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La vendetta del petroliere: Harmony Destiny
La vendetta del petroliere: Harmony Destiny
La vendetta del petroliere: Harmony Destiny
E-book172 pagine2 ore

La vendetta del petroliere: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

Il milionario Nick Ransomes è il tipo d'uomo che l'ereditiera Julia Holcomb deve evitare. E quando scopre che lui è deciso ad appropriarsi della compagnia petrolifera del padre per vendicarsi di un torto antico e segreto, capisce che non può cedere a quella potente attrazione. Eppure non riesce a rifiutare la proposta dell'uomo di fuggire per un weekend e dedicarsi alla soddisfazione dei sensi. Nick, però, intende sedurla solo per carpirle informazioni. Ma quante notti trascorreranno ancora insieme prima che lui scopra che Julia non potrà rivelargli ciò che lui davvero desidera?
LinguaItaliano
Data di uscita10 giu 2019
ISBN9788858998649
La vendetta del petroliere: Harmony Destiny
Autore

Sara Orwig

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    La vendetta del petroliere - Sara Orwig

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Revenge of the Second Son

    Silhouette Desire

    © 2006 Sara Orwig

    Traduzione di Giuseppe Biemmi

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2013 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5899-864-9

    1

    «È il momento della verità» sussurrò Nick Ransome tra sé, pregustando la resa dei conti con il concorrente che da anni cercava di annientare, con cui aveva appuntamento a cena.

    Sterzando in modo brusco, abbandonò l’intenso traffico di Dallas ed entrò con la sua potente auto sportiva nel parcheggio del ristorante. Quindi, individuata una piazzola libera, accelerò di colpo perché nessuno gliela soffiasse. Era una serata di inizio luglio particolarmente afosa e dall’asfalto si levavano ondate di calore. All’improvviso, un cane dal pelo arruffato sbucò da dietro alcune macchine in sosta, tagliando inaspettatamente la strada a Nick.

    L’animale venne seguito a ruota da una donna che, nel chiaro tentativo di proteggere l’incauto quattrozampe, si parò di fronte all’auto in movimento, sbracciandosi affannosamente.

    Imprecando, Nick pigiò con forza sul pedale dei freni. In uno stridio di pneumatici, l’auto slittò andando ad arrestarsi a meno di mezzo metro di distanza dalla donna mentre il cane, dall’aspetto vecchiotto e malandato, attraversò a passo lento lo spiazzo e scomparve dietro un cespuglio.

    L’iniziale fastidio di Nick si trasformò presto in ammirazione. Aveva davanti a sé una magnifica bionda con dei grandi occhi azzurri e con indosso un abito nero senza maniche che le arrivava al ginocchio. Mentre la temeraria avanzava verso di lui, Nick fissò l’armonioso ancheggiare dei suoi fianchi e le pulsazioni gli aumentarono di colpo. Con manifesto interesse, abbassò il finestrino.

    «Mi scuso se l’ho spaventata, ma non volevo che il cane venisse investito» disse lei, abbassandosi per parlargli. Aveva una voce seducente, che si accordava perfettamente al suo aspetto.

    «Non si preoccupi. È sempre un piacere fermarsi per una bella donna.»

    «Grazie.» Lei rise, sfoderando dei denti bianchissimi e un sorriso incantevole che non lo lasciò indifferente. Le sue labbra rosee e carnose lo spinsero a chiedersi come sarebbe stato baciarla, anche perché, quando aveva agitato nell’aria le mani, aveva notato che non portava la fede. «Il cane sembrava piuttosto vecchio, e immagino che fosse anche un po’ sordo» continuò lei. «Credo non abbia sentito l’auto. È stato un sollievo che sia riuscito a schivarlo.»

    «Ben felice di esserci riuscito, ma deve fare attenzione. La prossima volta chi è al volante potrebbe non fermarsi in tempo.»

    Un sopracciglio le si inarcò e gli occhi le brillarono. «Dubito che il prossimo conducente sfreccerà così veloce in un parcheggio. Lei è un uomo che va decisamente di fretta.»

    «Devo incontrare gente» si giustificò lui. «Comunque, se mi vuol dare il suo numero di telefono, più tardi la chiamerò per accertarmi che non si sia fatta nulla quando mi ha tagliato la strada, rischiando di finirmi sotto il cofano dell’auto» aggiunse Nick con un sorriso sornione.

    «Vedo che ci prova con la stessa velocità con cui guida» commentò lei.

    «Oh, questo è niente. Se davvero vuole vedermi all’opera mentre le faccio la corte, mi lasci il suo numero. Altrimenti, venga a cena con me domani sera.»

    Quando lei rise, lui ne fu compiaciuto, ma ancora non gli aveva risposto. Il pensiero di cenare con lei gli rimescolava già il sangue nelle vene. Era una gran sventola, con una pelle vellutata, degli enormi occhi azzurri e delle folte ciglia.

