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Un incontro provocante: Harmony Destiny
Un incontro provocante: Harmony Destiny
Un incontro provocante: Harmony Destiny
E-book187 pagine2 ore

Un incontro provocante: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

I Murphy 1/3
Tre fratelli legati dal sangue e dagli scandali mettono all'asta il loro bene più prezioso: il proprio cuore.

Carrick Murphy è il CEO della Murphy International, una delle principali case d'aste del Paese, in grado di rivaleggiare in quanto a prestigio con Sotheby's e Christies. Quando un facoltoso cliente gli offre di mettere in vendita un'intera collezione attribuita a un importante pittore, Carrick assume un detective d'arte per tracciarne la provenienza e stabilirne l'autenticità. Quello che non si aspettava era che questo detective avesse le sembianze di una modella e la sensualità del suo sogno più proibito.

Disponibile in eBook dal 20 gennaio 2021
LinguaItaliano
Data di uscita20 gen 2021
ISBN9788830523487
Un incontro provocante: Harmony Destiny

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    Anteprima del libro

    Un incontro provocante - Joss Wood

    successivo.

    Prologo

    1. Arrampicata in montagna. (No, grazie. Soffriva di vertigini e mal di montagna.)

    2. Matrimonio. (Nossignori. Una volta le era bastata e avanzata.)

    3. Cavalcata su un toro meccanico, come aveva fatto durante le vacanze di primavera. (Quattro tequile e il fatto di essere stata sballottata come una bambola di pezza le erano valsi per mesi il nomignolo di Vomitino.)

    4. Oh, e ritrovarsi a sbavare dietro a Carrick Murphy. (Quello era stato l'errore più grosso di tutti.)

    Sadie Slade aggiunse una tracheotomia d'urgenza alla lista mentale delle cose che non intendeva rifare mai più e, istintivamente, si portò una mano sulla piccola garza che aveva sul collo. Non era mai stata così spaventata in vita sua.

    Di nuovo nel suo appartamento dopo una notte in ospedale, Sadie trasse un paio di respiri profondi e fece il punto della situazione. I medici le avevano assicurato che la temporanea mancanza di ossigeno accusata la sera prima, quando si era sentita soffocare al cocktail party dei Murphy, non aveva compromesso le sue funzioni cerebrali. Tuttavia questo non le impedì di fare ugualmente un rapido riepilogo.

    Aveva ventinove anni, una laurea in storia dell'arte ed era titolare di un'attività che forniva consulenze sulle opere d'arte, autenticandole, valutandole e tracciandone la provenienza. Il suo migliore amico era un principe arabo che aveva conosciuto al college. Un'altra buona amica, Beth, era anche la sua assistente virtuale e business manager. A parte questo, si trovava a Boston per accertare l'autenticità di quello che sarebbe potuto essere un quadro di Winslow Homer per conto della Murphy International. E, da quando aveva accettato l'incarico, stava sforzandosi di tenere a bada il fastidioso desiderio che provava nei confronti dell'aitante CEO della Murphy International, Carrick Murphy, un uomo dal corpo da urlo e dallo sguardo ammaliatore che, ahimè, godeva di una pessima reputazione.

    Possibile che non potesse mai essere attratta da un uomo normale, stimato e rispettato? Per una volta in vita sua avrebbe tanto voluto perdere la testa per qualcuno che non fosse un playboy, un impostore o un essere ambiguo.

    Sadie si lasciò ricadere sul divano e si coprì gli occhi con l'avambraccio. La sera, prima dell'arrivo dell'ambulanza, aveva tenuto lo sguardo fisso sul viso di Carrick. I suoi occhi erano di un'insolita sfumatura di verde, con dei riflessi dorati.

    Quegli occhi ammalianti erano incastonati in un viso virile con folte sopracciglia e una mandibola pronunciata, un naso un tempo dritto che a un certo punto si doveva essere rotto e che ora era leggermente storto, una bocca severa ma sexy e un corpo capace di far piangere gli angeli.

    Era alto, muscoloso e intelligente. Tutte qualità eccellenti...

