Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

La dama del mare (eLit): eLit
La dama del mare (eLit): eLit
La dama del mare (eLit): eLit
E-book279 pagine4 ore

La dama del mare (eLit): eLit

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Tuffatasi in mare dalla nave su cui è prigioniera, Bridget approda sfinita sulla spiaggia di Madera, dove viene tratta in salvo da uno sconosciuto. Dopo una settimana, quando l'uomo le chiede di sposarlo, lei accetta, ma solo dopo aver scoperto chi è in realtà si pente di avere agito tanto impulsivamente. Il misterioso capitano è infatti il famigerato Black Harry, colui che anni prima si era reso responsabile della scomparsa del padre di Bridget. Collera e rancore sembrano creare una frattura insanabile tra loro: le varie peripezie e i pericoli che saranno costretti ad affrontare riusciranno a far emergere la verità, e cioè che sono perdutamente innamorati l'uno dell'altro?
LinguaItaliano
Data di uscita28 apr 2017
ISBN9788858968819
La dama del mare (eLit): eLit
Autore

June Francis

Nata e cresciuta a Liverpool, si interessa di storia e folklore. Ha scritto numerosi romanzi ambientati nel Medioevo e in Inghilterra ha raggiunto la fama con due appassionanti saghe familiari.

Autori correlati

Correlato a La dama del mare (eLit)

Titoli di questa serie (3)

Visualizza altri

Ebook correlati

Narrativa romantica storica per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Recensioni su La dama del mare (eLit)

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    La dama del mare (eLit) - June Francis

    successivo.

    Prologo

    1504

    Se non avesse agito immediatamente, non avrebbe mai riacquistato la libertà. In piedi sul ponte fortemente inclinato, Bridget McDonald rafforzò la stretta attorno al parapetto del veliero. Poco prima aveva intravisto un'alta sagoma maschile sulla scogliera, che però adesso era scomparsa, offuscata dalla pioggia scrosciante.

    La costa che scorgeva di fronte a sé era forse quella di Madera, l'isola che aveva desiderato raggiungere? Il capitano della nave negriera e i pochi membri della ciurma rimasti stavano tentando freneticamente di evitare che l'imbarcazione venisse scaraventata contro gli scogli dalla furia del vento. Poteva trattarsi dell'unica opportunità di fuggire che le si sarebbe mai presentata. Se con i suoi uomini fosse riuscito a salvare il veliero, quel lurido individuo avrebbe ripreso all'istante a darle la caccia. Il modo in cui la occhieggiava le incuteva terrore. Da quando la malattia gli aveva portato via la donna una settimana prima, a lei era venuta a mancare l'unica persona che l'aveva difesa da quella orribile persecuzione. Se non fosse scoppiata la tempesta, ne era convinta, lui l'avrebbe già violentata da un pezzo.

    A un tratto un'ondata la investì, lasciandola boccheggiante. Aggrappandosi spasmodicamente al parapetto, Bridget si sforzò di avere il coraggio di scavalcarlo. Non si sarebbe trovata in quel terribile guaio se l'uomo che aveva conosciuto come il Capitano Black Harry non l'avesse separata dal padre, Callum, rifiutandosi di prenderla a bordo di uno dei suoi due velieri in partenza per il Nuovo Mondo, circa due anni addietro.

    Un brivido la percorse al ricordo della sua situazione disperata e comprese che non le restava una possibilità di scelta. Forse sarebbe perfino riuscita a ritrovare suo padre e, se fosse perita tra i flutti, sarebbe morta come una donna libera e non come la sgualdrina di un mercante di schiavi. Fece un profondo respiro e si tuffò.

    1

    Harry imprecò ad alta voce, maledicendo la pioggia che lo accecava mentre scivolava lungo il viottolo della scogliera, acquistando uno slancio crescente a mano a mano che il terreno franava sotto di lui, proiettandolo verso la spiaggia. Atterrò carponi sulla sabbia scura, insieme a una gragnola di pietre. Il viso contratto dal dolore, trattenne il fiato e si mise in piedi. Scrollando i neri capelli gocciolanti, si asciugò la faccia e la barba sulla manica del farsetto.

