Luci, motore...amore!: Harmony Jolly
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La vita perfetta secondo Lauren Randall, organizzatrice di eventi: essere sempre alla moda, trovare nuovi clienti e... non innamorarsi di Ray Donovan!
Peccato che l'ultimo punto sia il più arduo da rispettare, perché Ray, regista di successo, è divertente, affascinante e assolutamente irresistibile. E ora ha bisogno di lei e del suo talento di organizer. Come resistere alla tentazione di baciarlo quando l'atmosfera romantica di New York sembra volerla spingere proprio verso quella pericolosa direzione?
Teresa Carpenter
Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.
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Anteprima del libro
Luci, motore...amore! - Teresa Carpenter
978-88-3051-257-3
1
Due linee: incinta. Lauren Randall continuò a leggere le istruzioni del test. Una linea: non incinta.
Abbastanza semplice. Rannicchiata sul bordo del letto con indosso un accappatoio blu, il cuore che andava all'impazzata, strizzò gli occhi – un atto di codardia del tutto insolito per lei – e li riaprì per guardare lo stick.
Due linee.
Socchiuse gli occhi. Guardò di nuovo. Ancora due linee.
«Oh, Signore!» Le girava la testa e lasciò andare il respiro che aveva trattenuto fino a quel momento. Raggiunse la finestra e fissò l'oceano Pacifico, senza però vederlo davvero.
Si posò una mano sul ventre. Aspettava un figlio.
Un figlio da Ray Donovan. Sconcertante. A lei non succedeva questo genere di cose. Era troppo organizzata, troppo controllata. Lei non faceva sesso non protetto. Non aveva fatto sesso non protetto. Ma un preservativo rotto poteva aver cambiato la sua vita... per sempre.
Diede uno sguardo allo stick che teneva in mano. Già, ancora due linee.
«Oddio.» Un figlio.
Una piccola parte di lei era eccitata all'idea. Stava per avere un bambino! Avrebbe avuto i capelli biondi e gli occhi castani come i suoi? O i riccioli più scuri e gli occhi blu di Ray?
Il solo pensiero mandava in tilt la sua parte più razionale. Al momento, un figlio non era nei suoi piani a medio termine. Men che meno un figlio con un uomo prepotente e incapace di stare fermo due minuti.
Un rumore di colpi attirò la sua attenzione. Di sotto, il rigoglioso giardino della tenuta di Santa Barbara si stava trasformando in un paradiso per il matrimonio. Il mattino si era presentato soleggiato e luminoso e, secondo i meteorologi, nel pomeriggio si sarebbero superati i venti gradi. Poiché era il giorno di San Valentino, era un bel colpo di fortuna. Il clima poteva essere imprevedibile in febbraio nella California del Sud.
L'evento prometteva di essere magnifico. Al confine della proprietà, su uno sfondo di siepi verdi e alberi antichi, era sistemato un gazebo dalle colonne bianche; dietro a questo il vasto oceano Pacifico fluiva e rifluiva all'infinito, simbolo dell'eterna devozione che di lì a poco sarebbe stata dichiarata.
Basse colonne sulle quali erano disposte composizioni di rose dalla forma circolare creavano la navata. Sedie bianche con fasce argentate erano state disposte per gli ospiti. Un'enorme tenda bianca con il pavimento di legno ornava il centro del prato all'inglese. I paletti erano stati ricoperti da finte colonne, per accordarsi al gazebo, e migliaia di luci bianche erano state sistemate su tutto il soffitto per dare l'impressione di ballare sotto le stelle.
Altre composizioni di rose erano state sistemate come centrotavola nell'area dedicata al pranzo. Divanetti dalla forma curva circondavano la sala da ballo all'estremità opposta. La visione d'insieme era elegante, eppure discreta, e la sua squadra aveva fatto un lavoro straordinario.
Comproprietarie di By Arrangement, Lauren e Tori avevano entrambe assunto nuove assistenti all'inizio dell'anno proprio perché le aiutassero a organizzare questo evento, ma per gli altri lavori avevano incaricato varie agenzie in modo da permettere ai propri dipendenti di partecipare come ospiti.
Di lì a breve, Lauren avrebbe percorso la navata per andare incontro a Ray. Non come una sposa verso il proprio sposo, ma come damigella d'onore. Oggi non era il suo gran giorno, ma quello della sua gemella. Tra poco più di due ore, Tori avrebbe sposato l'uomo che amava con una romantica cerimonia vicino all'oceano.
Quello che faceva provare a Lauren un pizzico d'invidia era solo il fatto che sua sorella fosse così felice. Difficile non volere la stessa cosa per se stessa.