    Tranne che era la copia carbone del suo ex marito. O così le aveva fatto notare Beth, l'ex cognata di Carrick.

    Dopo aver divorziato dal marito che, da come si comportava, si sarebbe detto che il cervello l'avesse nelle mutande, Sadie aveva cercato di evitare quel genere di maschio. Così, quando la Murphy International l'aveva contattata per verificare l'autenticità del potenziale Homer, aveva seriamente considerato di rifiutare l'incarico.

    In sostanza perché era allergica agli uomini ricchi, affermati e affascinanti che credevano di poter fare tutto ciò che volevano, quando volevano, senza curarsi minimamente degli altri. Però le emozioni non pagavano le bollette, e la sua mente da imprenditrice le aveva fatto notare che era un'offerta irrinunciabile.

    La Murphy International era una delle tre migliori case d'aste al mondo, con clienti ricchi e titolati. La società godeva di potere e rispetto nel mondo dell'arte, e una consulenza per loro sarebbe stata come una medaglia d'oro per sempre appuntata sul suo curriculum.

    Così era tornata da Parigi a Boston, la sua città natale e, come aveva previsto, lavorare per la Murphy International, vedendo Carrick Murphy ogni giorno, era diventata una vera e propria tortura.

    Perché, quando era in compagnia di Carrick, si lasciava alle spalle il passato, dimenticando che lui era il classico uomo da evitare. In quei momenti, sapeva solo che le piacevano la sua mente acuta, il suo spirito sagace e il suo sguardo letale.

    Quando invece era sola, e non era impegnata a immaginarselo nudo, lo insultava mentalmente per essere l'ennesimo, incorreggibile donnaiolo.

    Passare dall'attrazione al disprezzo e ricominciare daccapo era frustrante. Eppure, per quanto desiderasse dare la colpa di tutta la sua stanchezza alla conturbante attrazione per Murphy, era stato rischiare di morire che aveva scatenato quella vulcanica eruzione di emozioni contrastanti.

    Gratitudine, paura, solitudine, vulnerabilità...

    Sadie si lasciò scivolare sul divano, sdraiandosi, e chiuse gli occhi. Abbandonarsi al sonno era il modo più efficace per evitare di affrontare se stessa e le fastidiose emozioni che di solito ignorava.

    Dopo che Carrick ebbe bussato ripetutamente, arrivando a prendere seriamente in considerazione la possibilità di abbattere la porta con una energica spallata, Sadie andò ad aprire, presentandosi sulla soglia del suo appartamento con un aspetto un po' spaesato ma molto sexy.

    Stava chiaramente dormendo. Aveva il segno di un cuscino sulla guancia e lo sguardo annebbiato. Avrebbe dovuto sentirsi in colpa per averla svegliata, visto che aveva appena passato ventiquattro ore d'inferno, e invece era contento di vederla in piedi, sentirla respirare e poterla fissare in quegli occhi di una meravigliosa tonalità blu di Persia.

    Leggere il terrore in quello sguardo la sera prima lo aveva spaventato a morte.

    Carrick indietreggiò per guardarla, con la mano appoggiata allo stipite. Non aveva alcun rapporto che non fosse di carattere professionale con lei, tuttavia, per la prima volta da diciotto ore a quella parte, il cuore parve calmarsi.

    Non aveva idea del motivo per cui questa donna che conosceva appena lo colpisse in quel modo. Doveva essere perché era una specie di dipendente della Murphy e lui se ne sentiva in qualche modo responsabile. Era l'unica spiegazione che era riuscito a darsi, visto che non avevano una relazione sentimentale. In effetti, lui non aveva relazioni sentimentali, né di altro tipo, da un pezzo ormai.

    «Ciao» mormorò Sadie. «Scusa, ma cosa ci fai qui?»

    «Volevo controllare come stavi.» Se anche aveva puntato a sembrare casuale, mancò il bersaglio di un miglio.

