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Al servizio dello sceicco: Harmony Collezione
Al servizio dello sceicco: Harmony Collezione
Al servizio dello sceicco: Harmony Collezione
E-book156 pagine2 ore

Al servizio dello sceicco: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

L'ultima cosa che la cameriera Hannah Wilson si aspettava era di essere portata a una festa glamour dallo sceicco Kulal Al Diya. Solitamente certe cose non capitano alle ragazze come lei, e di certo Hannah ha smesso di credere alla favola di Cenerentola da un bel po'! Eppure, la loro intensa alchimia e i baci roventi che si scambiano conducono alla notte più straordinaria della sua vita.
Ma come ha già avuto modo di imparare, ogni volta che abbassa la guardia Hannah ne subisce le conseguenze, e quelle ore tra le braccia di Kulal non hanno fatto eccezione. Adesso il suo sceicco farà di tutto per reclamare il proprio erede, anche fare di lei una regina del deserto.
LinguaItaliano
Data di uscita19 lug 2019
ISBN9788830500693
Al servizio dello sceicco: Harmony Collezione
Autore

Sharon Kendrick

Autrice inglese, ama le giornate simili ai romanzi che scrive, cioè ricche di colpi di scena.

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    Anteprima del libro

    Al servizio dello sceicco - Sharon Kendrick

    successivo.

    Prologo

    Ci auguriamo che trovi tutto di suo gradimento.

    Le labbra di Kulal si curvarono in un cinico sorriso. Quando mai la sua vita era stata davvero soddisfacente? Accartocciò il biglietto scritto a mano, una delle tante piccole attenzioni che rendevano quell'albergo della Sardegna così rinomato. Lo gettò nel cestino e uscì sul balcone. Osservò irrequieto l'orizzonte, chiedendosi perché non riusciva a sentire gioia nel suo cuore, o perché il calore del sole non lo scaldava.

    Aveva appena ottenuto l'ambizioso risultato di riunire i più importanti magnati del petrolio, benché gli avessero detto che sarebbe stato impossibile fare coincidere le agende di tutti quegli uomini importanti. Lui, però, aveva dimostrato che si sbagliavano.

    Gli piaceva sfidare le aspettative degli altri, sin da quando suo fratello maggiore aveva voltato le spalle al suo retaggio lasciandogli la corona.

    Aveva lavorato giorno e notte per organizzare quella conferenza e convincere i partecipanti che era arrivato il momento di puntare su fonti energetiche rinnovabili al posto di quelle fossili e inquinanti. Re e sceicchi si erano mostrati d'accordo, impegnandosi a intraprendere cambiamenti in tal senso.

    Adesso aveva ancora qualche giorno per mettere a punto i dettagli dell'accordo e aveva la possibilità di farlo in uno dei luoghi che tanti consideravano vicino al paradiso. Eppure... Emise un profondo sospiro, constatando la sua incapacità di apprezzare quel successo come avrebbe fatto la maggior parte delle persone nella sua posizione. Non sapeva spiegarsi il motivo. A trentaquattro anni era al massimo delle sue capacità intellettuali e fisiche. Era conosciuto come un sovrano corretto, anche se talvolta autocratico, e governava un paese prospero. Certo, aveva dei nemici a corte, uomini che avrebbero preferito come re suo fratello gemello maggiore perché lo consideravano più malleabile. Del resto, tutti coloro che erano a capo di uno stato dovevano affrontare delle insurrezioni, ma allora perché non riusciva a esultare?

    Contemplò l'orizzonte senza vederlo veramente. Forse aveva lavorato così tanto da scordare i bisogni più basilari del suo corpo. La sua leggendaria libido era stata messa in disparte da quando aveva chiuso la lunga relazione con la sua ultima amante alcuni mesi prima. Purtroppo non aiutava il fatto che aveva reso pubblica la rottura con un'intervista strappalacrime rilasciata a una di quelle riviste di pettegolezzi che riempivano la testa delle donne di sciocchezze senza senso. Di conseguenza, il suo nome era di nuovo balzato in cima alla lista degli uomini più richiesti da portare all'altare.

    La cosa era decisamente ridicola dal momento che aveva sempre considerato il matrimonio come una piaga. La sua relazione con la supermodella era durata quasi un anno... un vero record per lui. L'aveva scelta non perché era bionda e faceva miracoli con la lingua, ma per la ragione che sembrava aver accettato ciò che personalmente trovava tollerabile o meno, in una relazione. Fin da subito aveva messo in chiaro che non le avrebbe infilato un anello al dito e che non aveva alcun desiderio di famiglia, o di impegni a lungo termine. Perché la vita familiare creava fredde catene che potevano soffocare.

