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Ricatto all'altare: Harmony Collezione
Ricatto all'altare: Harmony Collezione
Ricatto all'altare: Harmony Collezione
E-book168 pagine2 ore

Ricatto all'altare: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Hayley Addington È innamorata di Jasper da quando era solo una ragazzina, ma il loro rapporto è sempre stato problematico.

Jasper Caulfield È sconvolto dalle condizioni che il padre ha stabilito perché possa ereditare la proprietà di famiglia.

Sposare Hayley e rimanere sposato con lei per un mese. Jasper non ha scelta: convincerla non sarà facile, ma è certo di poter trovare un modo per vincere la sua resistenza.
LinguaItaliano
Data di uscita12 set 2019
ISBN9788830504325
Ricatto all'altare: Harmony Collezione
Autore

Melanie Milburne

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Ricatto all'altare - Melanie Milburne

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Willingly Bedded, Forcibly Wedded

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2007 Melanie Milburne

    Traduzione di Edy Tassi

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2008 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3050-432-5

    1

    «Sposarmi?» Jasper Caulfield quasi si strangolò con quella parola. «Devi essere completamente impazzito.»

    Duncan Brocklehurst rivolse al suo cliente uno sguardo comprensivo.

    «Immagino che per tuo padre sia stato un modo per cercare di esercitare il controllo anche dalla tomba.»

    Jasper aggrottò le sopracciglia con irritazione. «Vuoi dire che non c’è una via d’uscita?»

    L’avvocato scosse la testa. «Temo di no, Jasper. Se vuoi entrare in possesso di Crickglades dovrai convincere Hayley Addington a diventare tua moglie e a vivere con te per un mese, altrimenti finirà tutto nelle mani di tuo fratello Raymond.»

    Jasper si alzò di scatto e cominciò a camminare con passi nervosi. «Questo è completamente assurdo. Raymond è un prete, per l’amor del cielo. Che cosa può farsene di un posto come Crickglades?» Alzò gli occhi al cielo. «Non sono tipo da matrimonio, e se anche lo fossi, Hayley è praticamente l’ultima donna che prenderei in considerazione per un legame del genere, anche se temporaneo. Inoltre, nemmeno lei mi può soffrire.»

    «Se fossi in te ci rifletterei con molta serietà» replicò Duncan. «Questa proprietà è il sogno di ogni immobiliarista. Il terreno vale una vera fortuna in termini di riprogettazione urbanistica. E comunque, di sicuro varrà lo sforzo di un breve matrimonio a termine, giusto?»

    Jasper si risedette ed emise un profondo respiro. Aveva i suoi buoni motivi per volere Crickglades, ed era disposto a fare tutto il necessario per ottenerla. Si arruffò i capelli neri con una mano prima di fissare lo sguardo sul documento appoggiato alla scrivania, come se fosse velenoso. «E come dovrei fare per convincere Hayley a sposarmi?»

    Duncan ridacchiò divertito. «Perché non provi a usare un po’ di quel fascino per il quale sei tanto famoso?»

    Jasper sbuffò. «Sì, be’, ci vorrà molto più che un po’ di fascino per convincere Hayley. Comunque, che cosa otterrebbe lei? Avevo l’impressione che avesse cercato di adulare il vecchio per farsi lasciare tutto.»

    «Il testamento precedente di Gerald era piuttosto semplice, ma me ne ha fatto redigere uno nuovo pochi giorni prima di morire.» Gli occhi di Duncan guizzarono verso i documenti legali di fronte a lui. «In questo, lei riceverà una somma dal suo patrimonio, ma solo se ti sposerà e se vivrà con te per un mese, come stabilito.»

    «A quanto ammonta questa somma?»

    Duncan nominò una cifra che gli fece inarcare le sopracciglia.

    «Così tanto? Che cosa aveva in mente quel vecchio?»

    «Non lo so, ma tuo padre ha insistito perché non ci fosse nessuno scambio di denaro fra voi. Non puoi pagare Hayley perché diventi tua moglie. E nemmeno far redigere un contratto prematrimoniale.»

    Jasper si raddrizzò di scatto sulla sedia. «Cosa? Ma questo è un suicidio finanziario!» proruppe. «È una vera follia, soprattutto se consideri ciò che è accaduto a mio padre quando quella sgualdrina di Eva, la madre di Hayley, lo ha spogliato di metà patrimonio. Avanti, di sicuro ci sarà un modo per aggirare queste clausole.»

    Duncan scosse la testa. «Mi spiace Jasper. Tuo padre ti ha legato le mani così bene che dovresti essere più abile di Houdini per liberarti. Non hai davvero altra scelta che fare come ti dice. Convinci Hayley Addington a diventare tua moglie, poi spera e prega che alla fine del mese non ti odi ancora e non ti lasci in mutande.»