Ma era solo un pizzico. Dopo una brutta esperienza al college, aveva messo la propria carriera davanti alla vita sentimentale. Fino a quel momento non aveva avuto rimpianti. Era soddisfatta di quello che aveva ottenuto nella vita. Ovviamente, avrebbe dovuto aggiustare il tiro, ora che c'era un bambino a cui pensare.
Quindi, un matrimonio per sua sorella e un bambino per lei. La tempestività di quella scoperta era straordinaria. Era una sorta di messaggio karmico? O forse un'esortazione dello spirito?
Di certo il destino si stava prendendo gioco di lei, perché matrimonio e Ray erano parole che non potevano stare nella stessa frase, e neppure nello stesso paragrafo. Cavolo, non potevano stare nemmeno nello stesso racconto!
E se non si fosse comportata come uno struzzo – di nuovo, un atteggiamento insolito per lei – avrebbe saputo di essere incinta una settimana prima. Lo aveva sospettato, visti la nausea e il seno dolente. Ma era stata impegnata e non aveva voluto ammettere la verità.
C'era stato troppo da fare, tra i dettagli dell'ultimo minuto e la famiglia in arrivo per le prove del matrimonio. Solo il rivedere Ray l'aveva spinta a fare il test. Non riusciva a contemplare l'idea di camminare lungo la navata verso di lui senza conoscere la verità. Non che la aiutasse, ora che sapeva.
Be', non c'era tempo per rimuginare.
Gettando lo stick nel cestino dell'immondizia, si diresse verso l'armadio per prendere il vestito. Era già in ritardo.
In quel momento bussarono alla porta e, dopo essersi cambiata, aprì a sua madre. Era bella, con i capelli raccolti in uno chignon a conchiglia e il viso valorizzato da un leggero make-up.
«Oh, mamma!» Lauren si lanciò tra le braccia di Liz Randall, per lasciarsi confortare dal suo profumo di lavanda. Stava per rivelarle del bambino, ma serrò le labbra per evitare di proferire parola. Era il giorno di Tori. Non avrebbe mai fatto nulla per turbare il matrimonio della propria gemella.
«Ehi.» Le braccia di sua madre la avvolsero, attente a non sgualcirle il vestito. «Va tutto bene?»
«Sì» mentì. Non sarebbe stata bene fino a quando quella giornata non fosse finita e fosse stata certa di non incontrare più Ray. E, in verità, quell'abbraccio riuscì a confortarla. Si sforzò di pensare ad altro. «La nostra ragazza sta per sposarsi.»
«Lo so.» Liz la strinse di nuovo prima di fare un passo indietro. «Non sarà più alla porta accanto, ma dobbiamo ricordarci che non la stiamo perdendo, stiamo guadagnando un nuovo figlio e un fratello.» Le sistemò le punte dei capelli e la studiò da vicino. «Sei sicura sia tutto a posto? Mi sembri un po' pallida.»
«Sto bene.» Lauren la prese a braccetto mentre percorrevano il corridoio che portava al salone principale. «Mi mancherà comunque.»
«Siete socie. La vedrai quasi ogni giorno.»
«Non sarà la stessa cosa.»
No, e le loro vite stavano per cambiare in un modo ancora più drastico di quanto lei potesse immaginare.
«Sarà diverso, sì, ma in senso positivo.» Liz vedeva sempre il bicchiere mezzo pieno. «Soprattutto quando inizieremo ad avere dei piccoli con cui giocare. Compirete ventinove anni tra un paio di mesi. È da molto che aspetto di diventare nonna.»
Già, be', la sua attesa era quasi finita.
«Oh!» esclamò Liz, «forse avrà dei gemelli.»
Lauren avvertì un tonfo allo stomaco e deglutì a fatica. Okay, non era pronta all'idea di avere dei gemelli.
Una delle porte in fondo si aprì e Ray Donovan entrò nella stanza. Indossava un paio di jeans e una maglietta verde attillata. I capelli erano molto più corti della sera prima, pettinati indietro sui lati e un po' scarmigliati in cima. Era assolutamente troppo stuzzicante per la pace dei suoi sensi.
Esitò in cima alle scale, lo sguardo blu che passava da lei a sua madre. Sollevò la videocamera e la puntò verso di loro.
«Ray, finiscila. Non siamo ancora pronte. Dove stai andando?» Sua madre indicò le chiavi dell'auto che aveva in mano. «Dovresti prepararti.»
Si mise le chiavi in tasca. «Devo fare una commissione. Sarò di ritorno con largo anticipo.» Lanciò un ultimo sguardo a Lauren, che lei evitò, e poi uscì.
Per un folle momento si chiese come se la sarebbe cavata con dei gemelli. Ma rifiutò di lasciarsi catturare da quell'idea, così riportò la propria attenzione su Tori.