    Aveva davvero visto qualcuno in procinto di gettarsi nel mare in burrasca da quel veliero? All'improvviso, com'era iniziata, la pioggia cessò. Senza perdere altro tempo, Harry si incamminò lungo la riva, scrutando invano le onde in cerca di quella figura solitaria. Stava per tornare indietro quando scorse qualcosa a una certa distanza. Affrettò il passo e, avvicinandosi, notò un corpo disteso sulla sabbia a faccia in giù.

    Si inginocchiò e, con suo sommo sbalordimento, scoprì che si trattava di una donna. E, cosa assai più sorprendente, di una donna che sapeva nuotare, una vera e propria rarità. Si era raccolta le gonne dell'abito verde, ficcandone le estremità nella cintura, senza dubbio per evitare che le intralciassero i movimenti delle gambe. La mise seduta, ma la parte superiore del suo corpo gli si afflosciò contro il braccio. Sentendola emettere un suono strozzato, le batté ripetutamente la mano sulla schiena per tentare di liberarle i polmoni dall'acqua. La tensione di cui era preda si allentò quando lei iniziò a tossire, rovesciando muco e acqua salata sulla manica del suo già fradicio farsetto. Infine, come Dio volle, la tosse si placò, ma doveva averla privata delle poche forze che le erano rimaste dopo quella lunga nuotata, dato che giaceva inerte fra le sue braccia.

    Un'unica, lunga treccia ramata gli sfiorò la coscia mentre girava verso di sé la giovane per riuscire a guardarla in faccia. Il cuore gli saltò in gola. Aveva la strana sensazione di averla già vista. Ma dove? Il suo estremo pallore non sminuiva in alcun modo la sua bellezza. Aveva un nasino delicato, labbra piene e sensuali, un volto a forma di cuore.

    In quel momento, una goccia le cadde sul viso, seguita da una seconda e da una terza. Harry immaginò che la pioggia l'avrebbe riportata in sé, ma, anche se un piccolo fremito le percorse la guancia, le sue palpebre rimasero chiuse. Maledizione! Che cosa doveva farne di lei? Si sarebbe bagnata più di quanto non fosse già, se avesse tentato di portarla fino a Machico. Appariva chiaro che l'unica soluzione possibile era quella di condurla alla villa del suo amico portoghese Jorge de Lobos, in cui lui abitava al momento.

    Il viso contratto per lo sforzo, la sollevò del tutto fra le braccia e si alzò lentamente. Vacillò un istante, ma subito dopo recuperò l'equilibrio, digrignando i denti per il dolore alla coscia. Decise di seguire la spiaggia il più a lungo possibile, augurandosi di non trovare altre frane.

    Malgrado il peso degli abiti inzuppati di lei, riuscì a procedere a una discreta velocità, consapevole questa volta del colorito terreo e del respiro irregolare della donna. Raddoppiò la cautela mentre percorreva il tratto argilloso che portava al sentiero principale e fu con enorme sollievo che raggiunse la casa e poté depositare il suo fardello su una scranna del vestibolo.

    Fletté le spalle e gridò per chiamare Joe. Non ricevendo risposta, si diresse verso la cucina, ma anche questa era deserta. Dov'era finito il ragazzo, per Giove? Tornò nel vestibolo e fissò la donna che indossava l'abito verde. Per qualche ragione misteriosa, gli tornarono in mente i racconti sulle sirene che un ex pirata, di nome Callum McDonald, gli aveva narrato tanto tempo prima.

    Anche lui era stato ripescato dal mare, benché non fosse che un bambino. Era stato fuori di sé quando si era destato a bordo della nave pirata, incapace di rammentare il suo nome e la sua età a causa di un forte colpo alla testa. I pirati gli avevano spiegato che i suoi genitori erano morti in un incidente e che era un miracolo che lui fosse sopravvissuto. Accigliandosi al ricordo, si strofinò la barba che celava l'orrenda cicatrice che gli deturpava una guancia.

