Proverbi e modi di dire della Sardegna
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Info su questo ebook
I proverbi raccolti in questo libro giungono a noi dalla millenaria tradizione popolare sarda, tramandati da nonno a nipote, di generazione in generazione. Molti di questi sono ancora oggi di uso comune, altri più rari, altri ancora dimenticati e da riscoprire. Uno dei temi centrali della morale locale è la Giustizia, che trova il suo emblema in frasi come Mezus manchet su pane chi no sa justitia (Meglio manchi il pane che non la giustizia) o l'analogo Mezus terra chena pane, chi terra chena justitia (Meglio terra senza pane che senza giustizia). Oltre simili riflessioni etiche troviamo poi consigli di buon comportamento e considerazioni sulla vita e sulla morte. Dai proverbi sugli animali a quelli sul tempo, dai modi di dire sulla religione a quelli sull'amicizia, dalle battute sulle donne a quelle sugli uomini, questo libro offre un quadro esaustivo sul carattere collettivo dei sardi, spesso in contraddizione con quanto dei sardi si è sempre pensato oltre Tirreno.
Il carattere, i costumi, la ritualità e la saggezza dei sardi in 1200 detti popolari
I proverbi e i modi di dire sardi:
• Chentu concasa chentu berrittasa
Cento teste cento cappelli
• Faeddare cun tegus est comente samunare su culu a s'ainu
Parlare con te è come lavare il culo all'asino
• In caminu s'acconza barriu
Per strada si assesta il peso
• Mazzone de chimbe poddhighes
Volpe a cinque dita
• Merula chi no biccat, biccadu hat
Merlo che non becca, beccato ha
• Mezus chi m'idan caghende, chi cagadu
Meglio mi vedano cagare, che cagato
• Mezus manchet su pane chi no sa justitia
Meglio manchi il pane che non la giustizia
• Su risu 'e sa melagranada, chi s'est abberta e no s'est pius serrada
La risata della melagranata, che si è aperta e non si è più serrata
• Torrare su filadu a lana
Riportare il filato a lana
• Pinta sa linna e mandala in Sardigna
Dipingi la legna e mandala in Sardegna
Gianmichele Lisai
È nato a Ozieri, in provincia di Sassari, nel 1981. Editor e autore, ha collaborato con varie case editrici, scritto per antologie e riviste e curato, con Gianluca Morozzi, la raccolta di racconti Suicidi falliti per motivi ridicoli. Con la Newton Compton ha pubblicato 101 cose da fare in Sardegna almeno una volta nella vita, 101 storie sulla Sardegna che non ti hanno mai raccontato, Sardegna giallo e nera, Sardegna esoterica, I delitti della Sardegna, Misteri e storie insolite della Sardegna, Forse non tutti sanno che in Sardegna..., Proverbi e modi di dire della Sardegna e, scritto con Antonio Maccioni, Il giro della Sardegna in 501 luoghi.
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Anteprima del libro
Proverbi e modi di dire della Sardegna - Gianmichele Lisai
548
Prima edizione ebook: novembre 2017
© 2017 Newton Compton editori s.r.l.
Roma, Casella postale 6214
ISBN 978-88-227-1534-0
www.newtoncompton.com
Realizzazione a cura di Librofficina
Gianmichele Lisai
Proverbi e modi di dire della Sardegna
Lo straordinario ritratto di un’isola attraverso le parole di un popolo sempre attento alla tradizione
A Giorgia e Alice, perché molti di questi proverbi,
in quanto universali, sono autobiografici.
«Mellusu a mi biri caghendi ca mi biri cagau».
