Miruna e la stirpe dei licantropi
Di Fulvio Fusco
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Anteprima del libro
Miruna e la stirpe dei licantropi - Fulvio Fusco
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Pensieri
Chi trova nella lettura quella sensazione di appagamento, quell’attrazione fatale che impedisce di staccare gli occhi dalle pagine, si riconoscerà in ascoltare fra le righe.
Un bel testo è come una partitura musicale e si distingue anche per il suono della scrittura.
Se le parole servono il ritmo in modo piacevole e fluido, già non si può desiderare di più.
Ma poi viene l’armonia, i suoni mentali che supportano le parole.
E infine la parte più bella: la libera improvvisazione.
Attraverso qualche speciale canale, la storia sgorga liberamente da dentro.
Tutto quel che devi fare è seguirne il flusso.
Sinossi
Nella contea e nell’omonimo paese di Blojes nel 1726 in Transilvania, scompaiono dei giovani ragazzi di povere famiglie, e forse la loro scomparsa non è volontaria; ma non sono le sole persone che spariscono in quella zona.
Il conte Igor Dragan viene trovato dilaniato durante una battuta di caccia assieme ai suoi cani, e nonostante le ricerche della polizia, sotto il comando di Damian Horia, le tracce degli assalitori si perdono ai margini del bosco.
La contessa Miruna Sadoveanu, moglie di Igor, ha dei terribili sospetti, e cercherà con tutte le sue forze di risalire agli assassini.
NB: La storia, le città, i luoghi e i personaggi descritti nel racconto, sono pura fantasia dell’autore.
Prefazione
La Transilvania - un po’ di storia antica:
Regno daco, durante il governo di Burebista, 82 a.C.
Erodoto offre una descrizione degli Agatirsi, i quali abitarono in Transilvania durante il V secolo a.C. sotto il re Oroles. Con Burebista, il più grande re della Dacia e contemporaneo di Giulio Cesare, il regno daco raggiunse la sua massima estensione. L'area che attualmente costituisce la Transilvania fu il centro politico della Dacia.
I Daci sono spesso menzionati sotto Augusto, a detta del quale essi furono costretti a riconoscere la supremazia romana. Comunque essi non furono sottomessi, e successivamente (o più tardi) colsero ogni occasione di attraversare il Danubio ghiacciato durante l'inverno e saccheggiare le città nella provincia romana recentemente acquisita della Mesia. I Daci costruirono parecchie città fortificate, tra le quali Sarmizegetusa, vicino all'odierna Hunedoara.
L'espansione dell'Impero romano nei Balcani portò i Daci in un conflitto aperto con Roma. Durante il regno di Decebalo, i Daci furono impegnati in numerose guerre con i romani. Dopo due pesanti disfatte, i Romani ebbero la meglio ma furono obbligati a firmare una pace a causa della sconfitta di Domiziano ad opera dei Marcomanni. Come conseguenza, ai Daci fu lasciata l'indipendenza, con l'obbligo di pagare un tributo annuale all'imperatore.
Nel 101-102 Traiano iniziò una campagna militare (Guerre daciche) contro i Daci, che incluse anche l'assedio della capitale Sarmizegetusa e l'occupazione di parte del paese. Decebalo fu lasciato come un re cliente sotto un protettorato romano. Tre anni dopo, i Daci si ribellarono e sconfissero le truppe romane in Dacia. La seconda campagna (105-106) terminò con il suicidio di Decebalo e la trasformazione della Dacia nella provincia romana della Dacia Traiana. La storia delle Guerre daciche ci è tramandata da Dione Cassio, ma un ottimo resoconto storico è la famosa Colonna Traiana a Roma.
La Dacia romana
I Romani sfruttarono ampiamente le miniere d'oro della provincia, costruendo strade d'accesso e forti per proteggerle, come Abrud. Nuovi coloni, provenienti dalla Tracia, dalla Mesia, dalla Macedonia, dalla Gallia, dalla Siria e da altre province romane, si stabilirono nella nuova provincia, portando allo sviluppo di città come Apulum (oggi Alba Iulia) e Napoca (oggi Cluj-Napoca) in municipi e colonie.
