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Scandalosamente tua: Harmony Collezione
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E-book162 pagine2 ore

Scandalosamente tua: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Fuga con scappatella per la principessa.

In seguito all'annuncio del suo matrimonio, organizzato dal padre e sicuramente non gradito, la principessa Sophia Santina ha preferito fuggire, intrufolandosi sul jet privato del maragià di Naipur... Una voce non confermata, che sembra provenire dal personale di volo, suggerisce che la giovane e il carismatico Ashok Achari abbiano trascorso un'infuocata notte insieme, prima di sbarcare a Mumbai ed essere sorpresi dalla stampa. E un altro scandalo era l'ultima cosa di cui la famiglia reale di Santina aveva bisogno...
LinguaItaliano
Data di uscita10 gen 2019
ISBN9788858992289
Scandalosamente tua: Harmony Collezione
Autore

Penny Jordan

Scrittrice inglese, attiva da parecchi anni nell'area della narrativa romantica, è notissima e molto apprezzata dal pubblico di tutto il mondo.

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    Anteprima del libro

    Scandalosamente tua - Penny Jordan

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Price of Royal Duty

    Mb Modern Continuity

    © 2012 Harlequin Books S.A.

    Traduzione di Velia De Magistris

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2013 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5899-228-9

    1

    «Ash...» Sophia, la figlia più giovane dei reali di Santina, sussurrò quel nome con tono quasi reverenziale. Il solo pronunciarlo, un soffio che le solleticava la gola, bastò a rinnovare il doloroso eco della sua tumultuosa infatuazione adolescenziale. Anche l’aria sembrava essersi caricata di un’energia sensuale che inesorabilmente si impadronì di lei. E dire che aveva creduto di esserne ormai immune!

    Naturalmente era stata informata del fatto che Ash sarebbe intervenuto alla festa di fidanzamento di Alex, suo fratello maggiore ed erede alla corona dei Santina, organizzata nel castello di famiglia, eppure questo non l’aveva preparata all’impatto con la prorompente virilità dell’uomo che pur ricordava così bene.

    Lo avrebbe riconosciuto ovunque, anche in mezzo a centinaia di persone. Era appena successo. Nel momento in cui era entrato nella sala, aveva scosso la testa per rifiutare la coppa di champagne che gli aveva offerto un cameriere. Quel piccolo gesto aveva smosso i folti capelli neri che si arricciavano alla base della nuca ed era bastato per risvegliare in Sophia vecchi ricordi. Ricordi di quando aveva desiderato affondare le mani in quella chioma scura e avvicinare il suo viso al proprio per invitarlo a baciarla.

    Alcune cose non cambiano mai, ragionò. Alcuni desideri, alcune esigenze. Alcuni amori.

    Il primo amore? Solo gli stupidi potrebbero pensare che il primo amore sia per sempre, ma per fortuna Sophia non era fra questi. No, Ash aveva ucciso il tenero sentimento che stava iniziando a provare per lui. L’aveva rifiutata, accusandola di essere solo una bambina che si esponeva a mille pericoli offrendosi a un uomo della sua età. Le aveva anche detto che doveva considerarsi fortunata, perché il suo senso dell’onore e la ripugnanza che provava al solo pensiero di accettare ciò che lei gli stava proponendo gli impedivano di approfittare della sua ingenuità. E aveva tenuto a precisare che, se anche lei avesse avuto l’età giusta, fra loro non sarebbe comunque successo nulla, perché lui era seriamente impegnato con un’altra.

    Così Sophia aveva giurato a se stessa che in futuro avrebbe dato il suo amore solo a un uomo che ne sarebbe stato degno e che avrebbe saputo dare a lei e al suo sentimento il giusto valore. E, proprio in virtù di questo solenne giuramento, adesso aveva bisogno dell’aiuto di Ash, non importava quanto il suo orgoglio soffrisse a quella prospettiva.

    Appoggiò su un vassoio il bicchiere ancora pieno e si incamminò risoluta verso di lui.

    Al centro dell’affollata sala da ballo del castello dell’isola di Santina, nel cuore del Mediterraneo, Ashok Achari, maragià del Naipur, osservò con fare critico ciò che lo circondava. Accanto alle imponenti porte di legno intagliato che davano accesso all’elegante salone illuminato da mille candele, maggiordomi in livrea accoglievano gli ospiti con profondi inchini. Dalle ampie finestre si intravedeva un drappello di soldati della guardia reale schierato nel cortile della reggia. Lo champagne scorreva a fiumi. Era ovvio che il re non aveva badato a spese per festeggiare il fidanzamento del figlio maggiore, nonché erede al trono.

