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La scelta del capo: Harmony Destiny
La scelta del capo: Harmony Destiny
La scelta del capo: Harmony Destiny
E-book166 pagine2 ore

La scelta del capo: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

Jeff Brand ha più soldi di quanti ne possa desiderare, un fiuto speciale per gli affari e nessuna voglia di tornare in quel caos delirante che è il mondo della finanza. Eppure si lascia convincere dal gemello Noah, inesorabilmente attratto dalla nuova assistente che il fratello gli mette a disposizione. Holly Lombard, infatti, sembra avere molte qualità, non ultima quella di mandarlo a fuoco.



Lavorare per un Brand è insieme esaltante e di-struttivo, ma la cosa peggiore, per Holly, è il tempo che trascorre con il suo nuovo capo nella proprietà che possiede, lontano dalla frenesia cittadina. Laggiù i sensi sono costantemente all'erta e il cuore in pericolo. E quando Jeff le propone un matrimonio di facciata, lei capisce di essere perduta.
LinguaItaliano
Data di uscita8 set 2017
ISBN9788858972465
La scelta del capo: Harmony Destiny
Autore

Sara Orwig

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    La scelta del capo - Sara Orwig

    vita.

    1

    Lunedì mattina, un’ora prima dell’apertura degli uffici, Holly Lombard sorrise mentre metteva piede nello studio di Noah Brand. Dato che l’aveva convocata, aveva con sé un mucchio di incartamenti, immaginando che lui avesse da porle delle domande relative alla nuova linea che stavano lanciando.

    «Buongiorno, Holly» disse Noah, alzando lo sguardo dalla sua scrivania. «Si metta pure a sedere. Voglio parlarle prima che arrivino gli altri.»

    «Congratulazioni» disse lei, prendendo posto su una poltrona realizzata nella miglior pelle prodotta dalla Brand Enterprises. «Ho letto la sua e-mail e ho visto che ha ottenuto quello che voleva.»

    «Grazie. Jeff comincia oggi» affermò Noah, guardandola attraverso l’ampio ripiano della scrivania di mogano, e lei non poté non notare il tono trionfante presente nella sua voce. «E questo ci porta allo scopo della nostra chiacchierata. Ho una proposta da farle.»

    Sorpresa, lei posò i documenti sul tavolino al suo fianco e attese.

    «Ho fatto un’offerta che Jeff ha accettato, ma è vincolata al fatto che lei accetti a sua volta una nuova posizione all’interno dell’azienda.»

    Un brivido di apprensione la pervase, ma Holly lo soffocò, giudicandolo ridicolo. «Questo mi giunge del tutto inaspettato» disse.

    «Lo so, ma ho dovuto esercitare forti pressioni per avere Jeff. È un tipo in gamba, Holly. Glielo assicuro.»

    Lei si riservava ogni giudizio. Dalle conversazioni avute con Noah nel corso degli anni, sapeva che il gemello era uscito dalla Brand Enterprises molto tempo prima per diventare, strada facendo, un cowboy in un ranch nell’ovest del Texas. Non riusciva davvero a capacitarsi che fosse tagliato per l’attività di famiglia.

    «Voglio che lei lavori con Jeff. In cambio, la promuoverò da mia assistente personale a direttore marketing per la linea Cabrera e le concederò un aumento del venticinque per cento. È un bel passo avanti, Holly. Anche perché lei è ancora giovane.»

    «Ho forse possibilità di scelta?» chiese lei, orripilata alla prospettiva di lavorare con Jeff Brand.

    «Ma certo. Non la caccerò certo se dovesse rifiutare, Ma tenga conto che sarebbe solo per un anno. Quindi, accettando, farebbe un bel salto in termini di stipendio, qualifica e responsabilità. Insomma, farebbe carriera.»

    «Lavorerei con suo fratello invece che con lei?» ripeté Holly, ritenendo invece che questo avrebbe ucciso la sua carriera. Avrebbe lasciato il brillante conduttore dell’azienda per lavorare con un cowboy.

    «Esattamente. E ho concesso a Jeff di lavorare tutta la settimana eccetto un giorno dal suo ranch.»

    «Oh, no!» gridò lei, balzando in piedi. «Non intendo rinchiudermi in un posto dimenticato da Dio a lavorare per qualcuno praticamente privo di qualsiasi esperienza nel mondo degli affari. Spiacente, ma non accetterò» dichiarò Holly, avendo come la sensazione che la sua avventura presso la Brand potesse chiudersi da un momento all’altro. «Mi scusi, ma è assurdo anche solo chiedere a qualcuno di fare una cosa del genere. Stroncherei la mia carriera sul nascere.» Offesa e indispettita che Noah le avesse domandato un simile sacrificio, raddrizzò la schiena, tirando indietro le spalle. «Mi cercherò un altro lavoro... preferisco così.»

    «Si calmi e si rimetta a sedere, per favore» le disse tranquillo Noah. «Jeff può essere un po’ rude e deve essere ragguagliato sulle ultime novità, ma vedrà che ne resterà piacevolmente impressionata. Se lo desidera, avrà un’auto aziendale e tutte le spese pagate. Ma deve tener presente che voglio Jeff a tutti i costi e lei è perfetta per lavorare con lui.»