    Jasper si massaggiò la mascella per qualche istante.

    «Lei è a conoscenza delle clausole del testamento?»

    «Ci siamo visti ieri.»

    «E?»

    Duncan gli rivolse uno sguardo serio. «Hai per le mani una bella gatta da pelare, Jasper. Perché non solo ti odia con tutto il cuore, ma in questo momento è fidanzata con un altro uomo.»

    Jasper si sentì come se qualcuno lo avesse colpito con un pugno allo stomaco. «Fidanzata?»

    Hayley fidanzata? Come era potuto accadere senza che lui ne venisse a sapere niente? Non che fossero affari suoi, ovviamente, eppure...

    «Mi ha detto che non hai partecipato al funerale...» Duncan interruppe il corso dei suoi pensieri.

    Gli occhi di Jasper abbandonarono il volto dell’avvocato per sfiorare la fila di attestati appesi alla parete.

    «Non sono riuscito a tornare in tempo» rispose con un tono di voce piatto e privo di emozione, che sperò nascondesse quello che stava provando veramente. «Ero all’estero per affari.»

    «Dunque, quando è stata l’ultima volta che hai visto Hayley?» lo interrogò ancora Duncan.

    «Un paio di anni fa, durante uno dei ricevimenti di mio padre per raccogliere fondi in favore della parrocchia di Raymond, penso» rispose lui. «Avevo espresso un qualche commento sul suo abbigliamento e lei mi ha tirato il suo drink in faccia.»

    «Affascinante.»

    «Sì, è così che è fatta Hayley» borbottò Jasper con una smorfia. «Peccato che mio padre non riuscisse a vedere che razza di gatta selvatica sia. L’esperienza con sua madre avrebbe dovuto insegnargli qualcosa, invece no... era convinto che Hayley fosse diversa. Stravedeva per quei suoi occhi verde-azzurri. Dio, il modo in cui faceva sempre la carina con lui mi dava la nausea.»

    «Chissà, potrebbe essere cambiata nel frattempo» suggerì Duncan. «Quando l’ho vista ieri, ho pensato che fosse una persona molto dolce.»

    Jasper sbuffò. «Hai trascorso solo un’ora con lei. Non uno stramaledetto mese come sono costretto a fare io.»

    «Solo se riuscirai a convincerla a sposare te, invece di Myles Lederman» gli ricordò Duncan.

    «Myles Lederman, eh?» Jasper si sfregò il mento con fare meditabondo.

    «Conosci questo Lederman?» chiese Duncan.

    «Ci siamo incrociati un paio di volte.»

    «Sì, be’, conoscenze o meno, continuo a pensare che hai per le mani una bella grana» obiettò Duncan.

    Jasper si alzò in piedi e rivolse al legale uno sguardo determinato. Poi si avviò verso la porta. «Se sarà necessario, sono disposto a trascinare all’altare Hayley anche con la forza. Stai a guardare.»

    «Il tuo prossimo cliente è arrivato.» La testa di Lucy spuntò dalla porta della cabina dove venivano effettuate le pulizie del viso.

    «Grazie Lucy» rispose Hayley, mentre lisciava la fodera protettiva del lettino. «Un istante e sono da lei.»

    «Ehm...» Lucy si schiarì la gola. «Non è una lei... è un lui. Un lui piuttosto affascinante, fra l’altro.»

    Hayley si voltò con la fronte corrugata. «Ma la signora Fairbright viene sempre a quest’ora per farsi tingere le sopracciglia. Ha disdetto l’appuntamento all’ultimo minuto?»

    «Così sembra» replicò Lucy. «Comunque sono sicura che il suo sostituto non ti deluderà.»

    «Che cosa è venuto a farsi fare?»

    Lucy scrollò le spalle. «Non lo so. Non ho guardato il registro. Ha solo detto che aveva un appuntamento con te per le tre.»

    Hayley si sistemò l’elegante uniforme rosa e bianca e si avviò verso la reception del salone, il Bayside Best for Beauty, con un sorriso di benvenuto stampato sul volto. Ma si bloccò di colpo quando vide l’alta figura che si alzava da una delle poltroncine foderate di pelle.

    «Tu!» boccheggiò.

    «Felice di rivederti, Hayley» la salutò Jasper. «Come ti vanno gli affari?»

    Lei strinse i denti e picchiò a terra con un piede. «Esci dal mio salone. Subito.»

    Jasper oscillò sui talloni con aria indolente mentre si guardava attorno. «Il tuo salone, eh?» Emise un fischio fra i denti e riportò i suoi occhi color cioccolato su quelli fiammeggianti di lei. «Un vero peccato che tu non sia in grado di tenertelo.»

