo da battaglia per carristi in Argento. Dopo la guerra, Dietrich si trasferì a Monaco dove passò da un lavoro a un altro, prima di arruolarsi nella polizia bavarese. Entrò a far parte del Freikorps Oberland partecipando agli scontri per l’insurrezione polacca in Slesia. Il 9 novembre del 1923, prese parte al Putsch di Monaco insieme a Himmler ed Hitler. Continuò a servire nella Landespolizei bavarese fino al maggio 1928, quando si iscrisse all’nsdap e poco dopo entrò nelle Schutzstaffeln a Monaco. Al comando della 1. SS-Sturmbanne, si rivelò uno dei più fedeli collaboratori di Hitler e un grande esperto nei combattimenti per le strade. Il primo agosto 1928, Hitler lo nominò Sturmbannführer. Insieme a Julius Schreck, l’autista personale di Hitler, Dietrich divenne l’ombra del futuro Führer, seguendo Hitler in tutti i suoi spostamenti come una vera guardia del corpo. I suoi servigi gli tributarono una rapida carriera. Il 18 settembre 1929, fu promosso Standartenführer e comandante della brigata bavarese delle SS. L’11 luglio 1930, con la promozione a Oberführer, fu posto a capo del Gruppo Sud delle SS. Nello stesso periodo, fu eletto membro del Reichstag tedesco. Il 18 dicembre 1931, giunse la promozione a Gruppenführer. Il primo ottobre 1932, divenne responsabile del Gruppo Nord delle SS. Nel 1933, dopo la salita al potere di Hitler a cancelliere del Reich, gli fu assegnato l’incarico di creare una speciale unità di SS da impegnare nella sicurezza personale del Führer. Questo reparto speciale fu in un primo tempo chiamato SS-Begleit-Kommando (Reparto scorta SS) per diventare poi la SS-Stabswache Berlin.

    L’ascesa al potere

    Il 30 gennaio 1933, Adolf Hitler fu chiamato dal maresciallo von Hindenburg ad assumere la carica di Cancelliere del Reich, con la responsabilità di formare un nuovo governo. Nell’ora del trionfo, sfilarono davanti alla Cancelleria i reparti SS, salutando la vittoria del loro Führer. In quel momento, le SS contavano circa 50.000 uomini; la forza di ciascuna Zehnerstaffel era stata portata a cento uomini, diventando delle Politische Bereitschaften (distaccamenti politici di emergenza). La sera del 28 febbraio 1933, meno di un mese dopo l’ascesa al potere di Hitler, il Reichstag fu incendiato a causa di un attentato additato ai comunisti. Un Decreto dello Stato attribuì alle formazioni paramilitari nazionalsocialiste, SS e SA, poteri di polizia per il mantenimento dell’ordine pubblico: e i vertici dell’esercito non sollevarono nessuna obiezione. Adolf Hitler diede subito disposizioni per cambiare la sua guardia personale alla Cancelleria affidandone il compito al fedele Sepp Dietrich.

    Nasce la Leibstandarte

    Dietrich selezionò 120 volontari delle SS, secondo severi criteri: età massima 25 anni, un metro e ottanta di altezza e senza alcun precedente penale. Questi volontari andarono a formare la SS-Stabswache Berlin, armati con fucili e acquartierati nell’ex-caserma dei cadetti imperiali a Lichterfelde, un sobborgo della capitale tedesca. Questi uomini dovevano montare la guardia alla Cancelleria del Reich, al posto dei soldati della Reichswehr. La loro prima apparizione come guardia d’onore del Führer si presentò l’8 aprile del 1933, durante la riunione delle SA al palazzo dello sport di Berlino. Il nome dell’unità cambiò poco dopo in SS-Sonderkommando Berlin. Il mese successivo, venne formata una speciale unità di addestramento per la guardia del corpo del Führer, al campo di addestramento di Zossen, a sud di Berlino, e denominata appunto SS-Sonderkommando Zossen. Gli istruttori della nuova unità, strutturata su tre compagnie, questa volta furono prelevati dall’esercito e dalla polizia e non dalle SS. All’SS-Sonderkommando Zossen furono assegnati non solo compiti di sorveglianza, ma anche di polizia contro i nemici dello Stato.

    Nel mese successivo, furono reclutate tre nuove compagnie, al campo di addestramento di Jüteborg, a nord di Berlino, che andarono a formare l’SS-Sonderkommando Jüterbog. Durante l’estate del 1933, le due speciali unità di addestramento Jüterbog e Zossen furono trasferite anch’esse alla caserma di Lichterfelde, dove insieme all’SS-Sonderkommando Berlin, andarono a formare il reggimento Adolf Hitler, la Adolf Hitler Standarte. Nel novembre 1933, nel corso del Congresso di Norimberga, la formazione della guardia di Hitler cambiò ancora nome, questa volta in forma definitiva: il Führer in persona consegnò alla sua guardia un nuovo stendardo, con la scritta Leibstandarte SS Adolf Hitler (reggimento della guardia Adolf Hitler).

