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Il bacio della vendetta: Harmony Collezione
Il bacio della vendetta: Harmony Collezione
Il bacio della vendetta: Harmony Collezione
E-book167 pagine2 ore

Il bacio della vendetta: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Penny Kennedy è pronta a tutto pur di salvare la casa di famiglia dagli artigli di Lucas Darien, anche a mentire sul proprio nome e farsi assumere come sua assistente personale. Per sconfiggere il proprio avversario, è indispensabile conoscerlo da vicino. E lei si è spinta troppo vicino. Tanto da capire che, quello che credeva un imprenditore insensibile e spietato, è in realtà un uomo dolce, sensibile e tremendamente affascinante. E altrettanto attratto da lei. Poche ore dopo il primo e ardente bacio, la delicata verità viene a galla, con grande disappunto di Lucas. Ora lui si sente davanti un aut-aut: vendetta o matrimonio?

LinguaItaliano
Data di uscita9 ott 2015
ISBN9788858941010
Il bacio della vendetta: Harmony Collezione
Autore

Kathryn Ross

Americana, viene giustamente considerata uno dei nuovi "talenti" della narrativa rosa targata Harlequin.

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    Anteprima del libro

    Il bacio della vendetta - Kathryn Ross

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    A Latin Passion

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2004 Kathryn Ross

    Traduzione di Cecilia Bianchetti

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2006 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5894-101-0

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    Che cosa diceva quel vecchio proverbio? Qualcosa del tipo Dagli amici mi guardi Iddio, ché dai nemici mi guardo io, rifletté Penny entrando nella sede della Lucas Shipping. Era la sua prima mossa in campo nemico e provava uno strano senso di liberazione. Almeno faceva qualcosa di costruttivo, e non se ne stava ad aspettare, come suo padre, che la scure del boia le calasse sul collo.

    Passando dal caldo tropicale dei Caraibi all’ufficio con l’aria condizionata fu investita da un soffio di aria gelida, e si sentì rabbrividire. Se solo suo padre avesse saputo!

    Poche settimane prima, quando gli aveva telefonato per comunicargli che intendeva chiedere personalmente a Lucas di concedere loro ancora un po’ di tempo per saldare il debito, gli era quasi venuto un colpo per la collera. «Quell’uomo è il diavolo in persona!» aveva ruggito.

    «Non puoi saperlo, papà» aveva insistito Penny dolcemente. «Tu hai avuto problemi con suo padre, che ormai non c’è più. Magari il figlio è migliore di lui...»

    «A volte sei così ingenua!» aveva ribattuto William Kennedy, furioso. «Tale padre, tale figlio, e io preferisco affondare piuttosto che chiedere un favore a un membro di quella famiglia.»

    Penny avrebbe potuto lasciare perdere. In fondo la questione non la riguardava direttamente, visto che si trattava dell’azienda di suo padre. Lei aveva la propria carriera a cui pensare: era la direttrice del centro estetico di una delle navi da crociera più lussuose del mondo, quindi viveva quasi sempre a bordo ed era troppo lontana per poter fare qualcosa di concreto. Ma ultimamente la rabbia di suo padre si era trasformata in depressione, e lei gli voleva troppo bene per non intervenire. Se avesse avuto abbastanza soldi gli avrebbe offerto un aiuto finanziario, invece aveva chiesto un permesso ed era andata a Porto Rico, dove si trovava l’azienda di Lucas Darien. Al contrario di suo padre, non era troppo orgogliosa per domandare aiuto.

    Forse avrebbero dovuto rinunciare alla proprietà, e probabilmente era anche ora che suo padre andasse in pensione. L’industria dello zucchero era in crisi, ma lui aveva fatto di tutto per salvare la piantagione e non era giusto che, oltre alla terra, dovesse privarsi anche della casa, che apparteneva alla famiglia da tre generazioni. Era un bene troppo prezioso per perderlo senza lottare, anche a costo di umiliarsi davanti al nemico.

    «Posso aiutarla?» le domandò la ragazza della reception, una biondina sui vent’anni dall’aria sfinita.

    «Devo vedere Lucas Darien» rispose Penny con aria sicura, come se avesse avuto pieno diritto di presentarsi lì senza preavviso e senza appuntamento, pur sapendo che il tempo di quell’uomo valeva oro.