«Mamma, credo che dovremmo farla arrivare alla fine della cerimonia prima che sia scalza e incinta.»
«Amore...» Liz diede dei colpetti sulla mano di Lauren, «chi stai prendendo in giro? Tori sarà scalza prima della fine della serata.»
Quell'affermazione era così vera che stavano ancora ridendo quando la porta si aprì e Tori fu di fronte a loro in una bianca vestaglia di seta, riccioli sexy e piedi nudi. «Dove eravate, voi due?»
Lauren incrociò lo sguardo della madre, dorato come il suo, ed entrambe scoppiarono a ridere.
Ray Donovan fece scivolare le ampie spalle nello smoking su misura. I matrimoni gli facevano venire l'orticaria. Ci era passato, l'aveva sfiorato, ed era un'esperienza che non intendeva ripetere. Un fatto che neppure il suo caro amico Garrett conosceva. Era accaduto così tanto tempo prima che a Ray piaceva fingere che non fosse mai accaduto.
Camminando su e giù per lo studio, o la stanza del testimone, come la nuova assistente di Lauren gli aveva detto, Ray si contorceva nella cravatta. Stava lentamente soffocando.
Pensare a Lauren non lo aiutava affatto. Un bastian contrario. Quella bionda con gli occhi di miele era la donna più eccitante che avesse mai stretto tra le braccia, ma era fin troppo testarda per i suoi gusti, quando non erano stretti in un abbraccio. Il loro flirt, per dirla in altre parole, era da considerarsi finito.
Non l'aveva più rivista da Natale, quando lei aveva messo fine ai loro incontri segreti.
Che shock capire che le era mancata per davvero. Ma ogni speranza di riaccendere la chimica che c'era tra loro mentre si frequentavano in occasione della celebrazione del matrimonio si era estinta quando si era rifiutata di guardarlo durante le prove. O in qualunque altro momento da allora.
Okay. Messaggio ricevuto.
Tanto meglio. Nonostante l'iniziale aspettativa, si era sentito veramente nervoso mentre la guardava camminare lungo la navata verso di lui. Era stato come ricevere un pugno nello stomaco, e non aveva smesso di sentirsi ossessionato da quella sensazione da allora. Una conferma di quanto era stato astuto nel lasciare che le cose rimanessero superficiali, nel far sì che fosse lei a mettere fine a quanto era scoppiato tra loro.
Si fermò davanti a uno specchio dalla cornice dorata. Si sistemò i capelli e si aggiustò la cravatta. Datti un contegno, si rimproverò in silenzio. Sembri un pappamolle più che un regista.
«Rilassati» disse Garrett seduto dietro alla scrivania, «sembra quasi che lo sposo sia tu.»
«Non so come fai a essere così calmo.»
Ray si lasciò cadere sulla sedia di fronte alla scrivania, prese la macchina fotografica e scattò una foto allo sposo. Per tenere occupate le mani, e anche la mente, aveva deciso di omaggiare gli sposi con una prospettiva inedita e creativa del loro matrimonio: foto e video che nessun fotografo avrebbe potuto fare.
«L'attesa è atroce. Quanto manca prima che questo spettacolo abbia inizio?»
Garrett spostò lo sguardo all'orologio sulla mensola del camino. «Poco. Ed è facile essere calmi quando si è sicuri di quel che si sta facendo.»
«Il matrimonio è una trappola per sprovveduti. Stare lì in piedi di fronte a tutti fa sentire molto soli.»
Okay, sapeva di stare dicendo qualcosa di crudele addirittura mentre le parole gli uscivano dalla bocca. Qui non c'era posto per i suoi ricordi.
«Non sarò solo.» Garrett liquidò quel commento offensivo con una risata. «La donna che amo mi raggiungerà. E fino a quel momento ci sarai tu vicino a me.»
Garrett aprì l'ultimo cassetto della massiccia scrivania in quercia e tirò fuori una bottiglia di whisky e un solo bicchiere di cristallo. Dopo averne versato una dose abbondante, spinse il bicchiere verso Ray.
«Magari questo ti aiuterà a calmare i nervi.»
«No, grazie.» Ray rifiutò. Normalmente avrebbe accettato e si sarebbe goduto il calore. Oggi, sarebbe rimasto sobrio come una pietra. Per come si sentiva, l'alcol non era una buona idea.
«Non ti capisco, amico.» Garrett scosse a testa. «Sei tu quello che mi ha detto che con Tori sarei stato al sicuro.»
«È facile capire che lei ti rende felice.» Ray si passò una mano sul viso. Solo perché il matrimonio non faceva per lui, non significava che gli altri non potessero trarre benefici da quel vincolo. «E, ovviamente, hai tutta l'approvazione del senso di ragno delle signorine Randall che gioca a tuo favore.»