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Sguardi di seduzione
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E-book150 pagine2 ore

Sguardi di seduzione

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Info su questo ebook

Quel venerdì sera, Liam aveva progetti migliori che starsene appostato a spiare Eleonor Thorpe, ma doveva fare un favore al fratello Sean, e non aveva davvero idea del guaio in cui si stava per cacciare.
E Sean, di professione investigatore, aveva catturato un bigamo truffatore che gli ha chiesto di recapitare un messaggio a una certa Laurel. Lui non si tira mai indietro se si tratta di salvare una bella ragazza.
Anche Brian va a caccia, ma di notizie e, in certe occasioni, anche di giovani affascinanti: è quello che sta facendo a una importantissima serata di beneficenza.
Chissà cosa finiranno per combinare...
LinguaItaliano
Data di uscita10 feb 2021
ISBN9788830525405
Sguardi di seduzione
Autore

Kate Hoffmann

Dopo aver lavorato come redattrice di testi pubblicitari, ha intrapreso la difficile strada del romanzo e ha dovuto superare difficili momenti prima di approdare al successo. Ora finalmente può permettersi di dedicarsi alla scrittura a tempo pieno.

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    Anteprima del libro

    Sguardi di seduzione - Kate Hoffmann

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Mighty Quinns: Brian

    Harlequin Temptation

    © 2003 Peggy A. Hoffmann

    Traduzione di Maria Latorre

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2004 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3052-540-5

    Prologo

    La pioggia sferzava le finestre della casa su Kilgore Street. Brian Quinn guardava la strada allagata dalla sua stanza al primo piano, la fronte appoggiata contro il vetro gelido della finestra.

    La Mighty Quinn era un’imbarcazione robusta, aveva affrontato tempeste peggiori di quella che imperversava dal giorno prima sul mare, eppure Brian era preoccupato per il padre. Seamus era un marinaio, avvertiva le tempeste nell’aria, eppure sarebbe dovuto tornare a casa già da sei giorni, ma di lui non c’era traccia. Brian leggeva la preoccupazione negli occhi del fratello maggiore, Conor, la leggeva nella smorfia accigliata di Dylan.

    Il quattordicenne Conor aveva cercato di persuadere Seamus a dirigersi a Sud alla ricerca di pescespada, verso acque più tranquille. Questo significava che lui sarebbe rimasto solo a casa per diversi mesi a prendersi cura dei cinque fratelli più piccoli, ma non gliene importava. Ormai era da sette anni che si occupava di loro e della casa, sin da quando la madre li aveva abbandonati.

    Brian si guardò alle spalle. Il fratello gemello, Sean, era già a letto a leggere un fumetto. Liam, il più piccolo dei Quinn, si era raggomitolato accanto a lui per riscaldarsi.

    «Brian! Controlla i secchi nell’ingresso!» gridò Dylan dal piano inferiore. «Non serviranno a niente, se straripano.»

    Brian sospirò. Prima o poi avrebbero trovato i soldi per riparare il tetto, pagare la bolletta del telefono e magari anche ridipingere il porticato. Dovevano aspettare il ritorno del padre e sperare che non spendesse tutto il denaro guadagnato a ubriacarsi e a giocare a poker in un pub.

    «Non credo che tornerà stanotte» mormorò Sean. «Non può portare la barca in porto con questo tempaccio.»

    «Ma sta bene?» domandò Liam.

    «Sì, sta bene.» Brian si spostò nell’ingresso per controllare i secchi dove si raccoglieva l’acqua che cadeva dal tetto, poi tornò in camera e si infilò nel letto.

    Sperava di addormentarsi, così al risveglio avrebbe trovato il padre a casa e tutto si sarebbe sistemato.

    «Spegnete la luce» commentò in quel momento il fratello Brendan affacciandosi alla porta della cameretta. «È tardi e domani si va a scuola.»

    «Ci sarà anche papà, domani?» gli chiese Liam.

    Brendan si sforzò di sorridere. «Non lo so, ma tornerà presto.»

    «Sei sicuro? La maestra mi ha detto che la tempesta è stata terribile.»

    Brendan si sedette su un lato del letto del fratellino e incominciò a fargli il solletico. «Certo che sta bene. Papà può condurre la barca attraverso qualsiasi tempesta, non preoccuparti. E adesso mettiti giù. Ti racconto una storia. Quale vuoi sentire?»