    Le aveva promesso sesso, gioielli, un appartamento e aveva mantenuto la parola. Ma lei aveva iniziato a volere di più. Le donne lo facevano sempre. Volevano succhiarti tutto il sangue finché non restavi completamente prosciugato.

    Ricordi amari e bui gli riempirono la mente, ma si affrettò ad allontanarli mentre si appoggiava alla ringhiera del balcone. Osservò il Mediterraneo, dicendosi quanto fosse diverso dalla pace delle acque del mare di Murjan che lambivano le coste desertiche del suo paese. Del resto, tutto in quel posto era differente, compreso le donne che prendevano il sole nei loro minuscoli bikini. Uno dei suoi addetti gli aveva riferito che i lettini sotto la sua suite erano i primi a essere occupati dalle giovani che speravano di attirare l'attenzione del re del deserto.

    Kulal fece una smorfia di disprezzo. Si immaginavano già nel ruolo di regine? Studiò quelle che si trovavano sotto di lui e non provò alcun brivido di eccitazione alla vista dei loro corpi mezzi nudi e delle bocche socchiuse piene di rossetto.

    Poi la vide e si irrigidì.

    Socchiuse gli occhi e il cuore cominciò a battere più forte. La ragazza aveva catturato la sua attenzione e continuò a farlo malgrado fosse più vestita delle altre, intanto che si affrettava ad attraversare la terrazza con sguardo ansioso. Indossava l'uniforme dell'albergo, un semplice vestito giallo che però le fasciava il seno abbondante e le natiche sode. Pensò a quanto apparisse fresca e pulita con la coda di cavallo che le ondeggiava sulla schiena. Donne simili erano rare nel suo mondo, poi rammentò a se stesso che era un membro dello staff dell'hotel e dormire con una delle cameriere non era mai una buona idea.

    Tuttavia un piccolo sorriso, gli sfuggì dalle labbra mentre rientrava.

    Peccato.

    1

    «Hannah, non essere così nervosa. Ti ho solo detto che volevo parlare con te riguardo allo sceicco.»

    Lei cercò di sorridere mentre guardava Madame Martin con l'espressione che ci si sarebbe aspettata da un'esperta cameriera al piano. Avrebbe dovuto gioire perché quel lavoro rappresentava l'occasione della vita. Tutte le sue colleghe inglesi erano diventate verdi d'invidia quando era stata mandata a lavorare nella struttura sarda del prestigioso gruppo alberghiero e sospettava che l'avrebbero invidiata ancora di più se avessero saputo che lo sceicco Kulal Al Diya era lì ospite: un milionario ritenuto da tutti il dio vivente del sesso.

    Ma non da lei.

    Lo aveva visto soltanto un paio di volte ed era rimasta paralizzata dal modo in cui muoveva i suoi intensi occhi neri, che la facevano sentire strana. Il seno aveva iniziato a formicolarle e i capezzoli si erano induriti tanto che aveva temuto che le esplodessero attraverso il reggiseno. Aveva perso il controllo, cosa che l'aveva messa terribilmente a disagio perché non era abituata.

    Si passò le mani sudate sulla divisa gialla. Pessima idea dal momento che attirò l'attenzione di Madame Martin sui suoi fianchi.

    «La tua uniforme è stretta, n'est ce pas?» osservò la donna francese aggrottando la fronte.

    «È l'unica che avevano che mi andasse bene» rispose lei scusandosi.

    La responsabile del personale dell'Hotel L'Idylle inarcò il suo perfetto sopracciglio.

    «C'est vrai» sospirò rassegnata. «Voi donne inglesi siete... grandi.»

    Hannah sorrise. Di certo non poteva definirsi snella. Le piaceva mangiare e non aveva intenzione di scusarsi per quello. Non avrebbe mai dimenticato i morsi della fame che aveva patito da bambina, o i salti mortali che aveva dovuto fare tante volte per mettere insieme un pasto. Tuttavia in quel momento non aveva voglia di rammentare gli anni turbolenti della sua infanzia. Non era stata la ragione per cui aveva accettato subito quel lavoro, anche se non era mai uscita dall'Inghilterra prima?

