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Impossibile resistere: Harmony Destiny
Impossibile resistere: Harmony Destiny
Impossibile resistere: Harmony Destiny
E-book155 pagine2 ore

Impossibile resistere: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

Questo incarico sembra impossibile.
David Sorrenson, membro del Texas Cattleman's Club, ha tra le mani un caso a dir poco disperato. Si trova a curare la figlia in fasce di una donna che, entrando ferita al Club è poi subito caduta a terra, e ora versa in condizioni critiche. Per fortuna Marissa Wilder, commessa in un negozio di articoli per bambini, accetta la sua offerta di fare da babysitter ventiquattro ore su ventiquattro. David non aveva pensato che avere per casa una donna così sexy potesse essere una tentazione irresistibile per un uomo. E lui è senz'altro un uomo. Ora la missione di questo ex militare, esperto in questioni di sicurezza, sarà portare Marissa nel proprio letto. E magari farcela restare.
LinguaItaliano
Data di uscita10 nov 2020
ISBN9788830520981
Impossibile resistere: Harmony Destiny
Autore

Sara Orwig

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Impossibile resistere - Sara Orwig

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Entangled With a Texan

    Silhouette Desire

    © 2003 Harlequin Books S.A.

    Traduzione di Rita Pierangeli

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2004 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3052-098-1

    1

    L’intuito gli disse che c’era qualcosa che non andava, e il suo intuito raramente si sbagliava.

    Malgrado l’ottimo cibo e la piacevole compagnia, David Sorrenson si agitò irrequieto sulla sedia. In più di un’occasione, presentimenti simili gli avevano salvato la vita. Infastidito, cercò di liquidare come ridicola quella sensazione.

    Quel tre di novembre faceva freddo, così la settimanale festa del chili al Royal Diner era ancora più stimolante. Il jukebox suonava rock’n’roll e nel locale aleggiava il profumo appetitoso degli hamburger di Manny. Soltanto alcuni séparé erano occupati, e non c’erano clienti seduti al banco.

    In un’atmosfera così rilassata, David non riusciva a spiegarsi il senso di disagio che provava. Era bello essere nella propria città natale, Royal, nel Texas, non dover più partecipare a missioni speciali e avere ritrovato i vecchi amici.

    David rise di una battuta di Alex Kent. Si conoscevano da quando erano bambini e adesso avevano entrambi trentacinque anni. Tutti e due orfani di madre, avevano frequentato le stesse scuole, quindi David era entrato nei corpi speciali mentre Alex era diventato agente dell’FBI. Ma tra loro c’erano anche notevoli differenze: Alex, che attirava le donne come un fiore attira le api, sembrava soddisfatto di quel genere di vita. David, invece, non capiva perché negli ultimi tempi avesse l’impressione che la sua vita fosse giunta a un bivio.

    «David, sei dei nostri?» chiese Clint Andover.

    David si riscosse dalle proprie riflessioni. «Certo.»

    «È un peccato che Ryan avesse un altro impegno» commentò Alex, riferendosi a un loro amico.

    «Già. Doveva vedersi con una sventola di donna» spiegò David. «Per te, Alex, è un pericoloso concorrente.»

    La campanella sopra la porta d’ingresso suonò e David si voltò in quella direzione. La porta si spalancò e una folata di aria fredda investì il locale. Una donna, che stringeva al petto un bebè e una sacca di tela, entrò barcollando nella sala.

    «Oh-oh» borbottò David, scattando in piedi. Con la coda dell’occhio vide che anche i suoi amici si stavano muovendo.

    Sotto una massa spettinata di lunghi capelli castani, la donna sanguinava da una ferita alla testa. Era pallida come un lenzuolo e sembrava sul punto di crollare.

    Clint Andover la prese tra le braccia prima che cadesse a terra mentre David afferrava il neonato avvolto in una coperta. Alex stava già chiamando un’ambulanza con il suo cellulare.

    La donna batté le palpebre e li fissò con grandi occhi viola. «Non permettete che... che prendano la mia bambina... non permettete che prendano Autumn» mormorò prima di accasciarsi tra le braccia di Clint.

    La bambina cominciò a piangere. Mentre David cercava di tranquillizzarla, Clint adagiò la donna sul pavimento. Manny accorse con una giacca macchiata di unto.

    «Ecco, copritela con questa.»