    Le Totenkopfverbande

    Con la Leibstandarte impegnata a fare da guardia del corpo al Führer, fu necessario creare altre unità speciali, per tenere a bada gli oppositori del regime. Dopo i numerosi rastrellamenti e arresti effettuati in seguito all’incendio del Reichstag, le prigioni tedesche si riempirono di sospettati: si rese quindi necessaria la creazione di campi di raccolta, dove i detenuti potessero scontare la loro condanna. Per la gestione di questi primi campi di concentramento per i detenuti politici, furono create sempre in seno alla struttura SS nuove unità speciali, le cosiddette SS-Wachverbände (Formazioni di vigilanza). La nascita di queste unità risale al giugno 1933, quando Theodor Eicke fu nominato responsabile del primo campo di concentramento di Dachau, destinato ai prigionieri politici: qui, Eicke formò il primo reggimento di guardie. Subito dopo, furono organizzati altri reggimenti, dislocati in prossimità degli altri campi, a ciascuno dei quali fu assegnato il nome di una provincia tedesca: Oberbayern (di stanza a Dachau), Brandenburg (Oranienburg) e Thuringen (Buchenwald). Nel 1938, venne formato un quarto reggimento in Austria, denominato Ostmark di stanza a Mauthausen. Il 20 giugno 1934, Eicke fu promosso capo di tutti i corpi di sorveglianza (le SS-Wachverbände) trasformandoli in unità ben inquadrate e addestrate, per un loro eventuale futuro impiego come reparti combattenti.

    Theodor Eicke nacque il 17 ottobre 1892 a Hüdingen (l’odierna Hampont) nell’Alsazia, allora regione tedesca. Suo padre, Heinrich, era capostazione nello stesso villaggio. Eicke frequentò la Volkschule e la Realschule nel suo villaggio natale. Cattivo studente, lasciò la scuola nel 1909 senza terminare gli studi e a 17 anni si arruolò nel 23° Reggimento di fanteria bavarese a Landau nel Palatinato. Durante la prima guerra mondiale servì prima con il 3° e poi con il 22° Reggimento di fanteria bavarese, guadagnandosi la Croce di Ferro di Seconda Classe. Il sottufficiale Eicke terminò la guerra nella compagnia di riserva mitraglieri del II Corpo d’Armata. Smobilitato nel marzo 1919, il suo interesse si rivolse alla polizia, quindi si trasferì con la moglie nel 1920 a Ilmenau in Turingia, dove divenne collaboratore amministrativo della locale polizia. Dal 1921 al 1923, lavorò come agente ausiliario di polizia giudiziaria a Ludwigshafen, e nel gennaio del 1923 fu impiegato prima come agente di vendita e poi come ufficiale di sicurezza nella I.G. Farben di Ludwigshafen. Nel dicembre 1928, Eicke si iscrisse al Partito Nazionalsocialista, volgendo la sua attenzione verso la sezione d’assalto, diventando nell’agosto del 1929 Truppführer della SA a Frankenthal. Ritornato a Ludwigshafen, fu promosso SA-Sturmführer, cioè comandante di compagnia. Nell’agosto del 1930, decise di trasferirsi nelle formazioni SS. Il 27 novembre 1930, Heinrich Himmler assegnò a Eicke il grado di SS-Sturmführer, ponendolo al comando della Sturm numero 148 sempre a Ludwigshafen. Grazie alle sue grandi capacità e alla sua abilità organizzativa, dopo soli tre mesi, fu promosso SS-Sturmbannführer. Himmler gli ordinò di formare una seconda SS-Sturmbann, in seno alla 10.SS-Standarte nella regione della Renania-Palatinato. Dall’estate 1931, Eicke completò i quadri della nuova Sturmbann, guadagnandosi il riconoscimento e la stima di Himmler, il quale lo elevò il 15 novembre 1931 al grado di SS-Standartenführer, assegnandogli il comando proprio della 10.SS-Standarte. Dopo alcuni contrasti con Himmler e un esilio forzato per alcuni problemi con la legge, grazie all’ascesa al potere di Hitler, Eicke poté fare ritorno in Germania nel 1933, riottenendo il suo grado di Oberführer e il comando del campo per prigionieri politici di Dachau.

    La Notte dei lunghi coltelli

    Parallelamente all’espansione delle SS, anche la forza delle SA era cresciuta vertiginosamente, arrivando a contare quasi tre milioni di uomini. Le SA erano diventate trenta volte più numerose dei soldati della Reichswehr. Röhm si sentiva così forte da poter sfidare lo stesso Hitler. Ora che il potere era stato raggiunto legalmente, questa massa di soldati senza legge iniziò a destare preoccupazione. Si temeva un colpo di Stato di Röhm. L’SD di Heydrich riuscì a trovare le prove dei loro propositi di ribellione, quindi Himmler si mise al lavoro per chiudere definitivamente il conto con le SA. Il 29 giugno 1934, Hitler mentre era in Renania ricevette la notizia che la maggior parte dei capi della SA si erano riuniti in una locanda isolata, a Bad Wiesse, sulle sponde del Tegernsee. Hitler si precipitò con il suo aereo a Monaco e le SS furono messe in allarme. Nella città bavarese, iniziarono gli arresti e i capi delle SA furono colti nel sonno. Molti altri vennero fermati alle stazioni mentre tentavano di fuggire. Poi, fu organizzata la spedizione punitiva su Bad Wiesse: tra i reparti impegnati nell’azione, un grosso contingente della Leibstandarte e le Totenkopf del reggimento Oberbayern di Eicke. Alla pensione Hansenbauer, tutto sembrava procedere tranquillamente. Nessuno avvertì l’avvicinarsi dei camion carichi di SS. Le porte furono abbattute con la forza, i capi delle SA sorpresi nei loro letti. Adolf Hitler in persona raggiunse la camera di Röhm: «[…] traditore!», gli urlò. I prigionieri furono portati in cantina: la maggior parte fu uccisa sul posto, mentre gli altri furono trasferiti alla prigione di Monaco. Insieme a Hitler c’erano Goebbels, Sepp Dietrich, Emil Maurice e Lutze, nuovo capo designato delle SA. Le esecuzioni continuarono a Monaco, gestite da un plotone della Leibstandarte. Theodor Eicke si occupò invece dell’esecuzione di Röhm.

