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Paradiso per due: Harmony Collezione
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E-book141 pagine1 ora

Paradiso per due: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Galeotto fu l'album fotografico... A due passi dall'altare, Isabel Hunt si innamora perdutamente di Rafe Saint Vincent, il carismatico fotografo incaricato di immortalare il giorno più bello della sua vita. Annullate le nozze, da un giorno all'altro Isabel si trova catapultata, insieme a Rafe, sulla spiaggia dorata di un'isola da sogno. Quella che dovrebbe essere soltanto una parentesi idilliaca di due settimane, però, prende una svolta inaspettata.
LinguaItaliano
Data di uscita11 lug 2016
ISBN9788858952030
Paradiso per due: Harmony Collezione
Autore

Miranda Lee

Scrittrice romantica, e moglie fortunata di un uomo molto, generoso!

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    Anteprima del libro

    Paradiso per due - Miranda Lee

    successivo.

    1

    «Te lo chiedo per favore, Rafe. Qui è in gioco la mia reputazione.»

    Rafe sospirò nella cornetta del telefono. Les doveva essere proprio disperato per chiedergli un piacere del genere. Il suo ex socio sapeva bene qual era l'unico lavoro che lui detestava fare. A differenza di Les, al quale piaceva ritrarre le spose nel loro grande giorno, lui trovava la cerimonia e tutti i suoi ammennicoli assolutamente insopportabili. La tensione generale gli dava sui nervi, così come tutte quelle lacrime e quegli sguardi sdolcinati. E poi Rafe proprio non sopportava le donne che piangono.

    In cima a tutti quei motivi, già sufficientemente validi, Rafe trovava impossibile esprimere la propria creatività, quando l'unico scopo del lavoro era di fotografare ogni singolo momento di una giornata, a prescindere dalla sua reale bellezza. Era un perfezionista, Rafe, da sempre. E da sempre odiava gli intoppi, come un improvviso acquazzone o l'assoluta mancanza di fotogenia nella sposa, due cose che succedevano più spesso di quanto si potesse credere.

    Ora che era un importante fotografo di moda aveva il controllo assoluto su tutto. Il set, le luci e soprattutto le modelle. Lavorare a un matrimonio significava non avere il controllo di niente.

    «Immagino che tu non riesca a trovare nessun altro» disse in tono rassegnato.

    «Il matrimonio è tra due settimane a partire da oggi» spiegò Les. «Sai anche tu quanto vada di moda sposarsi il sabato e dato il poco preavviso non è possibile trovare un fotografo decente in tutta Sydney.»

    «Già, già, ho capito. E va bene. Cosa devo fare, allora?»

    «La sposa viene da te oggi a mezzogiorno per definire i dettagli.»

    Rafe gettò un'occhiata veloce all'orologio sulla parete di fronte. Erano le undici e mezza. «E se ti avessi detto di no?»

    «Non l'avresti mai fatto. Sarai anche un dongiovanni, ma sei un buon amico.»

    Scosse la testa divertito. Les sapeva sempre dove andare a colpire. Rafe aveva trentatré anni e di esperienza con le donne ne aveva parecchia. Era un bell'uomo e sapeva di esserlo, era single e ci teneva a rimanere tale. Per lavoro gli capitava di fotografare donne bellissime che quasi sempre finivano nel suo letto. Era forse una colpa?

    Ma non per questo si considerava un playboy. Dopotutto frequentava una ragazza alla volta ed era sempre molto chiaro fin dal principio. Niente matrimonio. Né bambini. Era forse una colpa? A quanto pareva per qualcuno sì.

    Chissà quando i suoi amici sposati si sarebbero messi in testa che al mondo non tutti vogliono le stesse cose.

    «Avanti adesso. Dimmi qualcosa se non vuoi che faccia la figura del deficiente.»

    «Okay. La sposa si chiama Isabel Hunt. È sulla trentina. Bionda e veramente bella.»

    «Les... per te tutte le bionde sono belle» lo interruppe brusco l'amico.