    «Un’ambulanza è già per strada» avvertì Alex. Chinandosi sulla donna le tolse dalla mano qualcosa di sgualcito.

    David l’osservò mentre lo lisciava e capì che anche i suoi amici avevano subito riconosciuto il biglietto da visita del Texas Cattleman’s Club.

    Essendone socio, come lo erano i suoi amici, sapeva che quel prestigioso club era soltanto una facciata. I suoi membri erano impegnati in missioni segrete per salvare vite innocenti. Era evidente che la donna stesa a terra stava cercando aiuto.

    Aveva un livido scuro su una guancia e Clint gli teneva un fazzoletto premuto sulla ferita alla testa. In lontananza si udì l’ululato di una sirena.

    Gli altri avventori si tenevano in disparte, perciò David ritenne che nessuno avrebbe potuto udirli se avessero parlato sottovoce. «Questa donna è venuta a chiedere aiuto al club. Non possiamo abbandonarla.»

    «Sono d’accordo» rispose Clint, e Alex annuì.

    «Dobbiamo salire sull’ambulanza con lei. E non possiamo permettere che le portino via la bambina» proseguì David.

    «Ho dato un’occhiata nella sacca» disse Alex. «Ci sono pannolini e un biberon, ma è anche zeppa di denaro. Banconote di grosso taglio.»

    David imprecò e, tenendo la bambina con un braccio, si chinò a sentire il polso della donna.

    «È in condizioni preoccupanti. Il polso è molto debole.»

    «Se le dovesse succedere qualcosa, non possiamo permettere che lo stato si prenda la piccola fino a quando non avremo scoperto da chi ha avuto quel biglietto da visita» disse Alex.

    «Chiama Justin Webb» suggerì David, facendo il nome di un socio che era medico. «Digli di raggiungerci all’ospedale. Con l’influenza di cui gode, può aiutarci.»

    In quel momento, la campanella sulla porta suonò di nuovo e subito dopo entrarono due paramedici. David ne riconobbe uno, un certo Carsten Kramer.

    «Qualcuno ha visto cos’è successo?» chiese Carsten mentre il suo collega si chinava sulla donna.

    David lo mise al corrente dei fatti mentre caricavano la donna su una lettiga. Clint Andover ottenne il permesso di salire con lei sull’ambulanza. David e Alex li avrebbero seguiti con le loro auto. David consegnò la neonata a uno dei paramedici, provando una strana riluttanza a staccarsi da quel piccolo fagotto.

    Il tragitto fino al Memorial Hospital gli parve interminabile. Da dove era arrivata quella donna? Chi le aveva dato il biglietto da visita? Erano soltanto due delle domande che lo assillavano mentre si precipitava all’ingresso del Pronto Soccorso.

    La donna era già stata portata via per essere sottoposta a esami quando lui e Alex entrarono nella sala d’attesa, dove c’era già Clint.

    Non erano passati tre minuti che venivano raggiunti da Justin Webb.

    «Grazie per essere arrivato così presto» disse David. «In questo momento, i dottori stanno visitando la donna e la bambina.»

    «Chi è la donna?» chiese Justin.

    David gli fece un resoconto di quanto era successo al ristorante.

    «Si direbbe che quella che era iniziata come una tranquilla serata si sia trasformata in un grosso problema che vi è capitato tra capo e collo» commentò con calma Justin. Si rivolse quindi a David. «D’accordo, mi occuperò della neonata.»

    «Grazie!» esclamò David con sollievo. «Fa’ in modo che noi possiamo prendercene cura fino a quando la madre non sarà in grado di badare a lei.»

    «Vi prometto che farò tutto il possibile» dichiarò in tono solenne Justin, guardandoli a uno a uno prima di lasciare la stanza.

    «Se è umanamente possibile, manterrà la sua promessa» disse David, seguendo con lo sguardo l’alta figura del dottore, uno dei più noti luminari nel campo della chirurgia estetica.

    «Lui stesso ha vissuto in prima persona una situazione simile» aggiunse Alex mentre i tre uomini si sedevano, disponendosi ad aspettare.

    Con quelle parole, alludeva al fatto che la maggiore delle sue figlie, Angel, ora adottata, era stata abbandonata sulla porta di casa di quella che, poco dopo, sarebbe diventata sua moglie, Winona.

    «Justin e Winona adorano quella ragazzina» disse Clint.

