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Fra le braccia dello sceicco: Harmony Collezione
Fra le braccia dello sceicco: Harmony Collezione
Fra le braccia dello sceicco: Harmony Collezione
E-book163 pagine3 ore

Fra le braccia dello sceicco: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Angele ha sognato per lungo tempo che il suo fidanzamento con il principe ereditario Zahir bin Faruq al Zohra terminasse con il previsto matrimonio. Lei è innamorata follemente del suo promesso sposo, e si è ingenuamente illusa che lui avrebbe aspettato le loro nozze per concedersi a una donna, esattamente come lei ha fatto con lui. Ma quando si ritrova fra le mani foto più che compromettenti di Zahir, tutti i suoi sogni vengono spazzati via. Angele non può diventare la moglie di un uomo che non la ama solo per far fronte ai propri doveri, quindi lo lascerà andare per la sua strada. A una sola condizione, però: che lui le regali quella prima notte di nozze che non potranno mai avere...
LinguaItaliano
Data di uscita11 mar 2019
ISBN9788858994696
Fra le braccia dello sceicco: Harmony Collezione
Autore

Lucy Monroe

Innamorata dei libri fin da bambina, per le sue storie crea eroine indipendenti e sensibili allo stesso tempo.

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    Anteprima del libro

    Fra le braccia dello sceicco - Lucy Monroe

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    For Duty’s Sake

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2011 Lucy Monroe

    Traduzione di Chiara Fasoli

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2013 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5899-469-6

    Prologo

    L’amore muore?

    Angele aveva posto quella domanda a sua madre una volta, dopo aver scoperto che suo padre, Cemal bin Ahmed al Jawhar – fratello adottivo del re di Jawhar e suo eroe personale – era un traditore seriale. Era molto ingenua, al primo anno di università. Era così sicura dell’integrità morale di suo padre che all’inizio aveva ritenuto false le notizie dei suoi tradimenti trovate nella cassetta delle lettere, credendo si trattasse di uno scherzo crudele fatto da qualcuno che non avrebbe mai più chiamato amico. Ancora oggi non aveva idea di chi la odiasse al punto di sentire il bisogno di distruggere le sue illusioni, e con esse il suo cuore.

    Il suo primo eroe era caduto dal piedistallo e si era frantumato ai suoi piedi senza nemmeno rendersene conto.

    La sua ancora bellissima madre, ex top model, l’aveva guardata in silenzio per alcuni istanti. Gli occhi color caffè, della stessa tonalità di quelli della figlia, per una volta mostravano tutta la pena che provava.

    «La considererei una vera benedizione, ma alcuni di noi sono condannati ad amare irragionevolmente, e a farlo fino alla morte.»

    «Ma perché rimani con lui?»

    «Non lo faccio. Viviamo vite abbastanza separate.»

    Un’altra delle certezze di Angele era stata travolta dallo schiacciante peso della realtà. Vivevano negli Stati Uniti perché Angele potesse frequentare le scuole migliori e perché avesse la possibilità di crescere in relativo anonimato. Avevano scelto quel paese come casa perché gli Stati Uniti avevano già abbastanza scandali di cui occuparsi, senza doversi interessare anche di quelli che riguardavano una piccola benché fiorente comunità del Medio Oriente come Jawhar.

    In un certo senso sua madre la stava proteggendo, ma stava anche proteggendo se stessa dall’imbarazzo di essere riconosciuta da tutti come la moglie di un incorreggibile donnaiolo. Questo spiegava perché i loro viaggi in Brasile e a Jawhar erano sempre più corti e rari di quanto Angele avrebbe desiderato, e perché le visite di suo padre fossero ugualmente brevi, anche se molto più frequenti.

    «Perché non chiedi il divorzio?»

    «Lo amo.»

    «Ma lui...»

    «È mio marito.» Lou-Belia si era alzata, sovrastandola dall’alto del suo metro e ottanta. «Non getterò la mia famiglia, o la sua, nella vergogna con un divorzio.»

    Visto che il padre di Angele era considerato a tutti gli effetti un membro della famiglia reale di Jawhar, quell’argomento aveva una certa importanza. Ciononostante Angele quel giorno aveva giurato a se stessa che non sarebbe mai diventata come sua madre. Non sarebbe rimasta intrappolata in un matrimonio per dovere e per un amore impossibile che causava più dolore che gioia.

