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Il principe delle favole: Harmony Jolly
Il principe delle favole: Harmony Jolly
Il principe delle favole: Harmony Jolly
E-book161 pagine2 ore

Il principe delle favole: Harmony Jolly

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Info su questo ebook

Chi, almeno una volta, non ha desiderato di essere una principessa e di sposare il proprio principe azzurro? Che il sogno abbia inizio!

Attrazione a prima vista, voglia di stare insieme e di baciarsi sempre e ovunque. Indigo Moran credeva che tutte queste cose esistessero solo nei libri e invece pare non sia così. Nel momento stesso in cui ha posato gli occhi su Lorenzo Torelli, il Principe Lorenzo Torelli, per lei tutto è cambiato. Sa benissimo che la loro storia non potrà mai avere un lieto fine, ma che male c'è a vivere giorno per giorno la propria voglia di stare insieme? Indigo e Moran fanno esattamente questo sino a quando... "Indigo, devo tornare nel mio Paese, il giorno dell'incoronazione si avvicina. Ti porterò sempre nel mio cuore."
LinguaItaliano
Data di uscita12 set 2019
ISBN9788830504479
Il principe delle favole: Harmony Jolly
Autore

Kate Hardy

Autrice inglese, consulta spesso riviste scientifiche per verificare i dettagli tecnici dei suoi romanzi.

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    Anteprima del libro

    Il principe delle favole - Kate Hardy

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Crown Prince, Pregnant Bride

    Harlequin Mills & Boon Romance

    © 2014 Pamela Brooks

    Traduzione di Elisabetta Motta

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2015 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3050-447-9

    1

    Non doveva essere lì.

    D’accordo, Lorenzo sapeva che i turisti erano importanti. Senza l’entrata economica che portavano quando visitavano la casa e i giardini di Edensfield Hall, il suo vecchio compagno di scuola Gus non sarebbe stato capace di mandare avanti l’antica tenuta di famiglia. Anche mantenere in buono stato il tetto della casa mangiava una bella fetta del budget annuale. Per non parlare di qualunque altra riparazione.

    Ma erano stabiliti degli orari in cui la tenuta era aperta al pubblico. E questo non era uno di quelli. La casa e i giardini sarebbero dovuti essere completamente privati. La donna con indosso i larghi pantaloni neri e l’abbondante casacca passeggiava tranquilla per i viali, una macchina fotografica appesa al collo, fermandosi di tanto in tanto per immortalare ciò che più la colpiva. In quel preciso istante stava fotografando il lago.

    Questo non era un problema suo e avrebbe dovuto lasciare perdere.

    Ma poi la donna si girò, lo vide e gli scattò una fotografia.

    Adesso era troppo. Avrebbe insistito per farle cancellare il file o, se la macchina fotografica fosse stata un modello vecchio, per avere il rullino. Che lui fosse dannato se avesse permesso a una sconosciuta di fare soldi immortalandolo sulla proprietà di Edensfield, durante un suo momento privato. Un paio di settimane per raccogliere le idee e prepararsi all’incoronazione.

    Lorenzo avanzò con passo deciso verso di lei. «Mi scusi. Mi ha appena scattato una fotografia» disse senza un sorriso.

    «Sì.»

    Almeno non aveva negato. Il che avrebbe reso le cose più semplici. «Le dispiacerebbe eliminare il file?»

    Lei sembrò sorpresa. «Qual è il problema?»

    Come se non lo sapesse. Lorenzo Torelli, più precisamente, Sua Altezza Reale il Principe Lorenzo Torelli di Melvante, un principato al confine tra Italia e Francia, il mese successivo sarebbe salito al trono e avrebbe preso in mano le redini del Paese, sostituendo suo nonno che aveva deciso di abdicare. La notizia era stata riportata su tutti i più importanti giornali europei, con le sue fotografie, dunque era impossibile che lei ignorasse chi era. «La sua macchina fotografica, per favore» insistette allungando la mano.

    «Temo di non poterla accontentare» rispose la donna in tono distaccato. «Non permetto a nessuno di toccare gli attrezzi del mio mestiere.»

    Ciò lo sbigottì. «Sta ammettendo di essere un paparazzo?»

    Fece un sorrisetto. «Certo che no. Perché i paparazzi dovrebbero fotografarla?»

    Stava scherzando. Davvero non sapeva chi fosse? Viveva in una specie di bolla d’aria, lontana dalle notizie?

