Per amore di una bionda: Harmony Destiny
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Peggy Moreland
Scrive storie intense ambientate in Texas, che le hanno permesso di vincere numerosi premi letterari.
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Anteprima del libro
Per amore di una bionda - Peggy Moreland
successivo.
Prologo
Non appena aprì la porta del proprio appartamento, Leighanna sentì il suo profumo. Quella fragranza sensuale, speziata, della costosa colonia che il suo ex non poteva permettersi, ma che riusciva sempre, in un modo o nell'altro, a procurarsi.
Si bloccò, stringendo la chiave in una mano e il manico della valigia nell'altra. Non poteva essere lì, si disse, in preda al panico. Non aveva più la chiave, ed era impensabile che Reggie, la sua amica e proprietaria dello stabile, lo avesse fatto entrare.
Eppure, quello era proprio il suo profumo.
Le tremavano le gambe, ma si costrinse ad avanzare, muovendo prima un passo, poi un altro, finché non si trovò nel mezzo del piccolo soggiorno.
«Roger?» chiamò, esitante. «Sei qui?»
Attese un istante, tendendo l'orecchio, ma solo l'ovattato ticchettio del pendolo che scandiva i secondi disturbava la quiete della casa. Anche se non era lì in quel momento, lei sapeva bene che vi era stato. L'aroma della sua colonia era rimasto nell'aria. Ma come era entrato?, si chiese, sgomenta. Lei aveva fatto cambiare la serratura dopo che lo aveva sbattuto fuori di casa un anno prima.
Il manico della valigia le scivolò dalle dita, e Leighanna si portò la mano alle labbra. Il mazzo di chiavi che gli aveva dato un mese prima quando lui si era offerto di portarle l'auto dal meccanico.
Chiuse le dita a pugno contro le labbra rammentando l'episodio. Ovviamente, lui non le aveva fatto riparare l'auto. Aveva pagato un'inezia qualche meccanico da strapazzo, raccomandandosi di fare quel che poteva senza sostituire l'albero di trasmissione e intascandosi il resto dei soldi. Roger non le aveva detto niente di quella sua furba trovata. L'aveva scoperta lei stessa, qualche settimana dopo, quando la trasmissione era partita completamente nel bel mezzo del traffico delle cinque di Houston.
Era sicura che Roger, in quell'occasione, si era fatto duplicare le sue chiavi... compresa quella dell'appartamento.
La rabbia le bruciava in corpo. Sapeva che non c'era da fidarsi del suo ex marito. Lo aveva imparato in quattro anni di matrimonio. Roger era un campione di menzogne e inganni. E lei non aveva dubbi che lui non si sarebbe fatto scrupoli a derubarla. Era già successo in passato. Quante volte lo aveva sorpreso a pescare nel suo portafoglio? Dopo il divorzio le aveva sottratto la fede nuziale dal portagioie, impegnandola e ricavandone i soldi per qualche nuova furfanteria.
Soldi! Serrò le dita attorno alla chiave mentre la assaliva una nuova paura. Con il cuore che le martellava in petto, corse in cucina e si avventò su un contenitore di terracotta allineato insieme agli altri sul ripiano di marmo accanto al lavello. Lo agitò... Nessun rumore. I suoi soldi erano spariti; i soldi che aveva messo da parte per acquistare un'auto nuova. Rivoltò il salvadanaio e cadde per terra solo qualche moneta.
Gli occhi le si gonfiarono di lacrime. Agitando il contenitore, gridò: «Accidenti a te, Roger!», e lo scaraventò contro la parete dove si frantumò in mille pezzi insieme al sogno di una nuova automobile.
Reggie Giles aggrottò la fronte davanti alla porta aperta dell'appartamento, poi entrò, bussando contro il battente. «Leighanna?» chiamò, fermandosi in soggiorno. «Leighanna, dove sei?»
«Sono qui» fu la risposta mugugnata di Leighanna. «In camera mia.»
