Il milionario playboy: Harmony Collezione
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Info su questo ebook
Jonas Berkeley sa che dietro l'atteggiamento schivo e austero della bella Aimi Carteret si nasconde una natura ben diversa, e quello che desidera di più è vedere la Aimi nascosta. Ma quando lei si arrende alla sua seduzione, Jonas scopre le vere ragioni di quella diffidenza, e si rende conto di essere l'unico in grado di aiutarla a superare quell'ostacolo.
Amanda Browning
Tra le autrici più amate e lete dal pubblico italiano.
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Anteprima del libro
Il milionario playboy - Amanda Browning
1
Il mondo poteva cambiare in una frazione di secondo: dal luogo sicuro in cui tutto procedeva esattamente come lo avevi programmato, un istante dopo diventava un posto che stentavi a riconoscere. Fu quanto successe ad Aimi Carteret in quell’afosa sera d’estate, ed era la seconda volta che le accadeva, nel corso di un’esistenza a tratti molto turbolenta.
Poco prima che si verificasse quel secondo, epocale cataclisma, Aimi era seduta al grande tavolo da pranzo di Michael e Simone Berkeley e si godeva la conversazione. Accanto a lei c’era Nick, figlio dei padroni di casa, un uomo dal cuore dolce e gentile. Era un famoso chirurgo, come suo padre e suo nonno prima di lui. Di fronte a Nick, c’era sua sorella Paula con il marito James Carmichael.
Sei mesi prima, Nick aveva assunto Aimi perché riorganizzasse la sua caotica vita. Oltre a eseguire complicate operazioni, era invitato a conferenze e a programmi televisivi, e rilasciava interviste. Inoltre aveva incominciato a scrivere la storia della famiglia. Aimi lavorava nello studio di casa sua, ma non viveva lì. Non lo aveva mai fatto: teneva sempre separati il lavoro e la vita privata.
Non che ne avesse molta, ma quella era una sua scelta. Il suo destino era cambiato in modo tragico nove anni prima, quando era scesa, senza nessun rimpianto, dalla folle giostra sulla quale era salita tanto tempo prima. Sopraffatta dal senso di colpa, la spregiudicata adolescente aveva promesso di diventare una persona della quale si potesse andare fieri.
Si era buttata a capofitto negli studi di storia all’università, ma non era riuscita a trovare un posto fisso. Così aveva seguito un corso per diventare assistente personale, e da allora collaborava con un’agenzia di lavoro interinale. Lavorando per Nick, poteva sfruttare le sue conoscenze di storia e aiutarlo nelle ricerche. Così, dopo tanti sforzi, Aimi aveva trovato il suo ruolo e anche un minimo di pace.
I vecchi amici non l’avrebbero mai riconosciuta, pensava spesso. Non si truccava più, mentre una volta amava fare risaltare i grandi occhi verdi; portava i lunghi capelli biondi raccolti in una treccia e preferiva seri tailleur da lavoro agli abiti alla moda.
All’università portava persino gli occhiali. Non erano correttivi, le servivano solo per tenere la gente a distanza. Era lì per lavorare, non per giocare: i giochi erano finiti con una tragedia che non avrebbe mai dimenticato. Adesso voleva solo passare inosservata ed essere lasciata in pace.
Le sembrava che la ragazza che un tempo flirtava spudoratamente con gli uomini fosse un’altra persona. Avendo ereditato la bellezza della madre, l’attrice Marsha Delmont, Aimi era sempre stata molto corteggiata. Gli uomini le piacevano, ma non li aveva mai presi sul serio e non aveva avuto storie importanti. Lo scopo della sua vita era divertirsi, però, dopo i tragici eventi in Austria, tutto era finito di colpo. Da allora, il suo obiettivo era dimostrare di valere qualcosa.
Finalmente era riuscita a costruire la vita che desiderava. Era l’assistente di Nick, ma i suoi genitori l’avevano accolta come un’amica nella villa di campagna, dove doveva consultare i libri dell’enorme biblioteca. Il giorno seguente era previsto un barbecue per tutta la famiglia, una tradizione del weekend di metà agosto, e Nick aveva insistito perché partecipasse anche Aimi.
Lei era felice di avere accettato l’invito: la gente normale si comportava così, si ripeteva. In passato lo shopping selvaggio, le feste chic e sregolate, dove l’alcol scorreva a fiumi, gli eccessi e la musica a tutto volume erano le sue uniche regole di vita. La vecchia Aimi avrebbe considerato noioso da morire quel fine settimana, mentre la nuova rimpiangeva di non essere rinsavita prima. Come diceva il proverbio, del senno di poi erano piene le fosse: adesso sapeva come sarebbe potuta essere, ma purtroppo non poteva tornare indietro.
