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La scelta del conte: Harmony Collezione
La scelta del conte: Harmony Collezione
La scelta del conte: Harmony Collezione
E-book156 pagine1 ora

La scelta del conte: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Una ragazza ingenua. Un affascinante conte. Una passione mai sopita.

Due anni prima, Tara Devenish ha trascorso un'infuocata notte d'amore con Lucien Maxime, conte di Ferranbeaux. Lui, però, dopo quelle poche ore di passione è sparito dalla sua vita senza una sola parola, riapparendo ora, improvvisamente, per chiedere l'affidamento del suo nipotino, figlio della sorella di Tara e del fratello di Lucien, morti in un incidente. L'attrazione che provano l'uno per l'altra non sembra essere sparita. Anzi, non passa molto tempo prima che Tara e Lucien si lascino nuovamente andare ai propri istinti, rendendo ogni decisione sul loro futuro sempre più complicata.

LinguaItaliano
Data di uscita10 lug 2013
ISBN9788858912782
La scelta del conte: Harmony Collezione
Autore

Susan Stephens

Autrice di origine inglese, è un ex cantante professionista oltre che un'esperta pianista.

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    Anteprima del libro

    La scelta del conte - Susan Stephens

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Count Maxime’s Virgin

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2008 Susan Stephens

    Traduzione di Marta Draghi

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2009 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5891-278-2

    www.eHarmony.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    I due uomini seduti al bar dello sfarzoso hotel di Londra erano d’accordo sul fatto che Tara dovesse uscire di più. Lucien, alto e ben scolpito, con gli occhi scuri e profondi e i folti capelli castani, aveva però obiettato alla sorella maggiore di Tara, Freya, che se lei non aveva voglia di fare festa, perché obbligarla?

    Dopo avergli lanciato uno sguardo di gratitudine, Tara era tornata con sollievo nell’ombra.

    Avvicinarsi alla sorella era tutto ciò che la diciottenne Tara avesse mai desiderato, ma iniziava a chiedersi se fosse possibile stare vicini a una fiamma che bruciava quanto Freya. Forse, però, era quello l’unico modo, pensò mentre tentava di entrare nei vestiti troppo stretti della sorella.

    Le due giovani erano tornate al loro monolocale e si stavano preparando per uscire con i due uomini incontrati al bar. Freya spingeva sempre la sorella a socializzare, e a Tara quella sembrava l’occasione giusta per dimostrare che avrebbe fatto qualunque cosa per conquistare la sua approvazione.

    Tutto, ma non quello, pensò Tara, rivedendo nella sua mente il volto dell’uomo che prima l’aveva difesa. La voce vellutata e lo sguardo divertito di Lucien la rendevano così nervosa! Lui apparteneva a quell’altro mondo, molto più eccitante, del quale Freya sognava di far parte e con cui Tara sapeva di non avere nulla a che fare.

    Per Freya era facile chiacchierare con uomini sconosciuti, mentre per Tara era un’agonia. Infatti aveva a malapena alzato lo sguardo imbarazzato. Si era sentita così impacciata, così grassa in quel vestito di seconda mano, appiccicata all’affascinante sorella che sapeva sempre come attirare l’attenzione. Avrebbe voluto sparire, ma poi era stata costretta a risollevare lo sguardo per rispondere alla domanda di Lucien: «Non dovresti essere a casa a studiare?».

    Invece di cercare di rimorchiare gli uomini al bar, doveva essere ciò che intendeva. Tara gli aveva risposto che in effetti studiava, ma poi Freya aveva subito cambiato argomento, per cercare di mantenere la conversazione su un tono civettuolo.

    Più tardi, Tara lo aveva fatto notare alla sorella, e lei ne aveva riso, dicendole di non prendersela - avrebbe avuto tutta la vita per studiare - e di cercare di accalappiare un uomo...

    Ora, ripensandoci, Tara arrossiva ancora per l’umiliazione, anche se, a essere onesti, Freya in parte aveva ragione, perché Lucien, con quel suo accento straniero e lo sguardo malizioso, le aveva provocato delle vampate di calore in tutto il corpo. E aveva chiesto a Freya di portare anche lei alla festa quella sera...

