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Prestazione straordinaria: Harmony Destiny
Prestazione straordinaria: Harmony Destiny
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E-book162 pagine2 ore

Prestazione straordinaria: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

Al ritorno dal matrimonio di Annie ha rischiato di morire... di morire vergine! Scampato il pericolo Peachy prende una importante e irrevocabile decisione: a ventitré anni è giunta l'ora di compiere il grande passo. Deve soltanto trovare un candidato che risponda a tutti i requisiti: affascinante, aitante, disponibile e soprattutto allergico alle relazioni durature. Luc Devereaux, il padrone di casa perfetto? Quasi...
LinguaItaliano
Data di uscita10 apr 2017
ISBN9788858962985
Prestazione straordinaria: Harmony Destiny

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    Anteprima del libro

    Prestazione straordinaria - Carole Buck

    successivo.

    Prologo

    Le ventuno erano scoccate da pochi minuti in quel terzo sabato di aprile quando Pamela Gayle Keene, soprannominata Peachy da chiunque la conoscesse, afferrò il bouquet lanciato dalla nuovissima sposa di Matthew Douglas Powell. Secondo la leggenda, quello era il segno che sarebbe stata lei la prossima donna, tra le nubili presenti al matrimonio, a sposarsi.

    Ventiquattr'ore dopo, rimirando il mazzo di fiori in bocciolo ornato di tulle e trine, Peachy si ritrovò a pensare che probabilmente avrebbe sfatato la tradizione e sarebbe morta nubile.

    E non semplicemente per il fatto che non si sarebbe sposata. Pamela Gayle Keene non solo era single, ma in vita sua non aveva mai fatto l'amore con un uomo.

    C'era andata vicino una volta. Molto, molto vicino. Sfortunatamente, il suo partner ardeva di desiderio, ma non era in grado di tenersi in piedi!

    Sebbene Peachy fosse perfettamente consapevole che il fatto di essere ancora vergine a ventitré anni sarebbe stato considerato bizzarro dalla maggior parte dei suoi coetanei, di solito lei non pensava alla sua mancanza di esperienze sessuali. Non lo considerava un problema. L'annuncio del comandante la riportò alla realtà: l'aereo sul quale stava volando aveva problemi tecnici, perciò si rendeva necessario un atterraggio di emergenza all'aeroporto di New Orleans. All'improvviso la sua verginità divenne il principale problema mentre era assalita da un turbinio di emozioni diverse e contrastanti.

    La primissima reazione all'annuncio fu la paura. I battiti del cuore accelerarono nella frazione di un secondo. Lo stomaco le si annodò dolorosamente. La bocca secca, la salivazione azzerata, le mani sudate e scivolose.

    «Oh, Dio! Mio Dio!» gemette Peachy cercando di respirare normalmente.

    Istintivamente si portò la mano al collo alla ricerca del familiare contatto con il ciondolo a forma di campana che indossava ormai da quasi dieci anni. Il pendente era un caro ricordo del primo matrimonio cui aveva partecipato come damigella insieme a due donne davvero speciali. Toccarlo diminuì il terrore che l'aveva pervasa. Almeno un pochino.

    Peachy era una donna sicura di sé, ma era sempre stata una passeggera inquieta, quando si trattava di aerei. Non era una sostenitrice del fatto che se Dio avesse voluto far volare gli uomini li avrebbe dotati di ali, non era così avversa al volo. Si trattava piuttosto di un enorme disagio fisico e mentale che le faceva sentire il volo come qualcosa di estremamente innaturale e perciò, appena le era possibile, cercava di utilizzare altri mezzi per spostarsi. Tra l'altro non la convincevano troppo tutte quelle statistiche sbandierate dalle Compagnie aeree secondo le quali si moriva più facilmente d'incidenti domestici che di disastri aerei.

    Una donna, seduta poco più avanti rispetto a lei, piangeva senza poter fermarsi. Un uomo seduto dietro stava pregando in una lingua che non riusciva a identificare. In mezzo al corridoio, un'assistente di volo stava spiegando la procedura per l'atterraggio di emergenza.

    «Quando l'aereo atterrerà...» diceva prima di spiegare ogni fase dell'evacuazione del velivolo.

    Quando, non se.