    Il 13 luglio, davanti al Reichstag, Hitler rese nota la repressione della rivolta delle SA, passata alla storia come la Notte dei lunghi coltelli. Circa un mese dopo, Adolf Hitler firmò il decreto che consacrò in forma definitiva l’indipendenza delle formazioni SS, dichiarandole una organizzazione indipendente in seno al Partito Nazionalsocialista.

    Le SS-Verfügungstruppe

    Nel settembre 1934, Hitler approvò la trasformazione delle Politische Bereitschaften nelle SS-Verfügungstruppe o SS-VT, truppe a disposizione del Führer per scopi straordinari. Le nuove formazioni furono strutturate come reggimenti o Standarte, come i normali reggimenti di fanteria dell’esercito (tre battaglioni, una compagnia motociclisti e una di mortai). Proprio la nascita delle SS-VT e la creazione delle SS-Totenkopfverbände resero necessaria una completa riorganizzazione delle SS, per differenziare i diversi reparti e dotarli di comandi subordinati indipendenti. Da questo momento, le Allgemeine-SS rappresentavano l’ossatura di comando delle SS, quindi tutti i reparti non combattenti, che Himmler considerava come l’avanguardia dello Stato nazionalsocialista. Poi c’erano le SS-Verfügungstruppe, le future Waffen SS, che comprendevano i reparti combattenti delle SS e infine le SS-Totenkopfverbände, le unità impiegate nel servizio di sorveglianza presso i campi di concentramento, ma che successivamente fornirono personale anche per gli stessi reparti combattenti SS. Con l’istituzione delle SS-VT, la Allgemeine-SS diventava una grande riserva umana per le unità operative. Gli stessi membri della SS militavano nella Allgemeine-SS in tempo di pace e nelle SS-VT (nella futura Waffen SS) in tempo di guerra. Le SS-VT dovevano svolgere compiti di sicurezza interna, e in caso di guerra, sarebbero state messe a disposizione dell’esercito.

    Nel 1935, venne formata a Monaco la SS-Standarte 1/VT o Deutschland, equipaggiata come un reggimento di cavalleria dell’esercito. Nello stesso periodo, ad Amburgo, venne formata la SS-Standarte 2/VT "Germania". La Leibstandarte, essendo la guardia personale del Führer, fu ufficialmente distaccata dalle SS-Verfügungstruppe, restando così un’unità indipendente. Il sogno di Heinrich Himmler si era quindi finalmente avverato: era nato il suo esercito nazionalsocialista. In un discorso tenuto a Monaco, egli chiarì meglio il ruolo delle sue SS:

    [...] le SS costituiscono una formazione militare nazionalsocialista composta da uomini di razza nordica e costituenti una comunità fedele alla sua origine etnica. Vorrei che vi fosse ben chiaro quale sia il posto del Nostro Ordine nel Terzo Reich […] Ogni Stato necessita di un Corpo scelto. Il Corpo scelto dello Stato Nazionalsocialista è costituito dalle SS. Esse sono la stirpe in cui si perpetuano sulla base della selezione razziale, unita alle esigenze di oggi, la tradizione militare tedesca, la dignità della nobiltà tedesca, l’efficienza industriale tedesca.

    Nuova struttura di comando

    Nell’autunno del 1934, Himmler riorganizzò il suo Comando Supremo (Reichsführung) trasformandolo in una autorità suprema, comprendente due Stati Maggiori: il Kommandostab RF-SS (corpo amministrativo ed esecutivo con sede nel quartier generale personale di Himmler) e il Persönlicher Stab RF-SS, a cui facevano riferimento i principali dipartimenti delle SS e di altri uffici speciali. La gestione quotidiana della direzione, l’organizzazione e amministrazione delle SS, erano svolti dagli otto Hauptämter (dipartimenti) principali, soggetti al controllo autoritario di Himmler: Hauptamt Persönlicher Stab RfSS – Stato Maggiore personale di Himmler, SS-Hauptamt – ufficio centrale delle SS, SS-Führungshauptamt – ufficio generale operativo delle SS, Reichssichereitshauptamt – ufficio centrale per la sicurezza del Reich, SS-Wirthschafts-und Verwaltungshauptamt – dipartimento economico e amministrativo delle SS, SS-Rasse und Siedlungshauptamt – dipartimento delle SS per la razza e per il popolamento, Hauptamt SS Gericht - ufficio centrale legale delle SS, SS-Personalhauptamt – ufficio centrale del personale delle SS. L’SS-Führungshauptamt (SS-FHA), sotto la guida dell’SS-Obergruppenführer Hans Jüttner, divenne l’unità più grande tra tutti gli SS-Hauptämter, con un personale di alcune decine di migliaia di addetti. Tutto questo a causa della grande espansione della futura Waffen SS. Tutte le formazioni SS in servizio attivo erano subordinate totalmente all’SS-FHA, sia a livello amministrativo sia operativo: pagamento dei salari, rifornimento, equipaggiamenti, armi, munizioni, veicoli. La sezione dell’SS-FHA riguardante il personale era responsabile delle nomine, dei trasferimenti e delle promozioni dei vari membri. Inoltre l’SS-FHA coordinava anche l’addestramento di tutte le formazioni SS e la gestione delle varie scuole di istruzione.