    Perché lo aveva fatto?, si chiese Tara, sopraffatta dagli sbalzi di calore. Si sentiva ridicola, seduta nel loro freddo monolocale, intossicata dal profumo francese di Freya e con addosso una sottoveste contenitiva che la sorella l’aveva obbligata a indossare quel pomeriggio per dare una prima impressione positiva. Ma ancora doveva riuscire a entrare in quel maledetto top.

    «Smetti di strattonare quel coso» la sgridò Freya, mentre si applicava le ciglia finte. «Vale una fortuna!»

    «Scusa...»

    Freya le aveva dato quel top luccicante perché voleva che fosse provocante, ma nel momento in cui Tara stava per provare a infilarselo glielo strappò dalle mani. «Credo che lo indosserò io. Tu metti questo.»

    «Grazie...» Fu un enorme sollievo per Tara scambiarlo con uno più vecchio e meno appariscente, dalla scollatura molto più modesta.

    «Spero tu sappia che il tuo uomo è un conte» dichiarò Freya, mettendosi il rossetto.

    «Un conte?» Il cuore di Tara accelerò. «Davvero?»

    Ecco perché Lucien era così autorevole e sicuro di sé. Ma da quando era il suo uomo? E se lo era, cosa diavolo avrebbe dovuto fare con lui, indipendentemente dal fatto che fosse un conte?

    Non aveva la minima idea di cosa poter dire per risultare interessante a un uomo del genere.

    «Sei una ragazza molto fortunata. Spetta a te trarre il meglio da questa serata. Chissà...»

    Chissà cosa?, si chiese Tara, togliendosi la sottoveste e cercando a fatica di infilarsi quel top striminzito, facendo un timido sorriso per compiacere la sorella.

    «Tieni, mettiti questa» aggiunse Freya, lanciandole una stola di vera pelliccia.

    «Preferirei evitare...» rispose Tara, allontanandosi da quel pelo bianco che le sembrava odorasse ancora di aria fresca e di libertà.

    «E perché no?» chiese Freya, impaziente.

    «Non vorrei sporcarlo» improvvisò Tara, sperando di suonare convincente.

    «Va bene.» Freya fece una smorfia mentre rovistava nella montagna di vestiti ammucchiati sulla sua parte del letto. «Allora prendi questo.»

    Sì, lo scialle blu era molto meglio della stola di pelliccia. Accarezzandolo con apprezzamento, ripensò alla spiegazione fornita da Freya in merito a quella favolosa collezione di vestiti e accessori costosi.

    «Agli uomini piace comprarmi dei regali» le aveva detto. «Che c’è di male?»

    Niente, pensava ora Tara, sorridendo orgogliosa della sua bellissima sorella. Chi non avrebbe voluto comprare dei regali a Freya? Chiunque, costretto a vivere nelle loro condizioni, avrebbe aspirato a qualcosa di meglio.

    «Perché sospiri adesso?»

    «Nulla...» Rendendosi conto che Freya aveva interpretato il sospiro come un lamento, Tara si affrettò a passarle cappotto e borsetta.

    «Pensa a prepararti» sbottò Freya. «Questa gonna è perfetta per te. Avanti» insistette Freya, mentre Tara guardava dubbiosa quella gonna stretta. «Non possiamo arrivare tardi. E, per favore, lascia stare quei cuscini» aggiunse. «Non serve che li sprimacci, tanto non li vedrà mai nessuno. Per amor del cielo, smetti di riordinare la stanza. Poi sudi e ti agiti e rovini tutto.»

    Le aspettative di Freya per quella serata rendevano Tara molto nervosa. Sapeva che avrebbe fallito, perché Lucien non era certo interessato a lei, e aveva detto delle cose carine solo per gentilezza. Questo, però, non le aveva impedito di sognare a occhi aperti... sogni decisamente vergognosi, pieni di baci e di carezze.

    Perse dell’altro tempo prezioso a litigare con la cerniera della gonna, troppo stretta di almeno un paio di taglie, e alla fine fu costretta ad arrendersi.

    Lanciando uno sguardo colpevole in direzione della sorella, che fortunatamente non la stava guardando, lasciò la cerniera aperta di qualche centimetro, ripiegando in giù la stoffa.