    «Ah, lei dev’essere Mildred Bancroft, la nuova assistente personale del signor Darien.» La ragazza parve di colpo più allegra e le rivolse un sorriso entusiasta. «Dio, che gioia vederla!» Prima che Penny potesse aprire bocca squillò il telefono. «Scusi un attimo.»

    Penny era incerta: se avesse rivelato di non essere Mildred, con ogni probabilità non sarebbe riuscita a oltrepassare la reception e non avrebbe mai visto Lucas Darien. Aveva già chiamato due volte per fissare un appuntamento, ma a quanto pareva lui non era libero fino alla fine del mese. Suo padre non aveva tempo da perdere: aveva ricevuto un ordine di sfratto per il venticinque.

    «Ciao!» ridacchiò la receptionist nella cornetta. «No, ora va meglio, finalmente sono arrivati i nostri... la nuova assistente personale, così forse avrò meno lavoro, grazie a Dio. Sì, possiamo vederci a cena...»

    «Shauna» la interruppe una voce profonda oltre la porta. Una voce chiaramente seccata. «Mi potresti portare i documenti che ti ho chiesto mezz’ora fa?»

    «Devo andare, Paul» sussurrò Shauna, riagganciando e guardando Penny con una smorfia. «È il capo» spiegò, «ma non si preoccupi, can che abbaia non morde. In realtà è carino.»

    «In giornata, Shauna, se non ti è di troppo disturbo...» continuò la voce, ancora più irritata.

    «Arrivo, signor Darien.» Shauna arrossì. «Ultimamente è sempre di malumore» confidò a Penny, cercando le pratiche in un mucchio disordinato di carte. «La sua ragazza l’ha piantato qualche settimana fa, la sua assistente personale se n’è andata per sposarsi, e lui è oberato di lavoro. Deve organizzare le cose qui e sistemare gli affari di suo padre, io sono sempre più occupata e...»

    «Davvero?» mormorò Penny. Sapere che anche il nemico aveva i suoi problemi era una buona notizia, anzi, lei sperava che fosse alle corde. Se lo meritava, dopo il modo in cui lui e la sua famiglia avevano trattato il padre di Penny. Shauna frugava tra le carte, sempre più nervosa.

    «Dove diavolo ho messo quei documenti?» gemette sottovoce. «Ce li avevo davanti un attimo fa. Lei non li vede, vero? Sono in una cartella verde...»

    Penny provò un’istintiva simpatia per quella ragazza pasticciona. «Per caso è quella?» chiese, indicando una cartella verde su uno scaffale.

    «Grazie, grazie!» esclamò Shauna. «Oh, no, ho anche dimenticato il caffè e adesso è freddo. Un altro meno sul registro!»

    «Non può fare tutto» la consolò Penny.

    «È quello che dico io.» La ragazza la guardò con immensa gratitudine. «Meno male che è arrivata lei.»

    Sembrava così felice che Penny si sentì in colpa all’idea di non essere davvero Mildred, l’assistente personale ideale.

    «Shauna, perché ci metti tanto?» Lucas Darien apparve sulla porta con aria impaziente.

    Penny guardò la scarpa di cuoio lucido che batteva sul pavimento e l’abito su misura che vestiva un fisico alto e slanciato, dalle spalle possenti. Lui la fissò con occhi scuri, profondi come il mare, e Penny fu scossa da un brivido. Era molto affascinante, e del tutto diverso da come se l’era immaginato. Sui trentacinque anni, aveva uno sguardo irresistibile e un viso bello e virile, con la mascella squadrata che dava un’idea di forza e determinazione, e labbra piene e sensuali. Di sicuro baciava in modo irresistibile.

    Penny, sconvolta, cercò di darsi una regolata. Okay, quel tipo sembrava un vero macho, ma lei non era lì per farsi ammaliare. Aveva davanti Lucas Darien, il nemico di suo padre, non il protagonista di una commedia romantica.

    «Questa è Mildred Bancroft, signor Darien» disse Shauna in fretta. «La sua nuova assistente.»

    «Davvero?» rispose lui, sorpreso. «Me l’aspettavo diversa.» I suoi occhi la valutarono in modo quasi brutale, e Penny si sentì ribollire il sangue. Come osava guardarla in quel modo? E che cosa significavano le sue parole?

