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Anno nuovo...: eLit
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E-book163 pagine2 ore

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Info su questo ebook

ABBRACCI A CAPODANNO - VOL. 3. Lauren e Zack sono ai ferri corti, ma Arabella, figlia di due amici, ha bisogno di loro perché è rimasta sola. Poiché sono gli unici a potersi occupare di lei, decidono di deporre le armi per qualche tempo e cercare di fare buon viso a cattivo gioco, per il bene della bambina.

I romanzi della serie:

1) Tutta colpa della neve

2) La notte di San Silvestro

3) Anno nuovo...

4) Il cavaliere di Capodanno

5) Brindisi seducente

6) Capodanno con il dottore

LinguaItaliano
Data di uscita30 dic 2015
ISBN9788858946565
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    Anteprima del libro

    Anno nuovo... - Grace Green

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    New Year... New Family

    Mills & Boon Romance

    © 1998 Grace Green

    Traduzione di Anna Peroni

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    © 1999 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5894-656-5

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    «Bella festa, amico!»

    Zack Alexander si sforzò di sorridere allo sconosciuto che gli passò accanto con un bicchiere di whisky in mano e una bionda procace al suo fianco.

    «Grazie; mi fa molto piacere che ve la stiate spassando.»

    Tutti gli invitati avevano l’aria di divertirsi un mondo, al party che Zack aveva organizzato per Natale; tutti tranne il padrone di casa. Lui non vedeva l’ora che se ne andassero. Soprattutto desiderava liberarsi della brunetta invadente che da dieci minuti gli si era appiccicata alle costole con lo zelo determinato di una piovra assetata di sesso. Fece un nuovo, risoluto tentativo di districarsi dall’abbraccio di... come diavolo si chiamava? Melissa? Clarissa? Alyssia?

    «Cara!» Le afferrò i polsi per allontanarla. «Devi scusarmi, un attimo. C’è il telefono che suona nella stanza qui accanto.»

    Lei fece scivolare le mani sotto la sua giacca firmata Armani foderata di seta; imperterrita, infilò le dita nella cinta dei calzoni e cominciò a sfilargli la camicia.

    Esasperato da tanta insistenza, Zack tentò un’altra volta di evadere dai suoi tentacoli.

    «Scusa, Melissa. Forse non sono stato chiaro: devo rispondere al telefono; potrebbe essere qualcuno dal mio ufficio.»

    «Mi chiamo Alyssia!» gli gridò lei alle spalle con sguardo offeso.

    Zack raggiunse lo studio con un sospiro di sollievo e richiuse bene la porta; scuotendo la testa, cominciò a girare gli occhi per la stanza. Naturalmente aveva mentito, non c’era alcun telefono che suonava, senza dimenticare che dall’ufficio nessuno avrebbe mai osato chiamarlo a casa.

    Tuttavia qualcuno doveva aver chiamato dall’ultima volta che era entrato in studio quel giorno, e aveva lasciato un messaggio sulla segreteria telefonica, vista la luce rossa che lampeggiava.

    Con un fremito Zack schiacciò il tasto nero della segreteria per ascoltare il messaggio.

    «Signor Alexander.» Era un’allegra voce femminile. «Sono le cinque e mezzo di giovedì diciassette dicembre e chiamo per conto dell’avvocato Tyler Braddock, dello studio legale Braddock, Braddock & Black. Il dottor Braddock desidera incontrarla nel suo ufficio domani mattina alle undici per una questione di notevole urgenza. La prego di richiamare e di lasciare un messaggio per confermare l’appuntamento. Grazie e arrivederci.»

    Tyler Braddock? Zack fece una smorfia; non l’aveva mai sentito nominare. Si appoggiò al ripiano della scrivania e con una mano si scostò dalla fronte una ciocca di capelli corvini, mentre con l’altra afferrava con determinazione la cornetta del telefono.

    Esiste al mondo qualcosa di più esaltante del profumo forte e intenso del successo?

    Se lo chiedeva Lauren Alexander con gli occhi celesti che brillavano di soddisfazione, mentre faceva il suo ingresso nel corridoio rivestito di marmo del lussuoso condominio in cui abitava.

    Appena un’ora prima le era stata offerta una promozione ambita, e il suo capo, Dan Perrini della Perrini Assicurazioni, le aveva concesso quindici giorni di vacanza per considerare la proposta. Come se le fossero necessari quindici giorni per decidere!