Nei minuti precedenti al terremoto che avrebbe rivoluzionato il suo mondo, tutti ridevano per una battuta di Paula. Aimi la trovò così divertente che le vennero le lacrime agli occhi e il mal di stomaco. Si stava asciugando il viso, quando si udì il suono distante del campanello.
Simone Berkeley guardò il marito, stupita. «Chi può essere?» chiese.
«Mamma, aspettavi qualcuno?» domandò Paula, ma la madre scosse la testa.
Poco dopo si sentirono dei passi e tutti fissarono incuriositi la porta, che si aprì un istante dopo, per mano di un uomo alto, bruno e sorridente.
«Spero che mi abbiate lasciato qualcosa, branco di avvoltoi!» esclamò allegramente, e il suo ingresso fu salutato da gridolini di gioia.
«Jonas!»
I presenti si alzarono come un sol uomo, mentre Aimi, perplessa, si girò a guardare il nuovo arrivato. Aveva sentito nominare Jonas Berkeley, il figlio maggiore. Era a capo di un’importante multinazionale, viaggiava in continuazione, conducendo una vita lussuosa che lo portava negli angoli più esclusivi del globo. Finiva spesso sui giornali, a volte per il suo lavoro, ma più frequentemente per le sue conquiste. Veniva sempre invitato alle riunioni di famiglia, ma non riusciva quasi mai a parteciparvi, il che spiegava la gioia e la sorpresa generali.
Aimi, invece, fu sorpresa dalla propria reazione, del tutto inattesa. Non appena guardò Jonas, provò un’emozione profonda; tutti i suoi sensi si misero all’erta, come se tutto il suo essere reagisse a quella visione paradisiaca. La risata di Jonas le diede un brivido e l’espressione maliziosa degli incredibili occhi azzurri le azzerò la salivazione.
Nonostante la sua gioventù all’insegna della sregolatezza, in ventisette anni Aimi non aveva mai provato una reazione fisica così evidente. Il sangue le pulsava nelle vene e il cuore le batteva impazzito. Smise di sorridere e, proprio in quel momento, Jonas si voltò verso di lei e i loro occhi si incontrarono.
Aimi lo vide fermarsi di botto e trattenne il respiro, mentre tra loro si accendeva un’emozione primitiva, che fu rotta dalla voce di Paula. Ma, in quel breve istante, ad Aimi non sfuggì il lampo predatore che balenò negli occhi di lui. Si voltò, incredula e sconvolta, mettendosi una mano sullo stomaco.
Dio mio, pensò, con la mente annebbiata. Che cosa le era successo? Stupida, lo sai benissimo! Aveva appena sperimentato una fortissima attrazione sessuale, e il suo corpo tremava in risposta. Era l’ultima cosa che si aspettava, visto che aveva lottato per dominare il lato più spontaneo del suo carattere e diventare l’antitesi di ciò che era stata una volta, evitando ogni forma di coinvolgimento romantico. Nessun uomo le aveva mai fatto perdere il controllo.
Almeno fino a quel momento. Senza una parola, Jonas aveva sbriciolato le sue difese, ricordandole sensazioni che preferiva dimenticare. Non sapeva perché fosse successo proprio in quel momento, ma doveva a tutti i costi porvi rimedio. Si impose di respirare lentamente, simulando una calma che era ben lungi dal provare.
Infatti sobbalzò quando qualcuno le sfiorò un braccio. Era Nick.
«Vieni, ti presento mio fratello!» esclamò, entusiasta. Aimi ebbe un tuffo al cuore all’idea di guardare ancora in quegli occhi azzurri, anche se una piccola parte di lei doveva controllare se fosse successo davvero o se avesse solo immaginato quel terremoto interiore, così si alzò e seguì Nick.
Mentre si avvicinava a Jonas, circondato dai familiari, ebbe l’impressione di imboccare un cammino predestinato. Torna indietro, le consigliò la prudenza, ma una forza superiore la indusse a continuare. I suoi occhi, come dotati di volontà propria, cercarono quelli di Jonas e l’aria si caricò di elettricità.
Nick non si era accorto di niente. «Aimi, ti presento mio fratello Jonas. Oltre a essere alto, bello e ricco in modo disgustoso, è anche una specie di Casanova, quindi poi non dirmi che non ti ho avvisato. Jonas, la mia preziosissima assistente, Aimi.»
Jonas l’abbagliò con un sorriso smagliante, tutto per lei, e le porse la mano. «Preziosissima Aimi, piacere di conoscerla» la salutò, con una voce profonda che era una delizia per le orecchie.