    Quelle storie erano una tradizione di famiglia. C’erano infinite leggende sul conto degli Invincibili Quinn, gli antenati valorosi che sconfiggevano il male.

    Quando era Seamus a raccontare quelle storie, le eroine femminili erano sempre malvagie. Dapprincipio Brian non aveva capito il perché, ma con il passare del tempo si era reso conto che Seamus si lasciava influenzare dalla delusione provata dopo l’abbandono della moglie.

    Nessuno poteva mai nominarla in sua presenza, ma di tanto in tanto Conor parlava di lei ai fratelli più piccoli. E anche se Brian aveva soltanto tre anni quando la mamma se n’era andata, ricordava ancora il grembiule a fiori che indossava ogni mattina.

    «Raccontaci la storia di Odran e il gigante» chiese Sean.

    «No, quella di Murchadh Quinn, il valoroso marinaio» gli fece eco Liam.

    «Io voglio quella di Eamon e dell’incantatrice» insistette Brian.

    Brendan scosse la testa. «Vi racconterò la storia di Riddoc Quinn, il più in gamba degli Invincibili Quinn. Riddoc sapeva tutto.»

    «Nessuno può sapere tutto» obiettò Brian.

    «Ma Riddoc sì. Innanzi tutto, era un ottimo osservatore. Non parlava molto, ma osservava tutto. E rifletteva.»

    Sean lo guardò interessato. «Va bene, continua pure.»

    «Riddoc viveva in un villaggio sulla costa irlandese in un piccolo cottage di pietra appollaiato su una scogliera. I genitori erano gente semplice, non sapevano leggere né scrivere, ma Riddoc imparò da solo. Lesse tutti i libri che c’erano al villaggio e quando quelli finirono, si spostò nei villaggi vicini per prenderne in prestito altri. Ciononostante, non era mai contento. Parlava con chiunque incontrasse, chiedendo notizie dei loro viaggi, sempre curioso di sapere come fosse il resto del mondo.»

    Questa volta, Sean lo guardò torvo. «Ho l’impressione che questa sia una storia istruttiva, una di quelle che ti esortano ad andare a scuola.»

    Il fratello gli arruffò i capelli con una carezza affettuosa e proseguì con il racconto. «Riddoc viveva accanto a un mago potente di nome Aodhfin, che aveva due figlie: Maighdlin e Macha. Il mago viziava le due figliole, concedendo loro tutto quello che volevano. Maighdlin, però, era avida ed egoista e con il passare del tempo assunse le arie di una principessa. La sorella Macha, al contrario, era una ragazza semplice che si concentrava sullo studio del greco e del latino e che trascorreva tutto il suo tempo leggendo. Con il passare degli anni, Aodhfin capì che avrebbe dovuto trasmettere i suoi poteri magici a una delle due figlie, ma non sapeva decidere a quale. Trascorse molte notti insonni, tormentato da quel pensiero. Chiese consiglio agli amici, ma invano, finché qualcuno gli parlò di Riddoc Quinn. Lui ha sempre una risposta a tutto, gli dissero.»

    «Certo» intervenne Liam. «Riddoc era il ragazzo più in gamba d’Irlanda.»

    «Su questo non ci sono dubbi» confermò Brendan. «Ma la conoscenza non gli veniva soltanto dai libri. Riddoc comprendeva il prossimo, sapeva accettare pregi e difetti di ciascuno. Accadde così che Aodhfin andò a cercarlo e lo condusse a casa sua. Non riusciva a credere che quello straccione fosse la persona che cercava, e tuttavia gli chiese di scegliere quella delle figlie a cui avrebbe dovuto trasmettere i suoi poteri. Prima, però, pretese di sapere in che modo avrebbe preso la sua decisione. Riddoc ci pensò su per qualche minuto. Le sottoporrò a una prova rispose infine. Farò loro tre domande a cui dovranno rispondere onestamente.»

    Sean gemette. «Oh, no! Come una prova di grammatica? Che storia noiosa.»

