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Milionario e tentatore: Harmony Destiny
Milionario e tentatore: Harmony Destiny
Milionario e tentatore: Harmony Destiny
E-book172 pagine2 ore

Milionario e tentatore: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

Moglie perfetta cercasi.
Più facile a dirsi che a farsi, soprattutto per il milionario Lucius Devlin, soprannominato il Diavolo per il suo carattere impossibile e per la capacità di vincere. Sempre. Per lui, la ricerca della moglie ideale non è altro che una nuova sfida da affrontare con pragmatismo e senza coinvolgere i sentimenti. L'importante è che la candidata sia accomodante fuori e dentro le lenzuola. In più ha la risposta a portata di mano, anzi, di scrivania. La sua segretaria, Angie Colter. Oltre a vantare un ottimo curriculum, Devlin è convinto che la sua impeccabile assistente sotto quei compassati tailleur nasconde un corpo da favola che lui non vede l'ora di esplorare.
LinguaItaliano
Data di uscita8 set 2018
ISBN9788858986745
Milionario e tentatore: Harmony Destiny
Autore

Day Leclaire

Autrice americana creativa e versatile, ha scoperto in tenera età la sua passione per la scrittura.

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    Anteprima del libro

    Milionario e tentatore - Day Leclaire

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    More Than Perfect

    Harlequin Desire

    © 2012 Day Totton Smith

    Traduzione di Giuseppe Biemmi

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2013 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5898-674-5

    Prologo

    Svegliandosi nella luce incerta del mattino, si ritrovò in un letto vuoto.

    Lucius Devlin voltò la testa verso il leggero affossamento del materasso dove avrebbe dovuto giacere Lisa... che però non c’era. Da lontano, gli giunse il mormorio delicato della voce di lei e non riuscì a decidere se essere sollevato o rammaricato dal fatto che non se ne fosse andata.

    La notte scorsa era stata un errore. Un grave errore.

    Scivolò giù dal letto e andò al cassettone. Nell’ultimo scomparto trovò un vecchio paio di pantaloni di felpa e se li infilò prima di dirigersi in cucina. Lisa era là e, alla sua comparsa, pose fine alla telefonata e chiuse il cellulare. Era seduta al tavolo, indossava il tailleur rosso che aveva il giorno prima e, accanto al gomito, teneva una tazza di caffè appena preparato. Grazie a Dio, aveva fatto il caffè. Al momento, Lucius ne aveva bisogno almeno quanto dell’aria per respirare.

    Mentre si riempiva una tazza fino all’orlo, Lucius si sentì studiare da quegli occhi scuri almeno quanto i suoi. «Sei vestita» le disse, da perfetto Capitan Ovvio. Quindi buttò giù un bel sorso, socchiudendo gli occhi mentre la fissava attraverso il vapore della bevanda calda. «Sei sul piede di partenza?»

    «Sì.» Lei giocherellò con il cellulare con le lunghe dita affusolate mentre fra le sopracciglia ben delineate le si formava una ruga. Dannazione. Se increspava la fronte, significava che la faccenda era seria. «Sì, me ne vado. Stavolta per sempre.»

    «O solo fino a quando tu e Geoff non litigherete di nuovo?» Le indicò il cellulare. «Scommetto che era lui un attimo fa.»

    La bocca le si tese di un nonnulla. «Sei sempre stato un tipo fin troppo sveglio.»

    «Allora siamo in due.»

    Lisa sospirò. Appoggiandosi allo schienale della sedia, accavallò le sue spettacolari gambe e lo scrutò con aria suo malgrado divertita. «Ma perché non potevi essere uno stupido milionario disposto a commettere l’incredibile sbaglio di sposarmi quando ci siamo messi insieme inizialmente?»

    Lui prese alla lettera la domanda. «Probabilmente perché stupido e milionario sono due termini incongrui, visto che non rimarrei milionario a lungo se fossi stupido.»

    «Questo è vero, nel tuo caso.» Lei inclinò la testa di lato, il suo sguardo guardingo. «Non sono sicura che lo stesso si possa dire per Geoff.»

    Fantastico. Adesso si ritrovava nella bizzarra posizione di dover difendere il suo migliore amico davanti alla donna che era andata a letto con tutti e due. Prima con lui e poi, quando non aveva voluto metterle un anello al dito, con Geoff, ovvero il responsabile dell’ufficio pubbliche relazioni alla Diablo Corporation. Lucius sospettava che quello fosse stato un assurdo tentativo di ingelosirlo per strappargli una proposta, tentativo che si era dimostrato un portentoso fiasco.

    «Geoff non è milionario, ma non è affatto stupido» la informò Lucius. «Ingenuo forse, specialmente quando si tratta di donne come te. Ma è una persona di cui ci si può fidare.»

    «A differenza di noi?» Lei non aspettò la sua replica. Conosceva già la risposta. Sollevò la tazza e bevve un piccolo sorso di caffè. «Insomma, povero lui, sarebbe una specie di angioletto fra due diavoli. Be’, ti andrebbe di scommettere a quale dei due diavoli in questione darà retta il tapino, Lucius? A quale diavolo ubbidirà?»