I Daci si ribellarono frequentemente; la loro più accesa ribellione fu alla morte di Traiano. I Sarmati ed i Buri furono autorizzati a insediarsi nella Dacia Traiana dopo ripetuti contrasti con l'amministrazione romana. Durante il III secolo aumentarono le pressioni dei Daci liberi (i Carpi) ed i Visigoti costrinsero ad abbandonare l'esposta Dacia Traiana.
Nel 271, l'imperatore romano Aureliano diede ordine all'esercito romano di abbandonare la Dacia Traiana e riorganizzò una nuova Dacia Aureliana
nella precedente Mesia Superiore. L'abbandono della Dacia Traiana da parte dei romani è menzionata da Eutropio nel suo Breviarum liber nonvs
.
Non ci è dato sapere in che misura l'abbandono della Dacia, voluto da Aureliano, coinvolse la popolazione civile romanizzata o fu semplicemente un'operazione militare, pur tuttavia alcuni storici ritengono che un numero più o meno consistente di Romani e Daci romanizzati si sia rifugiato tra i monti della Transilvania, conservando la lingua latina e tornando successivamente ad insediarsi, in età basso-medioevale, nelle pianure valacche e moldave. Secondo una diversa ipotesi e in conseguenza dello spopolamento dell'Illiria e della Mesia, i Romani e presumibilmente un certo numero di Daci romanizzati abbandonarono le città della Dacia storica, insediandosi nella Mesia: questa venne suddivisa in due nuove province che ebbero il nome di Dacia, ma si trovavano sulla riva destra del Danubio.
L'antica Dacia Traiana fu sotto il controllo dei Visigoti e dei Carpi sino a quando non vennero sottomessi dagli Unni nel 376. Gli Unni, sotto la guida di Attila, si stabilirono nella piana pannonica sino alla morte di Attila nel 453.
Invasioni barbariche
Dopo la disintegrazione dell'impero di Attila, il territorio della Transilvania fu controllato dai residui dei vari confederati (Alani, Longobardi, Rukhs-As) di Attila e dei Gepidi. Nessun'altra potenza fu capace di esercitare il controllo sulla regione per molto tempo, finché gli Avari dalla Scizia non affermarono la loro supremazia militare. Il Canato avaro, tuttavia, fu schiacciato dai Bulgari sotto Krum Khan agli inizi del IX secolo, e la Transilvania, insieme alla parte est della Pannonia, fu incorporata nel primo impero bulgaro.
Secondo il Gesta Hungarorum, una cronaca datata il XII secolo, le terre di Gelou, condottiero dei Blachi (secondo alcuni storici da riconoscere come Valacchi, secondo altri come Bulgari) di Transilvania, del duca Glad nel Banato e di Menumorut nel Bihar, furono conquistate dai Magiari, che entrarono in possesso dell'intera Transilvania durante il X secolo. Il Gesta Hungarorum e il De Administrando Imperio parlano anche di tre governanti chiamati Geula, Gyyla e Gylas. L'esistenza di questi capi è dibattuta tra i vari storici. A detta di alcuni storici, i Bulgari potrebbero aver conservato un minimo controllo nominale
di parte del bacino carpatico sino all'incirca l'anno 1000. Nel 978 alcuni missionari cristiani fondarono una chiesa in un forte situato dove si trova l'attuale città di Oradea.
La storia della Transilvania durante l'Alto Medioevo è difficile da accertare a causa della scarsità di documenti attendibili o di testimonianze archeologiche. Ci sono due principali teorie in conflitto tra loro riguardo a se la popolazione daca romanizzata abbia continuato a vivere nei boschi della Transilvania dopo il ritiro dei romani nel 271 e se pertanto i daci barbari fossero presenti o no in questa regione al tempo delle invasioni barbariche, in particolare nel periodo di conquista magiara nel IX - X secolo, e se i daci stessi possono essere considerati gli antenati dei rumeni di oggi. Queste ipotesi sono spesso usate dai rumeni per giustificare l'annessione della Transilvania alla odierna Romania dopo la fine della prima guerra mondiale con il trattato di Trianon.
Tardo Medioevo: La Transilvania come parte del Regno d'Ungheria
Nell'anno 1000 Vajk, principe d'Ungheria, giura lealtà al Papa e diventa re Stefano I d'Ungheria, adottando il Cristianesimo e cristianizzando gli ungheresi. Lo