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La dottoressa del principe: Harmony Bianca
La dottoressa del principe: Harmony Bianca
La dottoressa del principe: Harmony Bianca
E-book153 pagine2 ore

La dottoressa del principe: Harmony Bianca

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Info su questo ebook

Il mondo della dottoressa Krystiana Szenac viene letteralmente sconvolto quando, in assenza del suo medico personale, è incaricata dell'annuale monitoraggio della salute del principe Matteo Romano.

Matteo è un uomo ferito nel corpo e nell'anima: dopo essere stato ostaggio dei guerriglieri per alcuni anni, al suo ritorno a casa ha scoperto che sua moglie, credendolo morto, si è legata a un altro uomo. Ora è dedito solo alla figlioletta, e non è pronto ad aprire il proprio cuore all'amore, almeno fino a quando Krystiana non fa irruzione nella sua vita!

Matteo e Krystiana appartengono a due mondi completamente diversi, ma la passione che li unisce sarà più forte di tutte le differenze.
LinguaItaliano
Data di uscita19 giu 2020
ISBN9788830516069
La dottoressa del principe: Harmony Bianca

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    Anteprima del libro

    La dottoressa del principe - Louisa Heaton

    successivo.

    1

    Ogni volta che guardava da lontano la facciata del palazzo reale, la dottoressa Krystiana Szenac si diceva che quell'edificio sembrava un vero gioiello. Il palazzo sorgeva in cima a una collina, e le sue mura candide e le numerose finestre riflettevano la luce del sole, facendolo brillare come un diamante.

    Si era domandata spesso, mentre passeggiava sulla spiaggia con il suo cane Bruno, come fosse abitare lassù, ma non avrebbe mai immaginato che un giorno sarebbe entrata in quella sontuosa reggia dove abitavano il re e suo figlio, il principe Matteo.

    Krystiana aveva un buon motivo per sentirsi molto vicina al principe, anche se naturalmente lui non ne sapeva nulla. Anzi, non sapeva nemmeno della sua esistenza... Almeno fino a quel giorno.

    Trattenne il respiro mentre la limousine nera dai vetri oscurati la trasportava oltre i cancelli del palazzo. Guardò fuori dal finestrino e ammirò con entusiasmo le guardie in uniforme davanti all'ingresso, le aiuole fiorite tenute alla perfezione e le mura bianche e possenti. A ogni angolo, un torrione sormontato dalla bandiera dell'isola di Tamura svettava verso il cielo.

    Il castello era rimasto immutato nei secoli, con le torri imponenti che guardavano il mare, anche se era da parecchio tempo che le onde del Mediterraneo non portavano più flotte nemiche sulle sponde dell'isola. Vi sbarcavano invece frotte di turisti, attratti da quel piccolo gioiello di natura e arte al largo della costa sudorientale dell'Italia.

    Chissà se il principe Matteo si sentiva al sicuro lì dentro?, si chiese Krystiana. Forse sì. Senza dubbio, era circondato da uomini della sicurezza molto efficienti: la borsa da viaggio e quella da medico che lei aveva con sé erano state perquisite attentamente prima di farla salire sull'auto, e un'agente donna aveva controllato sommariamente anche lei.

    Salendo in macchina, aveva sentito l'agente dire al telefono: «La consegna avverrà tra quindici minuti».

    Krystiana aveva sollevato le sopracciglia sorpresa. Non era mai stata chiamata consegna prima di allora!

    Quando la limousine si fermò davanti alla scalinata del palazzo, l'autista uscì velocemente dall'auto e si guardò intorno prima di aprirle la portiera.

    Appena Krystiana scese, avvertì un leggero brontolio allo stomaco. Rimpiangeva di non aver mangiato nulla prima di uscire di casa, ma non ne aveva avuto il tempo. Quando era arrivata quella chiamata urgente, si era fiondata in camera a prepararsi e subito dopo aveva affidato Bruno alla sua vicina di casa.

    E da quanto le avevano comunicato al telefono, avrebbe alloggiato a palazzo fino all'indomani. Pazzesco! Chi l'avrebbe mai detto che la ragazza nata nelle campagne di Cracovia sarebbe stata un giorno accolta in una reggia?