Donna di Stampace
Indice
Introduzione
ANIMALI
Acciuga (azzua)
Agnello (anzone)
Anguilla (ambidda)
Ape (abe)
Asino (ainu)
Bue (boe)
Cane (cane)
Capra (craba)
Cavallo, puledro (caddu, puddedru)
Cervo (chelvu)
Corvo (corvu)
Formica (formiga)
Gallina (pudda)
Gallo, pulcino (puddu, puddighinu)
Gatto (attu)
Lepre (leppere)
Lumaca, arsella (joga)
Maiale (porcu)
Merlo (merula)
Mosca (musca)
Muflone (murone)
Pavone (paone)
Pecora (alveghe)
Rana (rana)
Riccio (erittu)
Topo (sorighe)
Uccello (puzone)
Volpe (mazzone)
ELEMENTI E PRODOTTI DELLA NATURA
Acqua (abba)
Aglio e cipolla (azu e chibudda)
Agresta (zimpina)
Albero, pianta (arvure, pianta)
Cielo (chelu)
Fava e lardo (fae e lardu)
Fico (figu)
Fiore (flore)
Fiume (riu)
Fuoco (fogu)
Ghianda (lande)
Grano (trigu)
Lana (lana)
Legna (linna)
Luna (luna)
Miele (mele)
Noce (nughe)
Paglia e fieno (paza e fenu)
Pera (pira)
Pietra (pedra)
Rose (rosas)
Sale (sale)
Sole (sole)
Vento (bentu)
UMANI
Amico (amigu)
Avaro (avaru)
Bambino (pizzinnu, creadura)
Cieco (zegu)
Donna (femina)
Figli (fizos)
Gente (zente)
Ladro (ladru)
Madre e padre (mama e babbu)
Maestro (mastru)
Marito e moglie (maridu e muzere)
Matto (maccu)
Mercante (mercante)
Nemico (inimigu)
Ortoloano (ortulanu)
Papa (paba)
Parenti, famiglia (parentes, familia)
Pastore (pastore)
Pigro (mandrone, preitiosu)
Popolo (pobulu)
Prete (preideru)
Ricco e povero (riccu e poveru, miseru)
Saggio (sabiu)
Santi (santos)
Uomo (omine)
Vecchi (bezzos)
Zoppo (toppu)
COSE E PRODOTTI DELL’UOMO
Barca, nave (barca, nae, bastimentu)
Bastone (fuste)
Bisaccia (bertula)
Borsa, tasca (buscia, busciacca)
Botte (cuba)
Campana (campana)
Cappello (berritta)
Casa (domo)
Chiesa (cheja)
Coltello (ferro, bulteddu)
Cosa (cosa)
Farina (farina)
Farmacia (butticca)
Fiasco (fiascu)
Fontana (funtana)
Gancio (ganzu)
Lampione (lampione)
Letto (lectu)
Oro (oro)
Pane, pane nero (pane, chivarzu)
Panno (pannu)
Pasta (maccarrone)
Pece (pighe)
Pentola, padella (padedda, sartaina)
Piazza (piatta)
Porta (janna)
Prigione (presone)
Sacco (saccu)
Scarpa (iscarpa)
Soldi (dinari)
Spazzatura (alga)
Straccio (istrazzu)
Tesoro (sienda)
Tetto (cobertura)
Trave (trae)
Vino, vigna (binu, binza)
L’ESSERE UMANO
Abitare (abitare)
Amare (amare)
Andare e aspettare (andare e isettare)
Anima (anima)
Ballare, ballo (ballare, ballu)
Barba (barba)
Bellezza (bellesa)
Bene, beni (bene, benes)
Bisogno (bisonzu)
Bocca (bucca)
Cagata (cagada)
Culo (culu)
Cuore (coro)
Denti (dentes)
Disgrazie (disgratias)
Dito (poddighe)
Errare, sbagliare (errare, isbagliare)
Fame (famine)
Fede (fide)
Fortuna (fortuna)
Giustizia (justitia)
Guerra e pace (gherra e paghe)
Inganno (ingannu)
Invidia (invidia)
Lavoro (faina/trabagliu)
Lingua (limba)
Male (malu)
Mangiare (mandigare)
Mani (manos)
Oblio (ismentigu)
Occhio (oju)
Orecchio (orija)
Pagamento (pagamentu)
Parole (paraulas)
Patimento, sofferenza (patimentu, sufferenzia)
Pazienza (patientia)
Peccato (peccadu)
Pelle (pedde)
Pensare, pensiero (pensare, pensamentu)
Pentimento (pentimentu)
Perdono (perdonu)
Perduto (perdidu)
Piacere (piaghere)
Piede, piedi (pè, pes)
Rabbia (arrabbiu)
Ricchezza (ricchesa)
Riso, ridere (risu, riere)
Scherzo, beffa (buglia, beffe)
Sesso (natura)
Spalle (palas)
Testa (conca)
Vecchiaia (bezzesa)
Vendetta (vindicta)
Verità e bugie (veridade e faulas)
Viso (cara)
Vita e morte (vida e morte)
Vizio e virtù (vitiu e virtude)
DELLE ALTRE COSE
Alleluia (allelluia)
Annata (annada)
Bosa (Bosa)
Diavolo (Diaulu, Dimoniu)
Dio (Deu)
Goccia (ticcu)
Notte (nocte)
Ora (ora)
Pasqua (Pascha)