    Una selezione durissima

    Per costruire un’unità di élite, era necessario selezionare in modo impeccabile gli aspiranti. Himmler si occupava prima dell’aspetto fisico dei candidati. La loro altezza venne fissata a un minimo di un metro e settanta. L’aspetto doveva essere germanico: capelli biondi, occhi blu, verdi o grigi. All’inizio, il Reichsführer esaminò personalmente le foto dei candidati, scartando quelli dai tratti somatici stranieri, specialmente gli asiatici. Oltre all’aspetto fisico, Himmler si interessava anche al loro tenore sociale, prediligendo chiunque esercitasse un mestiere, lasciando fuori gli asociali e i disoccupati. Agli aristocratici e agli ufficiali di carriera, si aggiunsero così artigiani, impiegati e volontari provenienti dalla borghesia. Per il grosso della truppa, Himmler scelse i contadini. In media, su cento candidati, solo 10-15 superavano i severi criteri di selezione. A ogni candidato, veniva richiesto un albero genealogico fino al 1750, per controllare l’origine germanica.

    Il 9 novembre 1934, dinanzi alla Felderrnhalle di Monaco, Himmler pronunciò il giuramento delle SS: «Io ti giuro, Adolf Hitler, Führer e Cancelliere del Reich di essere fedele e valoroso. Io ti prometto di obbedire a te e a coloro che tu ci hai dato come capi, fino alla morte. Che iddio mi assista». La notte del giuramento, il nuovo membro della SS riceveva il pugnale con inciso sulla lama: Mein Ehre Heisst Treue (il mio onore si chiama fedeltà). Le SS furono inizialmente vestite completamente di nero: neri i calzoni alla cavallerizza, la giacca e il berretto. Di cuoio nero gli stivali, il cinturone e la visiera del berretto. Di acciaio nero l’elmetto. A dare qualche scintillio alla divisa, qualche elemento in argento: sul bavero le due SS in argento in caratteri runici, la fibbia del cinturone, il bordo delle spalline. Sul berretto, l’aquila con la svastica e il teschio emblema della Stosstrupp Hitler.

    Il 6 marzo 1935, vide la luce il primo numero del giornale delle SS, «Das Schwarze Korps» (il Corpo Nero), fondato da Reinhard Heydrich e diretto da Gunther d’Alquen, che divenne l’organo ufficiale di stampa dell’organizzazione. Nel 1939, la divulgazione di questo settimanale raggiunse le 500.000 copie. Da sottolineare che almeno nei primi anni, fu l’unico organo di stampa tedesca a non essere soggetto alla censura del ministro della Propaganda Joseph Goebbels.

    L’occupazione della Renania

    Il 16 marzo 1935, Hitler firmò la legge per la ricostituzione delle forze armate tedesche, la Wehrmacht e fu ristabilito il servizio militare obbligatorio. Nella stessa giornata, Hitler definì nuovamente il ruolo delle SS-Verfügungstruppen: «saranno delle formazioni armate, accasermate in servizio permanente». Un anno dopo, le truppe tedesche penetrarono nella Renania: all’avanguardia, la quinta compagnia della Leibstandarte Adolf Hitler. In quel periodo, le SS contavano ormai più di 10.000 uomini. Ai duemila della Leibstandarte e ai tremila delle Totenkopfverbande, si aggiunsero sei battaglioni delle SS-Verfügungstruppen, insieme al personale delle due Junkerschulen di Bad Tölz e Brunswick, le nuove scuole create appositamente per addestrare e istruire gli ufficiali per le formazioni SS. Mancava solo un vero capo militare per questi uomini. Himmler scelse l’SS-Standartenführer Paul Hausser, nominandolo il primo ottobre 1936, ispettore generale delle SS-Verfügungstruppen. Hausser era un soldato di vecchio stampo. A 56 anni, ancora con una forma smagliante, si era guadagnato sul campo di battaglia tutti i suoi gradi. Era andato in pensione nel 1932, con il grado di generale di divisione. Iniziò per lui una seconda carriera militare. Non era un amante della politica, tuttavia si iscrisse all’Associazione degli ex-combattenti della Destra, gli Elmi d’Acciaio (Stahlhelm). Quando questa organizzazione fu assorbita dalle SA, Hausser entrò nelle camicie brune con il grado di colonnello (SA-Standartenführer).

    Paul Hausser nacque il 7 ottobre 1880, nella vecchia città teutonica di Brandeburgo da una famiglia con solide tradizioni militari. Suo padre, Kurt Hausser, aveva servito come maggiore nell’esercito imperiale tedesco. Entrò nell’esercito nel 1892 e, nel 1896, decise di iscriversi alla scuola ufficiali di Köslin e poi di Berlino-Lichterfelde, dove si diplomò nel 1899. Il 20 marzo dello stesso anno, promosso tenente, fu assegnato al 155° Reggimento di fanteria a Ostrowo, nella provincia di Posen. Il primo ottobre 1903, fu nominato aiutante del comandante del II Battaglione del reggimento, dove rimase per cinque anni, fino al primo ottobre 1908, quando decise di iscriversi all’Accademia militare di Berlino, dove si diplomò il 21 luglio 1911. A partire dal 1912 e per tutta la durata della prima guerra mondiale, Hausser fu assegnato a diversi Stati Maggiori divisionali, guadagnandosi la Croce di Ferro di Prima e Seconda Classe, mantenendo il grado di maggiore. Al termine della guerra, come molti reduci tedeschi, entrò nella Reichswehr, ottenendo la promozione a colonnello nel 1927. Il 31 gennaio 1932, si dimise dalla Reichswehr, con il grado di generale di corpo d’armata, e come moltissimi altri veterani entrò nell’organizzazione degli Elmetti d’acciaio, ottenendo la guida della sezione di Brandeburgo-Berlino nel 1933. Poco dopo gli Elmetti d’acciaio furono incorporati nelle SA. Hausser decise subito di passare nelle SS.

