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Invito per una notte: Harmony Collezione
Invito per una notte: Harmony Collezione
Invito per una notte: Harmony Collezione
E-book157 pagine2 ore

Invito per una notte: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Eleanor Lang non avrebbe mai immaginato che il rude Blake MacLeod, uomo d'affari tutto d'un pezzo, potesse celare un animo tanto romantico. Dopo la loro unica notte di passione era convinta che non l'avrebbe visto mai più, e invece lui ha mosso mari e monti per ritrovarla. In realtà, Blake l'ha cercata solo per recuperare un importante documento che lei gli ha inavvertitamente sottratto. Ora che ha raggiunto il suo scopo, non c'è alcun bisogno di rivedersi, per questo lei non riesce a spiegarsi perché l'abbia costretta a seguirlo nella sua villa in riva al mare.
LinguaItaliano
Data di uscita10 giu 2019
ISBN9788858998489
Invito per una notte: Harmony Collezione
Autore

Susan Napier

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Invito per una notte - Susan Napier

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Mistress for a Weekend

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2006 Susan Napier

    Traduzione di Maria Paola Rauzi

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2007 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5899-848-9

    1

    Blake MacLeod stava osservando la giovane donna già da un po’ prima che lei si accorgesse della sua presenza.

    All’inizio si era trattato di semplice curiosità. Gli era caduto l’occhio sulla ragazza mentre usciva dall’ascensore ed era rimasto colpito dal pallore del suo volto lentigginoso e dal fatto che si era fermata di colpo a guardare con sconcerto il pavimento del ristorante, evitando accuratamente di soffermarsi sulle grandi vetrate che offrivano una splendida vista della città sottostante bagnata dalla pioggia. Invece si era appoggiata alla colonna centrale della Auckland’s Sky Tower, che formava il corpo principale del ristorante.

    In qualsiasi altra circostanza Blake non avrebbe degnato di una seconda occhiata quella giovane poco attraente e solitaria, tuttavia era terribilmente annoiato e pertanto in cerca di una qualunque forma di distrazione. Aveva accettato di partecipare a quel ricevimento solo per cortesia nei confronti dell’ospite, che era un suo importante cliente, tuttavia stava già calcolando quando avrebbe potuto andarsene senza essere scortese.

    Un tempo avrebbe apprezzato l’idea di partecipare a quelle feste affollate, ma ormai, a trentatré anni, sentiva di aver superato il periodo in cui avvertiva il bisogno di impressionare.

    Studiò la giovane mentre si guardava attorno impacciata tenendo stretto al petto l’ombrello. Era avvolta in un ampio impermeabile marrone e si teneva al margine di quella folla multicolore, simile a un ordinario passerotto in mezzo a un gruppo di pavoni. I suoi capelli erano una nuvola di ricci castani e Blake sospettò che la salita in ascensore glieli avesse fatti drizzare in testa.

    Senza più prestare attenzione alla conversazione delle persone vicine a lui, si chiese cosa potesse avere sconvolto il passerotto. La risposta più ovvia era che la ragazza avesse paura dell’altezza. Ma allora perché diavolo aveva accettato l’invito a partecipare a una festa organizzata all’ultimo piano della torre più alta di tutto l’emisfero meridionale?

    Una delle addette al guardaroba le si avvicinò e Blake sorrise divertito, mettendo ancora più in evidenza le sue due fossette ai lati della bocca mentre osservava il passerotto porgere goffamente alla hostess l’ombrello e la borsa nera da sera che si era impigliata nella manica dell’impermeabile. Quando finalmente riuscì a liberarsi di tutto, il suo volto divenne paonazzo per l’imbarazzo. Si scusò con la hostess e, con la borsa stretta sotto il braccio, percorse il breve tratto che la separava dai tavoli degli invitati con un’espressione in viso che esprimeva una strana combinazione di disperazione e determinazione.