Pesca (pisca)
Proverbio (diciu)
Roma (Roma)
Sardegna (Sardigna)
Tempo (tempus)
PROVERBI VARI
Ringraziamenti
Bibliografia
Indice dei proverbi e dei modi di dire
A bentu in favore, onzunu ischit navigare
A bolta a bolta a caddu a s’ainu
A boza de corvu no morit ainu
A caddu mandigadore fune curza
A caddu toccadu sa sedda li pittigat
A che bogare unu mortu bi cherent battor bios, ma a che bogare unu biu no podet tota sa Curia
A chie est amigu s’amore li durat
A chie hat conca no mancat berritta
A chie no hat fortuna, pagu li balet chi si peset chito
A chie su poddighe si dat, sa manu sinde leat
A conca ’e merula
A contos male fattos si bi torrat
A fizu tuo pesalu in sardu
A maccu e a pizzinnu, no dies armas in manu
A mala boza si baliant calches
A malu monte andas a fagher linna
A morte e a rejone no balet fuire
A murmuttu che abe
A nde cheres si narat a sos malaidos
A omine valente, ferru in mesu
A pagare a s’austu
A paraulas maccas, orijas surdas
A paza sola si ammasettat su caddu
A pensare s’istat pagu, a fagher bi cheret meda
A pobulu iradu mezu fuire
A pregare a cheja
A Roma no l’hant fraigada in una die
A s’abe chi punghet nde falat sa matta
A s’istranzu no l’abbaides sa bertula
A sa bezzesa cappa birde
A sa femina partorza istat sa sepultura baranta dies abberta
A sa roba bona curret su dinari
A sas ricchesas accudintsosamigos
A sos continentales aggradana sos binos de Sardigna, ma calchi bolta lis faghen malaburula
A sos malos male
A su cane si li bettat s’ossu
A su fine si cantant sas allelluias
A su friere hamus a riere
A su mazzone sa coa l’impidit
A su mortorzu current sos corvos
A su toppu s’ispina
A tempus de sa figu, nè parente nè amigu
A tempus ismentigadu si cojuant sas battias
A tempus riet s’ainu
A trabagliare si narat a s’ainu
A tres dies de bennarzu, bene lughet luna
A unu colpu no sinde segat s’arvure
Abba a su melone, e binu a su maccarrones
Abba abba, binu binu
Abba currente no frazigat bentre
Abba de sero, friscu de manzanu
Abba e bentu, annada de sarmentu
Abba e frittu annada de piseddos
Abba e sole, trigu a muntone, subta sa cappa de nostru Segnore
Abba in su pistone pista, abba est, e abba s’istat
Abba meda e pische pagu
Abba minore no girat molinu
Abba passada no tirat molinu
Abita cun d’una bona, su chi tenet t’imbolat. Abita cun d’una mala, su chi tenet ti narat
Abrile, torrat su leppere a cuile
Accudire che abe a su bugnu
Affacca a sa funtana faghet su putu
Aggiungher linna a su fogu
Allegru in piatta e tristu in domo
Amare e no esser amadu est tempus ingannadu
Amigu a taula, e parente a bisonzu
Amigu chi t’incensat, cussu ti noghet
Amigu de s’inimigu meu, no est amigu meu
Amigu fidadu, tenelu appretiadu
Ammentaresi de su sale mandigadu cun pare
Amore e tussiu no si podent cuare
Andadusesazu, torradu ses chibudda
Andare a sa ’idda ’e sos fiascos
Andare che i su leppere
Andare che joga
Andare che piogu in poddine
Andare che puzone ’e abe
Andare chei su flore ’e su bardu
Andende e caghende
Anima in corpus aspettu in Deu
Annada ’e ’inu, annada ’e pagu tinu
Annada de iscrareu, annada de trigu
Annada de prunischedda, annada de cottighedda
Annada mala e pastore destruint su cumone
Arrettu che puddu
Arvure chi no battit fructu sinde segat
Ateru est faeddare, ateru pensare de morte
Attaccaresi chei su pighe
Attu ladrona, attu bona
Attunzu ispilidu, baccarzu famidu
Aurradore de sa chijina, e isbaidore de sa farina
Azu cun chibudda
Azzua pudida Cagliaresu malu
Barca segada marineri in terra
Barriadu che i s’erittu