    Nel novembre 1934, Hausser fu trasferito nella SS-Verfugungstruppe e fu assegnato alla SS-Führerschule Braunschweig. Ai suoi subalterni chiedeva solo tre cose: allenamento intensivo, obbedienza assoluta, spirito offensivo. Hausser si dedicò alla sua missione con anima e corpo. Le sue SS dovevano diventare le migliori truppe al mondo. Sotto la sua guida, fu avviata la formazione dei primi due reggimenti delle SS-Verfügungstruppen: il Deutschland a Monaco, agli ordini di Felix Steiner e il Germania ad Amburgo, agli ordini di Karl Demelhuber. Nello stesso tempo, fu avviata la formazione anche di un reparto trasmissioni e di una compagnia pionieri.

    L’adozione dell’uniforme Feldgrau

    Nel 1937, gli uomini delle SS-VT adottarono la divisa grigio-oliva (feldgrau) come quella della Wehrmacht. Quella nera rimase per il servizio in caserma e per le parate. Per distinguersi dai soldati della Wehrmacht, le SS portavano l’aquila nazionalsocialista sul lato sinistro della giacca, invece che sul petto a destra dell’uniforme. I generali dell’esercito iniziarono a protestare. La Wehrmacht era ovviamente contraria alla nascita di una nuova truppa professionista. Ma Hausser non si lasciò intimidire, continuando a trasformare i soldati SS in veri combattenti. L’addestramento militare fu intensificato: alle esercitazioni militari classiche, Hausser affiancò le attività sportive, lo studio delle moderne tattiche di guerra e delle strategie da usare sul campo di battaglia. Gli allievi SS furono sottoposti a un duro addestramento sotto il sole e sotto la pioggia: correvano, saltavano, nuotavano, avanzavano sotto il fuoco delle armi pesanti. Gli ufficiali seguivano lo stesso duro addestramento dei soldati.

    L’ora di Felix Steiner

    Hausser trovò un valido braccio destro in Felix Steiner, un altro esperto ufficiale di carriera. Da buon ex-ufficiale dei corpi franchi del Baltico, Steiner aveva delle teorie di istruzione militare molto rivoluzionarie, che piacevano molto ad Hausser: «Il primo nemico è la caserma», amava ripetere ai suoi ufficiali. Per Steiner, l’allenamento fisico rivestiva un altissimo valore. I suoi uomini dovevano essere innanzitutto degli ottimi atleti, capaci di percorrere tre chilometri in venti minuti, di scalare mura scoscese, di correre sotto il fuoco delle mitragliatrici. Durante le sedute di addestramento, parlava moltissimo ai suoi uomini cercando di trasmettere la passione per il combattimento: «Dovete cercare il corpo a corpo, battervi con la pistola mitragliatrice, con le bombe, con il pugnale, piuttosto che con il fucile. Dovete afferrare il nemico alla gola e prima lo fate meglio è. Quel che conta è l’offensiva. L’esercito tradizionale non risponde più alle esigenze della guerra moderna».

    Felix Martin Julius Steiner nacque il 23 maggio 1896 a Ebensrode nella Prussia orientale, da una famiglia di origine austriaca. Nel maggio 1914, dopo il conseguimento del diploma, il giovane Steiner fu assegnato al 41° Reggimento di fanteria come aspirante ufficiale, prendendo parte alle battaglie lungo il confine della Prussia orientale a Tannenberg e in Lituania. Nel 1916, al comando di una compagnia di un gruppo d’assalto, prese parte alla battaglia di Curlandia, guadagnandosi la Croce di Ferro di Prima Classe. Trasferito sul fronte occidentale, partecipò agli scontri nelle Fiandre e in Francia. Finita la prima guerra mondiale con il grado di tenente, nel gennaio 1919 si arruolò nel Corpo Volontari della Prussia orientale a Memel, assumendo il comando di una compagnia. Tre anni dopo, nel 1921, venne integrato nel servizio attivo della Reichswehr servendo nel 1° Reggimento di fanteria a Königsberg. Nel 1927 venne promosso capitano; nel 1933 lasciò la Reichswehr con il grado di maggiore. Nel 1934 entrò a far parte delle SS-Verfügungstruppe. Il primo luglio 1936 assunse il comando della SS-Standarte Deutschland con il grado di SS-Standartenführer.

    Steiner può essere considerato il padre dei reparti d’assalto, privilegiando l’impiego di piccole unità molto mobili, per le quali l’iniziativa conta molto di più del coraggio. Per differenziarli dagli altri combattenti, Steiner trovò per loro anche un’uniforme diversa: una tuta molto ampia, chiazzata e striata. Il colore predominante era il rosso per la divisa autunnale e il verde per quella primaverile. Steiner di fatto adottò le uniformi mimetiche, usate per la prima volta dalla Waffen SS durante la campagna di Francia.