    A Blake andò di traverso il cocktail che stava bevendo quando vide l’abito rimasto nascosto fino a qualche istante prima sotto l’impermeabile. Si trattava di un vestito nero senza spalline sfacciatamente sexy e sofisticato... decisamente non adatto a lei. Invece che far risaltare la sua femminilità metteva in mostra tutte le sue imperfezioni così che le sue spalle coperte di lentiggini apparivano troppo ampie e il resto del corpo infantile. Inoltre, al posto di sembrare sensuale risultava spigolosa e il volto stranamente spoglio malgrado il trucco. La ragazza era abbastanza alta, ma ciononostante l’abito arrivava troppo sotto le ginocchia e celava quello che Blake sospettava fosse la sua parte migliore. Mentre scendeva le scale con i tacchi a spillo pensò che assomigliava più a una bambina lentigginosa che giocava a fare l’adulta e, a giudicare da come si tirava su il corpetto senza spalline, si capiva che non si sentiva per niente a suo agio in quel vestito.

    Decisamente non era il suo tipo, pensò Blake continuando a osservarla intanto che prendeva un bicchiere di vino dal vassoio più vicino rischiando di fare rovesciare tutti gli altri sulla giacca bianca del cameriere. La ragazza si scusò più volte arrossendo prima di confondersi con gli altri invitati.

    Blake ebbe la sensazione che trascorresse gran parte del suo tempo a scusarsi.

    Senza ombra di dubbio non faceva per lui.

    Il suo gusto in fatto di donne si indirizzava verso giovani sofisticate, belle e sicure di sé, che non si cacciavano in situazioni imbarazzanti. Donne che potevano anche mettere alla prova la sua ingenuità in un letto, ma che raramente sfidavano la sua indipendenza. Donne che accettavano amichevolmente la fine di una relazione.

    Inspiegabilmente, il passerotto continuò a guardarsi in giro per tutta la mezz’ora successiva.

    Essendo alto più di un metro e ottanta, Blake riusciva a tenerla sotto controllo senza essere ostruito dalle teste degli invitati e dal momento che anche lei, con i tacchi, lo raggiungeva quasi in altezza, era facile individuarla tra la folla. Notò che la ragazza, a differenza degli altri, teneva lo sguardo fisso verso l’entrata e studiava l’afflusso degli ospiti intanto che sorseggiava il suo vino.

    Anche da quella distanza Blake poteva percepire una certa tensione nelle sue spalle. Sembrava che fosse pronta per spiccare il volo; ma per quale destinazione? Cosa stava cercando in mezzo a tutta quella gente? Qualcuno che la salvasse dalla sua stessa paura?

    Blake rise per quella sua fantasia. La risposta era probabilmente assai più prosaica: stava aspettando qualcuno con cui doveva incontrarsi a quella festa.

    Quando tornò a guardarla, più tardi, la giovane stava dando il bicchiere vuoto a un cameriere per sostituirlo con un altro di champagne. Istintivamente Blake trattenne il respiro finché l’operazione non fu conclusa, poi osservò affascinato la ragazza che calpestava il piede di una matrona per poi girarsi a scusarsi e dare, inavvertitamente, una gomitata nella pancia del suo accompagnatore rovesciandogli parte del contenuto del bicchiere sulle scarpe. Riconobbe il viceministro del commercio estero e sorrise pensando che, durante un paio di riunioni a cui avevano presenziato entrambi sullo sviluppo industriale, aveva desiderato poter fare lo stesso.

    Forse il passerotto era l’incarnazione della sua vendetta cosmica!, si disse sorridendo. Sfortunatamente, la donna d’affari al suo fianco interpretò il suo sorriso come un segno di incoraggiamento e lui fu obbligato ad adottare un atteggiamento di completo disinteresse per convincerla che si era sbagliata.

    Quando fece di nuovo correre lo sguardo per la sala scoprì con disappunto che il suo intrattenimento per la serata era scomparso. Voltò la testa e all’improvviso si trovò a fissare dritto negli occhi la sua preda. Si era allontanata dalla sua zona di sicurezza e si era avvicinata al tavolo del buffet. Blake dovette ammettere che si era sbagliato nel considerare le gambe la parte migliore di quella ragazza. I suoi occhi erano di un sensuale color bruno dorato: occhi da sirena, che in quell’istante erano fissi su di lui, caldi e luminosi, e sembravano voler penetrare lo scudo del suo cinismo per raggiungere i segreti nascosti della sua anima.

    Blake sentì un calore diffondersi per tutto il corpo. Strinse i denti incredulo mentre sentiva il sangue salirgli alla testa e dovette lottare per mantenere un’espressione impassibile di fronte allo sguardo penetrante di lei.