    Lui era stato compagno di classe del futuro sposo ed erano ancora molto amici. Tuttavia Ash era stato riluttante all’idea di intervenire alla festa, a causa di faccende urgenti che richiedevano la sua attenzione in patria. Ma il dovere era sempre venuto al primo posto per lui e il dovere lo aveva costretto ad accettare l’invito.

    Aveva comunque raccomandato al pilota del suo jet personale di tenersi pronto a partire al più presto, destinazione Mumbai, dove aveva in programma un’importante riunione d’affari per il giorno seguente.

    Il sesto senso lo indusse a girarsi proprio mentre una deliziosa brunetta gli si avvicinava svelta.

    Sophia.

    Era così diversa dall’acerba ragazzina che ricordava dal loro ultimo incontro. Nella sua mente aveva conservato l’immagine di un’adolescente che era stato costretto a proteggere persino da se stessa e adesso invece si trovava davanti una donna bella, sicura di sé e chiaramente consapevole della propria sensualità e del potere che le conferiva. Che il suo corpo avesse registrato quel fatto nel tempo di un respiro indicava una debolezza in lui della quale non era mai stato consapevole.

    Era stato colto completamente di sorpresa dall’istantaneo desiderio che lo aveva infiammato e la cosa non gli piaceva. Non gli piaceva affatto. Si trattava di una reazione che non si era mai concesso di avere. Dichiarava un bisogno represso e lui non aveva bisogni repressi che avrebbero potuto renderlo vulnerabile. E poi, il solo pensiero di provare attrazione per Sophia gli strappava un sorriso. Non era il suo tipo, non lo era per nulla. E allora perché avvertiva una travolgente tensione sensuale, quasi non avesse mai visto una donna prima?

    Un fatto puramente biologico, ecco tutto. Lui era un uomo, lei era una donna e, da quando aveva liquidato la sua ultima amante, il suo letto era stato vuoto. Se adesso la vista di Sophia lo eccitava... be’, era solo normale. Dopotutto, con quei lunghi capelli castani che le ricadevano sulle spalle in morbide onde e quel viso dall’ovale perfetto, illuminato da brillanti occhi neri, con quel corpo dalle curve generose, Sophia era come una calamita che attirava a sé l’attenzione di ogni uomo, inclusa la sua.

    Sì. Sarebbe stato uno stupido, se avesse dato alla sua reazione un significato diverso. Ma essere colto da un desiderio così potente e improvviso era una novità per Ash e non faceva che peggiorare il suo umore già funesto. Non aveva voglia di lasciarsi sedurre, tanto meno da Sophia Santina.

    Eppure, era eccitato. E la prova di quel suo stato fisico premeva contro la costosa stoffa dei pantaloni, ignorando il feroce controllo mentale che stava esercitando su se stesso.

    Adesso Sophia era a pochi passi di distanza. Ancora qualche secondo e si sarebbe gettata fra le sue braccia, come aveva avuto l’abitudine di fare da ragazzina. E in quel caso... Gocce di sudore gli imperlarono la fronte. Scosse la testa, borbottando qualcosa fra i denti. Si era sempre vantato della sua capacità di autocontrollo, specialmente quando si trattava di sesso. Dunque non aveva alcuna importanza se Sophia fosse sessualmente provocante e, a quanto raccontavano i giornali di cronaca rosa, anche disponibile. Una storia con lei al momento non era nei suoi progetti e con ogni probabilità non lo sarebbe mai stata.

    Considerazioni di varia natura a parte, Sophia non era il suo tipo, punto e basta. Dopo la morte di sua moglie, nel suo letto si erano avvicendate maliarde dalle gambe lunghe e dalla grande esperienza nell’arte amatoria, corredate da una mente lucida e razionale che escludeva un qualsiasi coinvolgimento emotivo. Amanti che accettavano senza discussioni la sua inevitabile decisione di mettere fine alla storia e che accettavano di buon grado i generosi regali di commiato prima di uscire dalla sua vita silenziosamente come vi erano entrate.

    Sophia non era così. Sophia – lui lo sapeva bene, poiché l’aveva vista crescere – era un vulcano di emozioni. L’uomo che la portava a letto aveva bisogno di... Ancora una volta quella sgradita reazione di alcune parti del suo corpo lo costrinse a spostare il peso da una gamba all’altra nel tentativo di nascondere quel fenomeno fisico che eludeva il suo controllo.

    «Ash» esordì Sophia, allungando d’istinto le braccia. Sgranò gli occhi sorpresa quando lui le afferrò un polso con la mano destra per indurla a mantenere le distanze.

    Come aveva potuto essere così stupida?, si chiese. D’altra parte, la loro storia era sempre stata fatta di rifiuti da parte di Ash e adesso lei era partita con il piede sbagliato, dandogli l’impressione di doversi difendersi di nuovo. Nella sua ansia di chiedergli aiuto si era comportata da idiota. Doveva mantenere calma e lucidità, se voleva raggiungere il suo scopo, ricordò a se stessa.

