Le sorprese del destino: Harmony Destiny
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Elizabeth Lane
Nata e cresciuta nello Utah, ama riversare nei suoi romanzi le esperienze e le conoscenze acquisite nel corso di numerosi viaggi in tutto il mondo.
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Le sorprese del destino - Elizabeth Lane
successivo.
1
Porter Hollow, Utah
Metà giugno
Terri Hammond aprì il palmo della mano e mandò giù due aspirine insieme a un caffè tiepido. La tazza che aveva in mano, un articolo costoso che portava incisa la scritta Il mio braccio destro, era stata il regalo di Natale di Buck Morgan, suo capo da ormai dieci anni alla Bucket List Enterprise. Il messaggio implicito, se inteso come un complimento, era un promemoria fastidioso del modo in cui lui l'aveva trattata per tutto quel tempo... Qualcuno che faceva esattamente ciò che lui ordinava, senza ricevere un minimo di considerazione o gratitudine.
Terri era come un oggetto, dato per scontato.
Buck le aveva dato un bonus molto cospicuo, è vero, eppure in quel momento quella era l'ultima cosa a cui Terri stava pensando. Avrebbe voluto lanciare la tazza contro la parete dell'ufficio con tutta la forza di cui era capace.
Non c'era da stupirsi se aveva mal di testa.
Erano le nove e quarantacinque e la giornata si era già trasformata nel tipico lunedì infernale.
Per di più, Buck non si trovava da nessuna parte.
La mattina era cominciata con un messaggio in segreteria da parte di Jay Mickleson, l'istruttore della sessione pomeridiana di paracadutismo del resort. Nel weekend si era fatto male alla schiena e non sarebbe potuto essere presente per il lancio che era stato prenotato. Se Terri non avesse trovato un altro istruttore o se non fosse riuscita a rintracciare Buck, avrebbe dovuto sistemare le cose lei in prima persona.
Aveva la licenza, era un'istruttrice qualificata, ma quell'extra sarebbe stato la ciliegina sulla torta di una giornata già piuttosto caotica. Una giornata che, oltretutto, era appena iniziata.
Non fece in tempo a controllare le mail che ricevette una chiamata dalla casa di cura Canyon Shadows.
Sua nonna, una signora di novantun anni, si rifiutava di nuovo di mangiare. Quando l'infermiera aveva provato a imboccarla, l'anziana donna aveva urlato ingiurie contro la povera ragazza e buttato il piatto per terra chiedendo di chiamare qualcuno che la riportasse a casa.
Terri sapeva che quell'incidente sarebbe stato presto dimenticato, come era già accaduto in passato. Tuttavia, si sentì in dovere di presentarsi sul posto. Non era stata colpa di nessuno se la dolce e paziente donna che l'aveva cresciuta dopo la morte dei genitori era diventata instabile e depressa, perché soffriva di demenza. Sua nonna meritava ancora, anzi aveva bisogno, di tutto il suo amore e dedizione.
Mentre aspettava Bob, il suo giovane assistente, che avrebbe preso le chiamate per lei, il telefono squillò di nuovo. Terri diventò un fascio di nervi quando riconobbe la voce di Diane, ex moglie di Buck, che, grazie a uno scaltro avvocato divorzista, aveva ottenuto il venti per cento delle quote della Bucket List Enterprise.
«Terri? Passami Buck.» Per esperienza personale, non aveva mai sentito uscire la parola per favore dalle labbra siliconate di quella donna. Così come la parola grazie.
«Mi dispiace, Diane, non è qui.»
«Be', allora dov'è? Non risponde al cellulare.»
«Lo so. Ho cercato anch'io di mettermi in contatto con lui. Non risponde neanche al fisso di casa. Posso esserti d'aiuto?»