    Si era creduta al sicuro, facendo quel giuramento. Dopotutto, anche se non era ancora stato fatto un annuncio ufficiale, Angele era promessa allo sceicco Zahir bin Faruq al Zohra da quando aveva tredici anni. Erede al trono di Zohra, era l’uomo più rispettabile del Medio Oriente, anzi, ai suoi occhi, del mondo.

    O così credeva. Almeno fino a quel giorno, quando aveva trovato un mazzetto di fotografie di Zahir nella posta.

    Provò un senso di déjà vu che riportò in superficie sentimenti e ricordi così vividi da farle quasi sentire l’odore di primavera e di erba tagliata che aleggiava nell’aria quel fatidico giorno di quattro anni prima. Gli stessi brividi le percorsero la spina dorsale, lasciando uno strano senso di vuoto al loro passaggio.

    Se un’ora prima qualcuno le avesse chiesto una cosa di cui era assolutamente certa, avrebbe risposto che Zahir non sarebbe mai stato al centro di uno scandalo. Oltre a essere fin troppo consapevole dei suoi doveri nei confronti della propria famiglia, lo sceicco Zahir possedeva troppa integrità morale per essere colto in atteggiamenti sconvenienti con qualche donna.

    Giusto. L’altro suo eroe!

    Ora, guardando la prima foto del mazzo – un’immagine quasi innocente di Zahir che aiutava una procace bionda a salire sul sedile della sua Mercedes – Angele soffocò una risata isterica.

    Lì non c’era odore di erba tagliata, né il suono delle voci degli altri studenti che si salutavano nella caffetteria dell’università. Solo il suono del suo respiro nell’ufficio quasi vuoto.

    Il sapore metallico della paura le invase la bocca e la sua mano tremò, mentre allontanava la prima foto e si concentrava sulla seconda. Mostrava Zahir che baciava la stessa donna prosperosa, coperta stavolta solo da un minuscolo bikini, ai bordi di una piscina privata. Angele non riconobbe il paesaggio alle spalle della coppia, la grande casa in stile mediterraneo avrebbe potuto trovarsi ovunque. Era uno stile architettonico comune in zone dal clima mite che andavano dall’Europa al Sud America. Quello che invece riconobbe fu la passione tra le labbra incollate nella foto patinata. E questo le riportò alla mente un episodio che non avrebbe mai dimenticato.

    Aveva diciotto anni ed era innamorata di Zahir fin dal momento in cui aveva iniziato a provare desideri fisici. Non le importava che gli altri capissero, o credessero che una ragazza così giovane fosse capace di provare un sentimento simile. Sapeva quello che provava, e non era una semplice cotta, era qualcosa che si era intensificato sempre di più con il passare degli anni.

    Era convinta che Zahir l’avesse tenuta a distanza da quando l’accordo era stato stipulato, perché lei era troppo giovane. Ma a diciotto anni era formalmente un’adulta. Almeno per gli standard del paese in cui era cresciuta, gli Stati Uniti.

    Erano a una cena di Stato, la prima volta in cui partecipavano a un evento come coppia. Angele aveva pensato che fosse l’occasione perfetta per scambiarsi il primo bacio e lo aveva sfacciatamente messo all’angolo nel cortile. Almeno nel modo sfacciato in cui una ragazza timida che non era stata benedetta dalla bellezza ipnotica della propria madre avrebbe potuto agire.

    Piena di trepidazione, aveva guardato quegli occhi che sembravano quasi neri nella luce fioca, ma che lei sapeva essere grigi, e gli aveva afferrato entrambe le braccia, lasciando scorrere le dita sui forti bicipiti che emanavano calore perfino attraverso la camicia e la giacca da sera.

    Aveva piegato la testa all’indietro, chiudendo gli occhi, e mormorato: «Baciami».

    Di sicuro l’uomo destinato a diventare suo marito l’avrebbe assecondata, doveva assecondarla, e lei aveva atteso per quelle che le erano sembrate ore prima che lui le sfiorasse dolcemente la fronte con le labbra.

    Aveva aperto gli occhi di colpo. «Zahir?»

    «Non è il momento giusto ya habibti» l’aveva respinta dolcemente. «Sei ancora una bambina.»

    Mortificata, Angele non aveva potuto far altro che annuire e cercare di trattenere le lacrime.

    Lui le aveva accarezzato un braccio, scuotendo la testa. «Shh, ya habibti, non è ancora il nostro momento.»