Basa mattones e caga diaulos
Basare sas manos chi meritaiant segadas
Bastet chi buddat sa padedda tua, de sa de s’atere no t’importat
Bellesa no faghet domo
Bellu comente su culu e s’ainu
Bellu in domo e tristu in coro
Belosu ses, corrudu moris
Bender sa die, e comporare sa nocte
Benner bene che berritta a tinzosu
Bennida s’ora cazzadi fora
Bentu bosanu battit abba
Bentu forte pesat pruere
Bessida sa dente, bessidu su dolore
Bessidu dae domo, bessidu dae coro
Bestire sas pumas de su paone
Bettadu bila haiant in ninnidu
Biadu a chie hat unu cane mortu in perra ’e janna
Biadu chie ischeddat in palas anzenas
Binu malu e pane tostu durat pius
Binza bona no li juat a pastore chi no est bonu a la guvernare
Binza manna e paga ua
Bischidu che lua
Bogare ozu dae sa formiga
Bogare sos corros chei sa joga
Boghe de pobulu, sententia facta
Briga de frades, briga de canes
Brigas de maridu e muzere dae lectu a cadrea
Bruttu de cara e bellu de coro
Bucca basada no perdet fortuna
Caddu a cumone, nè fune nè crabistu
Cagare cunfettura
Cagare sa janna a unu
Cambiadu est su sonadore, ma sa musica est sa propria
Cand’hat a benner Pascha in jobia
Candela e fogu sunt duas buccas mortas
Cando b’hat fogu in sa domo ’e su bighinu, tue puru ses in perigulu
Cando benit su bentu si leat
Cando Deu no bolet, sos sanctos pagu podent
Cando dolet sa conca, sos membros sinde sentint
Cando duos sunt gherrende, mai ti ponzas in mesu
Cando mancu si pensat s’ira divina falat
Cando mi has a cherrer no mi des haere
Cando s’aradu no fundat, su trigu no affundat
Cando s’unu no cheret sos duos no brigant
Cando su male est de morte, su meigu est zegu
Cane chi appeddat no pigat
Cane e mazzone mandigant a cumone
Cane imbizzadu a craba finza a sa morte nd’hat
Cane iscottadu dae s’abba calda, timet finza sa fritta
Canes pressados, catteddos aurtidos
Cantare a unu s’allelluia
Cantu durat s’anima in su corpus bi hat semper isperantia
Cara de Pascha
Che i cudda bezza chi pregaiat vida a su re malu
Che sa piatta ’e santu Pedru ’e Roma
Chei s’abe chi andas dae flore in flore
Chelvu corrudu
Chentu concasa chentu berrittasa
Chera a fogu benit
Cheres benner paba, ponedilu in conca
Cheres imparare a babbu a coddare?
Cheret chi pioat e no infundat
Cheriat giugher unu quintale e s’es cagadu
Cherrer esser mastru, innantis d’esser dischente
Cherrer totu, lectu e muzere
Cherrer totu, pane e bulteddu
Chie a s’assegus s’istat, o perdet o conchistat
Chie andat a gherra mandigat male e dormit in terra
Chie andat a s’ispidale, istat a su chi li faghent
Chie andat cun su toppu, a cabu a s’annu est toppu e mesu
Chie andat e torrat bonu viaggiu faghet
Chie bendet s’anzenu bendet su bentu
Chie bene arribbat mezus agatat
Chie bene pensat, pagu s’ingannat
Chie bene prendet mezus isolvet
Chie biet ’inu, no devet narrer imbreagu
Chie biet da cuba anzena est imbreagu, e chie mandigat dae orriu anzenu est impasteradu
Chie biet in pischina biet ludu
Chie caddigat in caddu anzenu, a pè torrat
Chie cheret andet, chie no cheret mandet
Chie cheret assazare, a butticca
Chie cheret de su chi li piaghet, dat de su chi li dolet
Chie cheret imbianchire andet a presone
Chie cheret ischire totu, nudda imparat
Chie cheret piscadu su culu s’infundet
Chie dat pane a cane anzenu, perdet totu
Chie de amore si leat, de arrabbiu si lassat
Chie de ferru ferit, de ferru perit
Chie donat su sou perdet s’amigu e i su sou
Chie dormit a pizzinnu pianghet a bezzu
Chie dormit cun cane runzosu, sinde pesat runzosu
Chie dormit in lectu anzenu, no dormit cantu cheret