    «Non amo essere fotografato» dichiarò. «E poi, la tenuta non sarà aperta al pubblico fino a questo pomeriggio. Se vuole, gentilmente, cancellare il file e dimostrarmi di averlo fatto, l’aiuterò a ritrovare l’uscita senza problemi finché il personale non sarà pronto ad accogliere i visitatori.»

    La giovane lo guardò e roteò gli occhi. «Non sto facendo niente di male» obiettò.

    Lorenzo era abituato a persone che obbedivano ai suoi ordini. Il fatto che quella ragazza fosse così ostinata quando era chiaramente in torto, lo infastidì, e fu uno sforzo per lui mantenere un atteggiamento educato. Ma il suo tono diventò glaciale. «Signora, temo che la tenuta e i giardini non saranno aperti al pubblico fino a questo pomeriggio. Il che significa che in questo momento lei sta trasgredendo una regola.»

    «Davvero?» Quegli occhi blu penetranti si riempirono d’insolenza.

    «Il file, per favore» ripeté.

    Lei roteò di nuovo gli occhi, si tolse la macchina fotografica dal collo, cambiò le impostazioni e gli mostrò il display per permettergli di vedere tutte le istantanee che aveva scattato, poi premette il tasto per cancellare il file dall’archivio. «D’accordo. Foto cancellata. Soddisfatto, adesso?»

    «Sì. Grazie.»

    «Bene.» Inclinò la testa. «Magra ricompensa per me: cerchi di sorridere in futuro. Si attirano molte più mosche con il miele che con l’aceto.»

    Senza aggiungere altro, si allontanò, facendo sentire Lorenzo come se fosse lui dalla parte del torto.

    Quell’uomo era probabilmente un amico di Gus. Sembrava avere la stessa età del fratello maggiore di Lottie. E forse aveva voluto essere di aiuto, cercando di proteggere la privacy della famiglia. Indigo sapeva che avrebbe potuto spiegargli di essere un’amica di famiglia che era lì per lavoro, non una turista che trasgrediva le regole. Ma non lo doveva riguardare ciò che lei stava facendo, senza contare che il suo atteggiamento arrogante l’aveva irritata, specialmente quando l’aveva accusata di essere un paparazzo.

    Lo aveva fotografato solo perché lo aveva visto con quell’aria imbronciata e le era sembrato un angelo nero. Un’immagine che avrebbe potuto usare per il suo lavoro. Era stato l’impulso del momento. L’espressione del suo volto l’aveva colpita. Ammaliata, al punto da farle chiedere come sarebbe stata se avesse sorriso.

    Ma dal modo in cui aveva reagito, infastidito contro chi lo fotografava senza permesso... Chiunque avrebbe pensato che quell’uomo fosse una persona importante che si trovava lì in vacanza, e non un tipo irritabile.

    Che idiota.

    Indigo roteò di nuovo gli occhi e si diresse verso la casa. In quel momento, il lavoro era più importante. Quel giorno stavano portando via la finestra dalla biblioteca per sistemarla nel laboratorio che Gus aveva fatto allestire per lei a Edensfield Hall. Lei aveva già realizzato un breve video per il sito web della tenuta che illustrava il lavoro che avrebbe svolto, impegnandosi ad aggiornare quotidianamente il blog con fotografie, così i turisti avrebbero potuto seguire i progressi del processo di restauro. E sarebbe stata contenta se le persone le avessero rivolto delle domande su ciò che stava facendo. Le piaceva condividere la sua passione per la pittura su vetro.

    E lo sconosciuto dal viso d’angelo caduto dal cielo... Al diavolo...

    Lorenzo era ancora irritato per il suo incontro con la ragazza che aveva negato di essere un paparazzo quando scese giù per la cena. Appena entrò in salotto fu scioccato nel vederla tra gli ospiti. Ma questa volta non indossava una tunica e dei pantaloni larghi. Un tubino rosso, più corto di ogni altro abito che si potesse ammirare in sala, le fasciava il corpo sinuoso. Ai piedi, un paio di scarpe in tinta con il tacco più alto di quello delle décolleté indossate dalle altre signore.

    Guardami, sembrava urlare il suo abbigliamento.

    Come se qualcuno fosse stato capace di distogliere gli occhi dalla leggiadra figura.

    I suoi capelli non erano più raccolti nella severa acconciatura del pomeriggio, ma le ricadevano liberi sulle spalle in una massa di boccoli. Un vestito di seta e velluto lungo fino a terra l’avrebbe resa la modella perfetta per un dipinto di Rossetti.