    Lucius si rifiutava di partecipare a qualsivoglia gioco sembrasse intenzionata a giocare Lisa. «Si può sapere che cosa vuoi?»

    «Da te, niente.»

    «E da Geoff?»

    Lei sfoderò un sorriso sornione. «Ho già ciò che voglio anche da lui.»

    Lucius si irrigidì, avvertito dal suo tono che stava per spararla grossa e preparandosi di conseguenza ad affrontare la bomba. «Vale a dire?»

    «Una proposta di matrimonio» annunciò lei con un sorriso che ora era a trentadue denti. «Come avevi immaginato, era Geoff al telefono. Ha capito di aver sbagliato e mi ha chiesto di salire sul primo aereo per Las Vegas con lui. Ci sposeremo nel pomeriggio e stanotte saremo in luna di miele.»

    «Una cosa davvero rapida, non c’è che dire. Sei uscita dal letto di un uomo una sera per infilarti in quello di un altro quella successiva, per poi tornare dal primo la terza.» Lui inclinò il viso, studiandola. «Penso che ci sia un termine per questo...»

    Il sorriso le morì sulle labbra e negli occhi scuri le scintillò una luce irata e accusatoria. «Almeno stavolta, quando tornerò a infilarmi nel letto di Geoff, porterò una fede al dito. È sempre più di quello che tu mi abbia mai offerto.»

    «E se lo chiamassi e gli dicessi dov’eri stanotte?»

    «Lo sa già. Perché credi che abbia fatto la sua proposta?»

    Per la prima volta, Lucius intravide una crepa nel proprio leggendario autocontrollo. Lisa sospirò e aggiunse: «Sono sicura che sarai sollevato di apprendere che mi perdona. Anzi, che ci perdona entrambi».

    Stavolta Lucius non riuscì a trattenersi e imprecò ad alta voce. «Non farlo, Lisa. Geoff non sopravvivrà a un matrimonio con te. Te lo mangerai vivo.»

    Era proprio per questo che lui le aveva permesso di convincerlo a un ritorno di fiamma la sera prima. Perché sperava che la cosa giungesse all’orecchio di Geoff e che l’amico vedesse finalmente Lisa per quello che era. Un’opportunista. Una gattina priva di senso della morale che finiva nel letto di chiunque potesse permettersi il lusso di una donna esigente come lei. Invece, era riuscito solo a spingere il suo migliore amico nelle grinfie di un matrimonio infernale. Fantastico. Davvero fantastico.

    «Se non mi volevi con Geoff, allora avresti dovuto offrirmi tu il matrimonio. Ma tu sei troppo intelligente per fregarti con le tue mani, troppo intento a manipolare il mondo e tutti coloro che ne fanno parte per lasciare che sia il mondo a manipolare te.» Lisa spinse bruscamente da parte la tazza di porcellana e il relativo piattino con una piccola smorfia, rovesciando parte del caffè. «Sposerò Geoff e questa è la mia ultima parola. Posso renderlo felice ed è quello che farò.»

    «Cos’è che dicono della strada per l’inferno?» Lui fece schioccare le dita. «Ah, sì. Che è lastricata di buone intenzioni.»

    «In tal caso, andrò all’inferno, anche se dubito che ci andrò da sola. Tu sarai al mio fianco.» Lei spinse indietro la sedia e si alzò. Con sorpresa di Lucius, aveva gli occhi lucidi. «Vuoi sapere cos’è la cosa più buffa di tutta questa faccenda? Che Geoff vuole fare subito un figlio. È l’unica cosa su cui siamo d’accordo. Posso essere un’arrampicatrice, ma sono un’arrampicatrice con un forte istinto materno.»

    Una fiera ondata di cinismo lo pervase. «Già, così quando il vostro matrimonio scoppierà e divorzierete, quel piccoletto che sfornerai ti garantirà degli alimenti ancor più succosi.»

    Invece di farla arrabbiare, le sue parole la raffreddarono. «Sei proprio un gran figlio di puttana, Lucius! Grazie per avermelo rammentato.» Afferrato il cellulare, lo infilò in borsa prima di tornare ad affrontarlo con un orgoglio che lui non poté che ammirare. «Uno di questi giorni ti farò rimangiare le tue parole. Posso non volere Geoff nel modo in cui avrei voluto te, ma è un brav’uomo. Un uomo onesto. E non ne ho conosciuti molti in vita mia. Ho in programma di farlo felice. Anzi, di portarlo al settimo cielo. E tu sarai costretto a guardarci, da solo, mentre ci godiamo la nostra felicità per i prossimi cinquant’anni. Spero tu possa schiattare dall’invidia.»

    Detto questo, infilò la porta.

    1

    «Lucius, tu non sei solo un diavolo, sei anche un gran figlio di buona donna!»

