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Donne, computer e guai: Harmony Destiny
Donne, computer e guai: Harmony Destiny
Donne, computer e guai: Harmony Destiny
E-book150 pagine1 ora

Donne, computer e guai: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

Quando Elena Martin scopre che il computer dell'agenzia matrimoniale ha scelto l'affascinante Garrett Sims come sua anima gemella, crede di toccare il cielo con un dito. Nessuno l'ha mai fatta sentire così deliziosamente donna. Garrett, però, non è affatto pronto a tornare all'altare e solo per non deludere la vecchia zia si trova coinvolto in un guaio. Uno stupendo guaio biondo che riesce a rimescolargli il sangue nelle vene e a fargli sognare di nuovo il calore di una famiglia. Ma come fidarsi ancora di una donna...
LinguaItaliano
Data di uscita10 mag 2017
ISBN9788858965467
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    Anteprima del libro

    Donne, computer e guai - Patty Salier

    successivo.

    1

    Elena Martin raccolse tutto il suo coraggio e si alzò dalla scrivania.

    Doveva ottenere quella promozione!

    Afferrò la cartella delle registrazioni contabili di cui si era occupata come direttore immobiliare della Grant Property Management, la mente con centrata sulla strategia da tenere con il suo capo. Stanley Grant avrebbe nominato entro breve tempo il nuovo vicepresidente della società e lei doveva convincerlo di essere la persona adatta.

    Con gesto distratto allacciò un bottone della blusa di seta bianca. Un secondo dopo si era riaperto, rivelando uno spicchio di pizzo del reggiseno. Accidenti, l'asola si è allargata!, imprecò in silenzio, colta dal panico.

    Andava tutto storto quel giorno.

    Aveva dimenticato a casa il portafogli e non aveva potuto nemmeno fare benzina senza la carta di credito. E adesso era anche in ritardo per l'appuntamento con Stanley. Così si mise la cartella a mo' di scudo sul petto e si diresse in fretta verso l'ufficio del presidente.

    «Elena, aspetta» la chiamò Grace. «Stanley è uscito per qualche minuto.»

    Lei, però, era troppo nervosa per tornare nel suo angolo. «Non gli dispiacerà se lo aspetto dentro.»

    «Ma c'è un'altra...» l'avvisò la segretaria, ma Elena aveva già aperto la porta dell'ufficio.

    Si fermò di botto sulla soglia.

    «Stan, io...» disse una profonda voce maschile.

    L'uomo era in piedi davanti alla finestra, una cartella di pelle marrone sotto il braccio, e si era voltato verso di lei al rumore della porta che si apriva. Elena prese subito nota dei capelli neri un po' mossi, dell'altezza superiore alla media, del fisico atletico, dell'abito grigio scuro di ottimo taglio, della cravatta elegante di seta blu contro la camicia bianca.

    «Non c'è dubbio che lei non sia Stanley» osservò lo sconosciuto con un guizzo di ammirazione negli incredibili occhi cupi come la notte.

    Per lei fu come una carezza e le venne la pelle d'oca. «So... sono Elena Martin» balbettò, colta alla sprovvista dalla propria reazione. «Mi occupo della sezione di Santa Monica.»

    «Certo, Stanley ti nomina spesso. Buffo che non ci siamo mai incontrati. Sono Garrett Sims, amministratore del ramo di Sherman Oaks.» Si avvicinò per porgerle la mano.

    Non aveva la fede, notò subito lei assalita da un'ondata di eccitazione. Era la prima volta che le succedeva da quando aveva rotto con Ted.

    «Piacere di conoscerti. Ho un appuntamento con Stanley.»

    «Anch'io.»

    «Ora?»

    «Ora.»

    «Mi sembra strano. Forse hai sbagliato orario.»

    «Non credo proprio.»

    Inconsciamente, Elena posò la cartella sul tavolino da tè. «Temo che dovrai ritornare.»

    Lui non rispose, e lei si rese conto che stava fissando la sua blusa. Il bottone si era aperto di nuovo e si scorgeva un angolo di reggiseno bianco. In fretta si rimise la cartella sul petto, le guance in fiamme per l'imbarazzo. Ma la luce divertita negli occhi di carbone trasformò l'imbarazzo in turbamento.