    Vero, ma alla fine aveva solo cercato di salutarlo con lo slancio che avrebbe riservato a qualsiasi amico, ragionò. Non ci aveva mica provato con lui! Aprì la bocca per dare voce a quella protesta e lentamente la richiuse. Non era il momento giusto per sfidarlo, non importava quanto fosse offesa perché il suo gesto era stato male interpretato. E adesso che gli era così vicina vedeva chiaramente ciò che non aveva visto prima. Il cambiamento avvenuto in lui era scritto a chiare lettere su quella fredda maschera inespressiva che gli nascondeva il volto.

    Un nodo di tristezza le serrò la gola. L’Ash che ricordava era un ragazzo gioviale e allegro, pronto alla risata e ad apprezzare le gioie della vita. Cosa gli era successo? Cosa lo aveva trasformato nell’uomo tetro e cinico che aveva davanti? Domanda inutile, si disse. Aveva perso sua moglie, una moglie che aveva amato con tutto il cuore.

    Quel pensiero le causò una nuova ondata di tristezza e le fece provare una forte nostalgia per la persona che Ash era stato. Un giovane allegro, dotato di un’innata gentilezza che aveva riservato specialmente alla sorellina del suo compagno di studi. Sophia, dal canto suo, per la prima volta si era sentita compresa grazie a lui. Le attenzioni che Ash le aveva riservato avevano significato molto per lei ed era proprio il ricordo di quel periodo ad averla portata da lui in quell’occasione, non certo il ricordo della loro storia successiva, quando era diventata donna ed era stata respinta.

    Ma l’uomo che aveva davanti era stato derubato di quelle qualità. Era un Ash cupo, pensieroso, remoto, quasi come se in qualche modo una nuvola oscura lo avesse avvolto per celare il calore che un tempo era stato il tratto principale della sua persona.

    Fu colta da una profonda nostalgia per il suo amico di un tempo, ma svelta represse quel sentimento. Non doveva mostrarsi emotivamente vulnerabile, decise. Non doveva provare nulla per lui, soprattutto perché in passato lo aveva considerato l’uomo dei suoi sogni. Era stato un errore che aveva pagato a caro prezzo, soffrendo le pene dell’amore come solo un’adolescente romantica e idealista poteva fare.

    Dunque doveva essere lieta che fosse cambiato tanto, rifletté, perché così non correva il rischio di... Di cosa? Di innamorarsi di nuovo di lui?

    Impossibile.

    E se la sua vulnerabilità nei confronti di Ash fosse stata impressa nel suo DNA?, si chiese sgomenta.

    Impressa era la parola giusta e lei aveva ancora le cicatrici per provarlo. Quelle cicatrici, però, avevano il compito di proteggerla adesso. Non avrebbe commesso due volte lo stesso errore. Era immune al suo fascino ormai e intendeva continuare su quella strada. Del resto, non aveva più sedici anni.

    Era stata una teenager spinta dall’esigenza di assaggiare la mela che il serpente aveva offerto a Eva e si era rivolta ad Ash per soddisfare quell’esigenza. Aveva commesso un terribile errore per il quale aveva versato calde lacrime di vergogna e angoscia.

    Adesso doveva concentrarsi su un passato precedente a quell’episodio, a quel periodo semplice quando Ash era il suo paladino, la persona cui si poteva rivolgere in caso di bisogno, che l’aveva sempre aiutata e che, in fin dei conti, le aveva salvato la vita in più di un’occasione. Era con quell’Ash che al momento aveva un disperato bisogno di interagire, usando parole soppesate e dirette per convincerlo. Perché ormai sapeva che non le era più permesso tornare indietro, in quel giardino dell’innocenza i cui vialetti Ash aveva percorso con lei quando era una bambina.

    Ciò nonostante non doveva rinunciare a sperare. Non poteva, ricordò a se stessa. Ma erano necessarie cautela e concentrazione sull’obiettivo che si era imposta. Si trattava di un semplice confronto per ottenere quel che le serviva per sopravvivere, dopodiché non sarebbe più stata costretta a incontrarlo e sarebbe stata al sicuro non soltanto da Ash, ma anche dal futuro che suo padre aveva pianificato per lei.

    Trasse un profondo respiro. «Puoi lasciarmi adesso» lo informò con tono gelido. «Ti prometto che non cercherò di toccarti.»

    Gli prometteva di non toccarlo. Chiaramente non immaginava quanto il suo corpo, la sua carne, la sua virilità anelassero alle sue carezze. Nella sua mente,

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