    Lorenzo era arrabbiato con se stesso per essere stato così brusco, ma allo stesso tempo la fotografa era anche una delle più belle donne che avesse mai incontrato. Non riuscì a controllare la curiosità di sapere chi fosse e che cosa ci facesse lì.

    Rivolse a Gus qualche parola di circostanza prima di porgli la domanda: «Chi è la ragazza con il vestito rosso?» e indicò con un cenno della testa la donna che aveva trasgredito la regola, come se non fosse realmente interessato alla risposta.

    «Chi?» Gus seguì il suo sguardo e sorrise. «Oh, è Indigo.»

    Come poteva Gus parlare di lei in modo così distaccato e tranquillo?, si chiese Lorenzo. Quella donna era capace di fargli rimescolare il sangue nelle vene e non le aveva nemmeno rivolto una parola quella sera.

    «Un’amica di famiglia?» indagò.

    «È una delle più care ex compagne di scuola di Lottie.»

    Il che era sorprendente: Indigo non sembrava provenire dallo stesso ambiente di Gus e sua sorella.

    «Veramente è qui anche per lavoro; sta restaurando le vetrate dipinte della biblioteca» spiegò Gus. «Mia madre le ha chiesto di elaborare qualche idea per una nuova finestra così lei sta scattando delle fotografie della tenuta.»

    Questo spiegava perché la ragazza considerasse la macchina fotografica un attrezzo del mestiere. Lorenzo si sentì arrossire. «Capisco.»

    «Che cos’è successo, Lorenzo?» chiese Gus.

    «L’ho vista scattare delle fotografie questo pomeriggio e ho pensato che fosse un’intrusa. Io... l’ho invitata a lasciare la proprietà» spiegò Lorenzo.

    Gus rise. «Scommetto che lei è andata su tutte le furie. La nostra graziosa Indi è uno spirito ribelle. E non ama ricevere ordini.»

    Sorrise. «Penso sia meglio che vada subito a scusarmi.»

    «Buona idea. Altrimenti rischi di aggiudicarti un Indi Speciale.»

    «Un Indi Speciale?» ripeté Lorenzo confuso.

    «Indi è il nome abbreviato di Indigo e non vuole dire indipendente. Anche se lei lo è.» Gus inarcò un sopracciglio. «Diciamo che è un tipo originale. Dirò a Lottie di presentartela.» Incrociò lo sguardo di sua sorella e le fece cenno di avvicinarsi. «Lottie, vuoi essere così gentile da presentare Lorenzo a Indi?»

    «Certo. Non vi siete ancora conosciuti?» Lottie infilò il braccio sotto quello di Lorenzo e lo condusse da Indigo. «Indi, lui è Lorenzo Torelli, un vecchio amico di famiglia.» Sorrise. «Lorenzo, lei è Indigo Moran, la persona più straordinaria che io conosca.»

    Indigo rise. «Lo dici solo perché vivi in un mondo di palloni gonfiati, Lottie. Io sono normale.»

    Lorenzo la guardò e pensò: No, in te non c’è assolutamente niente di normale, c’è qualcosa di diverso. Qualcosa di speciale. «Gus mi ha detto che eri a scuola con Lottie» disse lui.

    «Fino a quando è fuggita a quattordici anni, per fortuna.» Lottie batté una mano sul braccio di Indigo. «Indi era eccezionale. Disegnava le caricature delle ragazze che facevano le prepotenti con me e le attaccava in giro per la scuola. È un po’ difficile essere cattivi quando tutti puntano il dito contro di te e ridono della tua immagine.»

    Indigo scrollò le spalle. «Si dice che la penna è più pericolosa della spada.»

    «La tua è appuntita e forte» commentò Lottie.

    Adesso Lorenzo capiva che cosa significasse un Indi Speciale. Una caricatura realizzata da lei. E aveva la brutta sensazione di cosa quella ragazza avrebbe potuto fare di lui, considerato quello che aveva appena detto a Lottie sulla sua appartenenza a un mondo di palloni gonfiati.

    «Mi permettete di presentarvi in modo appropriato?» chiese Lottie.

    «Certo» rispose Indigo.

    Il suo sorriso prosciugò il respiro di Lorenzo. E lui fu sorpreso di sentirsi come uno scolaretto nervoso. «Io... ehm, devo chiederle scusa» farfugliò.

    Indigo inarcò un sopracciglio. «Per che cosa?»

    «Per il modo in cui mi sono comportato prima.»

    Scrollò le spalle. «Non si preoccupi.»

    Ma

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