    Per fortuna Stanley entrò in quel momento nella stanza, indaffarato come al solito. Aveva superato i sessant'anni, di costituzione robusta, i capelli grigi, la fronte perennemente corrugata.

    «Ho una colazione di lavoro subito dopo di voi» disse, sedendosi alla scrivania e facendo loro segno di accomodarsi sul divano.

    Più che consapevole della presenza di Garrett al suo fianco, Elena cercò di concentrarsi sull'obiettivo. «Stanley, potrei parlarti da sola?»

    «Vi ho fatto venire insieme di proposito» dichiarò il capo. «Entrambi volete il posto di vicepresidente. Il problema è che posso promuovere solo una persona.»

    Lei si sentì stringere lo stomaco. Aveva disperatamente bisogno di un aumento di stipendio per aiutare la sorella minore e i due nipotini. Il marito di Jan era morto sei mesi prima per un infarto e l'assistenza che la sorella prestava a donne anziane non riusciva a coprire tutte le spese.

    Si spostò versò l'angolo del divano. «Stanley, sai che sono qualificata per quel posto. Guarda, qui ci sono tutti i resoconti contabili degli immobili che amministro. Non ho mai superato i limiti di spesa imposti dai proprietari.»

    Stanley scorse i vari fogli, annuendo impercettibilmente. «Davvero un ottimo lavoro, Elena. Posso vedere anche i tuoi registri, Garrett?»

    Lei ebbe l'impressione che Sims esitasse prima di aprire la borsa. «Ma certo, Stan.» E gli porse un fascicolo.

    «Eccellente, Garrett» fu il commento entusiasta di Grant. «Non ho mai visto conti spese così bassi. Hai fatto risparmiare ai nostri clienti un mucchio di soldi.»

    Elena si morse il labbro preoccupata. Non sapeva cosa fare. Poi il telefono squillò. «Scusatemi» disse Stanley, girando la poltrona verso la finestra.

    Garrett allora si sporse verso di lei. «Elena, se vuoi parlargli da sola, gli dico che lo vorrei anch'io.»

    Le arrivò seducente il profumo di dopobarba. La sua sensibilità la commosse ma non poteva lasciarsi distrarre da nulla se voleva quel posto.

    «Hai paura di competere con me, per caso?» ribatté provocatoria.

    Gli occhi del colore della notte la raccolsero tutta in un abbraccio. «Se devo essere sincero, mi piace da impazzire.»

    Anche a me, ma non posso dirtelo!

    «Senti, Garrett, ho proprio bisogno di questa promozione e l'otterrò!»

    «Mi stai sfidando?»

    «Be'... sì. Certo» ribadì lei con maggior forza.

    «Allora accetto la sfida.» La stava fissando con un'intensità devastante e le venne naturale chiedersi se non si stesse riferendo a qualcosa di più della semplice promozione.

    Stanley riappese la cornetta. «Mi mettete davanti a un dilemma, ragazzi. Siete entrambi molto in gamba. Le tue referenze alla Franklin Property Management, Elena, sono state ottime e nei due anni in cui hai lavorato nella mia compagnia non mi hai mai deluso.»

    Lei si sentì più sollevata e rivolse a Sims una occhiata soddisfatta.

    «E tu, Garrett, sei un collaboratore prezioso su cui so di potere sempre contare. A parte il fatto che hai vinto il titolo di miglior dirigente dell'anno nella sezione di Sherman Oaks per tre anni consecutivi.»

    Elena si sentì venire meno. Garrett aveva parecchio vantaggio. Esperienza, premi, maggior mole di lavoro. E poi era un uomo.

    Sapeva che Stanley aveva nominato una volta una donna vicepresidente ed era stato un disastro. Grace le aveva raccontato che la persona in questione si era innamorata di un dirigente della compagnia, aveva lasciato la vicepresidenza, aveva aperto una piccola società con il promesso sposo e rubato parecchi clienti a Stanley.

    Quindi era naturale che Grant ci andasse con i piedi di piombo. Tra le altre cose, una regola base della compagnia era non avere alcuna relazione sentimentale all'interno dell'ambiente di lavoro.