Ansiosa di avere notizie sulla visita di Leighanna alla loro amica comune Marie Claire nella sua nuova casa a Temptation, Reggie raggiunse la camera in pochi passi.
«Sapevi di avere lasciato la porta aperta?» la rimproverò. «Potrebbe entrare chiunque e...»
Sulla porta della camera da letto di Leighanna, Reggie si fermò di botto. C'era una valigia aperta sul letto, dei vestiti e delle scarpe da un lato, grucce di metallo sparse sul pavimento. Leighanna era in piedi accanto alla cassettiera, che tirava fuori capi di biancheria intima e calzini.
Reggie emise un lungo, lento sospiro, incerta su quel che stava accadendo. «Arrivi o parti?» le chiese, esitante.
Leighanna si voltò di scatto. Aveva gli occhi arrossati, le guance chiazzate di rabbia. «Parto!» Marciò accanto a Reggie e sbatté gli indumenti dentro la valigia.
«Per dove?» domandò Reggie.
«Cambio casa.»
Reggie si sentì attanagliare lo stomaco dalla paura. Leighanna era praticamente una di famiglia per lei, come pure Marie Claire, e aveva già perso Marie Claire e i suoi bambini quando si erano trasferiti a Temptation. Non sopportava il pensiero di perdere anche Leighanna.
Quando l'amica le passò di nuovo accanto, diretta verso la cassettiera, Reggie la afferrò per un braccio. «Aspetta un secondo» disse, sperando di avere spiegazioni su quell'esodo improvviso. «Perché cambi casa?»
Leighanna si svincolò dalla presa di Reggie. «Roger!» urlò. Afferrò una manciata di vestiti dall'ultimo cassetto, poi lo richiuse con un calcio.
Reggie rimase a fissarla, immobile. Non aveva mai visto Leighanna in quello stato. Di solito calma, dolce, solo di rado Leighanna perdeva le staffe. Era una creatura generosa e amabile, sempre pronta ad aiutare gli altri, anche quando si trattava di quella feccia del suo ex marito, Roger.
Lei aveva sempre saputo che razza di mascalzone fosse l'uomo che Leighanna aveva sposato. Aveva affittato a Roger l'appartamento quattro anni prima, quando aveva sposato Leighanna, e lo avrebbe volentieri mandato via a calci al primo affitto non pagato se non avesse provato pena per la sua povera moglie. E aveva sostenuto Leighanna durante il divorzio, cercando di metterla in guardia su che razza di farabutto fosse Roger quando le piombava in casa periodicamente chiedendole del denaro in prestito. Ma Leighanna era ingenua e si fidava di lui, e si era accorta dei suoi raggiri solo quando era ormai troppo tardi.
«Cosa ha a che fare lui con il tuo trasloco?»
Leighanna si voltò verso Reggie, con i vestiti in mano e gli occhi fiammeggianti di rabbia. «Penseresti che dovrebbe bastargli avermi rovinato la vita e avermi ripulito il conto in banca? E invece no! Roger è insaziabile! Lui continua, e continua e continua!»
Reggie si accasciò sul bordo del letto, abbassando le spalle. «Che diavolo ti ha combinato, stavolta?» le domandò, rassegnata.
L'amica ficcò i vestiti in valigia e si piantò le mani sui fianchi mentre si girava a guardare Reggie. «Si è intrufolato nel mio appartamento mentre ero via e mi ha rubato tutti i soldi dal salvadanaio.»
Reggie balzò in piedi in un lampo. «Cosa?» gridò.
«Mi ha rubato tutti i soldi! Quelli che avevo risparmiato per comprarmi l'auto nuova.»