    Noah si massaggiò la nuca e lei capì che stava studiando qualche altro grosso incentivo da proporle. In fin dei conti, finora le aveva fatto un’offerta piuttosto pidocchiosa visto l’ottimo lavoro che Holly aveva svolto in società.

    «Comunque la si guardi, per me questa è una retrocessione. Mi sta mandando in un posto sperduto per dare una mano a un cowboy inesperto. Detesto i cavalli, la campagna e tutto ciò che ha a che fare con il Vecchio West.»

    Noah le lanciò un’occhiata e lei si chiese se per caso non avesse oltrepassato il limite, ma non aveva più importanza. Preferiva vedersi sgretolare la carriera davanti agli occhi che uscire dal mondo civilizzato.

    «Aspetti un attimo, Holly» la invitò Noah, alzando la mano perentoriamente. Quindi, scarabocchiando su un pezzo di carta, fece alcuni calcoli. Lei rimase seduta, ma avrebbe tanto voluto alzarsi in piedi e mettersi a strillare. Tutto quello era ingiusto, oltre che un grosso spreco del suo talento.

    Noah girò attorno alla scrivania. «Ecco qui la mia proposta. Oltre all’aumento e alla promozione, le pagherò un primo bonus quando inizierà e un secondo bonus quando avrà terminato. Centoventicinquemila dollari all’inizio e centoventicinquemila terminato l’anno.»

    Con lo stomaco sottosopra, Holly guardò fuori dalla finestra, sapendo che l’offerta era diventata troppo invitante per poterla declinare senza almeno averla valutata seriamente. Certo, le pareva già di vedere il Texas occidentale: zanzare, cactus e polvere. Quanto si sarebbe sentita infelice e isolata?

    «Non la vedo lusingata dall’offerta» commentò sinteticamente Noah. «Be’, allora la consideri raddoppiata Holly. Duecentocinquantamila dollari per ciascun pagamento.»

    Sbalordita, lei alzò lo sguardo. «Un bonus di mezzo milione di dollari perché mi presti a tutto questo? Devo pensare che voglia proprio me.»

    «Sì, è così. Gliel’ho detto, Jeff è un ottimo negoziatore e un mago della finanza. Non ha fatto fortuna solo con il bestiame che alleva. So di poter contare su di lui. Sa il fatto suo ed è introdotto. Voi due costituirete una gran bella squadra. Potrò affidarvi tranquillamente qualsiasi incarico.»

    «Sono lusingata da questa affermazione» commentò lei, ancora incapace di credere alla cifra che le era appena stata offerta. «Per quella somma di denaro, insieme alla promozione, sarei disposta a fare molte cose. Anche a lavorare con un gorilla allo zoo» buttò lì, sorridendo.

    «Significa che accetterà? Solitamente le donne sono abbastanza sensibili a Jeff ma, conoscendo la sua serietà, non ho fatto leva su questo argomento.» Il sorriso che le rivolse si rivelò contagioso quando le si avvicinò per stringerle la mano. «Vedrà che non se ne pentirà.»

    «Per la verità, me ne pentirò ogni singolo giorno, ma mi rammenterò quello che sto ottenendo in cambio. In fondo, un anno passa in fretta.»

    «Intendo assumere qualcuno che con il tempo prenda il posto di Jeff, quindi potrebbe non essere proprio un anno, ma giù di lì. Lei otterrà il primo pagamento, così come la nuova qualifica, oggi stesso. Si prenda questa settimana per cercare di concludere nei limiti del possibile tutto ciò a cui sta lavorando. In quanto a me, dovrò spostare qualcuno nel ruolo di mia assistente personale. Ogni suo suggerimento al riguardo sarà il benvenuto. Ah, dimenticavo. Jeff, che sto aspettando, gestirà la linea Cabrera

    «Vedo che si fida ciecamente di lui» affermò lei, pensando alla linea di stivali e selle di alta qualità che avevano recentemente acquisito. «Tre generazioni di Brand hanno lottato anima e corpo per avere quella linea. E, ora che l’avete ottenuta, lei la affida al fratello meno esperto» concluse, pensando che Noah cominciasse a perdere colpi.

    «La smetta di guardarmi come se mi fosse appena spuntata una seconda testa» le disse Noah divertito, e lei si ricordò una volta ancora della spiccata perspicacia di cui era dotato.

    «Benissimo» replicò Holly, sentendosi arrossire in volto. «A che ora arriva suo fratello?»

    «Presto, suppongo. Ho chiesto che lo mandino su direttamente» le spiegò Noah. «Ehm... Holly, grazie per aver accettato questa offerta. Se darà a Jeff anche solo una mezza opportunità di dimostrare le sue doti, sono sicura che cambierà idea sul suo conto.»

    «Ci proverò» disse rigidamente lei, sapendo che avrebbe dovuto rammentarsi quotidianamente la ricompensa in moneta sonante che avrebbe ottenuto per affrontare quel sacrificio. «Ho portato dei documenti che volevo sottoporle, ma ripasserò più tardi. Al momento, mi gira un po’ la testa. La mia vita è appena cambiata radicalmente!»