    Peachy apprezzò la positività con la quale gli assistenti di volo si stavano prodigando e si scoprì a sperare che fossero abbastanza fermi e decisi da riuscire a zittire quella fastidiosa vocina che le borbottava in testa coprendole qualsiasi altro pensiero. Ho sempre saputo che volare è pericoloso! Quante volte te l'ho detto?

    Quando la spiegazione sull'utilizzo degli scivoli gonfiabili fu terminata, una strana calma s'impadronì di Peachy. Ma non era la rassegnazione di essere impotente di fronte a quell'avvenimento. La serenità le derivava dal vivido ricordo del matrimonio al quale aveva assistito il giorno prima.

    Era stata una festa straordinaria: gli sposi erano amici da tutta la vita e all'improvviso tra loro era sbocciata una passione tale da renderli marito e moglie. Tutte le persone a cui Peachy teneva e che amava di più erano presenti alla cerimonia con gli occhi pieni di lacrime di gioia e sorrisi dolcissimi. Se fosse davvero arrivato il suo momento di andarsene per sempre, tutti i suoi cari l'avrebbero ricordata durante quella splendida festa. E lei sarebbe morta con gli occhi e il cuore ancora pieni della gioia luccicante che brillava negli occhi di Annie e Matt quando si erano scambiati la loro promessa di eterno amore.

    E il calore dell'abbraccio dei suoi genitori mentre danzavano insieme festeggiando il loro trentottesimo anniversario di matrimonio!

    Ma, soprattutto, la gioia nella voce di Eden che le aveva annunciato di essere in attesa di un bambino che sarebbe nato a ottobre.

    Aveva pianto a quell'annuncio. Sapeva quanto dolore aveva causato alla sua sorella maggiore e a suo marito Rick, nei dieci anni della loro unione, la notizia che avevano dei problemi di fertilità e che per loro sarebbe stato molto difficile riuscire a coronare il sogno di un neonato.

    «Ti piace l'idea di diventare zia?» le aveva chiesto la futura mamma raggiante.

    «Se mi piace? Sono pazza di gioia. È persino meglio che essere stata la tua damigella d'onore!» aveva risposto Peachy con entusiasmo.

    «Non ce la faremo. Moriremo tutti.» La donna che piangeva poco più in là non si dava pace.

    L'apparente e fragile senso di quiete di Peachy crollò tornando bruscamente alla realtà di quel momento. I rimpianti e i rimorsi la sommersero in una ondata di avrei potuto, avrei dovuto e avrei voluto. I sogni messi temporaneamente da parte divennero sogni irrimediabilmente perduti. Una vita giovane come la sua, che sembrava ricca di promesse e soddisfazioni, si tramutò in un attimo in un'esistenza senza senso, fatta di occasioni perdute e opportunità trascurate.

    Se solo...

    Troppo tardi.

    Poi venne colpita da un'improvvisa intuizione. Morirò senza averlo mai fatto, pensò tormentando il nastrino del bouquet da sposa di Annie.

    Era bizzarro come la psiche umana reagisse nei momenti di grande stress. Pamela Gayle Keene aveva milioni di ragioni meravigliose per desiderare di vivere, non ultimo il desiderio di sapere se il bambino di Eden sarebbe stato un maschio o una femmina, e l'unica cosa a cui riusciva a pensare in quell'istante era di sopravvivere per poter finalmente avere un rapporto sessuale... Un'ossessione nata nello spazio di un secondo.

    Peachy sentiva le guance in fiamme. Era una sensazione familiare. Aveva i capelli rossi e la pelle chiara e lentigginosa ed era abituata ad arrossire fin dalla più tenera età.

    Il pilota accese nuovamente l'altoparlante. Diede informazioni dettagliate sulla posizione dell'aeroplano e ordinò ai membri dell'equipaggio di sedersi ai propri posti e allacciare le cinture di sicurezza. Stavano avvicinandosi all'aeroporto di New Orleans.

    Peachy assunse la posizione d'urto, tutta piegata in avanti. I suoi lunghi capelli ramati le nascondevano il viso.

    Tutto il suo mondo si era ridotto a una manciata di frammenti.

    Il battere frenetico del suo cuore, la cintura di sicurezza che le batteva contro le costole...

    Ti prego..., supplicò, mentre i visi di tutti i suoi familiari le passavano davanti agli occhi in un lampo. Ti prego.

    Chiuse gli occhi e attese.

    Attese.