    Perrini, tuttavia, aveva insistito.

    «Sono più di tre anni che non ti prendi un giorno di ferie. Quando tornerai, con l’anno nuovo, sarai pronta per trasferirti a Toronto a dirigere la nostra filiale in Ontario.»

    Fino all’ultimo minuto aveva dovuto contendersi l’agognato contratto con la collega Angela Marwick. Entrambe avevano ottenuto i medesimi successi professionali, ma Angie viveva da sola e aveva un bambino; alla fine Lauren aveva avuto la meglio grazie alla propria condizione di donna sola e indipendente.

    Lauren depositò il cappotto su una poltrona del salotto, prima di dirigersi in cucina; aprì il frigorifero ed estrasse la mini bottiglia di spumante che si era comperata proprio per quell’occasione.

    «Al successo!» esclamò un istante dopo, mentre saliva la schiuma nel lungo stelo di cristallo della flûte. Il suo brindisi tonante riecheggiò con un suono sordo per le candide pareti della casa.

    Quasi a scacciare una sensazione di penoso disagio, si mise a vagare per l’appartamento col bicchiere in mano, costringendosi ad apprezzare l’ordine e la pace che regnavano nelle stanze dal lussuoso pavimento e dall’arredamento sofisticato.

    Stava per ritornare in cucina, quando notò la luce rossa intermittente che lampeggiava sulla segreteria telefonica in ingresso. Si fermò e schiacciò il tasto bianco che le permetteva di ascoltare i messaggi registrati in sua assenza.

    «Signora Alexander.» Era un’allegra voce femminile. «Sono le cinque e mezzo di giovedì diciassette dicembre e chiamo per conto dell’avvocato Tyler Braddock, dello studio legale Braddock, Braddock & Black. Il dottor Braddock desidera incontrarla nel suo ufficio domani mattina alle undici per una questione di notevole urgenza. La prego di richiamare e di lasciare un messaggio per confermare l’appuntamento. Grazie.»

    Tyler Braddock, rifletté Lauren con un fremito: un perfetto sconosciuto. Si sedette sulla poltroncina a fianco del tavolino del telefono e, mentre con una mano si riaggiustava una ciocca dei suoi biondi capelli dalla piega impeccabile, con l’altra alzò la cornetta.

    Alle undici meno cinque di venerdì diciotto dicembre Zack Alexander infilò la Porsche scarlatta nell’ultimo posto rimasto libero dell’ampio parcheggio dello studio legale Braddock, Braddock & Black, nel centro di Vancouver; alla sua sinistra, una Mercedes bianca aveva parcheggiato pochi istanti prima di lui.

    Zack spense il motore proprio mentre il conducente della Mercedes emerse dall’auto e s’incamminò a passo affrettato verso l’ingresso del grattacielo di granito rosa. Dal finestrino laterale Zack scorse una capigliatura biondo-cenere di fresca piega, il lembo di un rigoroso paltò nero, lungo fino alle caviglie, che lasciò intravedere uno scorcio di sottili gambe velate da candidi collant.

    Zack scese dalla Porsche e s’incamminò con calma verso il grattacielo, nell’aria frizzante che gli sferzò le guance. Attraversò l’atrio deserto diretto all’ascensore, e premette il tasto di chiamata; dando un’occhiata distratta nel corridoio, riconobbe la sconosciuta platinata che scomparve nella toilette. Forse per controllare che il vento non le avesse scomposto la piega, pensò; dalla camminata altezzosa si capiva che era una donna rigida e arrogante, il genere che lui detestava.

    Dovette aspettare ben tre minuti prima che l’ascensore arrivasse a pianoterra; entrò e schiacciò il tasto del diciannovesimo piano. Le porte automatiche erano quasi chiuse quando udì il ticchettio affrettato di tacchi lungo il corridoio e una voce che gridò: «Aspetti!»

    Con un gesto d’impazienza obbedì, mentre la bionda sconosciuta si catapultò alle sue spalle mormorando un grazie affannato. Zack lasciò che le porte automatiche si chiudessero e chiese: «Che piano?» domandò senza nemmeno girarsi.

    «Diciannovesimo.»