    Scuole per i futuri ufficiali

    Per inquadrare i futuri reparti SS, servivano comandanti eccezionali ed estremamente dotati, quindi la selezione per gli aspiranti ufficiali e sottufficiali fu molto rigida. L’esame di ammissione alle Scuole Allievi Ufficiali era terribile dal punto vista fisico, politico e razziale. Il livello culturale e l’estrazione sociale non rivestivano alcuna importanza. Nella Reichswehr, la metà degli allievi erano figli di ufficiali: nella Verfügungstruppe furono solo il 5%. L’85% erano figli di contadini. Himmler e Hausser desideravano un’aristocrazia militare scaturita dal popolo. Furono aperte due scuole per la formazione degli ufficiali, una a Braunschweig e l’altra a Bad Tölz. La prima a essere costruita fu a Bad Tölz, nell’ottobre del 1934, in mezzo alle Alpi bavaresi, in uno scenario impressionante tra la neve e i boschi: lunghi e bassi edifici a un solo piano, nudi, severi; al centro, un gigantesco portale a ogiva, fiancheggiato da due torri massicce dal tetto appuntito; sull’immensa piazza d’armi, sventolava una bandiera nera con le due rune bianche. La scuola di Braunschweig era invece totalmente diversa, rappresentava l’altra faccia della Germania, quella romantica. Il parco era immenso, immerso totalmente tra gli alberi. Le sale erano tutte ricoperte di legno ed erano illuminate da lampadari di cristallo.

    Come già anticipato in precedenza, in entrambe le scuole, le condizioni di ingresso erano severissime e riguardavano l’aspetto razziale, fisico e politico. Non si teneva invece alcun conto né dell’estrazione sociale, né del grado di istruzione generale. La pedagogia era riassunta in una sola frase: «Poca filosofia e molto sport». L’addestramento era intenso, spossante, al limite della resistenza umana; tutte le discipline sportive erano contemplate, per forgiare il fisico dei futuri ufficiali delle SS. Il 4 febbraio 1938, Hitler assunse direttamente il Comando Supremo delle Forze Armate (OKW), diventando così l’arbitro assoluto dell’espansione delle formazioni SS. Alla fine della guerra, c’erano ben quattro accademie per ufficiali, otto per sottufficiali, una scuola di artiglieria, una per pionieri, una per Panzer-Grenadieren (granatieri corazzati), una per i medici, per i gebirgsjäger, ecc. In totale una cinquantina di centri di istruzione militare vincolati direttamente alla Waffen SS. Mentre venivano costruiti questi centri, le Waffen SS utilizzarono anche le installazioni analoghe dell’esercito regolare. Sul finire della guerra, solo gli specialisti di alcuni rami particolari, ad esempio il personale addetto alle armi chimiche, continuarono l’istruzione nei centri di addestramento dell’esercito.

    Il reggimento Der Führer

    L’11 marzo 1938, i reparti tedeschi entrarono in Austria, per il cosiddetto Anschluss, cioè l’annessione del territorio austriaco al Reich tedesco, dopo un referendum popolare. I cittadini austriaci avevano espresso con il voto la volontà di diventare parte integrante del Reich germanico. Alla testa delle truppe germaniche fu posto un battaglione della Leibstandarte Adolf Hitler agli ordini di Sepp Dietrich. La guardia del corpo del Führer si distingueva dagli altri soldati tedeschi per la sua baldanza e la giovinezza dei suoi membri. Con i giovani volontari austriaci fu avviata subito la formazione di un terzo reggimento della Verfügungstruppe, il Der Führer, posto agli ordini dell’SS-Ostubaf. Georg Keppler, già comandante del I./Deutschland. Il comando reggimentale ed il I Battaglione, agli ordini dell’SS-Stubaf. Wilhelm Bittrich, furono dislocati a Vienna; il II Battaglione, agli ordini dell’SS-Stubaf. Fritz von Scholz, a Graz; il III Battaglione, agli ordini dell’SS-Stubaf. Hilmar Wäckerle, a Klagenfurt. In queste città, furono costruite delle nuove caserme per poter ospitare questi nuovi reparti SS. Il I Battaglione accorpava principalmente elementi del II./Deutschland, comprendente già numerosi volontari austriaci.

    Volontari austriaci. Subito dopo l’ascesa al potere di Adolf Hitler in Germania nel 1933, numerosi cittadini austriaci provenienti da tutte le regioni attraversarono la frontiera tedesca in modo illegale per arruolarsi nelle SS. Furono quindi raggruppati all’SA-Lager Lechfeld ad Augsburg. Con questo primo gruppo fu così formata una Legione Austriaca, suddivisa in compagnie SA e in compagnie SS. Questi immigrati illegali indossavano principalmente i loro abiti civili ed erano considerati degli apolidi. Nel giro di alcune settimane, le compagnie SS furono raggruppate in seno a una Legione SS, agli ordini dell’SS-Stubaf. Kaserer, un ufficiale viennese molto anziano che aveva combattuto nella Grande Guerra. Il 6 dicembre 1933, le quattro compagnie della Legione SS furono trasferite al campo di Prittlbach, una vecchia fabbrica di armi. Su pressione del governo austriaco, la Legione Austriaca fu ribattezzata Hilfswerk Östereich, poi Hilfswerk Schleißheim. Il termine Hilfswerk stava per servizio di assistenza. Il primo marzo 1934, la Preussische Landespolizei prese in carica l’istruzione militare dello Sturmbann, passato nel frattempo agli ordini dell’SS-Stubaf. Ranft. Il battaglione fu istruito anche per prendere parte alle parate, grazie al trasferimento di alcuni sottufficiali della Leibstandarte. La formazione si concentrò però principalmente sul maneggio delle armi e sugli esercizi da combattimento. Dopo il fallimento del colpo di Stato in Austria nel luglio del 1934, Mussolini chiese lo scioglimento di tutte le formazioni austriache che si trovavano in territorio tedesco. La Hilfswerk Schleißheim non fu toccata da questa richiesta, poiché nel frattempo i volontari SS austriaci erano diventati cittadini di Prittlbach, piccola località vicino Dachau. I comandi tedeschi pensarono quindi di integrare l’unità nella Reichswehr come battaglione di cacciatori da montagna. Himmler si oppose categoricamente e ottenne da Hitler la sua incorporazione immediata in seno alla SS-Verfügungstruppe. E fu così che, nel settembre 1934, il battaglione diventò il II.Sturmbann della SS-Standarte 1 (II./SS-1). Alla fine del mese di marzo del 1935, l’SS-Stubaf. Ranft e tutti i comandanti di compagnia ritornarono nei ranghi della polizia e furono rimpiazzati, il primo aprile, da ufficiali SS. Il comando del battaglione fu assegnato quindi all’SS-Stubaf. Carl-Maria Demelhuber. Fu nel corso dello stesso mese di aprile che i primi volontari austriaci furono inviati alla SS-Junkerschule di Bad Tölz. Nel mese di settembre, quando il battaglione fu totalmente equipaggiato e armato, fu ribattezzato come II./SS-Deutschland, in occasione del Reichsparteitag.