    È solo una questione di lavoro, si disse. Avrebbe sostituito il medico ufficiale della famiglia reale per i controlli annuali del principe. Era stata scelta perché condivideva lo studio con il dottor Bonetti, il medico reale, e quindi le sue credenziali erano già state sottoposte a severi controlli.

    Era naturale che la famiglia reale non volesse correre rischi, dopo tutto quello che era successo.

    Con le ginocchia tremanti, salì i gradini che portavano all'ingresso, seguita a ruota dall'autista. Non si preoccupò del bagaglio: sicuramente ci avrebbe pensato qualche cameriere. Quando varcò la soglia e si fece avanti nell'ampio atrio riccamente arredato, la bocca le si inaridì quasi quanto la spiaggia delle Dune Dorate, una delle attrazioni turistiche più amate dell'isola.

    Si sforzò di sembrare tranquilla mentre camminava sul pavimento di marmo diretta verso un uomo in abito scuro e con il portamento rigido di un soldato.

    «Dottoressa Szenac, benvenuta a palazzo. È per me un piacere accoglierla in queste sale. Mi chiamo Sergio e sarò a sua disposizione durante il suo soggiorno. È la prima volta che viene qui?»

    Lei annuì. «Sì» ammise.

    «Allora spero che ritorni. Mi dicono che le visite guidate sono molto bene organizzate e interessanti, se si desidera conoscere la storia dell'edificio.»

    Krystiana preferiva il presente al passato. Certo, apprezzava la bellezza architettonica e l'arte, ma adesso le interessavano di più le persone che vivevano nel castello. «Grazie. Forse un giorno lo farò.»

    Sergio la condusse su per una scala ricurva decorata con ritratti di sovrani del passato. La maggior parte di quei reali aveva i capelli corvini e gli occhi azzurri della famiglia, ma alcune delle loro consorti presentavano tratti diversi, come quella davanti alla quale si erano fermati: era la regina Marianna, morta non molto tempo prima.

    «Era bella, vero?» disse Sergio.

    «Decisamente.»

    «E non solo d'aspetto. Aveva anche un cuore gentile che si è spezzato quando suo figlio è stato rapito. Se ne è andata senza nemmeno poterlo rivedere.»

    Krystiana annuì. Tutti i sudditi del regno avevano seguito con ansia quella terribile vicenda. Erano passati pochi anni da allora, e anche se Matteo era stato rilasciato sano e salvo, nessuno dei protagonisti avrebbe mai dimenticato quella storia.

    «Anche per il principe deve essere stato terribile venire a sapere della scomparsa di sua madre.»

    «Sì, erano molto legati.» Sergio scosse il capo tristemente. «Ecco la sua stanza» aggiunse, aprendo una doppia porta di legno.

    Di nuovo, Krystiana si sforzò di non sembrare troppo colpita dal lussuoso arredamento che c'era in quella camera. «Grazie mille. Starò senz'altro benissimo» disse con un sorriso.

    «Il suo primo appuntamento con il principe è alle tre di questo pomeriggio. Faccia pure con calma. E suoni quel campanello se ha bisogno di me» proseguì, indicando un cordone di velluto accanto al caminetto di marmo. «Arriverò subito.»

    «Okay, grazie mille.»

    «Tra poco le porteranno i suoi bagagli. Vuole qualcosa da bere?»

    In realtà aveva più fame che sete. «Un caffè sarebbe fantastico... E forse anche qualcosa da mettere sotto i denti. Ho avuto pochissimo preavviso e non ho fatto in tempo a mangiare nulla.»

    «Le manderò un vassoio con del cibo. Ha allergie o preferenze?»

    «No, nessuna.»

    Sergio accennò un inchino. «Allora tornerò tra poco. Benvenuta a palazzo, dottoressa.» E detto questo se ne andò, chiudendosi la porta alle spalle.

    Krystiana si diresse alla portafinestra dall'altra parte della camera e l'aprì, permettendo alla luce del sole e all'aria fresca di inondare la stanza. Poi uscì sul grande terrazzo e inspirò a pieni polmoni il profumo della buganvillea e del gelsomino.