    «A mano a mano che si avvicinava il giorno della prova» seguitò Brendan, «il mago si preoccupava sempre più. Non era convinto che Riddoc fosse la persona giusta per quella decisione. Era un ragazzo comune, non aveva poteri mistici, comunque decise di lasciarlo fare. Come prima prova, Riddoc depose tre oggetti su un tavolo di fronte alle due sorelle: un rubino, una perla e un ciottolo levigato dal mare. Chiese a Maighdlin di scegliere la pietra più bella e lei, naturalmente, scelse il rubino, che era più prezioso. Macha, invece, scelse il ciottolo levigato.»

    «Macha era troppo stupida per diventare una maga» protestò Sean.

    «È ciò che pensava anche il mago» assentì Brendan. «Com’era possibile che Macha diventasse una maga potente, se non sapeva riconoscere neppure il valore di un gioiello? Riddoc, invece, capì che la ragazza era in grado di riconoscere la bellezza anche nelle cose semplici. La domanda successiva era più difficile. Riddoc portò tre uomini di fronte alle ragazze: un bel cavaliere, un commerciante facoltoso e un monaco. Consegnò a Maighdlin una sacca di monete d’oro e le chiese di consegnarla all’uomo che ne aveva più bisogno. La ragazza ne dette un terzo al cavaliere in cambio della sua protezione, un terzo al commerciante in cambio di un bel tessuto di seta e un terzo al monaco in cambio della sua benedizione. Macha, invece, non consegnò l’oro a nessuno. Non ne hanno bisogno, rispose. Il cavaliere ha già tutto l’oro di cui necessita, e così pure il commerciante. In quanto al monaco, ha fatto voto di povertà. Darò l’oro a un contadino che ha perso il raccolto, oppure a una madre con tanti figli

    L’interesse dei bambini si faceva sempre più grande, tanto che nessuno si azzardò a fiatare.

    «Il vecchio mago sospirò. Macha aveva il cuore troppo tenero per gestire un potere immenso come il suo. Riddoc, però, capì che era una ragazza gentile, generosa e attenta alle sventure dei meno fortunati. E finalmente arrivò all’ultima prova. Potete rivolgermi una domanda, disse alle due sorelle. La domanda a cui più che a ogni altra vorreste ricevere una risposta. Le ragazze rifletterono a lungo. Diventerò la maga più potente d’Irlanda?, domandò infine Maighdlin. Troverò mai il vero amore?, fu il quesito di Macha. E questo dimostrò a Riddoc ciò che già sapeva, e cioè che Macha aveva un cuore puro. Si rivolse al mago. Devi dare il tuo potere a Macha, gli disse.»

    «Oh, no!» Sean roteò gli occhi al cielo. «Scommetto che Macha e Riddoc si innamorarono e vissero per sempre felici e contenti.»

    «Non ancora» replicò Brendan. «Prima che il mago spirasse, Maighdlin portò Macha nel fitto della foresta e la lasciò là, convinta che sarebbe morta di fame oppure divorata dai lupi.»

    «E fu così?»

    «No. Riddoc la teneva d’occhio. Sapeva che Maighdlin avrebbe fatto qualcosa di malvagio, così riuscì a salvare Macha. La riportò al castello e raccontò ad Aodhfin le malefatte della figlia maggiore. Soltanto allora il mago trovò una risposta ai suoi dubbi. Adesso poteva morire in pace. Così Macha divenne una maga e Riddoc il suo più fidato consigliere.»

    «E Maighdlin?» domandò Brian.

    «Si trasformò in un rospo. Un brutto rospo pieno di vesciche.»

    Brian e Liam scoppiarono a ridere. Sean batté le palpebre, confuso. «Non cercò di tramutare Riddoc in un rospo?»

    «No. Riddoc era troppo in gamba per permetterglielo. Dopo qualche tempo, comunque, Riddoc e Macha si sposarono ed ebbero dei figli, che misero al mondo dei figli, che a loro volta ebbero dei figli. Nessuno di loro, però, ebbe mai bisogno di poteri magici, perché ereditarono dal padre un dono molto più prezioso: una mente ardita e la voglia di sapere.»

    «Sei sicuro che Riddoc non abbia gettato Macha giù da una rupe? O che non l’abbia riportata nella foresta per tagliarle la testa? Papà ci racconta le storie in modo diverso.»

    «Questa non è la storia di papà, è la mia» precisò Brendan.

    Brendan raccontava sempre le storie degli Invincibili Quinn in modo diverso, rifletté Brian.

    Nella sua versione, le donne non erano sempre cattive come raccontava papà. «A me è

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