    «Sembri...» Carrick esitò, cercando la parola giusta. Sadie indossava un maglione rosso piuttosto ampio su un paio di leggings neri. Era priva di trucco e si era legata i capelli in una coda improvvisata. Una minuscola medicazione copriva il taglio alla gola.

    Era la cosa più bella che avesse mai visto. Ed era viva.

    Sadie si spostò di lato per consentirgli di entrare. «Scusa, devo essere un disastro. È che non aspettavo visite.»

    Perché le donne pensavano che essere sorprese al naturale fosse una brutta cosa?

    Sadie chiuse la porta alle loro spalle e fissò il mazzo di fiori che le aveva portato. Non essendo sicuro dei suoi gusti, aveva detto al fiorista di mettere di tutto. Il risultato era un tripudio di colori e profumi.

    «Sono per me?»

    Be', sì. Certo.

    Carrick annuì e, quando glieli consegnò, Sadie scomparve dietro ai fiori. No, aveva bisogno di vederla in faccia. Di poter continuare a guardarla.

    Perché?

    Non era da lui e non capiva. Da tempo felicemente divorziato, nella sua vita non c'era spazio per sentimenti complicati che comportassero dover fornire chiarimenti e spiegazioni a chiunque altro. Amava i suoi fratelli e teneva ai pochi amici intimi che aveva, tuttavia...

    Tuttavia Sadie Slade non era né una parente, né un'amica. Allora perché reagiva così?

    Sadie lo guardò, sbirciando attraverso i fiori variopinti. «Devi parlarmi di qualcosa?»

    Parlare era un concetto sopravvalutato. Poteva farsi capire in mille altri modi. Sfilandole dalle dita il costoso bouquet, lo lasciò cadere a terra. Poi esitò per un attimo, aspettando che lei protestasse. Poiché non accadde nulla del genere, le coprì la bocca con la sua.

    Senza staccarsi da lei, la spinse indietro fino a farla appoggiare con le spalle al muro. Premette una mano sulla parete, appena sopra alla sua testa. Non l'avrebbe toccata con nient'altro che con la bocca. Perché se l'avesse fatto, non si sarebbe fermato finché non l'avesse avuta nuda e ansimante sotto di sé.

    Sadie invece dimostrò di non avere nessun problema a usare le mani, e infatti la sentì tirargli la camicia per sfilargliela dai pantaloni e, subito dopo, avvertì le sue dita che si muovevano direttamente sulla pelle, risalendogli lungo la schiena. Di colpo, ogni singolo muscolo del corpo si contrasse, lasciandolo a chiedersi dove fosse finito l'ossigeno presente nella stanza.

    Be', non aveva importanza, perché Sadie lo stava baciando. E lo baciava con molto entusiasmo.

    Insinuandogli la lingua fra le labbra, lei lo attirò nel suo abbraccio, dicendogli tacitamente che lo desiderava almeno quanto la desiderava lui. Incapace di tenere a posto le mani per un solo istante di più, Carrick le posò il palmo sulla pelle esposta dalla scollatura del maglione oversize e si meravigliò di trovarla così morbida e levigata. Era così morbida ovunque?

    «Toccami, Carrick» mormorò Sadie. Le sue parole sussurrate fra un bacio e l'altro furono tutto l'incoraggiamento di cui aveva bisogno. Senza ulteriori indugi, le sollevò il maglione per poter accedere a quella pelle profumata. Niente reggiseno, grazie a Dio. Abbassando il capo per baciarle la gola, le disse quello che intendeva fare con lei.

    I mormorii rochi ed eccitati con cui gli rispose lo convinsero a fare quello che le aveva promesso e anche molto di più.

    Nel momento in cui lei gli prese la mano e se la portò sul seno, gemette sentendo il capezzolo turgido che gli premeva contro il palmo. Carrick le sfilò il maglione dalla testa e quindi la fissò, ammaliato dalla perfezione esposta al suo sguardo appassionato.

    Seni alti e sodi, capezzoli rosa...