    «Neanche lei è come immaginavo» replicò Penny con aria di sfida.

    «Come mi immaginava?» s’informò lui.

    La domanda, assieme all’improvviso addolcirsi della sua voce e al sorriso che si accese nei suoi occhi, colse Penny di sorpresa.

    «Be’, io...» esitò, alzando le spalle. In realtà lo immaginava identico al padre, che aveva incontrato due volte: anche lui era alto e bello, ma la somiglianza con Lucas finiva lì. Lawrence Darien era il tipico inglese: capelli chiari, occhi azzurri slavati e un’insopportabile aria snob. Lucas non aveva preso nulla dal suo gelido e autoritario genitore, e di sicuro assomigliava alla madre spagnola. Forse c’era speranza che fosse meno spietato di Lawrence...

    «Allora?» incalzò Lucas, e lei si riscosse. Non gli aveva ancora risposto.

    «Pensavo fosse più vecchio» improvvisò. Se gli avesse rivelato la sua identità in quel momento avrebbe corso il rischio di essere buttata fuori prima di poter proferire parola.

    «Che strano, stavo per dirle la stessa cosa» sorrise lui. «Dal curriculum che mi ha mandato l’agenzia pensavo che avesse almeno cinquant’anni.»

    Penny arrossì. Lucas aveva capito che lei non era Mildred Bancroft. «Posso... posso spiegarle.»

    «Shauna, portaci un caffè quando hai un attimo di tempo» tagliò corto lui, rivolto alla ragazza che li guardava come ipnotizzata. «Si accomodi nel mio studio» aggiunse poi, rivolto a Penny.

    Inizio promettente, pensò lei. Lucas sapeva che non era la sua futura assistente, ma le concedeva comunque udienza.

    «Grazie» rispose, gratificandolo del suo sorriso più dolce, che non fu ricambiato.

    Penny era una bella ragazza di ventotto anni, con lunghi capelli dorati, occhi verdi e una figura minuta ma morbida, e con lei gli uomini non erano mai avari di sorrisi. Non sarebbe stato facile convincere Lucas Darien ad avere pietà di suo padre, ammise fra sé amareggiata.

    Le pareti dello studio erano occupate da scaffali colmi di libri, la scrivania era ingombra di pratiche e i cassetti dell’archivio erano aperti, come se qualcuno vi avesse appena cercato qualcosa. Per terra c’erano scatoloni semiaperti, come se Lucas Darien fosse entrato nel bel mezzo di un furto o... come se avesse avuto un bisogno disperato di un’assistente.

    Lui le fece segno di accomodarsi sulla poltrona di cuoio di fronte alla sua, e quando Penny incrociò le gambe non le sfuggì la fiamma d’interesse che si accese nel suo sguardo. Quel mattino si era vestita con grande cura, indossando un abito verde acqua che metteva in risalto il suo corpo e aveva una scollatura discreta, ma provocante. Per salvare suo padre doveva ricorrere a tutte le armi di cui disponeva.

    «Il suo curriculum mi sembra un po’, come dire, esagerato, signorina...? Ah, sì, Bancroft» esordì Lucas guardandola con gli occhi stretti.

    Penny fu colta alla sprovvista. Possibile che non avesse ancora capito che lei non era Mildred Bancroft?

    Prima che lei potesse rispondere lui parlò di nuovo. «Vediamo... dieci anni a Danovate, cinque anni come assistente personale di Sir Gordon Marsden e tre come segretaria del Colonnello Montgomery Cliff a Barbados» lesse Lucas, inarcando le sopracciglia. «Direi che i conti non tornano, a meno che lei non abbia iniziato a lavorare a dieci anni.»

    Quel commento sarcastico le diede sui nervi.

    «Posso chiamarla Mildred?» aggiunse Darien sporgendosi in avanti, come se fosse interessatissimo alla risposta.

    Il suo sguardo le fece girare la testa. «Mah, in realtà... Certo, mi chiami pure Mildred se vuole, ma in realtà il mio nome...» farfugliò. Datti una regolata, si ordinò seccata, digli chi sei e che sei preoccupata da morire per tuo padre. Mettiti a piangere, se è il caso...

    Lucas però non le lasciò finire la frase. «Bene, allora la chiamerò Mildred.» Tamburellò con

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