    Per la formazione degli altri due battaglioni furono impiegati ufficiali e soldati della Leibstandarte e del reggimento Germania. Durante le celebrazioni del Reichsparteitag del 1938, il reggimento ricevette la sua denominazione ufficiale e le insegne.

    Il 17 agosto 1938, Adolf Hitler con un nuovo decreto sancì il ruolo militare delle SS, cercando di non inimicarsi troppo i vertici dell’esercito, sempre contrari all’espansione del suo esercito privato: «In tempo di pace le SS in servizio saranno agli ordini del Reichsführer SS, capo della polizia tedesca, che ha la responsabilità della organizzazione, dell’addestramento, dell’armamento e dell’impiego, in conformità alle missioni interne che gli affiderò».

    Per le armi e le munizioni ci avrebbe invece pensato l’esercito e questo causò notevoli problemi ai reparti SS, soprattutto all’inizio della guerra, quando non ricevettero armi ed equipaggiamenti adeguati dovendosi accontentare dei materiali recuperati nei vari Paesi occupati. L’arruolamento nella Verfügungstruppe sarebbe valso inoltre come servizio militare obbligatorio al pari della coscrizione nella Wehrmacht. Ai generali dell’esercito fu concesso di poter ispezionare le nuove formazioni SS per valutarne la preparazione militare. In caso di guerra, queste unità sarebbero state impiegate al fronte ma alle dipendenze dell’OKW.

    Le unità Totenkopf

    Anche le formazioni di Theodor Eicke subirono una profonda trasformazione in vere e proprie unità combattenti. La loro espansione rientrava nei progetti di Himmler di ingrandire il suo esercito personale. Nel 1936, le SS-Wachverbände furono trasformate in Totenkopfverbände: Eicke, promosso SS-Gruppenführer, ne mantenne il comando. All’inizio del 1938, l’apparato delle SS-Totenkopfverbände comprendeva circa 9.000 uomini raggruppati nelle seguenti unità: 4 Standarten (reggimenti), 12 Sturmbanne (battaglioni), 36 Sturme (compagnie). I membri delle SS-Totenkopfverbände reclutati per 12 anni, dovevano costituire secondo Hitler «una formazione armata e permanente delle SS destinata ad eseguire missioni speciali di polizia».

    In caso di guerra, le SS-Totenkopfverbände dovevano essere sollevate dal loro compito di guardia ai campi di concentramento e sostituite dai membri anziani della Allgemeine SS (Decreto del 17 agosto 1938). Dopo questo decreto, la forza effettiva delle SS-Totenkopfverbände aumentò notevolmente. Il decreto stabilì inoltre che, per gli speciali compiti di natura politica e per l’utilizzo da parte dell’esercito in caso di mobilitazione, le SS-Verfügungstruppe (le progenitrici della Waffen SS) e le SS-Totenkopfverbände dovevano essere armate, addestrate e organizzate come unità militari. In caso di guerra, il decreto stabilì che le SS-Totenkopfverbände dovevano essere trasferite alle SS-Verfügungstruppe come truppa di rincalzo.

    La crisi dei Sudeti

    Durante la crisi dei Sudeti, due battaglioni della SS-Totenkopf-Standarte 1 OberBayern furono impiegati per inquadrare i sostenitori di Konrad Heinlein, il capo del partito tedesco dei Sudeti, che si erano rifugiati in Germania, mentre altri quattro battaglioni furono impegnati nell’invasione della Cecoslovacchia. Anche i reggimenti Deutschland e Germania presero parte alle operazioni, sotto il comando dei reparti dell’esercito. Nel territorio dei Sudeti esisteva un corpo franco dipendente dal partito tedesco dei Sudeti guidato proprio da Heinlein. Questa unità paramilitare era controllata direttamente dalle SS. L’Ordine Nero era particolarmente interessato ai volksdeutschen, gli appartenenti alle minoranze etniche tedesche che popolavano da secoli l’Europa centrale e orientale, che avevano però mantenuto lingua, usi e costumi germanici. I volksdeutschen dei Sudeti furono tra i primi volontari stranieri arruolati nelle formazioni SS.

    Alla fine del 1938, tutte le SS-VT Standarte furono trasformate in reggimenti motorizzati, partecipando nella primavera del 1939 alla definitiva occupazione dell’ex-territorio cecoslovacco. In quella stessa occasione, squadre speciali di elementi delle SS-Totenkopfverbände furono impiegate in missioni speciali in territorio nemico. Nel febbraio del 1939, per incentivare ulteriormente gli arruolamenti nelle SS-Totenkopfverbände, Himmler dispose che gli uomini delle SS-Verfügungstruppe che avevano terminato il loro periodo di servizio potevano essere trasferiti nelle SS-TV come aspiranti sottufficiali.