    «Non vedo l'ora di assaporarti.» Carrick piegò la testa e le passò la lingua su una delle punte dure come chiodi prima di attirarla nella bocca e iniziare a succhiargliela. Perfezione pura, pensò, muovendosi verso l'altro seno, per prestargli le stesse attenzioni. Una volta fatto, sollevò il capo e, affondandole le dita nei capelli, le disse: «Voglio portarti a letto».

    Sadie alzò la mano per afferrargli il polso. «Lo so.»

    «Il tuo voleva essere un sì, Sadie?»

    Prendendolo per mano, lei lo condusse lungo il corridoio, in direzione della camera, in cui arrivò praticamente già svestita. Una volta giunti nei pressi del letto, si staccò da lui e gli si mise di fronte, mostrandosi completamente nuda senza alcun pudore.

    «Fai l'amore con me, Carrick. Fallo, perché tu mi fai sentire incredibilmente...» Eccitata? Su di giri? «Viva» terminò Sadie in un sussurro. «E, in questo momento, ho davvero tanto bisogno di sentirmi viva.»

    Poteva accontentarla. E così fece.

    1

    Carrick Murphy sentì lo scatto metallico prodotto dalla serratura della porta del bagno e si girò per affondare la faccia nel cuscino che sapeva di Sadie.

    Diamine.

    Quando ieri sera aveva lasciato la sua storica dimora di Beacon Hill, l'intenzione era di passare a controllare il nuovo perito ingaggiato dalla Murphy. Perché, come si era detto più volte durante il tragitto verso l'appartamento di Sadie, aveva bisogno di lei a livello professionale. Aveva bisogno delle sue capacità perché autenticasse il dipinto, in modo che il probabile Homer potesse essere incluso nella tanto attesa asta che si sarebbe tenuta in primavera. Le aveva portato dei fiori, che erano ancora sul pavimento del corridoio e probabilmente stavano appassendo, come una gentilezza nei confronti di una consulente, cercando disperatamente di convincersi che la sua visita non aveva nulla a che fare con il fatto che Sadie fosse più sexy del peccato.

    Ma chi vuoi prendere in giro, Murphy? Non è affatto il tuo stile, amico.

    Sbuffando per la frustrazione, Carrick si guardò intorno alla ricerca dei suoi indumenti. Il minimo che poteva fare per rendere meno imbarazzante quella mattina era farsi trovare vestito quando Sadie si sarebbe degnata di uscire dal bagno.

    Trovò la biancheria intima vicino alla porta e si infilò i boxer. Avevano iniziato a spogliarsi in corridoio, un minuto dopo che le loro labbra si erano incontrate.

    Non vedendo altri vestiti nelle immediate vicinanze, Carrick seguì a ritroso il percorso fatto per raggiungere la camera da letto e trovò prima un calzino di Sadie, poi i suoi leggings con all'interno un microscopico perizoma. Finalmente individuò la sua camicia vicino al divano grigio e i pantaloni subito dietro.

    Carrick infilò i pantaloni e indossò la camicia, lasciandola sbottonata, poi calzini e scarpe. Alla fine lanciò un'occhiata al portoncino d'ingresso, desiderando di potersela svignare. Tuttavia avrebbe rivisto Sadie in futuro, per cui non era il caso di levare le tende alla chetichella.

    E poi non era più un ragazzino. Non se ne andava senza un Grazie o, se proprio il sesso era stato da paura, un È stato bello, non trovi?

    In realtà, in quel caso era stato sesso inimmaginabile e, inoltre, era consapevole che avrebbe rivisto presto Sadie, data la cifra esorbitante che le pagava per la sua competenza. Insomma, aveva bisogno di lei.

    Solo per ragioni professionali.

    Si era abituato a non aver più bisogno di nessuno.

    Da quando aveva divorziato da Tamlyn, aveva sempre riflettuto bene prima di decidere se andare a letto con qualcuno, soppesando le possibili conseguenze. Invece Sadie aveva fatto sparire di colpo tutti i timori di possibili complicazioni o di gossip da parte dei giornali scandalistici.

    L'aveva voluta. Lei aveva ricambiato. E, a questo punto, era come se gli si fosse spento il cervello.

    Sperava proprio che lei non pensasse

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