    «Allora, a più tardi» disse affabilmente lui.

    Raccogliendo gli incartamenti, lei lasciò rapidamente l’ufficio. Si sarebbe aiutata pensando al denaro e all’avanzamento professionale per portare avanti l’incarico appena affidatole.

    Sperava solo di non doversi dimettere. In tal caso, avrebbe dovuto restituire la prima metà del pagamento pattuito. Senza volerlo, pensò alla fotografia che Noah teneva in ufficio e che lo ritraeva con suo fratello. Jeff aveva stampata in faccia un’espressione impertinente e portava calcato in testa un cappello da cowboy. Calzando un paio di stivali, nell’istantanea risultava più alto di Noah e indossava un paio di jeans consunti a vita bassa. Rabbrividendo, si augurò di poter resistere.

    Quando Jeff varcò le porte d’ingresso della sede della Brand Enterprises, venne assalito da una certa repulsione. I ricordi legati al periodo in cui aveva lavorato lì quando aveva vent’anni e a come si era sentito in trappola riaffiorarono di colpo. Suo padre era stato una presenza soffocante e dispotica con quella sua pretesa di intervenire sempre anche sulla decisione più insignificante.

    Con i tacchi degli stivali che battevano rumorosamente sul pavimento in marmo lucido del vano d’ingresso, Jeff avanzò per raggiungere la postazione della sicurezza, dove declinò le sue generalità alla guardia di turno. Gli venne consegnato un badge da indossare e fu fatto passare. Pensò al bonifico che gli sarebbe stato accreditato quello stesso giorno sul conto corrente e il morale gli si sollevò di colpo. Un anno e poi sarebbe potuto tornare a fare ciò che gli piaceva. Pensò alla razza di cavalli da cutting che avrebbe voluto allevare. Ma sì, per un anno sarebbe potuto tornare a farsi parzialmente carico dello scomodo peso rappresentato dall’azienda di famiglia.

    L’atrio inondato di luce era elegante e ricco: cristallo, marmo, pelle e piante di ogni genere ovunque. Era sicuro che ogni particolare fosse stato scelto per far colpo su chiunque entrasse: dipendenti, concorrenti e clienti. Tutto era stato curato dagli architetti d’interni scelti da suo padre e suo nonno. Prima di loro, la sede della Brand Enterprises era stata spoglia di qualsiasi ornamento superfluo. Lasciando perdere le considerazioni, prese l’ascensore per l’ultimo piano dove l’aspettava suo fratello.

    Mentre percorreva il corridoio, una donna che procedeva di gran carriera sbucò da dietro l’angolo e si scontrò con lui, facendo cadere a terra tutti i documenti che aveva con sé. Jeff allungò istintivamente le mani per aiutarla a mantenersi in equilibrio. «Scusi» si affrettò a dirle.

    «No, scusi lei» rispose la donna. «Ero immersa nei miei pensieri. Avrei dovuto...»

    Dei grandi occhi verdi lo fissarono, e lui tirò un profondo respiro. Il suo profumo gli risultò seducente come ogni altra cosa in lei. Aveva i capelli di un castano tendente al rosso raccolti grazie a un fermaglio dietro la testa. Alcune ciocche ribelli erano sfuggite a quella costrizione, smussando l’algida perfezione d’insieme conferita dal tailleur blu e dalla camicetta di seta.

    Ipnotizzato da quei grandi occhi verdi, Jeff si rese conto che la stava fissando. E che ne era ricambiato. Si chiese dunque per quanto ancora lei avrebbe continuato a osservarlo.

    Quasi si fosse resa conto di ciò che stava facendo, lei sbatté le ciglia e indietreggiò leggermente. La carnagione priva di qualsiasi difetto, un naso dritto e delle carnose labbra rosse lo fecero pensare a dei lunghi baci languidi. Aveva un bel viso.

    Improvvisamente, lei sbatté le ciglia come se stesse uscendo da un momento di torpore e alzò lo sguardo sul suo cappello. Le lesse subito in volto una certa disapprovazione. Serrando le labbra, lei abbassò lo sguardo. Le punte dei suoi stivali fatti rigorosamente a mano in pelle di alligatore spuntavano dal fondo dei pantaloni del completo grigio scuro. Jeff avvertì distintamente la sua riprovazione e si domandò chi mai fosse.

    La donna si inginocchiò per radunare i documenti sparsi sul pavimento e lui si chinò a sua volta per aiutarla a raccoglierli. «Ci penso io» le disse, affrettandosi a prendere i fogli e a tenderglieli. La sua mano si ritrovò così a sfiorare le calde dita di lei.

    «Lei è Jeff Brand, non è così?» domandò come se avesse appena scorto una vipera ai propri piedi.

    «Sì, sono io» replicò lui, incuriosito dalla sua reazione. «Lei mi conosce, ma io non credo di avere mai avuto il piacere di incontrarla. Diversamente, non l’avrei certo dimenticata» concluse, tendendole la mano.

    Lei scrollò i documenti come a indicare che non poteva stringergli la mano per via di ciò che teneva

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