    Quindi per ottenere la promozione doveva guadagnare altri crediti. E alla svelta.

    Si alzò in piedi di scatto. «Stanley, ti proverò che sono perfetta per quel posto.»

    Il capo la guardò con interesse. «Cos'hai in mente?»

    Lei si premette al petto la cartella, sforzandosi di non farsi distrarre dalla vicinanza di Garrett. «Dammi un mese. Oltre alle mie normali competenze, farò in modo di aumentare il carico dei tuoi affari, procurandoti nuovi contratti.»

    «Stai dicendo che mi troverai altri clienti?»

    «Esatto.»

    La colse il panico. Non si era mai occupata di

    contratti. Si era sempre limitata ad amministrare gli immobili che Stanley le affidava.

    «Un'idea molto interessante» mormorò lui pensieroso.

    «Eccome» concordò Garrett impressionato. «Che ne dici di una competizione tra me e te?»

    «Che intendi dire?»

    «Chi procura il maggior numero di clienti alla compagnia, vince la vicepresidenza.»

    «Mi sembra giusto» fu il commento del capo.

    «D'accordo, ci sto» rispose Elena senza esitazione. D'altro canto, non aveva scelta.

    Proprio mentre il telefono squillava di nuovo, Grace fece capolino nell'ufficio. «Elena, un inquilino del condominio della Fourth Street ha un problema e vorrebbe parlarti.»

    «Grazie, Grace, prendo la chiamata alla mia scrivania» rispose lei, anche se avrebbe preferito non lasciare la riunione proprio allora. «Torno subito.»

    Garrett la osservò mentre usciva. La sua natura competitiva lo aveva colpito, così come la determinazione con cui mirava dritto alla meta. Ma quello che più l'aveva conquistato erano gli occhi grandi e blu come il mare. A malapena era riuscito a tenere il filo della conversazione, incantato dal suo fascino.

    «L'idea di Elena mi piace» osservò Stanley al termine della telefonata.

    «È incredibile» si lasciò sfuggire Sims suo malgrado. «È molto intelligente, voglio dire» aggiunse in fretta.

    «Garrett, parliamoci chiaro. Quello che ti ho detto un paio di settimane fa è vero. Tra qualche anno intendo ritirarmi. Ma sono vedovo e non ho né figli né nipoti a cui lasciare la società. Per cui ho bisogno di un uomo in gamba che prenda le redini della compagnia.»

    Era ovvio che Sims desiderava essere quell'uomo. Ma prima doveva diventare vicepresidente.

    «Sarò anche più esplicito. Ho messo gli occhi su di te. Ritengo che non mi deluderai.»

    «Stanne certo.»

    Eppure qualcosa lo tratteneva. E conosceva il motivo. Avrebbe preferito che l'altro candidato non fosse Elena Martin.

    Lei tornò al suo fianco proprio in quel momento e il suo profumo lo avvolse, facendogli salire la pressione. Si era fissata la blusa con una piccola spilla a forma di fiocco e la stoffa leggera si tendeva sulla rotondità del seno.

    Era la prima volta che lui reagiva in quel modo davanti a una donna. Non gli era successo nemmeno con la ex moglie.

    «Mi sono persa qualcosa?» gli chiese in tono ansioso.

    «Stan è rimasto colpito dalla tua proposta.»

    «Sarò il nuovo vicepresidente, Garrett.»

    Il fuoco che brillava negli occhi blu e il modo sensuale in cui si era messa una mano su un fianco gli fece desiderare di prenderla tra le braccia.

    «Vieni a mangiare un boccone con me, Elena?» le propose invece in un bisbiglio.

    Lei lanciò un'occhiata preoccupata in direzione di Stanley.

    «Per capire meglio chi è il mio avversario» aggiunse lui. Quello che proprio non capiva era cosa gli stava succedendo. Sapeva bene come la pensava Stan a proposito degli amori d'ufficio.

    «Non posso.»

    Grant terminò l'ennesima telefonata e si alzò. «Va bene, ragazzi. Auguro buona fortuna a entrambi.»

    Non appena rimasero soli nella stanza, Elena fu assalita da un'ondata di nervosismo. Quell'uomo la

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