    Il 18 maggio 1939, un nuovo decreto del Führer sancì l’effettiva trasformazione delle SS-Totenkopfverbände in unità da impegnare al fronte. Con esso, Himmler fu autorizzato a portare il contingente delle SS-Totenkopfverbände da 9.000 uomini a una forza complessiva di 40-45.000 uomini. Prima dell’inizio della seconda guerra mondiale, Himmler ordinò la costituzione di nuovi reggimenti Totenkopf, mobilitando membri della Allgemeine SS, riservisti della polizia e giovani volontari sottratti all’arruolamento nella Wehrmacht. Nelle intenzioni di Himmler, queste unità dovevano essere utilizzate in caso di guerra, come forza d’occupazione e di polizia nei territori occupati. Con grande disappunto da parte dei generali dell’esercito, anche i membri delle Totenkopf-Standarten ricevettero l’uniforme feldgrau, diventando a tutti gli effetti dei veri e propri soldati.

    I reparti di cavalleria SS

    Nel 1931, ben prima che Hitler andasse al potere, le SS organizzarono all’interno della loro struttura un battaglione di cavalleria, il Berittene SS Abteilung, ribattezzato pochi mesi dopo come SS-Reitersturm. Il suo quartier generale era situato a Monaco di Baviera. Dopo la conquista del potere nel 1933, le SS svilupparono ulteriormente l’arma della cavalleria, più per questioni di prestigio che per utilità pratica. Furono quindi create scuole di cavalleria basate sul modello di quelle dell’esercito. Nel settembre del 1933, furono create delle SS-Reiter-Abschnitte (Comandi di cavalleria) per controllare le SS-Reiter-Standarten (i reggimenti di cavalleria SS). La città di Amburgo donò alle SS una fattoria che fu ribattezzata Remonteanstalt des SS Hauptamtes e che avrebbe fornito le montature per i reparti di cavalleria della Waffen SS fino al 1945.

    Tra l’ottobre 1936 e il luglio del 1937, fu creata a Monaco una vera Accademia di cavalleria, la SS-Hauptreitschule, sotto la direzione dell’SS-Sturmbannführer Hermann Fegelein³. La scuola fu dotata di equipaggiamenti ultramoderni e di installazioni vaste e lussuose. La scuola fu visitata dai più alti dignitari SS e dallo stesso Himmler che subito intravide in Fegelein un valido collaboratore. Questi, già di per sé abile cavallerizzo, si attorniò dei migliori cavalieri tedeschi, vincitori di premi e tornei e anche campioni olimpici, alzando notevolmente il livello della Scuola. Presso la SS-Hauptreitschule, si formarono gli ufficiali dei reparti a cavallo delle SS-Verfugungstruppe, fino alla loro completa motorizzazione. Dopo il 1939, la scuola divenne un deposito di personale di rincalzo per le unità di cavalleria SS.

    Note

    ¹ Emil Maurice nacque il 19 gennaio 1897 a Westermoor. L’amicizia tra Maurice e Hitler risaliva al 1919, quando entrambi erano membri del DAP, il Partito Tedesco dei Lavoratori. Con la fondazione delle Sturmabteilung, Maurice divenne il primo Oberster SA-Führer (Comandante supremo delle SA). Nel 1923, Maurice divenne membro delle Stabswache, le guardie che provvedevano alla sicurezza personale di Hitler. Maurice in particolare ebbe il compito delle procedure di sicurezza in tutte le uscite di Hitler, compresi i raduni di partito.

    ² Walter Richard Rudolf Hess nacque il 26 aprile 1894 ad Alessandria d’Egitto: suo padre Fritz, bavarese, era infatti un ricco esportatore di vini. Tornò in Germania con la famiglia nel 1908. Da giovane, mostrò interesse per l’astronomia, tuttavia suo padre lo convinse a seguire studi economici ad Amburgo e in Svizzera. Prese parte alla Grande Guerra come volontario, servendo inizialmente nel reggimento List, in cui combatteva anche il caporale di origine austriaca Adolf Hitler. Partecipò alla prima battaglia di Ypres e alla battaglia di Verdun. In seguito, prestò servizio nell’Aviazione, come pilota da caccia nella Squadriglia Bavarese 34, dove fu promosso al grado di tenente. Tornato civile, nell’autunno del 1919, Hess si iscrisse all’Università di Monaco, dove studiò storia ed economia. Nel 1920, si decise a entrare in politica al fianco di Adolf Hitler, abbandonando gli studi universitari.

    ³ Hermann Fegelein nacque il 30 ottobre 1904 a Hansbach in Baviera. Prima dell’avvento del nazionalsocialismo prestò servizio come agente nella polizia territoriale bavarese dal 20 aprile 1927 al 16 agosto 1929. La sua passione fin dalla gioventù furono però i cavalli, ed essendo un abile fantino, tra il 1920 ed il 1930 partecipò a numerose gare sportive in tutta Europa. I suoi successi sportivi lo portarono a conoscere Christian Weber, gerarca nazionalsocialista e presidente della giunta comunale di Monaco. Weber introdusse Fegelein nel Partito Nazionalsocialista e poi, il 15 maggio 1933, nelle SS.

    Capitolo 2. La campagna di Polonia

    Alla vigilia della seconda guerra mondiale, nell’estate del 1939, le SS combattenti allineavano già diversi reparti pronti per essere impiegati al fronte. Negli ultimi mesi in particolare, in vista della formazione della prima divisione SS, era stata avviata l’organizzazione dei cosiddetti reparti di servizio e delle unità speciali. Tra i reparti già formati, c’erano la Leibstandarte Adolf Hitler, completamente motorizzata con la forza di un battaglione agli ordini

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