    «Hai ragione» ammise ridendo, «ma questa è una numero uno. Ti divertirai a fotografare la quasi signora Freeman, futura moglie dell'unico figlio di Lionel Freeman.»

    «E chi sarebbe?»

    «Oh, ma sei proprio fuori dal mondo! Lionel Freeman è stato uno degli architetti più famosi di Sydney. Lui e sua moglie hanno perso la vita in un incidente qualche settimana fa. Insomma, sta' attento con lo sposo, quando lo incontri.»

    «Poveretto! Mi dispiace.» Anche il padre di Rafe era morto in un incidente stradale quando lui aveva solo otto anni. Era stato difficile andare avanti, e lo ricordava bene ancora adesso. «Ehi, aspetta... mi sembra di avere sentito una macchina. Dev'essere la tua sposina. Chissà, magari arriverà puntuale anche il giorno del matrimonio. E per i soldi? Quant'è che hai chiesto?»

    «Molto meno di quanto non chiederesti tu, amico. Temo che dovrai accontentarti della mia parcella. Hanno pagato in anticipo, anzi se mi dai il numero del tuo conto corrente provvedo subito a...»

    «Non pensarci neanche!» lo interruppe Rafe. Sapeva che per Les un lavoro poteva fare la differenza. Non si sarebbe dannato a fotografare matrimoni con una gamba rotta se non avesse avuto bisogno di soldi. «Vedi solo di non chiedermelo più! Suonano alla porta. Ti richiamo dopo che è andata via, così ti dico cosa penso di lei.»

    Rafe attaccò il ricevitore e corse giù per le scale, curioso di sapere se Les aveva esagerato come al suo solito.

    Per sorprendere Rafe avrebbe dovuto essere qualcosa di veramente speciale. Dopotutto, di bionde, lui ne aveva fotografate a centinaia. Per una aveva anche perso la testa, una volta.

    Aveva venticinque anni ed era ancora un novellino nel campo della moda. Liz lavorava saltuariamente come modella. Diciannove anni, single e troppo bella per essere vera. Era talmente cotto da averla supplicata di andare ad abitare con lui. Liz aveva accettato subito e lo aveva sfruttato fino a che aveva potuto. Dopo appena un anno lo aveva lasciato per un fotografo più vecchio e molto più conosciuto di Rafe. Per lui era stata dura.

    Quell'esperienza lo aveva trasformato per sempre, cancellando l'illusione di un amore romantico per lasciare spazio a una visione più cinica ma senza dubbio per lui più realistica delle donne. Erano passati anni e non aveva più accettato di convivere con una ragazza, ma soprattutto non usciva più con le bionde.

    Tuttavia fotografarle era una cosa diversa. Potendo scegliere preferiva sempre avere modelle bionde davanti all'obiettivo.

    Rafe spalancò la porta della sua villetta e rimase quasi senza fiato. Les non aveva esagerato.

    Un vero peccato, pensò ammirando la donna davanti a sé. Perché se mai poteva esistere una bionda in grado di fargli cambiare idea, ce l'aveva davanti!

    Meravigliosa.

    Isabel Hunt era la tipica bionda alla Alfred Hitchcock. La classica bellezza di ghiaccio, zigomi accentuati, gelidi occhi azzurri incorniciati da lunghe ciglia e un corpo assolutamente perfetto. Anche se, a volerle proprio trovare una pecca, avrebbe potuto vestirsi con meno rigore.

    «Signorina Hunt?» chiese Rafe sorridendole. Improvvisamente l'idea di quel servizio gli sembrava più piacevole, anche se solo la macchina fotografica avrebbe potuto dire se, oltre che bellissima, fosse anche fotogenica. Non era sempre così automatico.

    «Signor Saint Vincent?» replicò lei, squadrandolo con una punta di sufficienza. Forse non le piacciono gli uomini che a mezzogiorno hanno ancora la barba da fare, pensò lui.