«Be'...» La sua lingua schioccò leggermente. «Puoi riferirgli questo messaggio. Non posso portargli Quinn questa settimana perché organizzo un ritiro di purificazione spirituale qui a Sedona. Se Buck vuole stare con sua figlia per l'estate, dovrà venire lui o mandare qualcuno a prenderla.»
Terri rispose in tono sarcastico. «Riferirò il messaggio.»
«Bene.» La chiamata terminò. Terri sospirò mentre riagganciava il telefono. La figlia di nove anni del suo capo era una ragazzina davvero in gamba, i suoi genitori, però, non facevano altro che passarsela avanti e indietro come se fosse stata una pallina da tennis. Nessuno di loro due sembrava avere molto tempo da dedicarle.
Prese di nuovo il telefono e compose il numero di Buck premendo forte sui tasti. E rimase ad ascoltare quella voce registrata, così profonda e sexy che le faceva ancora venire la pelle d'oca nonostante fossero passati tanti anni.
Salve. Avete chiamato Buck Morgan. Al momento non posso rispondervi. Lasciate un messaggio e sarete richiamati il più presto possibile.
Terri aspettò il beep. «Dannazione, Buck, dove sei? Jay si è fatto male alla schiena. Probabilmente sarà fuori uso per tutta la settimana. Devi chiamare Diane per andare a prendere Quinn a Sedona... dice che non può portarla lei. Chiamami appena senti il messaggio.»
Cinque minuti dopo, Bob entrò nella stanza, in ritardo come al solito. Bellissimo, era talmente sicuro di sé da rasentare l'arroganza. Però, siccome il padre era uno dei soci di Buck, doveva farselo piacere.
Dopo avergli detto dove era diretta, si mise gli occhiali da sole e si precipitò fuori dall'hotel di lusso che era il cuore amministrativo della compagnia di Buck. La sua Jeep vintage era parcheggiata nel posto riservato agli impiegati, accanto alla Corvette di Bob.
Doveva andare subito dalla nonna.
Al suo arrivo, la crisi era finita. «Harriet si è calmata poco dopo che l'abbiamo chiamata» le comunicò il direttore. «Alla fine è riuscita a fare un po' di colazione ed è andata a sedersi in poltrona davanti alla televisione.»
«Non le state dando nulla per farla dormire, vero?» domandò Terri.
«Certo che no, mia cara. È solo vecchia e stanca. Ogni minima cosa la stressa ultimamente.»
Terri salì le scale che portavano al secondo piano, percorse il corridoio ricoperto di moquette e aprì la porta del piccolo alloggio della nonna.
Alla TV c'era un popolarissimo quiz a tutto volume, ma l'anziana donna non stava guardando. Se ne stava parzialmente coricata nella vecchia poltrona reclinabile che si era portata da casa, in una specie di dormiveglia. Sembrava così piccola e fragile che Terri dovette trattenersi per non piangere.
Dopo aver spento la TV, Terri se ne andò senza svegliarla. Sarebbe tornata la sera stessa per farle visita dopo cena. Adesso, doveva trovare Buck.
La preoccupazione cresceva mentre svoltava in Main Street. Buck aveva lavorato sodo per mettere in piedi i suoi affari, ma li gestiva in modo molto informale. Non era così insolito per lui arrivare tardi al lavoro dopo aver trascorso una notte brava. Nonostante questo, non era da lui scomparire del tutto senza avvisarla... avrebbe almeno tenuto il telefono acceso per essere raggiungibile. C'era qualcosa che non andava.
In quella calda giornata di metà giugno, Main Street era affollata di turisti che si accalcavano nelle boutique più costose o nelle gallerie d'arte, o che pranzavano nei ristoranti alla moda.
Porter Hollow era stata per anni una piccola e sonnacchiosa cittadina nel sud dello Utah. Buck era cresciuto lì, e ci era tornato dopo avere prestato servizio nell'esercito undici anni prima, pieno di idee per animare quel posto e per far sì che il mondo si accorgesse di esso.