    Come si sarebbe dovuto comportare con quella sconosciuta? Sebbene di solito si rifiutasse di avere in casa delle donne, non poteva per il momento non ospitarla. Alla ragazza, poiché non era che una ragazza, dovevano essere tolti quegli indumenti bagnati, perciò lui avrebbe dovuto mandare Joe a Machico a chiamare la vecchia Juanita, un'anziana vedova portoghese, che si sarebbe incaricata di spogliarla. Prima, però, doveva trovarlo. Lasciando la casa, lo cercò in giardino e nelle stalle, ma del giovane non c'era alcuna traccia.

    Rientrò esasperato. Si accorse all'istante che la donna si era mossa, dato che adesso stava raggomitolata contro un bracciolo della scranna. Le scrollò una spalla e lei sollevò le palpebre, rivelando degli occhi arrossati color ambra. Li strinse come se le dolessero e avesse difficoltà a metterlo a fuoco. Farfugliò alcune parole incomprensibili e ricadde contro lo schienale. Alzò un braccio come per difendersi da un colpo, poi lo lasciò ricadere e tornò ad abbassare le palpebre.

    Il cuore gli saltò in gola ancora una volta. Facendo un profondo respiro, la sollevò fra le braccia e si diresse verso la scala, lasciando un rivolo di acqua sul pavimento. Dal momento che le suole delle sue scarpe erano scivolose, si avviò cautamente lungo i gradini di marmo e raggiunse il primo piano senza incidenti. Entrando nella stanza per gli ospiti, si lasciò cadere con il suo fardello sulla cassapanca posta ai piedi del letto.

    Una ciocca ramata gli solleticò il mento. Corrugando la fronte, fissò il volto incantevole appoggiato al suo braccio. «Dovete destarvi, madama» le intimò in portoghese.

    Lei emise un gemito, ma i suoi occhi rimasero chiusi.

    Harry le schiaffeggiò leggermente le guance. «Svegliatevi!» le ordinò.

    Questa volta lei trasalì, sollevò le palpebre e parve fissarlo, solo per voltare il viso dall'altra parte. Un tremito le percorse le membra. «Volete svegliarvi, madama?» la sollecitò lui, tirandole la treccia. Lei alzò un pugno con l'evidente intenzione di colpirlo, poi lasciò ricadere il braccio. Harry sorrise compiaciuto. Se non altro, sembrava che fosse riuscito a stabilire una sorta di contatto con lei. Le schiaffeggiò di nuovo una guancia.

    «Se... se lo... fate un'altra volta, ve ne pen... tirete quando... lo avrò detto a mio padre» balbettò lei.

    Lui inarcò le sopracciglia al suo marcato accento straniero, chiedendosi dove avesse appreso il portoghese, che chiaramente non era la sua lingua natale. «Dovete togliervi quegli abiti bagnati, altrimenti vi buscherete un malanno. C'è un letto qua dietro. Infilatevi sotto le coperte, e io vi farò portare qualcosa da bere e da mangiare.»

    La ragazza cominciò a dibattersi con insospettata energia, ma, essendo tanto più forte di lei, Harry non ebbe difficoltà a imprigionarle i polsi e a portarglieli al di sopra della testa. Percepì il rapido alzarsi e abbassarsi del suo seno contro il petto, e si sentì assalire da una sensazione che non provava da diverso tempo.

    «Non è necessario che lottiate contro di me» protestò. «Non intendo farvi del male. Adesso alzatevi, spogliatevi e coricatevi.»

    Con sua somma costernazione, quel giovane corpo si accasciò e la testa gli ricadde sulla spalla. Cercò di nuovo di svegliarla, ma tutti i tentativi fallirono miseramente. Purtroppo, sospirò, non gli restava che spogliarla lui stesso.

    Gli tremavano le mani mentre le sganciava la cintura, liberando le gonne. Poi sciolse i nastri del corpino. Notando la foggia dell'abito, tastò il tessuto, certo che fosse stato confezionato in Inghilterra. Dunque quella sirena non era una contadina portoghese, ma poteva darsi che fosse inglese. Che cosa doveva farne di lei?, si chiese per l'ennesima volta. E dov'era il padre che aveva menzionato?