    Il terrazzo era decorato con vasi ornamentali in cui si alternavano fiori variopinti e alberelli dalle chiome ben curate. Un largo ombrellone riparava un tavolo rotondo circondato da sei sedie. Il balcone affacciava sul parco del castello e Krystiana ammirò estasiata il panorama che si apriva davanti a lei. C'era un labirinto di siepi con una fontana al centro che raffigurava un cavallo rampante. Più in là, invece, si vedevano un agrumeto, uno stagno con ninfee e un ampio patio con il pavimento a mosaico. Il giardino era percorso da sentieri tortuosi, uno dei quali portava a una grotta artificiale e un altro a un gazebo.

    Era chiaro che qualcuno aveva pianificato con molta cura quel giardino, e lei si chiese chi mai potesse essere stato. Un solo giardiniere oppure molti giardinieri che avevano contribuito a loro modo alla creazione di quell'opera?

    Al di là delle mura del palazzo si poteva ammirare la campagna, punteggiata di oliveti, chiesette color terracotta e verdi colline. Sembrava un quadro a olio di un grande artista del passato, pensò Krystiana, che aveva l'hobby della pittura. Doveva assolutamente fare uno schizzo di quel panorama, prima di far ritorno a casa.

    Tuttavia, adesso aveva altro di cui occuparsi. Si voltò a guardare meglio l'alloggio che le avevano assegnato, una sontuosa suite in marmo bianco e con inserti argentati. Un grande letto con lenzuola candide e una testiera dorata occupava il centro della camera. Nel salotto c'erano una scrivania con una sedia, due divani azzurro chiaro e vasi ricolmi di fiori freschi disposti un po' dappertutto. Una porta che si apriva in un angolo conduceva a un bagno privato, con una grande vasca, un'ampia doccia e specchi ovunque.

    Per un attimo Krystiana pensò alle povere cameriere che ogni giorno dovevano pulire tutti quegli specchi. Ma del resto, si disse, che cos'altro poteva aspettarsi da un palazzo come quello?

    Tutto il lusso che la circondava avrebbe dovuto farla sentire una persona importante, ma lei preferiva di gran lunga la semplicità della campagna: ciotole di legno, posate di acciaio, tovagliette all'americana e acquarelli alle pareti. E per decorare un po' l'ambiente utilizzava pietre e rami che raccoglieva durante le sue quotidiane passeggiate con il cane.

    Il palazzo era splendido, ma era irreale, e la faceva sentire come Alice nel Paese delle meraviglie.

    O forse quella sensazione era dovuta al fatto che si trovava in un mondo che non capiva del tutto... e di cui, a dirla tutta, non vedeva l'ora di saperne di più.

    Il principe Matteo strinse la mano dell'addetto culturale del Portogallo e gli augurò buon viaggio. Presto si sarebbe recato lui stesso a Lisbona ad ammirare le stupende opere d'arte della Galeria 111 che il funzionario gli aveva appena descritto. In particolare, era interessato alle opere del surrealista António Dacosta, di cui era sempre stato un grande ammiratore.

    Quando restò solo, Matteo fece un profondo respiro e si rilassò per qualche istante. Ancora pochi minuti di solitudine, e poi avrebbe incontrato la sostituta del dottor Bonetti, il quale era dovuto rientrare a casa per soccorrere la moglie colta da un malore.

    Pensò al medico, che conosceva da anni e che considerava un amico, e si augurò che tutto andasse per il meglio. La famiglia Bonetti sembrava unita e serena, e gli dispiaceva molto che la signora si fosse sentita male.

    Prese il caffè che Sergio gli aveva portato qualche minuto prima e lo finì. Poi, sentendo il bisogno di un po' d'aria fresca, uscì sul terrazzo per contemplare il verde del parco.

    Come accadeva ogni volta che usciva sulla terrazza, quel panorama lo rasserenò. Posò la mano sulla balaustra e chiuse le palpebre mentre respirava l'aria tiepida e profumata che veniva dal mare. Restò immobile per un attimo, cercando il proprio centro interiore.

    Alle sue spalle, Sergio si schiarì la voce. «La dottoressa Krystiana Szenac, signore.»

    «Grazie, Sergio.»

    Si voltò lentamente e la vide. Lei indossava una gonna nera che le arrivava sotto il ginocchio e una camicetta verde smeraldo, e i suoi capelli color del grano erano raccolti in una lunga treccia che le ricadeva sulla spalla. Portava un velo di trucco e

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