    Attese.

    Un secondo prima che l'aereo atterrasse, Pamela Gayle Keene fece un voto solenne riguardo alla sua futura vita sessuale.

    Più tardi, durante le interviste di rito, alla domanda: Cosa si prova a scampare alla morte?, Peachy comprese che per rispettare quel voto avrebbe avuto bisogno della collaborazione di un'altra persona...

    1

    Lucien Luc Devereaux, giovane rampollo di una ricca famiglia della Louisiana e veterano di una squadra speciale dell'esercito americano, diventato poi romanziere di successo, era stato abbordato da moltissime donne nei modi più strani dalla sua iniziazione sessuale avvenuta all'età di sedici anni. Nonostante ciò, la proposta ricevuta da Pamela Gayle Keene, cinque giorni dopo lo scampato disastro aereo in cui era rimasta coinvolta, lo aveva lasciato senza parole.

    «Cosa vuoi che faccia?» riuscì a chiedere alla fine, guardando la rossa esplosiva che era sua inquilina e vicina di casa da circa due anni.

    «Mi rendo conto che non è un grande affare» rispose Peachy, sostenendo lo sguardo del giovane senza abbassare gli occhi, anche se con un accenno di rossore sulle guance.

    «La tua verginità non sarebbe un affare?» Luc si chiese se quel commento fosse stato ispirato da una scarsa considerazione dell'atto sessuale in sé o dalle aspettative della ragazza riguardo alla sua virilità. In fondo, però, non doveva proprio importargli, visto che per nessuna ragione al mondo avrebbe fatto quello che lei gli aveva appena chiesto di fare.

    La ragazza cominciò a giocherellare nervosamente con il ciondolo che pendeva dalla catena che aveva intorno al collo e Luc la guardò sentendosi stranamente turbato. Lui, l'uomo che era considerato geneticamente uno sciupafemmine, era stato quasi messo al tappeto dalla proposta di una ragazzina!

    E la cosa strana era che Peachy lo aveva fatto comportandosi con la stessa chiarezza che aveva contraddistinto il loro rapporto dal giorno in cui si erano conosciuti. Non c'erano stati doppisensi, nessuna allusione seduttiva. Lui aveva sempre apprezzato la sua onestà.

    Per dirla tutta, era uno stato di cose alquanto strano. E Luc non riusciva a capire come si fosse arrivati a quel punto.

    Lui e Peachy avevano avuto un breve incontro nell'androne del condominio quella mattina. Lui era appena rientrato dopo una corsa di almeno sette chilometri durante la quale aveva cercato di delineare mentalmente le caratteristiche di uno dei personaggi del suo ultimo libro. Lei stava andando al lavoro, era designer presso uno dei gioiellieri più in vista della città.

    Avevano chiacchierato per qualche minuto. Proprio prima di salutarsi lei gli aveva chiesto di recarsi nel suo appartamento quella sera.

    «Ho bisogno di un favore» gli aveva detto semplicemente, guardandolo con occhi sereni e limpidi.

    «Se posso essere d'aiuto...» aveva risposto gentilmente lui.

    Si era recato a casa sua la sera stessa e lei lo aveva invitato a entrare.

    Avevano chiacchierato qualche minuto, lei seduta sul bracciolo del divano e lui comodamente adagiato in una strana poltrona che lei aveva comprato in un mercatino delle pulci.

    La loro conversazione era stata piacevole, brillante e spiritosa.

    Alla fine lui le aveva chiesto cosa potesse fare per lei.

    Lei aveva risposto prontamente e senza mezze parole.

    Lui aveva impiegato parecchi minuti per credere alle proprie orecchie...

    Quando ritenne di essere abbastanza calmo rispose: «No».

    Peachy si irrigidì all'istante e sollevò leggermente il mento. «No?»

    «No» ripeté lui, scuotendo la testa per sottolineare la negazione.

    «Vuoi dire...» Peachy deglutì a fatica. «Vuoi dire che non vuoi farlo?»

    Luc sentì i muscoli dello stomaco che si contraevano e desiderò che lei non avesse usato il verbo volere.

    Non era indifferente al fascino della ragazza. Anche se lei non era propriamente il suo tipo, lui era attratto maggiormente dalle bionde vistose e le castane sofisticate, non poteva certo negare di aver provato una forte attrazione nei suoi confronti fin dal

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