    Dopo averle sfilato l'abito e aver rivelato la perfetto rotondità del seno a stento velato dalla camiciola di seta bagnata che le aderiva alla pelle, comprese che avrebbe dovuto essere fatto di legno per non reagire a tanta avvenenza. «Per la Beata Vergine» gemette, ficcandosi una mano nei capelli e scostandola da sé con l'altra. «Che cosa devo farne di voi?» Non ci fu risposta. Harry si schiarì la voce. «Dovete togliervi la camiciola, madama. Vi porterò una delle mie camicie, in modo che possiate indossarla. Non abbiamo indumenti femminili, in questa casa.»

    «Gli uomini sono dei ta... tali de... moni» balbettò lei senza aprire gli occhi.

    «Nemmeno le donne sono degli angeli» la rimbeccò Harry, alzandosi e lasciandola distesa sulla cassapanca.

    Dal momento che lei rimase in silenzio, diede per scontato che fosse scivolata ancora una volta nella semincoscienza. La tirò su e se la gettò su una spalla, poi si diresse verso la sponda del letto e l'adagiò sul materasso. Afferrando lo spesso copriletto rosso e marrone, glielo rimboccò attorno al collo per accertarsi che stesse al caldo e si affrettò a lasciare la stanza.

    Nella sua camera da letto, si sbarazzò degli abiti bagnati e si asciugò. Quindi, con il telo avvolto attorno ai fianchi, si avvicinò alla finestra e spalancò gli scuri, osservando il giardino in lieve pendenza da cui saliva il profumo dei fiori, ancora più intenso dopo la pioggia. Fissò la distesa dell'oceano, ma non vide traccia di un'imbarcazione. Da quando riusciva a ricordare, il mare era stato la sua vita e un veliero la sua vera casa, ma in giornate come quella si rallegrava di trovarsi sulla terraferma dopo essere stato ferito alla gamba.

    Si scostò dalla finestra con un gesto impaziente e si avviò zoppicando verso la cassapanca e l'armadio. Prelevò l'occorrente, indossò la biancheria, la camicia, la calzamaglia, il farsetto e gli stivali, quindi estrasse un'altra camicia. Afferrando i guanti e il cappello, tornò nella stanza destinata agli ospiti.

    La donna era riuscita a togliersi la camiciola. Giaceva su un fianco, la testa talmente vicina alla sponda del letto che la treccia penzolava sul pavimento. Gli sarebbe piaciuto vedere i suoi capelli sciolti, appena lavati con dell'acqua profumata alla camomilla o alla lavanda. Imprecò a denti stretti. Doveva essere fuori di senno per fantasticare in quel modo. Poteva solo rallegrarsi che il suo corpo fosse quasi decentemente coperto.

    Posò la camicia sul letto e stava per tirare su la coperta quando scorse la cicatrice che le solcava la schiena. Si immobilizzò un istante, poi tastò con le dita i segni violacei che le costellavano la pelle dalle scapole all'incavo della vita. Un moto di collera lo assalì. Qualcuno l'aveva brutalmente frustata? Il marito? Le prese la mano sinistra piegata sul lenzuolo, ma era priva di una fede nuziale.

    Studiando più attentamente i segni rivelatori, rammentò le frustate che aveva ricevuto durante la sua adolescenza a bordo della nave pirata. Accigliandosi, le tirò la coperta fino al mento. Dopo aver raccolto da terra gli indumenti bagnati, lasciò di nuovo la stanza. Scese in cucina e questa volta ebbe la fortuna di trovare Joe, intento a preparare il pasto della sera.

    «Abbiamo ospiti» gli annunciò in inglese, depositando gli indumenti sopra il tavolo su cui il ragazzo stava affettando una cipolla.

    Joe fissò l'abito verde e gli scoccò un'occhiata sbalordita. «Una donna?»

    «Naturale che si tratta di una donna. Questa è una veste femminile, no?» Harry prese posto su una sedia. «E che donna, Joe. Non immagini quanto sia bella. La cosa strana è che ho l'impressione di averla già vista.»

    «Santi numi! Una donna sotto il vostro tetto!» squittì Joe, afferrando l'abito inzuppato e annusandolo. «Ha l'odore del mare. Dove l'avete trovata?»