    «Sei pronta?» chiese Freya, raccogliendo la sua nuova borsetta rossa.

    Pronta a cercare di non farle fare brutta figura, pensò Tara, ansiosa, sistemandosi i collant.

    «Maledizione, è così freddo qui dentro!» esclamò Freya, strofinandosi le braccia. «Andiamo, fuori sarà sicuramente più caldo.»

    «Se le tue dita non fossero congelate, saresti stata pronta molto prima» disse Tara, ridendo nervosamente nel tentativo di rallegrare la sorella. Amava tanto vedere Freya sorridere, ma in quel momento era tesa, e non c’era bisogno di parole per capire quanto fosse importante quella serata per lei.

    «Non preoccuparti, sorellina. Non ho intenzione di vivere qui dentro ancora a lungo.»

    Tara tremò all’idea di doversi separare da lei. «Che cosa vorresti dire?»

    «C’è tutto un mondo là fuori, pieno di uomini ricchi che vogliono una donna come me.»

    «Oh...» Tara si morse il labbro nervosamente.

    Certo, Freya meritava un futuro migliore, ma lei non riusciva a immaginare il proprio e si chiedeva se avrebbe mai superato la separazione dalla sorella. Erano orfane, e Freya era l’unica famiglia che avesse mai conosciuto.

    «Tu puoi restare qui» proseguì Freya, continuando a sistemarsi i capelli. «Ti girerò il contratto d’affitto prima di andare a vivere in Francia...»

    Tara, pur rattristata dalla prospettiva, sapeva che quella era la vita che la bella sorella meritava, e scacciò i suoi pensieri egoisti.

    «Pensi sempre a me.» Sorridendo, l’abbracciò.

    «Mi rovini il trucco» la sgridò Freya, arretrando di scatto. «E ora ascoltami. Devi fare in modo che quel tuo conte ti porti da lui questa sera. Non deve assolutamente vedere questa topaia!»

    «Non è il mio conte» obiettò Tara, decisa. «E non ho nessuna intenzione di andare a casa con lui.»

    «Non ne sarei così sicura.» Freya si voltò e studiò Tara con attenzione. «Sei un po’ sovrappeso, ma ti presenti bene...»

    «Mai quanto te...»

    «Eh...» Freya sospirò soddisfatta, dandosi un’ultima occhiata allo specchio. «Presto, presto!» esclamò, ruotando sui vertiginosi tacchi a spillo. «Non possiamo rischiare che ci soffino i nostri uomini...»

    L’attesa delle ragazze lo rendeva nervoso. Era la sua prima uscita; non accompagnava mai il fratello Guy nelle sue spedizioni di caccia, eppure eccolo lì, nel club privato più in della stagione.

    Dopo l’incontro con le due donne nel pomeriggio, non era più riuscito a togliersi dalla mente l’immagine di quella ragazzina timida che avrebbe voluto scomparire nell’ombra. E ci sarebbe riuscita se lui non l’avesse obbligata a parlare, pensò, guardando l’orologio con impazienza. Un’occasione che prevedeva terribilmente noiosa, grazie a lei si era rivelata piccante. Tara Devenish doveva avere dieci anni meno di lui, ma la colorita reputazione della sorella lasciava pensare che non fosse del tutto innocente. Il suo corpo si scaldò al pensiero, e in quell’istante comparve la ragazza.

    Il conte di Ferranbeaux si alzò in piedi, attirando l’attenzione di tutta la sala, che cadde in un improvviso silenzio avvertendo la sensualità di quel corpo virile. Dopo una settimana di riunioni di lavoro senza sosta, doveva ammettere che la sua libido aveva raggiunto dei livelli notevoli, ma non si rendeva certo conto che quella tempesta di testosterone fosse quasi palpabile dall’esterno.

    Lucien si ripromise di aggiungere anche una casa a Londra al lungo elenco delle proprietà. Non faceva per lui intrattenersi nei nightclub, soprattutto in un’occasione come quella. Tara era ancora più adorabile di quanto ricordasse. Era strana, e vestita in modo decisamente più bizzarro. Il completo era chiaramente della sorella, e il modo in cui riempiva la gonna la rendeva corta al limite della decenza. I suoi seni abbondanti erano stati

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