Furiosa anche lei, Reggie prese a camminare avanti e indietro, stringendo i pugni lungo i fianchi. «Be', stavolta non la farà franca. No, se posso dire la mia.» Sempre pronta a prendere in mano la situazione, abbozzò un rapido elenco delle cose che andavano fatte. «Intanto, chiamiamo la polizia. L'accusa è di violazione di domicilio e furto con scasso. Quando lo beccheranno, lo sbatteranno in galera e faremo in modo di assicurarci che gettino via la chiave.» Si fermò e si voltò, puntando un dito verso Leighanna. «Non toccare più nulla» le ordinò. «La polizia dovrà prendere le impronte digitali.»
Leighanna continuò a ficcare vestiti in valigia. «Scordatelo, Reggie. La polizia non può fare nulla.»
«Perché no?» ribatté lei incredula. «Si è introdotto nel tuo appartamento e ti ha rubato i soldi. È un reato, no?»
«Non c'è stato nessuno scasso. Ha usato la chiave.»
«La chiave?» Reggie non poté non urlare. «Per la miseria, Leighanna, gli hai dato la chiave di casa!»
«Non gliel'ho data. Deve essersela duplicata quando il mese scorso si è preso la mia auto per farla riparare. Le chiavi di casa erano nel mazzo e io non ci ho neppure pensato.»
«Riparare?» ripeté Reggie con sarcasmo. «Intendi dire che si è intascato i soldi che gli avevi dato per pagare le riparazioni, no?» Sprofondò a sedere sul letto accanto all'amica, avvilita. «Maledizione, Leighanna! Quando imparerai? Non c'è da fidarsi di quell'uomo.»
L'altra sollevò lo sguardo verso il soffitto. «Lo so, lo so» ammise tristemente. «Ma mi aveva detto che conosceva uno che mi avrebbe sostituito l'albero di trasmissione a buon prezzo, e che voleva fare questo per me per ripagarmi di tutto il denaro che mi doveva.»
Reggie strabuzzò gli occhi. Era proprio da Leighanna cascarci così. «Be', c'è sempre l'accusa di furto» le ricordò incoraggiante. «Possiamo inchiodarlo con quella.»
Leighanna guardò Reggie con espressione sconfitta. «E pensi che la polizia mi crederà? Non posso provare che i soldi erano lì e che Roger li ha presi.» Si alzò in piedi. «Scordatelo, Reggie. C'è solo una cosa che mi rimane da fare. Ed è andare via.»
Reggie balzò dal letto. «Che cosa risolverai andandotene?»
«Starò alla larga da lui. Me ne andrò lontano, in qualche posto dove lui non potrà trovarmi.»
«E quale sarebbe?»
«Temptation. Andrò a stare da Marie Claire e i suoi bambini.»
1
Hank colse un movimento con la coda dell'occhio e gettò lo sguardo verso l'entrata del bar. C'era una donna davanti all'ampia finestra, con la schiena curva e il mento proteso in avanti che sbirciava attraverso il vetro sporco.
Hank imprecò fra i denti. Ne aveva fin sopra i capelli di curiosi che appiccicavano il naso ai suoi vetri a tutte le ore del giorno. Il cartello alla porta diceva chiaramente Chiuso, ma ciò sembra va non importare alla moltitudine di gente che si aggirava per Temptation.
Tutta colpa di Cody, mugugnò fra sé, pensando al suo amico e sceriffo di Temptation. Se non gli fosse venuta la brillante idea di mettere inserzioni per donne, per evitare che Temptation diventasse una città fantasma, tutta quella gente non si sarebbe riversata in città.
La osservò, aggrottando la fronte, mentre il sole gettava fili d'oro fra i suoi capelli biondi, lunghi fino alle spalle, e il vento glieli arruffava sul viso. Girò attorno al bancone per guardarla meglio. Era proprio esile. Aveva braccia sottili come giunchi, spalle strette, e se aveva protuberanze sotto l'ampia camicetta di seta, le nascondeva molto bene.
Hank storse il naso e scosse la testa. Personalmente, gli piacevano le donne un po' più in carne: fianchi formosi, seni floridi, labbra carnose...
In quell'istante,