Chie est attattu dispretiat su mele
Chie est boe chi laoret, chie est ranzolu chi filet
Chie est facile a crere s’incontrat ingannadu
Chie est fora de su ballu, ballat bene
Chie faghet bene a fizos, a pedra li seghent sos chizos
Chie faghet bustu, ispectet chena
Chie faghet fidanzia, prestu sinde pentit
Chie faghet innantis, piscat innantis
Chie faghet sa beffe, in beffe ruet
Chie faghet sos factos suos, no s’imbruttat sas manos
Chie faghet su chi podet, no est obbligadu a pius
Chie hat azza hat parte
Chie hat coa de paza, no s’accostet a su fogu
Chie hat cobertura de cristallu, no bettet pedra a cobertura anzena
Chie hat cumpassione de su malu, est mal’et pejus
Chie hat dinari toccat su culu a su re
Chie hat dinari, pastinat binza in sa codina
Chie hat factu su peccadu factat sa penitentia
Chie hat factu su pius, podet fagher su mancu
Chie hat favore in corte, no morit de mala morte
Chie hat fogu no morit de frittu
Chie hat mala conca tenzat bonas cambas
Chie hat pane no hat dentes, e chie hat dentes no hat pane
Chie hat su sou no perdet niente
Chie hat unu didu iscappelladu a s’ispissa silu abbaidat
Chie in janna anzena iscultat, sos males suos intendet
Chie iscultat in pertusu, intendet males suos
Chie istat bene no si movat
Chie istat bene su culu li dolet
Chie lassat su caminu bezzu pro su nou, tantas boltas s’incontrat ingannadu
Chie mandigat chivarzu, ndeli ruet una dente
Chie mandigat cun arrabbiu mandigat cun velenu
Chie meda abbrazzat nudda istringhet
Chie meda mandigat pagu mandigat, e chie pagu mandigat meda mandigat
Chie naschit leppere no morit mazzone
Chie no abbaidat in cara est traitore
Chie no bidet a Roma, a Roma no creet
Chie no cheret ballare no andet a sa festa
Chie no errat no imparat
Chie no est sabiu in sa tristura, ne mancu in s’allegria
Chie no faghet cantu podet, no faghet cantu e cando cheret
Chie no hat bidu cheja, a su furru si adorat
Chie no hat domo no hat bighinu
Chie no hat fide cun parente no hat fide in niente
Chie no hat fide cun sos animales, ne mancu nde tenet cun sos omines
Chie no hat ite fagher su diaulu nde li dat
Chie no hat ite fagher, s’oju sinde bogat
Chie no hat mezus cun sa muzere si corcat
Chie no hat patientia no passizat in piatta
Chie no iscultat consizos, andat in ora mala
Chie no l’hat in palas l’hat in coscia
Chie no maghinat no hat farina
Chie no pagat in lagrimas, pagat in suspiros
Chie no patit no cumpatit
Chie no pensat innantis, pagu li balet pentimentu
Chie no perdet no acchistat
Chie no proat no incoat
Chie no sentit paraulas no sentit bastone
Chie no si fidat no benit ingannadu
Chie no timet no amat
Chie no timet, morit che ainu
Chie no venerat mama e babbu no vivet in eternu
Chie pagat innantis est male servidu pustis
Chie pagat oe est chitu cras
Chie pagu bettat, pagu isettat
Chie patit a pizzinnu, godit a sa bezzesa
Chie perdet sa muzere in justitia no si narat corrudu
Chie perdonat a s’inimigu, dae manu de s’inimigu morit
Chie perdonat, tenet coro mannu
Chie prestu benit, prestu sich’andat
Chie pretat, unu restat in camija, e i s’ateru nudu
Chie promittit meda, nudda dat
Chie sa pedra morigat s’iscorpione lu mossigat
Chie semenat males accoglit malannos
Chie semenat primadiu, pagu s’ingannat
Chie si bagnat in austu no assazat mustu
Chie si bantat male si sentit
Chie sighit sos preitiosos est preitiosu e mesu
Chie tardat bonu viaggiu faghet
Chie tempus leat tempus perdet
Chie tenet bastimentu, tenet pensamentu
Chie tenet duas domos ind’una bi pioet
Chie tenet pius filu