    La testa di Angie Colter si alzò di scatto all’inconfondibile rumore prodotto da una mano che incontrava di piatto una mascella, e lo sguardo le corse alla porta chiusa dell’ufficio del suo principale Lucius Devlin, proprietario e CEO della Diablo Corporation, multinazionale con sede a Seattle specializzata nell’acquisto e ristrutturazione di immobili commerciali. Un attimo dopo, la porta si spalancò ed Ella, la rossa tutta curve che Angie aveva accompagnato dentro una decina di minuti prima, si proiettò fuori indignata. La donna era l’ultima di una lunga serie di conquiste di Devlin ed era durata ben due settimane intere. Un vero e proprio record, considerata la quantità di femmine con cui era uscito negli ultimi tre mesi il grande capo.

    «Non so proprio come tu abbia fatto a pensare che potessi essere interessata a una proposta tanto assurda» si lasciò detto alle spalle Ella, dirigendosi verso gli ascensori su degli impossibili tacchi a spillo che non facevano che accentuare la sua andatura tutta scatti che tradiva una profonda irritazione.

    Okay. La faccenda si prospettava interessante, e non faceva altro che aumentare il sospetto di Angie che Lucius stesse tramando qualcosa. Ancora non aveva scoperto cosa, ma immaginava che il bambinetto di sei mesi del quale aveva ottenuto la custodia poco meno di tre mesi prima ne fosse in qualche modo responsabile. Il piccolo Mikey era figlio del precedente responsabile dell’ufficio PR della Diablo, Geoff Ridgeway. Lui e sua moglie Lisa erano morti in un incidente ferroviario in Europa poco prima di Natale, e nel testamento avevano nominato Lucius tutore del figlioletto. Dalla prima volta in cui aveva preso Mikey fra le braccia, Angie si era innamorata di quel frugoletto.

    Seduta alla sua postazione, Angie lanciò un’occhiata in direzione della porta spalancata dell’ufficio di Lucius. All’inizio aveva pensato che il suo principale fosse alla ricerca della babysitter perfetta che potesse sostituire la donna dal carattere mite che ricopriva temporaneamente l’incarico. Ma ultimamente... Incapace di tenere a freno la curiosità, afferrò il suo tablet elettronico e partì alla carica. Giunta accanto alla porta aperta, bussò comunque per preannunciarsi.

    Il suo capo se ne stava in piedi di profilo, impegnato ad annegare nello scotch alcuni cubetti di ghiaccio che aveva messo precedentemente in un bicchiere. Oltre la vetrata a tutta parete alle sue spalle si stendeva la città di Seattle che, con pudore, velava la sua bellezza dietro un mattino grigio e nebbioso. Poco meno di un metro e novanta, Lucius Devlin Il Diavolo possedeva un fisico prestante, decisamente in contrasto con un lavoro che richiedeva di trascorrere interminabili ore seduti dietro a una scrivania. Indubbiamente, aveva speso parte dei suoi milioni per crearsi in casa una palestra dotata delle attrezzature migliori che il denaro potesse acquistare. E la usava con la stessa implacabile determinazione che caratterizzava ogni altra cosa che faceva nella vita. Era un bell’uomo, con dei capelli nerofumo e un paio di occhi scuri e misteriosi come una notte senza luna. Un uomo che poteva lasciare senza fiato una donna con una sola occhiata. Non a caso, la prima volta che le aveva rivolto il suo sorriso impunito, le aveva rubato il cuore, facendole commettere quasi inconsciamente la follia di innamorarsi di lui.

    Lucius sollevò lo sguardo e, vedendola, corrugò la fronte. «Non è un buon momento.»

    La sua espressione cupa la riportò al presente. Ignorando le sue parole, varcò la soglia dell’ufficio. «Prova ad applicare quel ghiaccio alla guancia» gli consigliò. «Aiuterà ad evitare che si gonfi.»

    «Picchia piuttosto duro per essere una donna.»

    «Non ne avevo dubbi. Ella può sollevare anche sessanta chili.»

    «Ma dai. Veramente?»

    «Veramente. Frequentiamo la stessa palestra. E ritieniti fortunato che non ha usato contro di te quei suoi tacchi a spillo firmati Christian Louboutin. Ho visto con i miei occhi durante una lezione di kickboxing di cosa è capace. Ti avrebbe infilzato come uno shish kebab.»

    «Non mi ha mai detto di conoscerti.»

    Angie non ne era affatto sorpresa. Conoscersi implicava stabilire un contatto con qualcuno di sesso femminile. Ed Ella non aveva occhi che per i maschi. «Dubito che mi abbia mai notata. Non si può certo dire che io spicchi in mezzo alla gente.»

    Lucius buttò giù lo scotch, quindi seguì il suggerimento ricevuto e si premette il bicchiere ghiacciato contro la guancia sempre più rossa. Lo sguardo gli scivolò su di lei e, anche se la radiografò con la sua tipica occhiata da predatore, purtroppo, lo fece in modo asessuato. La cosa non la stupì. Sapeva ciò che vedeva. Era giunta da un pezzo alla conclusione di avere un cervello brillante su una carrozzeria non proprio da urlo.

    Alta uno e settantadue, era

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