    Aveva deciso di cominciare a vivere la sua vita in modo diverso e la sua parte iniziale di piano era quella di smettere di preoccuparsi della sua sorellina. Aveva due anni meno di lei e quindi era perfettamente in grado di camminare con le proprie gambe, cosa che non sarebbe mai potuta succedere se lei avesse continuato ad aiutarla ogni volta che si cacciava nei guai.

    Così si era concentrata sul bonus che le era stato offerto per lavorare qualche mese in quel paradiso della Sardegna e aveva accettato l'incarico.

    «Di cosa voleva parlarmi esattamente?»

    Madame Martin sorrise. «Sei molto brava nel tuo lavoro, Hannah. Sei tranquilla e discreta. Ed è per questo che la direzione ha deciso di darti un'ulteriore responsabilità.»

    Lei annuì perché prendersi responsabilità era qualcosa che faceva regolarmente.

    «Che cosa sai dello sceicco Kulal Al Diya?»

    Hannah cercò di sorridere, ma era difficile dal momento che un brivido le corse lungo la spina dorsale.

    «È il sovrano dello Zahristan, uno dei più importanti paesi produttori di petrolio. Attualmente si sta occupando di promuovere fonti alternative di energia. Tutto lo staff ha ricevuto delle brevi informazioni sul suo conto prima del suo arrivo.»

    «Bien» rispose Madame Martin. «È stato lui a organizzare questa conferenza internazionale che ha visto la presenza nel nostro albergo di tanti leader mondiali prestigiosi.»

    «Sì» rispose Hannah senza capire bene dove volesse arrivare l'altra.

    «E sarai consapevole che ci sono tante persone che cercano di avvicinare lo sceicco, dato che è un uomo di grande influenza.»

    «Non ho dubbi. Succede lo stesso a Londra. Più sono importanti gli ospiti e più la gente fa di tutto per conoscerli.»

    «Specialmente se l'ospite in questione è di nuovo single e terribilmente attraente» commentò Madame Martin. «Ma Sua Altezza Reale non ha alcun desiderio di essere al centro dell'attenzione. Ecco perché a volte preferisce viaggiare con un entourage ridotto, che sfortunatamente lo rende più accessibile al pubblico. L'altra notte una nota ereditiera è riuscita ad aggirare la sicurezza e avvicinarsi al suo tavolo.»

    «E c'è stata una scenata?» chiese Hannah facendo una smorfia.

    «Purtroppo sì e qui a L'Idylle non tolleriamo scenate. Ecco perché, per il resto della sua permanenza, lo sceicco Al Diya intende portare a termine i propri affari nel santuario della sua suite, che è grande abbastanza da soddisfare i suoi bisogni. Questo è il motivo per cui tu sei stata assegnata esclusivamente a lui.»

    Lei la fissò confusa. «Intende dire che devo rifargli il letto e cambiargli gli asciugamani?»

    «Naturalmente. Ma dovrai anche servire a Sua Altezza Reale i pasti che ordinerà, assicurarti che ci sia sempre da bere e da mangiare per i suoi ospiti, che i fiori siano freschi e che le persone non autorizzate stiano alla larga dalla sua suite. Credi di potercela fare?»

    Il primo istinto di Hannah fu quello di rifiutare e rispondere che era una semplice cameriera che riordinava le stanze d'albergo, imparando più cose sugli ospiti di quanto probabilmente sospettavano grazie alle tracce che lasciavano in giro nelle camere. Sinceramente non aveva abbastanza sicurezza per occuparsi di un re del deserto, o per aggiungere acqua in un vaso di fiori.

    «Non c'è nessun altro con maggiore esperienza della mia che preferirebbe farlo?»

    «Sicuramente sì» rispose Madame Martin. «Non ho dubbi che tutto lo staff femminile sarebbe più che disponibile a farlo, ma nessuna di loro ha le tue caratteristiche. Tu sei una giovane donna con la testa ben piantata sulle spalle. Non sei il tipo che si lascia sedurre da un bel paio di occhi neri e un corpo capace di fare rabbrividire. Posso confidare su di te? Ovviamente fornirò ai tuoi superiori a Londra un rapporto di encomio.»

    Hannah deglutì, consapevole che non sarebbe stato possibile rifiutare. E poi per quale motivo avrebbe dovuto farlo? Una promozione sarebbe stata un'ottima cosa, oltre la possibilità di un aumento, che le avrebbe consentito di risparmiare per comprarsi una casa per sé e mettere finalmente radici. Pertanto annuì abbozzando un sorriso.

    «Ne sarei onorata,

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