    La sconosciuta andava al suo stesso piano... Chissà, forse era un avvocato; magari lavorava proprio nello studio di Braddock. Nell’aria aleggiava un profumo forte e sofisticato, il tipico accessorio di lusso di una donna in carriera.

    In quell’istante ebbe un’irresistibile tentazione di girarsi a osservarla, ma si trattenne; dal profumo lui intuiva già che quella donna non era il suo tipo. Troppo fredda e distaccata; a lui, al contrario, piacevano le donne romantiche e passionali.

    Zack si appoggiò con una spalla alla parete dell’ascensore e infilò le mani nelle tasche della giacca di pelle; rimase a fissare i numeri che s’illuminavano sopra la porta.

    Cinque, sei, sette, otto...

    Lauren fissò allibita le spalle di suo marito. Del suo ex-marito, si corresse mentalmente, appoggiandosi contro la parete. Erano passati più di tre anni da quando l’aveva lasciato, e da allora non l’aveva più visto. Quale capriccio del destino aveva stabilito di farli incontrare proprio in quell’occasione?

    Lui non l’aveva riconosciuta; non ancora. Di lì a poco, quando si sarebbero aperte le porte dell’ascensore e lui si sarebbe spostato per lasciarla passare, sarebbe riuscita a sgattaiolare fuori senza farsi notare?

    Cercò invano di staccare lo sguardo dai ben noti lineamenti dell’uomo: i folti capelli corvini, le spalle ampie, le lunghe gambe poderose, i piedi sottili. La giacca di pelle scura era nuova, i jeans vecchi, le Nike consumate; tutti dettagli che lo facevano corrispondere all’uomo ideale per qualsiasi donna.

    L’ascensore si fermò con un balzo impercettibile, e subito le porte automatiche si aprirono.

    Lauren si mosse, sforzandosi di mascherare un certo nervosismo e tenendo lo sguardo abbassato; non aveva mai pettinato i capelli in modo così sofisticato quando stavano insieme, né si vestiva con abiti così formali. Un pizzico di fortuna e ce l’avrebbe f...

    «Lauren

    Fatta. No, quello non era evidentemente il suo giorno fortunato! Le porte dell’ascensore si erano richiuse alle loro spalle, lasciandoli l’uno di fronte all’altro sulla spessa moquette del corridoio.

    «Zack! Che... sorpresa.»

    Non era una bugia. Nel guardarlo in faccia rimase sbalordita: era un po’ invecchiato. Dimostrava più dei trent’anni che aveva; rughe profonde delimitavano entrambi gli angoli della bocca e i suoi occhi grigi avevano una luce opaca, vuota.

    «Non ti avrei riconosciuta» mormorò lui, «se ti avessi incontrata per strada. Sembri... diversa, Lauren.»

    «Il tempo provoca spesso questo effetto sulle persone» fu la sua aspra replica mentre sollevò l’orlo della manica del cappotto e diede un’occhiata al quadrante bianco del suo orologio d’oro. «Se puoi scusarmi...»

    «Hai tempo per un caffè quando...»

    «Mi dispiace.» Con un gesto brusco alzò la testa. «Sono di fretta, ho un appuntamento alle undici.» S’incamminò lungo il corridoio a passo veloce, sperando di aver imboccato la direzione giusta. Presa dall’ansia, lesse tutti i nomi incisi sulle targhette d’ottone appese alle porte finché trovò, sulla destra, quella di Braddock, Braddock & Black - Studio Legale.

    Sulla moquette spessa non poté udire i passi di Zack che l’avevano seguita, e non si accorse di averlo alle spalle se non nell’istante in cui stava per raggiungere la maniglia, perché lui l’afferrò per primo.

    «Prego.» Zack aprì la porta con un sorriso e si fece gentilmente da parte per lasciarla entrare.

    «Grazie» sibilò lei innervosita nel rendersi conto che anche lui si infilava nella Sala d’attesa deserta dello studio.

    «Per quel caffè» riprese lui, «che ne dici di trovarci dopo il tuo appuntamento?»

    «Preferirei che tu la smettessi di seguirmi.» Con queste parole sperò di liquidarlo, e si avvicinò all’impiegata della reception. «Sono Lauren Alexander» esclamò a voce alta. «Ho appuntamento alle undici con l’avvocato Tyler Braddock.»

    «Prego si sieda; avverto il dottor Braddock che è arrivata.»

    Lauren si girò solo per notare, con

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