Partendo dal basso, si era associato con molte compagnie che offrivano avventure all'aria aperta fino a formare la Bucket List Enterprise. In pochi anni, la cittadina era diventata un polo per gli amanti delle avventure sportive di fascia medio-alta: rafting, pesca sportiva, trekking, ciclismo, paracadutismo, passeggiate a cavallo e percorsi per fuoristrada nelle montagne vicine. Con la costruzione di un complesso di lusso, con all'interno negozi esclusivi, ristoranti a cinque stelle, un centro benessere, un salone di bellezza e il centro prenotazioni della Bucket List Adventures, Buck aveva creato un vero e proprio impero che valeva milioni di dollari.
Terri deviò dalla strada principale, prendendo una stradina a destra che, fra i canyon, portava alla casa di Buck. Avrebbe controllato lì per prima cosa. Se non l'avesse trovato, allora avrebbe cominciato a fare un po' di chiamate. Buck Morgan non era solo il suo boss. Loro due avevano un passato comune. Era sinceramente preoccupata per lui.
Buck era il migliore amico di suo fratello maggiore, Steve. Buck e Steve giocavano a football insieme, andavano a caccia e a pesca insieme, e uscivano in coppia con le ragazze più carine della scuola. Dopo il diploma, entrambi si erano arruolati nell'esercito, dove erano stati impiegati nello stesso reparto. Buck era sopravvissuto all'Iraq ed era tornato a casa senza neanche un graffio. Steve, invece, era stato ucciso durante un pattugliamento e aveva fatto ritorno a Porter Hollow in una bara avvolta dalla bandiera americana.
La sua morte aveva devastato Terri. Così Buck si era preso cura di lei. Quando, dopo due anni di college, lei era tornata a casa per assistere l'anziana nonna, lui le aveva proposto di fargli da assistente personale, un lavoro molto ben retribuito.
Lavorando con lui fianco a fianco, i suoi sentimenti erano cambiati, cresciuti, anche se Buck non sembrava accorgersene. Si dimostrava un buon amico, nulla più di questo.
L'aggravarsi dello stato di salute della nonna e la sua fedeltà verso Buck avevano tenuto Terri legata a Porter Hollow e alla Bucket List Enterprise per dieci anni. Recentemente, però, aveva cominciato a interrogarsi sul suo futuro. Aveva trent'anni. Voleva davvero passare la vita correndo dietro a un uomo con un debole per le bionde? A un uomo che non la guardava se non per chiederle qualcosa?
Come assistente personale di Buck, conosceva i proprietari di varie strutture della zona. Spostare la nonna non sarebbe stato un problema.
Ci avrebbe fatto un pensierino, disse tra sé mentre guidava per il canyon. Cambiare aria le avrebbe giovato. Forse l'avrebbe persino fatta ricredere sulla cotta per Buck che aveva da quando era una ragazzina.
Fermandosi davanti al cancello in ferro battuto, Terri digitò il codice sulla tastiera. Avvertì un formicolio di apprensione. Cosa avrebbe trovato una volta entrata in casa? Qual era il motivo del misterioso silenzio di Buck? La sua auto era parcheggiata fuori dal garage, ciò stava a significare che con tutta probabilità lui era lì. Allora, perché non rispondeva al telefono?
Spalancò la porta. La casa era immersa nel silenzio. La TV era spenta. Silenzio totale.
Terri controllò dovunque: in salotto, nello sgabuzzino, nello studio, nel bagno al piano terra. Nessun segno di vita. Tutte le stanze da letto, inclusa quella di Buck, si trovavano al piano superiore. Un po' timorosa, salì le scale. E se Buck non fosse stato solo? In quel caso se la sarebbe data a gambe levate.
Dal pianerottolo, riuscì a scorgere la porta semiaperta. Sbirciando all'interno, vide che le persiane erano abbassate e che la stanza era buia e immersa nel silenzio. Finalmente, notò la sagoma di una persona stesa a faccia in