    Aveva l'aria della bambina viziata. Il trucco perfetto e i vestiti immacolati ne erano la prova. La camicia sotto la giacca di renna era così incredibilmente bianca, che pareva uscita dalla pubblicità di un detersivo.

    «L'unico e il solo» rispose lui con fare scherzoso. In genere la battuta piaceva alle donne. «Ma mi chiami pure Rafe.»

    «Rafe» ripeté lei diligente, ma fredda.

    Isabel Hunt doveva essere una donna difficile da conquistare; ed era meglio così. Con quegli occhi e quella bocca... disegnata con grazia, e carnosa al punto giusto. Che effetto gli avrebbe fatto un suo sorriso?

    Meglio che non sorridi, bella, la avvertì in silenzio, o saremo tutti e due nei guai.

    «Ti dispiace se ci diamo del tu?» le chiese diretto.

    «Se insiste.»

    C'era un'aria sprezzante in quegli occhi di ghiaccio. Rafe capì che per il momento era meglio mettere da parte le astuzie da dongiovanni.

    «Les mi ha chiamato poco fa, ma non mi ha detto molto» la informò in tono pratico. «Perché non entri e discutiamo i dettagli?»

    Le fece strada in salotto, una stanza arredata in modo essenziale, dove lui in genere accoglieva i clienti. Alle pareti erano appese le sue fotografie preferite, tutte di donne. Nessuna totalmente nuda, ma tanto sensuali da non averne bisogno.

    «Non vedo foto di matrimoni» notò lei in tono scortese, sedendosi sul divano. Gli lanciò un'occhiata severa. «Ho l'impressione che lei... che tu sia più costoso di Les.»

    Rafe le si sedette di fronte e si mise comodo, allungando le braccia dietro al collo. «In genere è così» ammise, «ma questo è un favore che faccio a un amico.»

    «Sì, ma riguardo alle fotografie in sé... dovrò pagare qualcosa in più?» insisté lei.

    «No.»

    Alzò nuovamente gli occhi alle immagini sul muro e sospirò come scocciata. «Fai anche fotografie a colori, spero

    Non era facile far arrabbiare Rafe. Aveva un carattere piuttosto mite e calmo di natura, ma quella donna stava cominciando a dargli sui nervi. Ci mancava solo che gli dicesse come lavorare! Con chi credeva di parlare, con il primo arrivato? Era un professionista serio, lui!

    «Ma certo» rispose cercando di mantenersi calmo. «Uso parecchio il colore nella moda. Ma i servizi fotografici di matrimoni risultano meravigliosi in bianco e nero. Credo che resterai stupita dal risultato.»

    «Signor Saint Vincent» cominciò lei gelida.

    «Rafe, ti prego» la interruppe lui, deciso a non cedere. Ma questa è proprio una rompiscatole, pensò intanto. Tanti auguri, Luke Freeman! Ne avrai bisogno! Rafe si domandò se il povero sposo si rendesse conto di cosa stava per portarsi a casa. La regina dei ghiacci.

    «Il fatto è, Rafe» proseguì lei scandendo le parole, «che non avrei scelto un tessuto color vinaccia per le mie damigelle se avessi voluto tutte le foto in bianco e nero, non trovi?»

    Rafe decise di ignorare il tono sarcastico. «Di che colore sarà vestito lo sposo?» le chiese invece.

    «Nero.»

    «E il tuo?»

    «Bianco, mi sembra ovvio!»

    «Appunto» concluse lui deciso, fissandola con poco garbo e, cosa incredibile, lei arrossì.

    Rafe ne rimase spiazzato.

    Era arrossita come una ragazzina. Non poteva credere che fosse ancora vergine, non a trent'anni e non con quell'aspetto. Ma forse il sesso non era esattamente il suo passatempo preferito.

    Rafe compatì ancora di più il futuro sposo. La prima notte di nozze non sarebbe stata una gran festa, se la sposa era davvero così pudica come sembrava.

    «Ti chiedo scusa, ma proprio non accetto che le foto del mio matrimonio vengano scattate tutte in bianco e

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