    Lei posò entrambe le mani sul finestrino abbassato e si sporse in avanti, fino a trovarsi a pochi centimetri di distanza da lui. «Non mi sono fatta niente, non intendo darle il mio numero di telefono e, anche se sono tentata, non cenerò con lei» gli disse con quella voce di gola estremamente sexy che lo intrigava tanto.

    In quel mentre, un’auto gli arrivò alle spalle, e lei si tirò indietro.

    «Sta bloccando il traffico» gli disse vagamente divertita.

    «Ha appuntamento con un uomo a cena, non è così?» le chiese Nick, incurante di bloccare il passaggio alla macchina che si era accodata alla sua.

    «Sì» replicò lei. «Un uomo che amo moltissimo» aggiunse, voltandosi e allontanandosi mentre dall’auto in attesa partivano un paio di colpi di clacson. Nick la osservò sculettare deliziosamente prima di togliere il piede dal freno e proseguire verso la piazzola adocchiata in precedenza.

    «Lo amerai anche, ma non ti è affatto dispiaciuto flirtare con me» mormorò Nick senza rivolgersi a nessuno in particolare.

    Quando raggiunse l’ingresso del ristorante, la bella sconosciuta era già scomparsa al suo interno. Voleva il suo nome. Cenava con un uomo stasera, ma se non era sposata né fidanzata, allora niente gli impediva di conoscerla. Non poteva essere veramente innamorata, considerando come si era comportata quando avevano parlato. A meno che l’uomo che amava moltissimo non fosse suo padre. Possibilità che fece sorridere Nick.

    Nick giurò a se stesso che sarebbe riuscito di nuovo a incontrarla. Quindi rise tra sé. Perché prendersela tanto? Il Texas era pieno di donne belle, sexy e intriganti. Eppure, quando il maître lo accolse e si girò per fargli strada al tavolo che gli era stato riservato, Nick scrutò la sala per individuarla.

    «I suoi commensali la stanno aspettando, signor Ransome» gli disse Darrell, attraversando la sala. Nick continuò a osservare la gente elegantemente vestita che cenava a lume di candela in una delle steak house più rinomate di Dallas. A far da complemento all’ambiente raffinato, c’era la musica di sottofondo suonata da un pianista. Era il primo mercoledì di luglio e Nick decise che la serata non avrebbe potuto iniziare meglio.

    A un certo punto, Darrell si fermò e indicò a Nick un tavolo con tre persone. Entrambi gli uomini si alzarono, ma lo sguardo di Nick corse alla bionda che restò seduta e lo fissò impassibile.

    Per la seconda volta nel giro di pochi minuti, lei gli trasmise un sussulto. Se anche lei era sorpresa, non lo diede a vedere. E Nick capì che qualsiasi cena che riguardasse solamente loro due era fuori questione, tanto che il suo interesse per lei subì un brusco calo.

    Disgusto e rabbia sorda gli strinsero la gola mentre Nick tendeva la mano a Rufus Holcomb, CEO della Holcomb Drilling. L’uomo dai capelli bianchi gli diede una stretta vigorosa e Nick si ritrovò a fissare un paio di calcolatori occhi azzurri sotto delle ispide sopracciglia bianche. L’uomo, nonostante l’età, sapeva essere ancora molto scaltro e cocciuto. Nick sapeva che, dietro ai rispettivi sorrisi di facciata, ciascuno di loro mascherava ciò che effettivamente provava.

    «Rufus, non vedevo l’ora che arrivasse questo momento» disse Nick, chiedendosi perché mai Rufus avesse voluto che si incontrassero a cena.

    «Immagino» rispose conciso Rufus, prima di voltarsi verso la bionda. «Julia, ti presento il famigerato Nick Ransome» disse. «Nick, mia nipote Julia Holcomb.»

    Lei allungò la mano e sorrise con freddezza. «Ci siamo già incontrati» affermò, sostenendo inflessibilmente lo sguardo di Nick mentre gli dava una stretta decisa. Nel momento stesso in cui le afferrò l’esile mano, le pulsazioni gli salirono di un’altra tacca e Nick non riuscì a impedirsi di lanciare uno sguardo a quelle sue labbra piene e carnose.

    «Sì, in effetti è così. Protettrice di cani e nonni» ribatté Nick, lasciandole la mano e scambiando un cenno di saluto con Tyler Wade, un fusto biondo che era il vicepresidente marketing della Ransome Energy, nonché suo amico di vecchia data.

    Quando i tre uomini si furono seduti, si materializzò un cameriere per chiedere cosa desideravano bere. Appena l’uomo si fu allontanato, Rufus lanciò un’occhiata a Nick e Julia. «Dunque, dove vi sareste incontrati voi due, dato che dev’essere stato per forza dopo le sei di questa sera? E cos’è questa faccenda di proteggere i cani?»

    «Il signor Ransome è un guidatore dal piede piuttosto pesante e un incauto randagio si è trovato a transitare davanti alla sua auto nel parcheggio qui fuori» disse Julia, osservando Nick. Nell’istante in cui i loro sguardi si incrociarono, lui inalò profondamente. «Suppongo che il signor Ransome sia veloce in molte delle cose che fa. Ho ragione?»