    «Ha nuotato fino alla riva dopo essersi gettata da un veliero in difficoltà.» Harry sbirciò il giovane da sotto le dita. «È insolito che una donna sappia nuotare, non trovi? L'ho vista tuffarsi in mare e in seguito l'ho trovata distesa sulla sabbia. È nella stanza per gli ospiti, tienila d'occhio, mi raccomando. Io devo uscire. Voglio scoprire che cosa ne è stato di quel veliero.»

    Joe, che nel frattempo aveva sollevato la camiciola di seta, la lasciò cadere come se si fosse scottato le dita. «Io?» Sgranò gli occhi azzurri. «Che cosa ha indosso se i suoi indumenti sono qui? E se... se cominciasse ad andarsene in giro mezza nuda?»

    «Non dire sciocchezze!» lo redarguì Harry, rifiutandosi di indugiare con la mente sull'immagine evocata da quelle parole. «Le ho lasciato una delle mie camicie e dubito che abbia la forza di scendere dal letto. Se riprende conoscenza, avrà bisogno di bere e di mangiare. Forse una minestra.»

    Si diresse alla stalla, sellò il suo cavallo e lo guidò verso il punto dal quale aveva avvistato il veliero per l'ultima volta. Si chiese se si fosse schiantato contro gli scogli. In tal caso, esisteva la possibilità che ci fossero dei superstiti. In caso contrario, era probabile che gli abitanti dell'isola avessero avvistato l'imbarcazione e deciso di accaparrarsi tutto ciò che potevano prima dell'arrivo delle autorità competenti.

    Bridget fu destata dal rumore di una porta che si apriva e di passi furtivi che si avvicinavano al letto. Il cuore prese a batterle furiosamente mentre l'immagine di un uomo con i capelli neri lunghi fino alle spalle, due occhi scuri dall'espressione collerica, una cicatrice sul naso e una folta barba nera le si affacciava alla mente. Anche il mercante di schiavi aveva la barba nera. Il suo primo impulso fu quello di balzare a sedere e difendersi. Purtroppo, però, non solo aveva tutte le membra indolenzite, ma le pulsava la testa e aveva la gola irritata. Si era già accorta che qualcuno aveva portato via i suoi abiti e lasciato una camicia pulita, di morbida lana e batista.

    «Chi è là?» domandò con voce roca.

    «Vi ho portato una minestra, del pane e della birra, padrona» ribatté una timida voce in inglese.

    Bridget si sentì al colmo della confusione. Il suo salvatore non le aveva parlato in portoghese? Aprì gli occhi e fissò il giovane che reggeva un vassoio. Era diverso dall'altro uomo come la notte dal giorno. Aveva i capelli color paglia e una faccia lentigginosa che esprimeva un'evidente curiosità.

    «Sei inglese» constatò nella sua lingua.

    «Sì, padrona.»

    «Come ti chiami?»

    «Joe.»

    «Dov'è l'uomo barbuto che è stato qui poco fa?»

    «Il capitano, volete dire. È andato a vedere che cosa ne è stato del veliero che voi avete abbandonato.»

    Lei si augurò che non ne trovasse traccia, o che fosse colato a picco e il suo comandante fosse affogato. «Il capitano? È un marinaio, allora?»

    «Sì.»

    «Ha un aspetto... terrificante. È portoghese?»

    «No, è inglese e non avete nulla da temere da lui.» Joe le rivolse un sorriso rassicurante. «Guardate, padrona, lascerò il vassoio su questo tavolino. Mangiate e poi fatevi un'altra dormitina.»

    Bridget strinse fra le dita il colletto della camicia e riuscì a mettersi seduta. «Dimmi ancora una cosa. Dove sono?»

    Il ragazzo si fermò sulla soglia. «Sull'isola di Madera, padrona» ribatté, chiudendo la porta prima che lei potesse rivolgergli altre domande.