Aimi trasalì, ancora vittima del carisma di quell’uomo, nonostante le rapide riparazioni che aveva cercato di apportare alle sue difese. Lui trasudava sicurezza maschile e fascino sessuale, una combinazione esplosiva. Piuttosto impacciata, esitò un istante prima di porgergli la mano, e capì di avere fatto bene quando lui la strinse. Il contatto le fece venire la pelle d’oca e il suo leggero tremito fu assorbito dalle dita di Jonas che strinsero le sue.
«Piacere mio» replicò Aimi educatamente. Almeno la sua voce era normale. Liberò subito la mano e la strinse a pugno. «Nick parla spesso di lei.» Era vero, anche se aveva omesso qualche dettaglio. Forse non lo riteneva carismatico quanto lei. Certo, alle donne faceva un altro effetto, e Aimi avrebbe preferito continuare a ignorare l’esistenza di Jonas Berkeley. Sapeva ammirare un uomo dal punto di vista estetico, ma non cadeva mai preda dell’attrazione. Quel giorno gli eventi avevano preso una piega diversa, che non le piaceva per niente.
«Per quello ultimamente mi fischiavano le orecchie» commentò Jonas con un sorriso impertinente. «Da quanto tempo lavora per Nick?» le chiese, esaminando la gonna grigia dritta e la camicia bianca che Aimi indossava nonostante il caldo soffocante. Quando la fissò di nuovo, nel suo sguardo c’era un lampo di curiosità.
«Da sei mesi, ed è l’assistente che tutti vorrebbero!» spiegò Nick, sorridendo ad Aimi.
Jonas li guardò, confuso. «Ah, davvero? Sbaglio o tra voi c’è qualcosa che va oltre il rapporto professionale?» si informò, e Aimi ebbe la netta impressione che non fosse una domanda casuale. Voleva sapere fino a che punto suo fratello fosse coinvolto.
Nick scosse la testa, ridendo. «Ma che cosa dici? No, Aimi sta soltanto mettendo ordine nel caos della mia vita. Non è così, Aimi?»
«Ci provo» confermò lei, a disagio. Forse Nick non se ne rendeva conto, ma aveva appena dato via libera a Jonas, il quale, a giudicare dallo sguardo, era più che pronto.
«Come mai questa sorpresa? Sei momentaneamente privo di fidanzate?» domandò Nick, con precisione chirurgica.
Jonas sorrise ad Aimi, ignorando il fratello. «Mi si è liberato il fine settimana all’ultimo momento. Ma credo che qui non mi annoierò come temevo!»
Aimi colse l’allusione e inarcò le sopracciglia. Non faceva più quel tipo di giochi, però ricordava ancora le regole. «Invece io temo proprio di sì.»
«Dice?» ribatté Jonas. «Strano, di solito trovo sempre qualcosa con cui passare il tempo.»
«Non cambi mai!» sbuffò Nick. «Non è ora di crescere? Hai trentaquattro anni, dovresti sistemarti e crearti una famiglia.»
«Perché non lo fai tu? Io sto benissimo così.»
«Io almeno ci provo, mentre tu esci solo con bellone senza cervello. Che cosa ci trovi? Non riescono neanche a sostenere una conversazione banale!» insistette Nick, testardo.
«Vergognati, Nick!» si intromise Paula, interrompendo quella discussione non certo nuova. «Jonas può uscire con chi vuole, e solo perché miete vittime tra la popolazione femminile non significa che prima o poi non si sistemerà, ma lo farà solo quando sarà pronto.»
Jonas rispose con un sospiro melodrammatico. «È sempre piacevole essere considerato un seduttore senza cuore, Paula.»
La sorella gli diede un bacio sulla guancia. «Senza cuore no, ma un playboy lo sei di sicuro. Io ti voglio bene, Jonas, ma il tuo atteggiamento... diciamo disinvolto con le donne, mi ha stufato. Ti meriteresti di innamorarti di una donna che non ti vuole!»
«Così mi piaci!» esclamò Jonas. «Non mi aspetto niente di meno da una sorella che ha partecipato a una rissa per salvare il suo fratellino.»
«Ah, certo, mi ha salvato!» replicò Nick. «Ma poi mi ha punito dicendo che non dovevo fare a botte.»
Tutti risero, compresa Aimi, sollevata all’idea che Jonas non fosse più il centro dell’attenzione.
«Su, sediamoci, prima che la cena si raffreddi!» intervenne Simone. «Jonas, mettiti di fianco a Paula, devi raccontarmi le tue ultime imprese.»
Aimi tornò al suo posto. Purtroppo Jonas era proprio di fronte a lei, quindi era inevitabile vederlo ogni volta che alzava la