    Nick poteva avvertire l’antagonismo che aveva sempre provato in presenza di Rufus estendersi a Julia, solo un po’ diverso. Julia era una donna desiderabile e una sfida che non poteva ignorare. «Non direi mai a una bella donna che si sbaglia» disse tranquillamente Nick, voltandosi verso Rufus. «Sei un briccone, Rufus, a portarti dietro tua nipote, perché sai benissimo che basta che sbatta le ciglia di quei suoi occhioni azzurri per distrarre dal suo intento il più determinato degli uomini.»

    Nick sapeva bene che il suo commento sessista avrebbe fatto arruffare il pelo a entrambi gli Holcomb, e in particolare a Rufus che era già pronto per lo scontro. Semplicemente, c’era qualcosa in Julia che lo induceva a provocarla.

    «Julia è vicepresidente del reparto contabilità. Come constaterai tu stesso molto presto, è un’eccellente collaboratrice che voglio sempre al mio fianco.»

    «Grazie, nonno. Ma dubito che il signor Ransome condividerà il tuo parere» disse lei, sorridendo a Nick. Ma fu un altro sorriso gelido, che non trasmetteva alcuna cordialità, e non somigliava nemmeno lontanamente ai calorosi e irresistibili sorrisi che gli aveva lanciato nel parcheggio. Teneva i capelli biondi raccolti dietro alla nuca con un nastro nero, e lui si domandò che aspetto avesse quando scioglieva quella massa vaporosa, lasciandola ricadere sulle spalle.

    «Suo nonno ha sicuramente ragione» replicò Nick. Le sue emozioni erano dibattute tra il competere con lei e il portarsela fuori per cercare di approfondirne la conoscenza.

    Fecero una pausa quando il sommelier comparve per stappare una bottiglia di vino, versarne un assaggio per ottenere l’approvazione di Nick e quindi riempire i vari bicchieri. Non appena li ebbe lasciati, Rufus consultò il suo menu. «È stata una giornata lunga e faticosa, e ho una fame da lupi. In effetti, di solito ceno un paio d’ore prima, dunque vediamo di far portare qualcosa in tavola.»

    «Ottimo» concordò Nick, sapendo già cosa voleva, dato che era un frequentatore abbastanza assiduo del locale. Era ansioso di procedere con la cena che prevedeva non avrebbe portato a nulla di buono, se non ad accentuare l’antagonismo con l’anziano uomo d’affari e sua nipote.

    Ci fu una breve discussione relativa alle rispettive scelte prima che il cameriere venisse a prendere le ordinazioni.

    «So che hai un paio di splendidi Quarter Horse in quel tuo ranch» buttò lì Rufus. «Come sta andando la stagione?»

    «Non fanno che vincere» rispose Nick.

    «Black Lightning ha vinto giusto sabato scorso» intervenne Julia.

    «Frequenta le corse?» le domandò Nick.

    «No. Mi tengo informata sui suoi cavalli. Ritengo sia saggio conoscere i propri concorrenti» affermò lei.

    «E su cos’altro che mi riguarda si sta tenendo informata?» le chiese lui, sorridendole.

    «Sui suoi successi in genere. So che la sua compagnia petrolifera negli ultimi cinque anni è cresciuta, triplicandosi. E che di recente ha firmato un contratto per trivellare in Russia.»

    «Sa parecchio di noi» disse Nick, un attimo prima che venissero servite delle succose bistecche. Per un po’ nessuno parlò, poi la conversazione tornò sui cavalli da corsa e da riproduzione. Per tutto il tempo in cui chiacchierarono, ogni volta che gli sguardi di Nick e Julia si incontravano, lui poteva sentire l’elettricità che c’era fra di loro. Con suo stesso sgomento, doveva ammettere che il solo guardarla gli toglieva il fiato. Aveva una pelle che dava la sensazione di essere morbida come seta e avrebbe tanto voluto affondarle le dita nei capelli. Dovette scacciare più volte delle immagini erotiche che avevano lei per protagonista e imporsi di tornare a far mente locale.

    Ben presto, il discorso si spostò sull’hobby preferito di Rufus. La vela.

    «Potresti andare in pensione, Rufus, e veleggiare a tempo pieno, visto che ti piace tanto» commentò Nick.

    Sfoderando un ghigno sardonico, Rufus scosse il capo. «E lasciare che tu metta le mani sulla mia compagnia? Non credo proprio. No, continuerò come ho sempre fatto. Julia, comunque, è un marinaio capace quanto me. Con il suo aiuto, mi aspetto di vincere la prossima regata a cui parteciperò, così come insieme a lei intendo bloccare il tuo tentativo di acquisire il controllo della Holcomb

    «Dunque, anche lei ha la vela nel sangue» disse Nick, rivolgendosi a Julia e ignorando i commenti di Rufus sulle questioni d’affari.

    «Il nonno mi porta in barca da quando avevo cinque anni.»

    «Julia ha un’imbarcazione tutta sua che è un vero spettacolo» aggiunse Rufus.

    «E

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