    Hayley lo fissò attraverso le palpebre socchiuse. «Cosa vuoi dire?»

    Lui le rivolse uno di quei suoi sorrisi pigri. «Ho appena acquistato alcune proprietà in questo quartiere. Un vero affare. Praticamente un furto.»

    Lei avvertì un improvviso scoppiettio nel petto, come se il suo cuore stesse cercando di decidere se mettersi a correre o fermarsi del tutto.

    «Quindi?»

    «Quindi...» ripeté Jasper facendo deliberatamente una piccola pausa, «da oggi sono il tuo nuovo padrone di casa.» Hayley lo fissò a bocca aperta. Lui incrociò le braccia sul petto ampio, con lo sguardo che scintillava di soddisfazione. «Gli aspetti legali sono stati definiti questa mattina. Ecco perché sono qui.»

    La porta si aprì di scatto mentre un’altra cliente entrava nel salone. Hayley rivolse alla donna un rapido sorriso di saluto e borbottò qualcosa a proposito di Lucy che si sarebbe occupata immediatamente di lei, poi si voltò di nuovo verso Jasper.

    «Sarà meglio che andiamo nel mio ufficio sul retro.»

    Gli fece strada con le gambe pesanti. Ogni volta che vedeva Jasper Caulfield sentiva la rabbia crescerle dentro come un flusso di elettricità ad alto voltaggio. Erano passati tre anni dall’ultima volta che si erano incontrati e da allora non era cambiato niente.

    Lo odiava ancora con tutta se stessa.

    Spinse la porta del proprio ufficio e si rifugiò dietro la scrivania, ma non era una barriera sufficiente. Non appena anche lui entrò e si sedette sulla poltroncina di fronte, lo spazio della stanza sembrò dimezzarsi di colpo.

    «Immagino che mi chiederai di pagare un affitto astronomico o qualcosa del genere» sbottò piena di risentimento.

    «Dipende» rispose Jasper, scivolando con lo sguardo sui suoi lineamenti contratti. «In realtà, voglio che diventi mia moglie.»

    Hayley si alzò in piedi di scatto e spinse di colpo la sedia sotto la scrivania. «Come osi venire qui a farmi perdere tempo?» lo aggredì. «So che è un banale cliché, ma ieri ho già detto all’avvocato di Gerald che non ti sposerei nemmeno se fossi l’ultimo uomo rimasto sulla faccia della terra, e tu lo sai maledettamente bene.»

    «Non dirmi che sarò costretto a eliminare ogni altro uomo al mondo per vedere se stai dicendo davvero la verità» commentò lui seccamente.

    Hayley emise un sospiro furibondo e indicò la porta con un movimento deciso del braccio. «Vattene!»

    Jasper si appoggiò allo schienale della poltroncina e incrociò una caviglia sul ginocchio, in una posa che la fece infuriare ancora di più. «Prova a costringermi.»

    Il cuore di Hayley cominciò a martellare disordinatamente nel petto e le sue gambe a tremare. Non riusciva a capire come qualcuno che odiava tanto riuscisse contemporaneamente a farla arrabbiare, a innervosirla e a farla sentire così insicura allo stesso tempo.

    «Ti chiedo un’ultima volta di andartene» gli ordinò, cercando di mantenere un tono di voce fermo.

    Jasper si alzò e le si avvicinò. Hayley indietreggiò di un passo, ma il suo ufficio era così piccolo che non fece alcuna differenza. «Stai... stai lontano da me.»

    «Di cosa hai paura, Hayley?» le chiese lui, gli occhi incatenati ai suoi. «Che ti baci come mi hai pregato di fare tanti anni fa?»

    Lei strinse la mascella, il volto in fiamme al ricordo di quell’unica perdita di autocontrollo. «Non oseresti.»

    «Eccome se oserei» la contraddisse Jasper in tono suadente, catturandole una ciocca scura e avvolgendosela lentamente attorno a un dito.

    Hayley si vergognò di come il suo corpo rispondeva a quella vicinanza. Avvertiva il tenue inturgidimento dei capezzoli contro il pizzo del reggiseno e il nastro di desiderio che cominciava a srotolarsi dentro di lei.

    «Sono già fidanzata e sto per sposarmi» annunciò senza fiato.

    «Annulla tutto.»

    «No, non annullerò tutto!»

    «Ha una relazione, lo sai.»

    «Questa è una meschina bugia!»

    «Posso dimostrarlo. Ho delle foto, se vuoi vederle» insistette lui. «Si chiama Serena Wiltshire. Alta, bionda, gambe lunghissime, un seno spettacolare e un sorriso

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