    Mentre aspettavano, Alex Kent tirò fuori il suo cellulare. «Anche se dobbiamo mantenere un profilo basso, per quanto è possibile, e solo una questione di tempo prima che la polizia intervenga. Anzi, mi sorprende che non siano già qui. Chiamerò Wayne Vincente e gli parlerò. Abbiamo già lavorato insieme.»

    «Buona idea, Alex» approvò Clint.

    David si appoggiò allo schienale e incrociò le gambe, ascoltando l’amico che parlava con la polizia.

    «Vincente sarà qui tra poco» li informò appena ebbe concluso la telefonata.

    «Ho riflettuto sulla donna» disse Clint. «Se la trattengono in ospedale, con tutto quel denaro, una ferita alla testa e quel biglietto da visita, deve essere in pericolo. Penso che uno di noi dovrebbe restare di guardia alla sua stanza.»

    «Buona idea» replicò David. «Puoi farlo tu, Clint? Dopotutto, sei il nostro addetto alla sicurezza.»

    «Certo.»

    «D’accordo.» Alex spostò sotto la sedia la sacca di tela. «Io mi occuperò della polizia e metterò il denaro al sicuro, a meno che Vincente non decida di prenderlo in custodia.»

    «Posso aiutarti» si offrì David.

    «Tu baderai alla bambina» disse Clint. «Uno di noi deve farlo.»

    «Se le circostanze lo richiederanno» rispose David, prevedendo che la piccola sarebbe stata messa nella stanza della madre.

    In quel momento, un uomo in divisa entrò nella stanza e Alex si alzò per andargli incontro e stringere la mano al tarchiato capo della polizia.

    «Ti ricordi di David Sorrenson e di Clint Andover, vero?» disse Alex.

    «Certo.» Vincente strinse la mano agli altri due.

    «Ecco la sacca con il denaro» disse Alex, e tutti e quattro si sedettero mentre Vincente l’apriva e si lasciava sfuggire un fischio. «La signora deve essere in un mare di guai. Qui c’è una vera fortuna.»

    «Non sappiamo niente di lei, ma vogliamo aiutarla» replicò Clint. «Ci deve essere un motivo se è venuta a Royal.»

    Il capo della polizia si passò una mano sulla fronte. «D’accordo, Alex. Stenderò un rapporto e ti farò sapere se dovrò prendere altri provvedimenti. In caso contrario, metti il denaro in un posto sicuro e tienimi informato su futuri sviluppi. Adesso vado a parlare con il dottore.»

    I tre uomini lo ringraziarono e ripresero la loro attesa.

    Passò un’altra mezz’ora prima che un’infermiera apparisse sulla porta della sala d’attesa. «Il dottor Webb mi ha mandato a chiamarvi» annunciò.

    La seguirono fino a una sala di medicazioni, dove furono lasciati soli con Justin e la neonata. Justin la stava nutrendo con un biberon.

    «Questa piccolina è sana e affamata» disse loro. «Non può avere più di cinque o dieci giorni perché il cordone ombelicale non è ancora caduto. La madre è in coma, perciò non può occuparsi di lei.»

    Con un senso di sconforto, David guardò la neonata, sapendo di non essere adatto a prendersene cura.

    «I medici non hanno trovato documenti d’identificazione. Non aveva una sacca con sé?»

    David scosse la testa. «Ne sappiamo tanto quanto te, Justin.»

    «Stanotte resterò di guardia alla sua stanza» disse Clint. «Riteniamo che sia in pericolo. E, a quanto pare, la questione richiederà più tempo di quanto avessimo previsto. Ci aspettavamo che la donna ci avrebbe fornito le necessarie spiegazioni entro poche ore.»

    «Lo escludo» replicò Justin. «La metteranno in Terapia Intensiva. Le sue condizioni sono critiche.»

    «Oh, accidenti!» esclamò David, ricordando l’espressione disperata dei suoi occhi viola.

    «Il dottore che l’ha in cura pensa che sia stata colpita alla testa con un corpo contundente, perciò è probabile che stesse fuggendo da qualcuno, come voi sospettate» proseguì Justin.

    «Ha chiamato la piccola Autumn» disse Clint.

    «Ah, la piccola Autumn.» Justin sorrise alla neonata. «Chi si occuperà di lei?»

    «Vorrebbero che fossi io» rispose David, «ma non so niente di neonati.»

    «Suvvia, David» disse Alex. «È tempo di movimentare un po’

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