    Bridget si lasciò ricadere contro i cuscini. Fu tale il sollievo provato che un fiotto di lacrime le salì agli occhi, minacciando di sopraffarla. Grazie al cielo, era finalmente giunta a destinazione. Adesso doveva sperare di non averlo fatto inutilmente. Rievocò il suo primo incontro con l'uomo cui continuava a riferirsi mentalmente come al Capitano Black Harry. Lei e suo padre si trovavano sulla costa irlandese dopo essere sfuggiti a un brigante di nome Patrick O'Malley e ai suoi tagliagole. Per diverse estati, Callum era salpato dalla Scozia insieme a dei giovani guerrieri per aiutare i congiunti della moglie irlandese a battersi contro gli O'Malley. Due estati prima, la fortuna lo aveva abbandonato e aveva perduto sia il suo veliero sia tutte le ricchezze che aveva accumulato.

    Quando aveva incontrato Black Harry, Bridget era sola, avendo lasciato suo padre a tentare di persuadere il capitano di un ennesimo veliero a riportarli in Scozia dietro promessa di pagarlo all'arrivo. Sentendosi terribilmente a disagio per il fatto che Callum fosse costretto a supplicare, si era allontanata ed era andata a sbattere contro l'uomo più attraente che avesse mai visto. Quando questi l'aveva aiutata a rimettersi in piedi, gli aveva chiesto perdono. Rispondendo con un amabile cenno, lui si era informato in gaelico in che altro avrebbe potuto servirla.

    D'impulso, lei gli aveva spiegato la loro situazione e lo aveva accompagnato da Callum. Solo allora aveva scoperto che i due uomini avevano navigato insieme quando Black Harry era stato solo un ragazzo. Avendo molte cose da dirsi, si erano diretti verso la taverna più vicina.

    Corrugando la fronte, Bridget afferrò la coppa dal tavolino e mandò giù avidamente il suo contenuto. Se solo avesse udito la loro conversazione, sarebbe stata più preparata ad affrontare quanto sarebbe accaduto il giorno seguente. Il suo viso si rabbuiò. Non avrebbe mai dimenticato quello che riteneva un ignobile comportamento da parte di Black Harry nei suoi confronti.

    Depositò la coppa sul vassoio e si dedicò al cibo. Inzuppò il pane nella minestra e, pur essendo affamata, mangiò adagio poiché provava dolore a inghiottire. Mentre si guardava intorno, le sue palpebre cominciarono ad appesantirsi. Le pareti imbiancate a calce parvero oscillare e gli scuri azzurri sprigionare un abbagliante luccichio. Ebbe l'impressione che la statua della Vergine con il Bambino che si trovava in una nicchia le sorridesse. Annaspò in cerca della coppa, la sollevò e se l'accostò al naso. Che fosse stata drogata? Sebbene il ragazzo le avesse assicurato che non aveva nulla da temere da lui, poteva fidarsi del capitano? Avendo tanto sofferto per colpa degli uomini in passato, si sentì attanagliare dal panico. Il suo ultimo pensiero prima di precipitare nell'incoscienza fu per suo padre.

    «Cosa le hai messo nella birra?» esplose Harry.

    «Solo qualche goccia di succo di papavero, capitano» ribatté Joe, affrettandosi a indietreggiare. «Me lo aveva dato Juanita quando non riuscivo a dormire per il dolore dopo che ero stato aggredito in città. Lo aveva somministrato anche a voi, se ben ricordate. In fondo, non è passato molto tempo da quando siamo tornati dall'Africa e voi eravate ferito così gravemente. Giuro che non solo ero convinto che non avreste più camminato, ma anche che avreste fatto a pezzi tutti gli specchi che vi fossero capitati sottomano.»

    Un muscolo prese a pulsargli sulla mascella. Non avrebbe mai dimenticato la prima volta in cui aveva visto in uno specchio la sua faccia irrimediabilmente sfigurata. In seguito, quando si era recato in città, le donne che prima gli erano cadute fra le braccia erano saltate indietro e si erano affrettate ad attraversare la strada. Profondamente umiliato, oltre che ancora sofferente a causa della ferita alla coscia, si era fatto crescere la barba per celare la raccapricciante cicatrice e aveva accuratamente evitato qualsiasi compagnia femminile.

    «E se sospettasse che l'hai drogata?» domandò.

    «Perché dovrebbe? Attribuirà la sua sonnolenza alla spossatezza causata dalla lunga nuotata. Mi sono limitato a mitigare le sue sofferenze.»

    Harry lo fissò, contrariato. «Suppongo che tu fossi animato da

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1