    Si voltò girandole le spalle con la scusa che qualcuno gli aveva fatto una domanda, ma la sua mente era distratta dall’inquietante constatazione che si era ritirato per primo. Lui che non si era mai tirato indietro di fronte a una sfida e che aveva affrontato capitani di industria e politici influenti, aveva ceduto davanti a una semplice ragazza.

    Anche senza voltarsi era consapevole di essere ancora sotto sorveglianza e valutato da quegli occhi dorati.

    I capelli alla base della sua nuca iniziarono a fargli il solletico: segno di un pericolo incombente.

    Per fortuna lui e i problemi erano vecchie conoscenze. Gestire conflitti era la sua specialità, nonché la sua maggiore occupazione.

    Negli anni, aveva imparato che era più sicuro andare incontro al problema e affrontarlo che ignorarlo e sperare di essere lasciato in pace.

    2

    Le dita di Eleanor Lang si strinsero attorno al bicchiere mentre si guardava rapidamente attorno per verificare che non si fosse lasciata sfuggire nessuno.

    Il suo sguardo si soffermò impaziente su un volto che sarebbe potuto appartenere a un fotomodello. Peccato che lei non fosse alla ricerca dell’uomo più bello della serata e neppure del più affascinante o del più gentile. Naturalmente, aveva lasciato perdere quelli accompagnati dalle mogli, il che aveva ridotto notevolmente il suo campo di azione. No, quello che lei stava cercando era qualcosa di più raro: voleva l’essere più pericoloso presente in quel ristorante.

    I suoi occhi tornarono a studiare le spalle su cui si era concentrata qualche istante prima e la schiena dritta che si intravedeva sotto la stoffa dell’abito dal taglio impeccabile. L’uomo dagli spietati occhi grigi.

    Blake MacLeod.

    All’inizio, quando aveva scorto il suo sguardo cupo, non sapeva ancora chi era, ma quello che aveva visto era stato sufficiente a procurarle un fremito lungo la spina dorsale. Subito si era fatta più vicina per avere una visuale migliore, accostandosi al tavolo del buffet.

    Senza alcun dubbio non aveva l’aspetto di un tipo rassicurante. Anzi, sembrava scontroso come il diavolo e, soprattutto, annoiato. Aveva una mano infilata nella tasca dei pantaloni del suo vestito grigio chiaro e con l’altra, invece, stringeva un bicchiere di whisky e stava osservando imperturbabile la donna affascinante accanto a lui, indifferente a quello che diceva. I suoi capelli, che dietro gli scendevano fino alla nuca, erano neri come l’ebano; aveva una fronte prominente e il naso aquilino. Non poteva definirsi bello, tuttavia era incredibilmente virile con quelle mascelle volitive e gli zigomi del volto marcati.

    Non c’era dubbio che fosse un uomo determinato, il tipo che avrebbe venduto un parente se avesse potuto trarne qualche profitto e che non avrebbe concesso clemenza al nemico sconfitto.

    Non che lei avesse intenzione di fargli guerra! Anzi...

    Poi, in modo del tutto inaspettato, lui si voltò; i loro sguardi si incontrarono e Nora sperimentò la stessa spaventosa sensazione che aveva provato salendo in ascensore. Venne scossa da una scarica di adrenalina.

    Il suo primo impulso fu quello di fingere che si stesse semplicemente guardando in giro, tuttavia fu costretta ad accantonare quello stratagemma dal momento che non riusciva a distogliere lo sguardo, affascinata dal bagliore infuocato di quegli occhi d’acciaio.

    Fu sopraffatta dalla curiosità e da un brivido di paura per la sua stessa audacia.

    Si fissarono solo per un secondo o due, ma a lei sembrò che fosse passata un’eternità. Quando finalmente lui le girò le spalle comprese che, durante quel breve intervallo di tempo, ogni muscolo del suo corpo si era contratto.

    Si congratulò con se stessa per la sua sfacciataggine. L’uomo pericoloso sapeva che esisteva e lo aveva obbligato a notarla. Era già un inizio, giusto?

    Peccato che tu non sei il tipo su cui i maschi si soffermano, si disse sentendo lo stomaco contrarsi in una

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