    Mentre la riaccompagnava verso la festa, si era consolata pensando a quella promessa silenziosa e che, dopotutto, l’aveva chiamata tesoro due volte.

    Una risata amara le sgorgò dalla gola, mentre osservava l’immagine di lui che baciava quella donna. Aveva ventitré anni ora e stava ancora aspettando che lui si accorgesse che non era più una bambina.

    Senza quella prova fotografica avrebbe mai capito che quel momento non sarebbe mai arrivato?

    Si asciugò gli occhi umidi e tornò a guardare le foto, sparpagliandole sul tavolo in modo da poterle osservare tutte. Non era la prima volta che le guardava, ma questa volta si rifiutò di distogliere lo sguardo o di ricomporle in un mazzo ordinato nel tentativo di nascondere ciò che significavano.

    Zahir non considerava quella donna una bambina. No, Elsa Bosch era tutto ciò che un uomo potesse desiderare. Bellissima, sensuale, con una grande esperienza.

    Angele si squadrò con aria critica, sapendo di non possedere nessuna di queste caratteristiche.

    Non era sicura che l’onore di Zahir sarebbe stato macchiato dalla relazione con quell’attrice tedesca. Non ancora. Dopotutto il loro fidanzamento non era mai stato annunciato formalmente e lui trattava Angele come una lontana cugina, non certo come un’amante. Nonostante il suo goffo tentativo di cambiare le cose a diciotto anni. Era convinta che un giorno lui avrebbe capito che non era più la ragazzina di quando il contratto di matrimonio era stato stipulato.

    Aveva aspettato dieci anni. Dieci anni. Una decade durante la quale non era mai uscita con nessun ragazzo, evitando persino di partecipare al ballo della scuola perché si considerava impegnata. Aveva conosciuto dei ragazzi, al college, ma non aveva mai permesso che la vedessero come qualcosa di diverso da una compagna di studio.

    Credeva che, come lei, Zahir si fosse concentrato sulla famiglia, sui suoi doveri e sugli amici... non su un’amica in particolare.

    Al contrario di suo padre, Zahir era stato discreto, ma il fatto che avesse una relazione con Elsa Bosch era innegabile. Le foto non potevano essere smentite. Non avrebbe dovuto provare un immenso dolore, come quella volta, all’università? Invece si sentiva vuota, svuotata dai sentimenti che aveva provato per lui in tutti quegli anni.

    A differenza dell’ultima volta, questo mittente chiedeva soldi in cambio del silenzio. Se Angele non avesse pagato, il biglietto che accompagnava le foto prometteva che ogni giornale europeo e americano avrebbe avuto l’opportunità di pubblicare le foto e una storia imbarazzante.

    Il fatto che Zahir avesse una relazione con un’attrice protagonista di film a luci rosse era abbastanza scandaloso da causare un notevole imbarazzo alle famiglie reali di Jawhar e Zohra. Angele rabbrividì al pensiero delle loro reazioni.

    Nel momento stesso in cui aveva ricevuto le foto, si era messa alla ricerca di notizie sull’attrice tedesca. Anche se la donna passava molto meno tempo sotto i riflettori di quanto si potesse pensare, non era assolutamente una compagna adatta a un erede al trono.

    Ciononostante Elsa era chiaramente la compagna che aveva scelto e che desiderava avere al suo fianco.

    Le foto mostravano molta pelle, ma anche molta passione. E felicità. La felicità di Zahir. Angele non lo aveva mai visto sorridere come in alcuni di quegli scatti. Anche quando non sorrideva, aveva un’aria rilassata che non aveva vicino a lei.

    L’amore poteva far sì che una donna rimanesse sposata con un donnaiolo, ma poteva dare a un’altra donna, una donna diversa, il coraggio di lasciare libero l’uomo che amava.

    Guardando quelle foto, Angele seppe nel profondo di non poter permettere a Zahir di rimanere legato a un contratto che non considerava neanche lontanamente i sentimenti delle persone coinvolte.

    Il suo amore per lui chiedeva qualcosa in più.

    La sua mancanza di amore per lei chiedeva libertà.

    1

    Con il cuore pieno di vergogna per l’invidia che provava, Zahir ascoltò il fratello più giovane pronunciare i voti nuziali.

    La voce di Amir quasi si spezzò mentre prometteva alla sua sposa fedeltà e amore. Gli occhi

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